22 dicembre 2018

ALPI OCCIDENTALI, settembre 2019




Che nome dare ad un viaggio del genere, e soprattutto, come presentarlo?? Ci ho pensato non dico lungamente, ma cercando più volte una soluzione evocativa che racchiudesse la suggestione che solo queste montagne riescono a suscitare!! E devo dire che ho fallito, indirizzando la scelta, prima semplicemente sul nome geografico, poi sulla definizione ufficiale con cui si presenta questa regione di enorme interesse paesaggistico:
“con il termine Alpi Occidentali si intende una porzione del sistema montuoso denominato Alpi. A seconda delle varie classificazioni del Sistema Alpino, la denominazione Alpi Occidentali ha avuto significati diversi. Nella tradizionale partizione, le Alpi Occidentali vanno dal Col di Cadibona al Col Ferret. La cima più elevata è il Monte Bianco, 4810 m. slm.” A prescindere dalle denominazioni ed i significati, comunque stiamo parlando di un itinerario che ci permetterà di viaggiare tra le montagne più imponenti di Europa, i valichi più alti del continente ed alcuni dei paesaggi alpini più impressionanti e per questa volta dovremo accontentarci così!!


  1. Sabato 14 settembre, arrivo a La Clusaz
Non so, se ho organizzato il giro per partire da qui, o ho prima stabilito il punto di partenza per poi elaborare il percorso!! Poco importa, in un viaggio precedente, avevo scritto che non si poteva iniziare in maniera banale, e le cose stanno ancora così!! L’appuntamento è in terra di confine, in Valle D’Aosta, sospesi tra cielo, montagne e la stella michelin che viene riconosciuta meritatamente a questo quotatissimo, notevole ristorante!! 

  1. Domenica 15 settembre, La Clusaz-  Bourg Saint Maurice km194
Se a tavola è stata un’esperienza fantastica, oggi non possiamo che iniziare in maniera altrettanto spettacolare, colazione a cui è impossibile rinunciare e subito in sella, ci attende la salita al passo del Gran San Bernardo. Si comincia sfiorando i pittoreschi paesi di Etroubles e Gignod. Dopo saint-Oyen si trova il bivio che a sinistra porta al traforo, si prende a destra e….comincia lo spettacolo! La strada sale a tornanti tra pascoli e dirupi, con una vista mozzafiato per raggiungere la vetta del passo, circa 13 chilometri più in su, dopo essere passati dall’antico borgo di Saint-Rhèmy-en-Bosses. Uno dei più bei passi alpini, con una storia millenaria alle spalle: Romani, Cartaginesi, semplici viandanti, pellegrini, pastori, imperatori, santi, condottieri, Saraceni, re, mercanti, frati agostiniani, nonostante l’altezza del passo, quasi 2500 metri, il valico è stato un importantissimo punto di transito, tra i più conosciuti del mondo occidentale. Mette in comunicazione la Valle D’Aosta con il cantone svizzero del Vallese. Testimonianze archeologiche, provano che fin dal 3000 A.C. fosse attraversato per comunicazione e commercio tra la pianura Padana e l’Europa centrale, mentre la vetta ospitava un luogo di culto.  Caffè nell’albergo Italia, godendo della splendida vista sul lago e l’ospizio oltre confine per poi picchiare a valle!! 
 


  1. Lunedì 16 settembre, Bourg Saint Maurice- Fenestrelle km156
La tappa è piuttosto breve, ma non lasciatevi ingannare, oltre ai soliti vertiginosi passaggi in quota, ci attende un appuntamento a fine giornata che sarà argomento di discussione anche a cena. Quindi dopo il fratello maggiore affrontato ieri, oggi sarà la volta del passo del Piccolo San Bernardo, seguito dal col de l’Iseran che con i suoi 2770m, rappresenta il valico carrabile più alto d’Europa, ma non è finita qui, Mont Cenis e, per non farci mancare niente, attraversata Susa, ci concederemo un serie infinta di tornanti, un po’ di sterrato per valicare il Colle delle Finestre, a 2176m, che non sono il massimo di giornata ma neanche da buttare!! Da qui, solo discesa per l’arrivo di fine tappa, il Forte di Fenestrelle. Quest’opera ingegneristica militare merita una sezione a parte anche per le controverse vicende storiche relative all’Unione italiana avvenuta nel 1860 che l’hanno caratterizzato. Andiamo per gradi: il forte fece il suo ingresso sul palcoscenico della Storia nell’autunno del 1727, quando l’ingegner Ignazio Bertola, su richiesta del re Vittorio Amedeo II, presentò il progetto di un’opera che aveva del fantastico: una grande muraglia, costellata da più opere fortificatorie, posta a sbarramento della valle del Chisone contro le invasioni straniere. La sua architettura aveva dell’incredibile: si sviluppava sul crinale della montagna per una lunghezza di oltre 3 chilometri, con una superficie complessiva è di 1.350.000 metri quadrati e un dislivello tra il primo e l’ultimo corpo di fabbrica di circa 600 metri. Osservandolo nel suo insieme ci si trova di fronte ad un’opera fuori da ogni canone, se riferito alle precedenti tecniche di difesa fortificatoria, per le sue gigantesche dimensioni e l’articolazione dei suoi fabbricati. I lavori di costruzione iniziarono nella primavera del 1728 sotto la direzione dello stesso Bertola coadiuvato dall’ingegner Varino de la Marche, e si protrassero per oltre un secolo. L’ultimo cantiere chiuse nel 1850. Negli anni di maggiore impegno operativo, il numero degli addetti ai lavori superò le quattromila unità. Poco alla volta nasceva quella che diventerà la più grande fortezza alpina d’Europa. La denominazione Forte di Fenestrelle, con cui viene ancora oggi chiamato, non è propriamente esatta in quanto non si tratta di un singolo forte, ma di un complesso fortificato composto da ben otto opere difensive, alcune grandi come il Forte San Carlo, ed altre piccole come la Ridotta Santa Barbara, ma ognuna di esse aveva un ruolo specifico nelle strategie di difesa. Tutte le strutture sono collegate tra di loro attraverso percorsi sia interni sia esterni, ma soprattutto attraverso la nota “scala coperta”, un’opera che si distingue per la sua unicità: 4000 scalini, protetti da mura spesse due metri, s’inerpicano sul pendio della montagna, come una lunga galleria che si snoda ininterrottamente per più di due chilometri. Il forte fu sempre un presidio militare e mantenne costantemente la sua funzione di sentinella e baluardo difensivo ma, come per tutte le fortezze, svolse anche il delicato compito di prigione di Stato, prendete nota per l’approfondimento nel box a fine programma. Le stanze dei suoi palazzi furono spesso adibite a celle di detenzione per personaggi di prestigio, mentre i cameroni delle caserme ospitarono i cosiddetti detenuti comuni: persone condannate per reati vari, militari rei di gravi trasgressioni e, da non dimenticare, un migliaio di soldati del conquistato Regno delle due Sicilie che vi rimasero circa un mese prima di essere inseriti nel nascente Esercito Italiano, e qui cominciano i problemi di revisione storica, che contestano la versione “ufficiale” piemontese. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il forte subì un totale abbandono. La vegetazione iniziò ad invadere e scardinare le mura, tanto che tutto il complesso rischiava di trasformarsi in un rudere, vittima del tempo e dell’incuria umana. Oggi, grazie all’Associazione Progetto San Carlo il Forte di Fenestrelle è un complesso monumentale aperto al pubblico da alcuni anni ed è diventato un luogo d’interesse per turisti e studiosi che attraverso le sue mura vogliono assaporare il fascino e i misteri della Storia ed a cui noi non ci sottraremo.
Una volta arrivati a destinazione, decideremo a secondo dell’orario se visitare immediatamente il complesso o scaricare i bagagli, la sistemazione è nelle immediate vicinanze del complesso.
forte di fenestrelle

  1. Martedì 17 settembre, Fenestrelle- Saint Martin Vesubie km255
Al di là del confine, in territorio francese, una giornata incredibile ci aspetta, degno preludio ai prossimi giorni: il Parco Regionale del Queyras ed il massiccio del Mercantour. Ormai siamo in piena trans agonistica, la Route des Grandes Alpes dà il meglio di se,inanellando passi, valichi, gole di straordinaria bellezza, il problema potrebbe essere l’assuefazione allo straordinario, ed obiettivamente la sequenza è impressionante: Col D’Izoard, la Casse Deserte, deserto di rocce che sembra catapultaci sulla Luna, Combe Du Queyras, Col De Vars, Cime de La Bonette,  Gorge de Velabres, Col De Sant Martin ed arrivare a fine tappa decisamente appagati, che giornata!! Domani cosa mai ci aspetterà?? 


  1. Mercoledì 18 settembre, Saint Martin Vesubie- Castellane km223
Il Massiccio del Mecantour è l'ultimo promontorio dell'arco alpino meridionale, prima che questa catena si tuffi bruscamente nel mar Mediterraneo ed a cui dedicheremo le nostre curiose, quasi morbose attenzioni nei prossimi 3 giorni. La cima del Gelas, che con i suoi 3143 m d'altitudine, è la più alta dell’area, si trova a soli 50 km in linea d'aria dal Mediterraneo! Una situazione particolare e straordinaria, tra il mare e la montagna, che conferisce a questo parco nazionale, caratteristiche uniche ed originali. L’arrivo di giornata, dopo altri 223 chilometri indimenticabili, è previsto a Castellane, dove a sorpresa, rinunciando al nostro solito vagabondare nomade ed itinerante, ci concederemo un paio di notti. Domani si viaggia scarichi ma, concedendoci un termine ciclistico che per noi ha poco senso soprattutto in  confronto a chi queste montagne le pedala, sarà un vero tappone alpino, fatto per stupire anche chi è gia abituato alle sorprese che questo angolo di Alpi può riservare.

  1. Giovedì 19 settembre, Castellane loop km330 
Un anello di oltre 300 chilometri!! Appare subito chiaro che ci troviamo in un luogo particolare, e non solo per la bellezza dei panorami, la spettacolarità delle strade, la qualità dell’asfalto…….l’itinerario è stato concepito proprio per queste ragioni, ma non è solo questo, c’è altro, e ci vuole un po’ di tempo per rendersi conto che ci sono tratti dove è come se avessero disegnato le strade sfidando linee ardite, vertiginose, mettendo più curve di quanto lo spazio possa contenere e la strada possa sopportare, una piacevole follia viaria che sfrutta al massimo il poco spazio a disposizione!! Come ne usciremo?? Con calma, godendosi i panorami e non pensando a traiettorie, pieghe, linee da tenere, non funzionerebbe. Ma basta parole, oggi si guida, immersi nella natura.




7.    Venerdì 20 settembre, Castellane- Gourdon km195

È vero, oggi chiuderemo la giornata in un nido d’aquila, un posto da fiaba che arroccato domina la Côte d'Azur, ma il protagonista della tappa sono assolutamente le spettacolari Gorges du Verdon, ribattezzate il “Grand Canyon d’Europa”. La loro spettacolare conformazione è il risultato dell’erosione del fiume Verdon che, in millenni di attività, ha scavato uno scenografico passaggio attraverso le montagne. L’alveo del fiume, dalla larghezza variabile da un minimo di sei ad un massimo di 100 metri, penetra per oltre 20 chilometri tra le ripide pareti delle montagne, creando dislivelli di varie centinaia di metri. Un’occasione unica di godere della bellezza paesaggistica di quest’angolo di Provenza in sella ad una moto: grazie a una serie di percorsi ad anello carrabili, a svariati belvedere, i punti più scenografici sono tutti facilmente raggiungibili, divertimento e meraviglia assicurati!! Concluderemo la giornata arrivando nella spettacolare Gourdon. Classificato tra i più bei villaggi di Francia, Gourdon è costruito su un sperone roccioso a 760 metri di altitudine e domina la valle del Lupo, in linea d’aria siamo a meno di 10 chilometri dal MediterraneoIl suo panorama incomparabile, domina più di 80 chilometri di Costa Azzurra. Che vista!! Durante la ricognizione sono rimasto fulminato, decidendo immediatamente di stabilire qui un arrivo di giornata.

8.   Sabato 21 settembre, Gourdon- Alba km297

Ultimo giorno, diverse cose da fare prima di arrivare alla meritata cena di commiato ad Alba, cercare un punto di passaggio che ci tenga lontano dalla caotica costiera, un percorso che ci confermi la spettacolarità di questo Parco del Mercantour, rientrare in Italia ed avvicinarsi alla meta di giornata perdendosi tra i vigneti di una delle più famose zone vinicole d’Italia e probabilmente del mondo. Ce la faremo?? In soccorso intervengono con opportuno tempismo Il col de Turini, il Col di Tenda ed alcune delle più panoramiche strade delle Langhe. Siamo in dirittura di arrivo, Alba è quasi a vista e d ecco l’ultima sorpresa di questo viaggio…….in maniera arbitraria, improvvisa, poco democratica a Monforte D’Alba anticipiamo lo stop e la fine del viaggio. Stanchezza??  Nervosismo?? No, semplicemente una sorpresa, non ho voluto cambiare la tracciatura lasciando la conclusione del percorso a domani mattina per un caffè ed una breve visita. Per stasera, invece un paio di invitanti opzioni, praticamente trovate per caso………

9.    Domenica 22, rientro in sede

Restano all’appello solo il castello di Barolo ed il centro storico di Alba, di impianto medievale con una forma circolare: suggestivo passeggiare tra le pittoresche torri e case-fortificate ed imbattersi nelle grandi chiese, il Duomo e soprattutto San Domenico, uno dei più bei monumenti romanico-gotici del Nord Italia.  Possiamo rientrare a casa………


















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12 dicembre 2018

Sud Italia, 2 traghetti, quasi 3000km, una proposta completa rivolta ad una clientela straniera e forse no.......


Quando ti commissionano una serie di itinerari per un progetto rivolto ad una clientela straniera, la prima cosa che fai, oltre a pensare se sarai in grado di realizzarlo, è quella di cominciare ad informarti sul panorama di iniziative che il mercato offre. Ti accorgi così, che esiste ormai un mondo di proposte più o meno valide, che il mercato è in veloce ed esplosiva crescita e che, come quasi sempre accade, purtroppo l'Italia è indietro rispetto ai competitor europei. A parte la Germania, con le sue agenzie storiche, la penisola iberica rappresenta senza dubbio l'avanguardia nel settore, un mercato che rappresenta una rilevante fetta nel fatturato mototuristico. Con l'amico Diego, con cui ormai collaboro da diversi anni nello sviluppo di itinerari italiani, ci siamo messi a tavolino, cercando di aggiungere alla qualità dei percorsi anche una serie di informazioni sulle tendenze, i must che attirano un tipo di clientela che approccia il turismo in moto in Italia da una visione geografica, culturale lontana, basata spesso su stereotipi non sempre validi, a volte riduttivi, ma sicuramente da tenere in considerazione.
Ne è uscito un lavoro corposo, articolato, speriamo originale e questo itinerario ne rappresenta un esempio.

Le grandi isole italiane, la Calabria e la Costa Amalfitana. 
Sardegna e Sicilia sono le isole più grandi del Mediterraneo, un vero e proprio paradiso per i motociclisti, dove si trovano strade ben curate, poco trafficate,spesso dall’asfalto perfetto, una cucina favolosa e spiagge spettacolari. All’estremo sud dell’Italia, la Calabria è la culla della Magna Grecia. Si incunea prepotentemente tra le splendide acque dello Ionio e del Tirreno, lambendo la Sicilia, separata solo dallo stretto di Messina, che attraverseremo durante questo incredibile viaggio.  Il clima accogliente, gli splendidi colori del mare, le coste rocciose alternate a litorali sabbiosi, la sua natura selvaggia e misteriosa, i sapori intensi e genuini della cucina locale e le testimonianze delle sue antiche origini  la rendono un posto unico, lontano anni luce dalle solite rotte turistiche. La fine del viaggio ci vedrà percorrere la costa amalfitana…….



Day 1: Benvenuti a Roma!
Benvenuti a Roma! Cerca di arrivare qualche giorno prima per esplorare questa "Città Eterna", dove il tempo si è fermato... chi l'ha visitata, senza dubbio la definisce la città più magnifica del mondo. Ci troviamo in hotel, avrete del tempo libero per rilassarvi o fare qualche giro turistico prima del briefing di sicurezza. Dopo il briefing gusteremo una cena di benvenuto in un ristorante tradizionale italiano (cucina regionale laziale).

Day 2: from Rometo Civitavecchia km 231 / miles 143
Partenza ore 9, abbiamo un’intera giornata per imbarcarci sul traghetto notturno da Civitavecchia e cercheremo di sfruttarlo nella migliore maniera possibile alla guida delle nostre moto. Usciremo dalla “Città Eterna” seguendo una delle strade consolari più famose, la ss5 Tiburtina. A Tivoli imboccheremo la ss636 per raggiungere Fara in Sabina, antico borgo, tutto raccolto sulla sommità del colle Buzio, tra i monti Sabini e la valle del Tevere. Il lago di Bracciano, è un lago di origine vulcanica, circondato a nord dai Monti Sabatini.Siamo in dirittura d’arrivo, una spettacolare strada panoramica ci accompagnerà negli ultimi chilometri con il mare Tirreno a fare da sfondo. A Civitavecchia avremo il tempo di gustare una cena a base di pesce in una trattoria locale prima dell’imbarco.
Highlight: Fara in Sabina, Lago di Bracciano, imbarco traghetto


Day 3: from Olbia to Alghero km 276   / miles 171
Si parte da Olbia alla volta di Alghero. Come sempre, si va per la via più lunga, quella che passa da Tempio Pausania, Valle della Luna e dal bellissimo borgo fortificato di Castelsardo, fino alla meravigliosa Stintino, con le sue spiagge di velluto e il suo maretrasparente. Prima dell’arrivo di tappa, l’indimenticabile vertigine dello strapiombo delle Grotte di Nettuno. Il centro storico di Alghero, stretto nelle sue mura fortificate, conserva il fascino e la lingua dell’antica città di origine catalana. D’obbligo concedersi una passeggiata lungo le sue vie lastricate, prima di dedicarsi alle gioie del palato con una cena a base di pesce in una trattoria locale.
Highlight: Tempio Pausania, valle della Luna, Castelsardo, Stintino

Day 4: from Alghero to Sugologone km 234/ miles 145
In moto e non potrebbe esssere diversamente, in direzione Bosa, un tratto lungo la costa, che definire spettacolare, appare riduttivo fin dalle prime curve. Che panorami!! Bosa è un bellissimo borgo di pescatori della Planargia con i suoi vicoli lastricati e le sue case colorate dominate dal castello di Serravalle. Si prosegue per strade dall’asfalto perfetto fino alla sosta nel borgo antico di Santu Lussurgiu, famoso per i suoi artigiani, maestri nella lovorazione di lame. Lo splendido complesso nuragico di Losa, il più bello dell’isola, secondo noi anche il più fotogenico, richiede una visita guidata. Il massiccio del Gennargentu è un vero e proprio gigante di granito che domina inmaniera prepotente il paesaggio, solcato da strade perfette, panoramiche e scarsamente trafficate, viaggeremo in assoluta mancanza di traffico, riusciremo a trovare la direzione giusta? Che fortuna essere qui, in moto per giunta, siamo nel cuore dell’isola, arriveremo, quasi inaspettatamente ad Orgosolo, famosa per i suoi murales. Le sorgenti di Sugologone, che ospitano un hotel esclusivo ed uno dei migliori ristorante di carne di Sardegna, ci attendono.
Highlight: strada costiera Alghero- Bosa, nuraghe Losa, Bosa, Gennargentu, murales Orgosolo, Sugologone


Day 5: fromSugologone to Cagliari traghetto km 259 / miles 161
Imboccare la ss125 orientale sarda, una delle più belle dell’isola, ci regala un piacevole brivido lungo la schiena ogni volta che la affrontiamo, una strada da divorare in pochi attimi, con la vista che spazia infinita, il mare in lontananza, le montagne imponenti, un asfalto come meglio non si potrebbe sperare. Non crediamo alla perfezione, siamo, dobbiamo essere esigenti, ma qui ci si avvicina davvero e molto!! Arrivati al bivio di Arbatax, proseguiamo per Muravera ed incrocieremo una delle nostre stradine, che in completa solitudine, ci permetterà di conoscere la Costa Rei. Arrivati a Villasimius, seguire la costa sarà un gioco da ragazzi per entrare a Cagliari per l’imbarco notturno.
Highlight: ss125 Orientale Sarda, costa Rei, imbarco traghetto

Day 6: fromPalermo to Bagheria and back km 110 / miles 68 
All’arrivo subito una gustosa sorpresa ci attende e che ormai rappresenta un’abitudine per i nostri amici che di solito ci accompagnano: la colazione nell’elegante Bar Pasticceria Sampolo. Dopo aver assaggiato gli immancabili cannoli ed uno o più caffè, saliremo sul monte Pellegrino, che ospita il santuario di Santa Rosalia e da cui si gode un panorama mozzafiato sulla città e sulla baia di Mondello, dove a breve picchieremo affrontando una serie infinita di tornanti da una spettacolare strada panoramica. Dopo una breve sosta nel suo porticciolo, attraverseremo la città per dirigerci, verso Monreale, dove è obbligatoria la sosta per la visita al suo spettacolare Duomo, dichiarato nel 2015, patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Al termine la prossima meta sarà nel vicino comune di Bagheria, denominato “Città delle Ville”, per sostare a pranzo nella trattoria storica Buttitta, una vera e propria esperienza culinaria. Dopo un pasto a base di pesce, rientro verso Palermo, ma non prima di una breve deviazione nell’incredibile porto di Porticello, per il solito caffè e sul promontorio di Capo Zafferano. Dopo esserci accomodati in hotel, ritrovo per essere accompagnati dalla guida per una visita di questa splendida città, del centro storico e di alcuni dei principali monumenti.
Highlight: Santa Rosalia, Mondello, museo Guttuso, Bagheria


Day 7: fromPalermo to Agrigento km 196 / miles 122
Di nuovo in viaggio, puntando decisamente verso Piana degli Albanesi, dove verificheremo se i cannoli, come molti dicono, sono i migliori di tutta la Sicilia e dirigendosi all’interno e seguendo un triangolo di strade con vertici i caratteristici paesi di Corleone, Palazzo Adriano e Prizzi. Siamo nella Sicilia dimenticata, dove la vista spazia infinita ed i pensieri corrono liberi come le nostre moto. L’arrivo, dopo quasi 200 km di strade secondarie, poco trafficate, a volte mal tenute ma suggestive e desolate sarà ad Agrigento. Pochi commenti da fare: una delle località più frequentate dell’isola, la “Città dei templi”, dichiaratadall'UNESCO nel 1997 patrimonio dell'umanità. 
Highlight: duomo Monreale, reggia Ficuzza, Corleone, Palazzo Adriano, Prizzi 

Day 8: fromAgrigento to Siracusa km  236 / miles 146
Giornata dedicata alle visite, quelle importanti, che fanno la differenza, anche in un’esperienza del genere e non possono essere evitate in un qualsiasi viaggio in Sicilia: la Valle dei Templi e Villa Romana del Casale. Anche oggi ci spingeremo all’interno seguendo strade solitarie, desolate, dove i panorami corrono liberi, insieme alle nostre moto ed i nostri pensieri. L’arrivo di tappa sarà Siracusa, considerata unafra le metropoli più grandi del mondo antico, non che la più grande città greca. Nel suo cuore, l’area archeologica della Neapolis, troviamo il suggestivo Teatro greco e l’Orecchio di Dionisio cavità artificiale ricavata dall'estrazione della pietra, nell’isola di Ortigia, collegato alla terra ferma da due ponti, ci concederemo una sosta. 
Highlight: valle dei templi, villa Romana del Casale, Siracusa



Day 9: fromSiracusa to Taormina km 183  / miles 114
Iniziamo la giornata spingendoci verso nord ed il protagonista assoluto di oggi, Il Parco dell’Etna, istituito nel 1987, primo rappresentante di parco naturale siciliano. Con i suoi 3340m è il più alto vulcano attivo d’Europa.Qui la natura offre dei paesaggi naturalistici incontaminati e probabilmente la qualità delle strade è la migliore dell’isola. Arrivati a Nicolosi, percorerremo la spettacolare strada che sale al Rifugio Sapienza, punto di partenza per le escursioni al cratere, che avvengono in cabinovia nella prima parte, per poi proseguire con speciali mezzi 4x4 nella seconda.Una volta rientrati al parcheggio e risaliti in sella alle nostre moto, ci dirigeremo verso Linguaglossa, costeggiando il lato est guidando su un’altra incredibile strada panoramica, per poiconcludere la giornata giungendo a Taormina, uno dei must di questo incredibile viaggio ed a cui dedicheremo un meritato giorno di riposo.
Highlight: escursione al cratere del Monte Etna

Day 10:Taormina, rest km 0 / miles 0
Incastonata tra le montagne della costa orientale sicula, Taormina è sicuramente una delle mete turistiche principali di tutto il sud Italia. Sullo sfondo, ben visibile, il Monte Etna, che ormai ben conosciamo. La città è nota per il suo spettacolare teatro, antico, risalente al periodo greco-romano, ancora oggi in funzione. Vicino al teatro, i dirupi che scendono fino al mare formano insenature con spiagge sabbiose. Una stretta striscia di sabbia collega alla minuscola Isola Bella, che è una riserva naturale. Un posto invidiabile, per concedersi una giornata di meritato riposo, rilassandosi al sole o facendo gli acquisti nei negozi dei suoi caratteristici vicoli.
Highlight: Taormina


Day 11:from Taormina to Cosenza km 301 / miles 188
Come dicono i siciliani, oggi si rientra sul “continente”. Posti sulle coste dello Stretto di Messina, Scilla e Cariddi erano due mostri posti a guardia dello stretto, tormento sicuro per i naviganti che si apprestavano a oltrepassare il confine tra Sicilia e Calabria, riusciremo anche noi nell’impresa?? Questa parte dell’itinerario è sicuramente una delle nostre preferite, siamo poco obiettivi è vero, ma la Calabria rappresenta senza alcun dubbio una delle sorprese più gradite e stupefacenti che l’Italia riesca ad offrire a chi riesce a spingersi fin quaggiù. Ce ne accorgeremo immediatamente guidando sullo spettacolare tratto costiero che ci condurrà a Scilla e Bagnara. Anche il breve tratto autostradale, ci stupirà con le sue vedute vertiginose sulla Sicilia, il mar Tirreno e le isole Lipari. Breve sosta a Tropea, poi a Pizzo per degustare il tartufo di Pizzo, per poi aggredire il massiccio montuoso della Sila ed arrivare a Cosenza.
Highlight: Scilla, Tropea, Pizzo Calabro, La Sila

Giorno 12: from Cosenza To Maratea km246 / miles 153
In sellavalicando il passo di Monte Botte Donato e transitando da S. Fili, picchiando verso Paola dalla fantastica, solitaria, vecchia statale 107 Silana Crotonese, vero trampolino sull’azzurro del Tirreno, impossibile non fernarsi ad ammirare il panorama. Qualche chilometro seguendo la costa prima di riprendere la marcia verso l’interno ed il massiccio del Pollino, e che marcia! SP263, poi SP 139 e 241, sono solo dei numeri sulla carta stradale; Morano Calabro, con la sua cascata di case e Mormanno solo degli scenografici paesi, proprio dove non ti aspetteresti di trovarli. Da qui altra picchiata verso il Tirreno, verso Scalea, per imboccare il tratto finale seguendo la ss18 che ci condurrà a Maratea,“la perla del Tirreno”, una delle principali mete turistiche della Lucania. Immaginate decine di chilometri di scogliera frastagliata, grotte, faraglioni, strapiombi e morbide spiagge davanti ad un mare spettacolare. Dall’alto del monte San Biagio si gode una vista mozzafiato dell’intero golfo di Policastro


Giorno 13 from Maratea to Positano km 270 / miles 168
Si lascia Maratea guidando per la costiera, la fantastica ss18, la strada a tratti è scavata nella roccia, il mare che qui sembra ancora più azzurro riempie letteralmente il panorama. Geograficamente ma anche visivamente il confine con il parco nazionale del Cilento non offre grandi differenze e lo spettacolo continua toccando le famose località balneari di Scario, Marina di Camerota e Palinuro, il mitico nocchiero di Enea, che la leggenda vuole morto in queste acque, protagoniste di terribili naufragi in epoca romana, con le spiagge del Mingardo, spettacolari fuori stagione, ed il suo promontorio che si staglia proteso verso un mare di un blu da altre latitudini, con le sue coste frastagliate, ricche di grotte ed insenature. Dopo tanto mare proseguiamo ora, lungo le splendide strade interne del parco. Da Montano Antilia, il comune più alto del Cilento, la ss18, sì sempre lei, darà il meglio di se: la strada, splendida scorre sul costone della montagna con ampie, scenografiche vedute sul mare in lontananza. Sulla fondovalle, più in basso, ci si affretta, forse inutilmente, noi invece godremo in assoluta solitudine di questo fantastico tratto incrociando pochissimi veicoli! L’ultima puntata sul mare per toccare Acciaroli e Castellabate prima di tuffarsi nel caotico traffico della piana di Battipaglia. Consigliata la sosta al caseificio Di Lascio, per un assaggio dei loro rinomati e pluripremiati prodotti a base di latte di bufala. Breve tratto autostradale per evitare, o almeno tentare, l’insidioso traffico di Salerno. Siamo alla fine in costa Amalfitana, la meta del viaggio! Dalla costa scoscesa che fa da cornice ad un mare verde cristallino, all’improvviso si apre uno scenario indimenticabile, visione tra il mito e il sogno: Positano. Il nome di questo paese deriva da una leggenda che avvolge l’ambiente di un’atmosfera mitologica. Tipiche di Positano sono le tantissime “scalinate” che dall’alto del paese giungono in basso, alla spiaggia.
Highlight: ss18, Palinuro, Parco Nazionale del Cilento, costa Amalfitana, Positano

Giorno 14 from Positano to Roma km 359 / miles 223
Siamo in dirittura d’arrivo, nel nostro ultimo giorno di viaggio attraverseremo la parte di costa Amalfitana che manca all’appello. Dirupi scoscesi ed il solito mare verde cristallino, altri scenari indimenticabili, visioni tra il mito e il sogno. Amalfi, Sorrento, per giungere in tarda mattinata a Pompei. Posta alle falde del Vesuvio, sul versante Sud, Pompei è un centro turistico d’interesse mondiale per la presenza di un vasto patrimonio archeologico unico al mondo, raggiunto annualmente da milioni di visitatori rapiti dal fascino della città dissepolta. La città di Pompei fu distrutta dalla terribile eruzione del ’79 d.C. e solo nel XVIII secolo cominciarono i primi scavi. 
La città dissepolta costituisce dunque un’eccezionale testimonianza storica della civiltà romana: le memorie del passato, così vive e tangibili nei resti riportati alla luce, costituiscono il fascino di oggi.
Una volta terminata la visita, il casello autostradale è a qualche centinaio di metri, Roma ad un paio di ore di guida.
Highlight: costa Amalfitana, scavo archeologico Pompei, autostrada napoli-roma


Day 15: Farewall!
Ci salutiamo dopo la colazione di oggi, augurandoci che abbiate apprezzato il vostro tour in moto attraverso le destinazioni più belle d'Italia. Se volete potete trascorrere qualche altro giorno nella splendida città di Roma. Grazie, ci vediamo nel prossimo moto tour con HP Motorrad Official Travel!
Highlights: Roma