02 aprile 2023

Le Alpi di occidente

Si parte da una delle zone vinicole di eccezione, un’eccellenza nel panorama nazionale, le Langhe, immersi tra colline e vigneti. L’itinerario permetterà di viaggiare tra le montagne più imponenti d’Europa, i valichi più alti del continente ed alcuni fra i paesaggi alpini più impressionanti e spettacolari.  La fine in Val D’Aosta, ai piedi del gigante d’Italia, appena fuori dal capoluogo di regione, per terminare nel migliore dei modi la nostra esperienza, in uno dei nostri ristoranti preferiti, che sancirà la fine di questo viaggio, breve ma intenso. 

Pronti?? Settembre, si torna a caccia di nuvole!!




video dell'edizione 2019

I cacciatori di nuvole


Alpi di occidente, dal 20 al 24 settembre, km 624


Programma:


mercoledì 20 settembre, arrivo a Monforte d’Alba

Le volte precedenti non siamo riusciti a pernottare nella struttura individuata, un agriturismo presso Monforte d’Alba, produttore vinicolo, con annessa scuola di cucina. Stavolta siamo stati più fortunati, ma siamo stati aiutati dal fatto di avere fatto richiesta alla struttura con mesi di anticipo ed invertendo il senso al percorso. Poco importa, godiamoci il momento!! Per chi ha tempo a disposizione, arrivati in zona, sono consigliate le visite del castello di Barolo ed il centro storico di Alba, di impianto medievale con una forma circolare. Assai suggestivo passeggiare tra le pittoresche torri e case-fortificate ed imbattersi nelle grandi chiese, il Duomo e soprattutto San Domenico, uno dei più bei monumenti romanico-gotici del Nord Italia.


2 giovedì 21 settembre, Monforte d’Alba- Fenestrelle km 274

Se a tavola è stata un’esperienza interessante, oggi non possiamo che proseguire in maniera altrettanto spettacolare. Si inizia in maniera in apparenza blanda, viaggiando immersi tra vigne che nascondono un paesaggio collinare suggestivo e che si spingono a perdita d’occhio. Lasciate le Langhe, le sue strade panoramiche ed aggirata Cuneo, ci si spingerà verso il confine francese percorrendo la ss 21 ed il Colle della Maddalena. Al di là del confine, in territorio francese, ci aspetta una giornata incredibili: si attraversa il Parco Regionale del Queyras. Da qui inizia quella che potremmo definire una vera e propria trans agonistica e la Route des Grandes Alpes dà il meglio di se, inanellando passi, valichi, gole di straordinaria bellezza, il problema potrebbe essere l’assuefazione allo straordinario, ed obiettivamente la sequenza è impressionante: Combe Du Queyras, la Casse Deserte, deserto di rocce che sembra catapultaci sulla Luna, e degno finale il vertiginoso Col D’Izoard. Si rientra in Italia per un appuntamento l’indomani che sarà argomento di discussione anche a cena. Arrivo a Fenestrelle, e sistemazione in albergo diffuso. 


3 Venerdì 22 settembre, Fenestrelle- Bourg Saint Maurice km 156

La tappa è piuttosto breve, ma non lasciatevi ingannare, oltre ai soliti vertiginosi passaggi in quota, ci attende ad inizio giornata la visita al Forte di Fenestrelle. Quest’opera ingegneristica militare merita una sezione a parte anche per le controverse vicende storiche relative all’Unione italiana avvenuta nel 1860 che l’hanno caratterizzato. Andiamo per gradi: il forte fece il suo ingresso sul palcoscenico della Storia nell’autunno del 1727, quando l’ingegner Ignazio Bertola, su richiesta del re Vittorio Amedeo II, presentò il progetto di un’opera che aveva del fantastico: una grande muraglia, costellata da più opere fortificatorie, posta a sbarramento della valle del Chisone contro le invasioni straniere. La sua architettura aveva dell’incredibile: si sviluppava sul crinale della montagna per una lunghezza di oltre 3 chilometri, con una superficie complessiva è di 1.350.000 metri quadrati e un dislivello tra il primo e l’ultimo corpo di fabbrica di circa 600 metri. Osservandolo nel suo insieme ci si trova di fronte ad un’opera fuori da ogni canone, se riferito alle precedenti tecniche di difesa fortificatoria, per le sue gigantesche dimensioni e l’articolazione dei suoi fabbricati. I lavori di costruzione iniziarono nella primavera del 1728 sotto la direzione dello stesso Bertola coadiuvato dall’ingegner Varino de la Marche, e si protrassero per oltre un secolo. L’ultimo cantiere chiuse nel 1850. Negli anni di maggiore impegno operativo, il numero degli addetti ai lavori superò le quattromila unità. Poco alla volta nasceva quella che diventerà la più grande fortezza alpina d’Europa. La denominazione Forte di Fenestrelle, con cui viene ancora oggi chiamato, non è propriamente esatta in quanto non si tratta di un singolo forte, ma di un complesso fortificato composto da ben otto opere difensive, alcune grandi come il Forte San Carlo, ed altre piccole come la Ridotta Santa Barbara, ma ognuna di esse aveva un ruolo specifico nelle strategie di difesa. Tutte le strutture sono collegate tra di loro attraverso percorsi sia interni sia esterni, ma soprattutto attraverso la nota “scala coperta”, un’opera che si distingue per la sua unicità: 4000 scalini, protetti da mura spesse due metri, s’inerpicano sul pendio della montagna, come una lunga galleria che si snoda ininterrottamente per più di due chilometri. Il forte fu sempre un presidio militare e mantenne costantemente la sua funzione di sentinella e baluardo difensivo ma, come per tutte le fortezze, svolse anche il delicato compito di prigione di Stato, prendete nota per l’approfondimento nel box a fine programma. Le stanze dei suoi palazzi furono spesso adibite a celle di detenzione per personaggi di prestigio, mentre i cameroni delle caserme ospitarono i cosiddetti detenuti comuni: persone condannate per reati vari, militari rei di gravi trasgressioni e, da non dimenticare, un migliaio di soldati del conquistato Regno delle due Sicilie che vi rimasero circa un mese prima di essere inseriti nel nascente Esercito Italiano, e qui cominciano i problemi di revisione storica, che contestano la versione “ufficiale” piemontese. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il forte subì un totale abbandono. La vegetazione iniziò ad invadere e scardinare le mura, tanto che tutto il complesso rischiava di trasformarsi in un rudere, vittima del tempo e dell’incuria umana. Oggi, grazie all’Associazione Progetto San Carlo, il Forte di Fenestrelle, è un complesso monumentale aperto al pubblico da alcuni anni ed è diventato un luogo d’interesse per turisti e studiosi che attraverso le sue mura vogliono assaporare il fascino e i misteri della Storia ed a cui noi non ci sottrarremo. Alla fine, si torna per strada, le nostre strade, si inizia con una sentiero asfaltato che si spinge fino al valico del Colle delle Finestre, a 2176m, che non sarà il massimo di giornata, ma neanche da buttare!! La discesa verso Susa è sterrata. Da qui: Mont Cenis, Col de l’Iseran che a 2770m, rappresenta il valico carrabile più alto d’Europa, per terminare con l’attraversamento della Riserva naturale della Grande Sassiere!!



4 sabato 23 settembre, Bourg Saint Maurice- La Clusaz km 194

Ultima giornata di viaggio e si inizia con il passo del Piccolo San Bernardo, in attesa di scalare il fratello maggiore a fine tappa. Si rientra in Italia, e per aggirare il gigante delle Alpi, il Monte Bianco, dopo una breve sosta a Courmayeur, sprofonderemo nel tunnel che ci condurrà a Chamonix, dove l’aggiramento avrà inizio per arrivare alla scalata del passo del Gran San Bernardo, l’ultima e probabilmente una delle più spettacolari dell’intero percorso. Uno dei più bei passi alpini, con una storia millenaria alle spalle: Romani, Cartaginesi, semplici viandanti, pellegrini, pastori, imperatori, santi, condottieri, Saraceni, re, mercanti, frati agostiniani, nonostante l’altezza del passo, quasi 2500 metri, il valico è stato un importantissimo punto di transito, tra i più conosciuti del mondo occidentale. Mette in comunicazione la Valle D’Aosta con il cantone svizzero del Vallese. Testimonianze archeologiche, provano che fin dal 3000 A.C. fosse attraversato per comunicazione e commercio tra la pianura Padana e l’Europa centrale, mentre la vetta ospitava un luogo di culto. Aperitivo nell’albergo Italia, godendo della splendida vista sul lago e l’ospizio per poi picchiare a valle e concludere la tappa di giornata. Ogni volta sempre lo stesso dubbio mi assale: organizzo il giro per passare da qui, o prima stabilisco il passaggio da La Clusaz per poi elaborare il percorso?? Poco importa.....La Clusaz è una meta imprescindibile se si viaggia da queste parti. In uno dei viaggi precedenti, avevo scritto che non si poteva iniziare in maniera banale, e le cose stanno ancora così!! Stavolta si regala a questo luogo straordinario l’onore di chiudere l’itinerario, in terra di confine, siamo in Valle D’Aosta, sospesi tra cielo, montagne e la stella Michelin che viene riconosciuta meritatamente a questo quotatissimo, notevole ristorante!! Domani ci saluteremo, ma adesso pensiamo ai piaceri della tavola.


5 domenica 24 settembre, rientro in sede

Se a tavola è stata un’esperienza fantastica, oggi non possiamo che iniziare in maniera altrettanto spettacolare, con una colazione a cui è impossibile rinunciare prima di salutarci per rientrare in sede.

























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