04 luglio 2020

DALMAZIA e ALPI 2020



Dall'Albania al lago di Garda
Settembre, 10 giorni, km 2113





Richiesto per anni, alla fine è arrivato il momento, lo definirei fatidico, accontentare gli amici più affezionati che mi accompganano ormai da anni, quello che mi chiedevano da lungo tempo di colmare, per loro,  un’evidente lacuna: ai soliti obiettivi dei nostri giri, prettamente turistico-enogastronomici, sotto pressante richiesta, è stata inserita una sosta per ritemprarsi da un giro che alla luce dell’obiettivo, sarà intenso, al di sopra della media anche  per qualità dele strade e scelta dei ristoranti. Un giro dell’Adriatico decisamente ambizioso, in assoluto mi sento di dire uno dei migliori fino ad ora proposti: Albania, Montenegro, Bosnia, Croazia, Slovenia, l’innominabile meta in Austria e per concludere prima di rientrare in sede, alcune delle più belle
strade delle alpi orientali. Stavolta è tutto incluso, moto, paesaggi, enogastronomia e...........non ci lasceremo mancare niente!!
Settembre, mai come quest anno, un mese con i controcazzi!!


  1. Venerdì' 18 settembre, Bari- traghetto- Durazzo.
L’arrivo all’imbarco di Bari avverrà scaglionato ma con l’opzione, come al solito, di poter avviarsi la mattina e concedersienerdì 18 settembre, Bari- traghetto Bar una giornata di moto stavolta con una deviazione sulle strade del Gargano e delle Murge. Imbarco e navigazione notturna per arrivare in Albania ed iniziare l’indomani mattina il viaggio.

  1. Sabato 19 settembre, Durazzo- Perast 
Si sbarca e ci si dirige verso nord ed il confine montenegrino. La prima parte della giornata sarà un  trasferimento, non abbiamo potuto gestire in maniera diversa la giornata per questioni di traghetti, ma stiamo pronti alle sorprese!! Il Montenegro ha un sistema viario spesso in eccellenti condizioni con una cartteristica: alcune strade di montagna che conducono nei luoghi più impervi sono state asfaltate sui tracciati di sentieri o a volte di mulattiere che erano adibite al transito di animali e camminatori, con la conseguenza che il poco traffico che vi circola, deve effettuare dei veri e propri contorsionismi acrobatici nel caso di veicoli che arrivino in senso contrario. Me ne sono innamorato, scoprendole rientrando in solitario da una trasferta per motivi cestistici-familiari a Belgrado e spero lo facciate anche voi. Nell’ultima parte della giornata andremo a caccia di queste vie di montagna per arrivare nel modo probabilmente più spettacolare nel più grande e  più importante monumento del parco nazionale di Lovcen, il Mausoleo di Petar II Petrovic Njegos, un principe vescovo del Montenegro, poeta e filosofo le cui opere sono ampiamente considerate come le più importanti nella letteratura slava, sulla cima del picco di Jezerski. È il luogo di sepoltura, che è stato scelto da Njegos stesso come suo ultimo desiderio. Una volta arrivati e parcheggiate le moto, 461 scalini conducono al Mausoleo e al guvno, il punto panoramico da cui si può godere la vista sul mare Adriatico e su molte vette montenegrine.
 Una volta termianta la  visita non ci resta che piombare con una vista mozzafiato per una strada vertiginosa sulle Bocche di Cattaro, vera gemma del Montenegro, probabilmente dell’Adriatico e nostro punto di arrivo di questo nostro primo giorno di viaggio.

  1. Domenica 20 settembre, Perast- Mali Stone 
La ricerca di stradine impervie continua anche nella prima parte della giornata, spero che piacciano, perchè a me fanno letteralmente impazzire. Si entrerà in Croazia e si arriverà a Dubrovnik, la Ragusa croata dall’alto, che vista!! È rinomata per il centro storico caratteristico, circondato da imponenti mura in pietra costruite nel XVI secolo. La città possiede edifici ben conservati, tra cui la Chiesa di San Biagio in stile barocco, il Palazzo Sponza del periodo rinascimentale e il Palazzo dei Rettori in stile gotico, che oggi ospita il museo di storia. Lastricato con pietra calcarea, il corso pedonale noto come Stradun (o Placa) è pieno di negozi e ristoranti. Degna di nota anche Cavtat, Ragusa Vecchia, 18km a sud di Ragusa. Anche qui le colline sono state soffocate da blocchi alberghieri, ma una volta entrati nel piccolo nucleo storico, camminando tra i suoi ripidi vicoli in pietra la pace e la tranquillità la fanno da padroni. Ed ora? Non ci resta che risalire verso nord.
La strada è in ottime condizioni e la vicinanza con le isole trasforma le baie in piccoli fiordi. Deviazione d’obbligo la penisola di Sabbioncello, Peljesac, almeno fino alle vicine, vicinissime Ston e Mali Ston, unite dai resti delle antiche mura, lunghe circa 5km.
La baia è il paradiso incontrastato dell’allevamento dei frutti di mare, ben visibili anche dalla strada, ed è qui che faremo sosta per prestare tutte le nostre attenzioni gastronomiche alla konoba di Kaptan Kuka, un must.

  1. Lunedì 21 settembre, Malistone- Trogir 
Via verso Mostar, la giornata comincia passando il confine con la Bosnia. La città deve la sua fama allo Stari Most (most, in serbo croato vuol dire ponte), che attraversa il Narenta (Naretva), fantastica opera d’ingegneria disegnata dall’architetto turco Hayrudin, costruito tra 1557 ed 1566, e di cui Ivo Andric, premio Nobel per la letteratura nel 1961, scrisse un libro, il ponte sulla Drina, in verità abbastanza interessante.
“Di tutto ciò che l’uomo, spinto dal suo istinto vitale, costruisce ed erge, nulla è più prezioso e vitale dei ponti. Appartengono a tutti e sono uguali per tutti, sempre costruiti sensatamente nel punto in cui si incrocia la maggior parte delle necessità umane, più durature di tutta le altre costruzioni,…. indicano il posto in cui l’uomo ha incontrato un ostacolo e non si è arrestato, lo ha superato e scavalcato come meglio ha potuto, secondo le sue concezioni, il suo gusto e le condizioni circostanti”.
E pensare che l’ufficiale responsabile del suo abbattimento durante la guerra dichiarò che tutti i ponti del mondo non valevano un dito mignolo di uno solo dei suoi soldati. Se Andric non fosse morto per le conseguenze di una emorragia cerebrale nel 1974 e avesse potuto vedere quello che restò del ponte dopo il conflitto, probabilmente gli sarebbe venuto un infarto!! Inconfondibile nelle sue forme, impossibile da dimenticare una volta ammirato dal vivo o semplicemente in foto: alto, bianco, dalle linee svelte ed eleganti, sembra ricavato da un unico blocco di marmo, con una larghezza di 4.5m, un’altezza di 20 ed una lunghezza di 27 con 2 possenti torri bastionate che si ergevano a scopo difensivo. 
Un simbolo! 
L’Unesco ha lentamente ricostruito il ponte recuperandolo pezzo dopo pezzo dal letto del fiume. Il risultato è stupefacente, per chi, come me lo ha visto ditrutto appena dopo il conflitto balcanico!!
Rientriamo in Croazia per una spettacolare strada che piomba letteralmente sul mare blu ed iniziamo da Makarska a seguire una costa spettacolare che ci accompagnerà nei prossimi giorni. L’arrivo è a Trogir, altro gioiello archittetonico, anch’essa iscritta nel registro del patrimonio mondiale dell’Unesco. Stupenda la cattedrale ed assai interessanti i molti edifici in stile romanico e rinascimentale, racchiusi all’interno delle mura quattrocentesche. Le ridotte dimensioni hanno consentito e favorito il mantenersi del centro storico più o meno nella veste assunta sotto il dominio di Venezia.

  1. Marted’ 22 settembre, Trogir- Valun  
In apparenza, un tappone, in apparenza. Sintetizzando: panorami spettacolari e strade perfettamente asfaltate, scorrevoli, poco impegnative e soprattutto poco trafficate. La mia scelta preferita per raggiungere Trieste ed in genere il nordest italiano, traghettando da Ancona verso Zara ed evitando mezza Italia con le sue autostrade e statali affollate. Uno dei più bei percorsi costieri dell’intero Mediterraneo. Mettiamoci in sella, velocità di crociera tra gli 80 ed i 100 km/ora e godiamoci il panorama. Mi direte cosa ne pensate a fine giornata!! Arrivo previsto nell’isola di Cres, ma con due opzioni gastronomiche: degustare il famoso agnello dell’isola in uno dei miei ristoranti preferiti o cena di pesce nel porticciolo di Valun, a voi la scelta, potendo io le farei tutte e due, ma a meno di non decidere di prolungare il nostro soggiorno una dura, durissima scelta si prospetterà a fine giornata........

  1. Mercoledì 23 settembre, Valun- Villach
Le montagne della Slovenia possono essere entusiasmanti, strade panoramiche, sempre poco trafficate, ma la tappa è interlocutoria, e ci preparerà allo straordinario sulle alpi orienatli italiane dopo la giornata di riposo, si fa per dire, di domani.........dovremo entare in austria per  arrivare a alla meta di giornata, domani ci si riposa, forse......

  1. Giovedì 24 settembre, Villach
Una giornata di riposo in un posto particolare.........

  1. Venerd’ 25 settembre, Villach- Merano 
Il giorno delle Dolomiti, ritemprati da un giorno di riposo, spero proficuo ed appagante, ci rimettiamo per strada, e che strade!! Le Dolomiti ci attendono, una volta rientrati in Italia lambiremo il blocco delle 3 Cime di Lavaredo e concederci una breve sosta sul lago di Misurina, prima di arrivare a Cortina, soprannominata la “Regina delle Dolomiti” della cui cosa non si impiega molto a capire perché, circondata dalle montagne, dicono, più belle del mondo. Premetto che le Dolomiti meriterebbero più attenzioni, ma bisogna fare i conti con programmi e giorni a disposizione, ci dovremo quindi accontentare del passo Giau, a detta dei più, il più bello di questa fantastica zona alpina, e del passo Fedaia, che con il ghiacciaio della Marmolada ed il suo lago artificiale, è di gran lunga il mio preferito.
La sera tutti a cena nella birreria più famosa d’Italia, nello stabilimento Forst, per una cena tipica e degustare la birra locale che può essere bevuta solo qui, in questo splendido locale tipico.


  1. Sabato 26 settembre, Merano- Riva del Garda 
L’ultima tappa, perche quella di domani è semplicemente un suggerimento per un’estensione per prolugnare questo giro, quindi oggi guideremo fin sul lago di Garda. Un altro gran giorno, il giorno dello Stelvio, il valico automobilistico più alto e famoso d'Italia con i suoi 2757mt, il secondo più alto d'Europa, una vera leggenda, uno dei miti viari europei, ci arriveremo dal lato svizzero per poi picchiare verso Bormio. Perché articolare la giornmata in questa solita strana maniera, prendendo una direzione completamente opposta al punto di arrivo di fine giornata ed affrontando il passo dal lato probabilmente più impegnativo?? La risposta è semplice, banale, logica: per affrontare il passo Gavia, il nostro preferito, preparatevi allo straordinario……guiderete attoniti dallo stupore. Dopo il Gavia, sembrerà tutto scontato: il Passo del Tonale, la ss239 verso Madona di Campiglio, persino la stradina che ci condurrà nei pressi del lago più fanoso d’Italia, preludio di fine tappa. Sosteremo in un acetaia, con una vista mozzafiato ed un ristorante di buon livello. Ragazzi, che giornata! 

     10. Domenica 27 settembre, estensione opzionale, Riva del Garda- nonno Poldo (Roncobilaccio)
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Il viaggio sarebbe terminato, si torna a casa, ma...........perchè non prendersi un giorno in più per una bella mangiata di chianina e rientrare con calma il lunedì mattina?? Il tempo per parlarne non mancherà nel corso del viaggio..........