14 dicembre 2012

TT terza parte DIETRO LE QUINTE


Terza ed ultima parte dedicata al TT, la gara!!
Un mare di foto, colori, moto.
Unica modifica apportata alle informazioni con i link aggiornati sulle manifestazioni.

Tutti pensano al TT come alla gara delle pazzie, degli eccessi, dove piloti con una leggera punta di follia sfrecciano rischiando la vita. Ma la passione per questo sport? La sensazione di dipendenza che questo genere di manifestazioni suscitano e creano in chi vi partecipa? Ho avuto la fortuna di girare un po’ dietro il palcoscenico di questa fantastica manifestazione e le impressioni riportate sono qui di seguito.


Premetto che ho partecipato come spettatore 3 volte al TT, ma quest anno, dopo aver parlato con l’amico Giulio Rangheri, esperto di gare non ufficiali extra FIM, abbiamo avuto l’idea che mi ha permesso di vivere un’esperienza particolare, nonostante fossimo alla sua 99ima edizione (forse sottotono rispetto alle precedenti).
Probabilmente il top, come affluenza e coinvolgimento, ci sarà in occasione del centenario, l’anno prossimo.
Lo spunto era quello di realizzare un servizio che approfondisse determinati aspetti della competizione: i piloti più caratteristici, i privati che corrono per pura passione e le stars di un mondo “parallelo” che orbita intorno alla gara; cercare di capire perchè e con che spirito si partecipa ad una gara così pericolosa; tutti quei personaggi che gravitano intorno alla competizione ma non ne sono i protagonisti, quindi i marshall, gli addetti alla sicurezza, i vigili del fuoco.
Non so se per un colpo di culo, ma le cose si mettono subito bene alla partenza da Heysham. La partenza è prevista per le 3 di notte e mancano ancora un paio d’ore al check inn.
Il naturale punto di ritrovo è l’unico pub al di fuori del porto.
Motociclisti dappertutto, birre, fish and chips, le solite cose insomma. 
Socializzare in queste situazioni è cosa naturale.
Uno dei tavoli di fianco al nostro è occupato da due persone ed un ragazzo. Sono in borghese, ma la loro carica ed il livello etilico fa ben sperare nonostante siano senza moto.
Paul e Jan si presentano nel corso della serata e quest ultimo inizia una serie di barzellette sconce, chiedendo scusa alle ragazze, ma che neanche chi parla un po’ d’inglese riesce a comprendere.
Dopo qualche pinta sono in piedi al banco con Paul. Gli dico che sono la mio terzo TT e lui si lascia sfuggire che questa è la sua 30ima edizione (!!!!). Lo osservo, non sembra così vecchio ma gli credo. Sono tutti marshal, anche Jan, che adesso non si regge in piedi, ma che il giorno dopo vedrò sfrecciare sul passaggio pedonale di Bray Hill per sollecitare spettatori curiosi che si attardano sulla passerella. 
Mi confida che non ha saltato un’edizione e che suo nipote, il ragazzo che li segue è alla sua prima esperienza.
Mi giro e me lo immagino fra 30 anni nella stessa situazione dello zio.
Beviamo insieme l’ultima birra e ci diamo appuntamento nei prossimi giorni sul circuito.
L’arrivo nell’isola è sempre lo stesso. Bisogna sistemarsi, occupare l’alloggio e pianificare le future giornate che come sempre saranno intensissime. Le prove ci sono in tarda mattinata e ne approfitto per ritirare il pass e portare un paio di amici in uno dei punti sicuramente più sconvolgenti del tracciato, soprattutto per chi è alla prima esperienza: Bray Hill. Il risultato è, come nelle precedenti edizioni, sconvolgente. I primi passaggi servono per metabolizzare che qualcosa e qualcuno di tremendamente veloce transita a circa un metro da semafori, marciapiedi e spettatori. 
Una volta resisi conto dell’ovvio, cioè che questi individui sono dotati di una certa vena di follia comincia lo sbigottimento. Ne approfitto anche per scambiare due chiacchiere con Paul, ora sobrio, che controlla il punto vicino il semaforo.
Nonostante siano tutti volontari, la professionalità di questi individui è davvero apprezzabile, Paul mi consiglia il punto migliore per poter scattare foto ed addirittura mi scorta nei punti prestabiliti. Alla fine ci salutiamo promettendo di vederci in serata per una birra.
La ricerca continua, ma dura il tempo di mettere un paio di marce della mia KTM per fermarmi lungo una serie di villette, in puro stile anglosassone, a pochi passi dall’ingresso dei box, dove dai garage sporgono carene e vari pezzi di motori e ciclistica. 
Dicono che i piloti dei sidecar siano tra i più puri di questa manifestazione, animati da una passione feroce
Parcheggio immediatamente per chiedere al primo uomo in tuta se è possibile scattare qualche foto.
“of course”
Mi armo di reflex ed entro nell’antro: nella penombra, 3 persone lavorano sulla carcassa della numero51: Bert, belga, Marwin, scozzese, Hans, tedesco.
L’uomo che mi ha accolto all’entrata invece è Dick e viene dall’Inghilterra.
Un vero team da Comunità economica europea!!!
Approfittano dell’intrusione per fare un break a suon di sandwich con caffè, che vengono adagiati sulle superfici piane del mezzo.
Bert, che fra l’altro in gara si siede affianco a Dick, che è il pilota, mi confida che è alla sua terza partecipazione consecutiva. Tutto ha avuto inizio rispondendo ad un annuncio su internet e da allora non riesce più a pensare ad un maggio che non sia su questa isola. 
Il side partecipa alla formula 2, quelli da 600cc.
Mi mostrano le escursioni degli ammortizzatori e di come renderli più rigidi per sopportare gli avvallamenti del circuito.
Il garage è di un amico di Dick che ogni anno li ospita gratuitamente per tutto il periodo della manifestazione.
Ma non è finita qui, il viale sembra una diramazione esterna dei box ufficiali, qualche decina di metri per entrare nel garage che ospita il side numero 32 della coppia inglese Alan Langton e Stuart Graham. In officina c’è solo il cugino di Stuart, David che da una mano a pilota e passeggero nella messa a punto del mezzo. Nel frattempo arriva l’equipaggio ed il mezzo viene rapidamente coperto dalla carena per l’immancabile foto ricordo. 
Anche loro hanno iniziato in annate differenti la loro esperienza alla manifestazione, ma da allora non hanno saltato una solo edizione!! Non c’è che dire questo TT è una specie di virus, cui è difficile scampare o sottrarsi una volta contratto!!
Da lì i box sono ad un tiro di schioppo, ma entrando non è che le cose cambino di tanto. Siamo davvero lontani dalle atmosfere delle altre gare internazionali, quelle “ufficiali”. Qui è molto facile vedere il favorito Martin Finnegan, o altri piloti in lotta per diverse vittorie nelle varie classi, che dopo la gara TT Super Stock, si intrattiene con un gruppo di tifosi sorseggiando una birra!!
Ma il mio intento è cercare nelle retrovie e la caccia continua.
C’è di tutto credetemi!! 
Famiglie di piloti al completo che invitano i curiosi a sgranocchiare sandwich evitando bambini che giocano tra pezzi meccanici e telai, rotolandosi sui prati.
Piloti seduti in circolo che, in attesa delle prove, sorseggiano birre e posano per le foto dei fans.
Questo è il TT, benvenuti.
E vagando nelle retrovie, tra piccoli furgoni, che conosco Bred Dunlop, meccanico, fratello, accompagnatore di William, newcomer nella classe Junior Supersport TT. E’ inglese, ha 16 anni contro i 18 del fratello, viene dalla parte est dell’Inghilterra, vicino Norwich, ed il principale sponsor del team (sono in 2) è il padre titolare di una rivendita di macchine usate.
Chiacchieriamo del più e del meno mentre mette a punto gli ultimi particolari prima delle prove: il fratello è allungato sul prato insieme alla ragazza a godersi la compagnia ed il bel sole dell’isola, cercando la concentrazione che gli permetta di compiere quello che è poi il desiderio di tutte le matricole alla loro prima esperienza: terminare la gara. 
Mi resta solo di entrare nelle aree riservate al personale gara, dove i mezzi vengono controllati dai giudici per le verifiche.
Qui addirittura ci sono le immancabili ragazze, abbastanza carine aggiungerei, a confermare che partecipano anche i team ufficiali e che allietano con la loro presenza un ambiente prettamente maschile dove, il simpatico Ulrich, marshall tedesco con una pluri decennale esperienza alla manifestazione, si presterà con piacere ad un gioco fotografico con 2 delle bellezze che passeggiano per i box.
Alla fine mi lascerà l’indirizzo di posta elettronica per ricevere gli scatti in bella compagnia, ma sinceramente avrei preferito che la richiesta fosse pervenuta dalle altre 2 protagoniste, più carine, piacenti e senza i baffi del mio rubicondo amico!!!!




LA MOTO
Poco più di 5 settimane, più di 13000km percorsi, nessun inconveniente di rilievo, una percorrenza media di circa 16-19km litro, nessun rabbocco d’olio. Finalmente il mercato delle enduro bicilindriche si anima!! Particolarissima nelle sue forme spigolose, leggerissima, maneggevole, potente, la KTM, con la sua Adventure bicilindrica, si è buttata da un paio di anni nel settore delle maxi enduro, con un modello completamente inedito, derivato direttamente dalle competizioni. Nonostante la giovinezza del progetto, anche il motore ha meno di 3 anni di vita, è oltremodo affidabile. La moto è un vero spasso, si preme lo starter, si parte e si entra in un parco giochi: accellerazioni fulminee, inserimenti rapidissimi in curva, un assetto in grado di sopportare anche le strade più sconnesse, qualsiasi pensiero viene recepito telepaticamente dal mezzo che permette di mantenere ritmi davvero sostenuti, nonostante la ruota da 21 e coperture non propriamente stradali, che probabilmente rappresentano il suo tallone d’Achille. Davvero un gran bel mezzo. E mi piace anche.


ABBIGLIAMENTO
Per raggiungere l’isola di Man, ho utilizzato la giacca SPIDI GRANTURISMO, comoda facile da indossare con numerose tasche impermeabili. Uno zaino posteriore ne aumenta le capacità di carico più una comoda sacca porta casco posizionata posteriormente. 
Non so, ma a me sembra un po’ corta nonostante una patta posteriore che ne può estendere la lunghezza, in più il doppio collo in neoprene, in caso di forte pioggia tende ad impregnarsi e di conseguenza a bagnare i vestiti interni. 
Il casco SYSTEM 4 della BMW è sicuramente uno dei migliori che abbia mai utilizzato, comodo, può essere trasformato in jet con due orecchie in plastica che sostituiscono la mentoniera, rendendolo utilizzabile in tutte le condizioni e nei viaggi più impegnativi.  
I pantaloni BMW LEATHERGUARD in queste condizioni sono davvero eccezionali, unendo le caratteristiche della pelle a quelle del gore tex (saldato alla pelle) e sono anche belli. Utilizzabili in qualsiasi condizione a parte quelle più calde. Unico appunto: non hanno tasche, a parte una interna piccola e di difficile accesso. Forse ce ne vorrebbe almeno una esterna ed impermeabile.
Per gli stivali, OXTAR INFINITY, dopo un utilizzo davvero intenso (Islanda, raduno degli elefanti, Caponord) ormai basta un solo commento: perfetti. Utilizzandoli si comprende perché siano i più venduti in Europa. 
Casco BMW SYSTEM EVO 4
Giacca SPIDI GRANTURISMO
Pantaloni BMW LEATHERGUARD
Sottotuta termica SPIDI COMFORCE modello PLUS
Stivali OXTAR INFINITY



INFORMAZIONI
I primi di gennaio rappresentano il termine ultimo per partire con programmazione e la sicurezza di avere un biglietto per il traghetto, senza la spada di Damocle del waiting list. 
Il sito per il 2013 è già operativo e consiglierei di dargli già una “consultatina” nel caso siate interessati TT 2013
Per chi invece decidesse di seguirci in irlanda NW200
A voi la scelta!!