20 luglio 2016

Normandiabretagna2016


Itinerari poco battuti, coste selvagge, città medioevali, impreziosite da vere e proprie perle, quali l’isolotto di Mont Saint Michel, la bellissima Rouen, la marittima Honfleur, i magaliti di Carnac.
Geograficamente e non solo, un angolo di Francia, spesso inesplorato e poco conosciuto, con la vicina Parigi, che sembra lontana anni luce. Un piccolo mondo da scoprire, concedendosi tempi e ritmi che poco o nulla devono avere a che fare con la fretta che il resto del mondo sembra richiedere per essere accettati!! Ma queste cose si allenano, quindi anche l’avvicinamento, forse il rientro saranno alla nostra maniera, curioso, lento, a volte molto lento, spesso esigente: Monti Vosgi, grand route de Alsace, Verdun con i suoi segreti, lo Champagne….. Ovunque l’atmosfera che si vive è davvero suggestiva e ricca di passione. Senza dimenticare che la cucina francese e i suoi antichi prodotti gastronomici sono apprezzati in tutto il mondo e che la Francia è la regina del vino e dello champagne. Basteranno i giorni?? Non lo so, forse no, sarà dura convincere gli altri, ma una cosa è sicura: il risultato sarà sorprendente, prepariamoci allo straordinario!!



Normandiabretagna2016, dal 15 al 24 settembre, km 2455
Programma di viaggio indicativo
Le tappe sono riportate per comodità e per dare qualche informazione in più su alcune delle attrattive che andremo a conoscere durante il percorso, le soste saranno stabilite a seconda delle esigenze quotidiane.

1. giovedì 15 settembre, La Clusaz, Valle D’Aosta
Un viaggio così non può iniziare in maniera banale, l’appuntamento è in terra di confine, in Valle D’Aosta, sospesi tra cielo, montagne e la stella michelin che viene riconosciuta a questo quotatissimo ristorante!! Avendo tempo a disposizione, obbligatoria la salita al passo del Gran San Bernardo, si comincia a salire sfiorando i pittoreschi paesi di Etroubles e Gignod. Dopo Saint-Oyen si trova il bivio che a sinistra porta al traforo, svoltare a destra e… comincia lo spettacolo! La strada sale a tornanti tra pascoli e dirupi, con una vista mozzafiato per raggiungere la vetta del passo, circa 13 chilometri più in su, dopo essere passati dall’antico borgo di Saint-Rhèmy-en-Bosses. Una storia millenaria alle spalle: Romani, Cartaginesi, semplici viandanti, pellegrini, pastori, imperatori, santi, condottieri, Saraceni, re, mercanti, frati agostiniani, nonostante l’altezza del passo, quasi 2500 metri, il valico è stato un importantissimo punto di transito, tra i più conosciuti del mondo occidentale. Mette in comunicazione la Valle D’Aosta con il cantone svizzero del Vallese. Testimonianze archeologiche, provano che fin dal 3000 A.C. fosse attraversato per comunicazione e commercio tra la pianura Padana e l’Europa centrale, mentre la vetta ospitava un luogo di culto.  Aperitivo nell’albergo Italia, http://www.gransanbernardo.it, godendo della splendida vista sul lago e l’ospizio oltre confine per poi picchiare a valle!! La Clusaz ci attende!!

2. venerdì 16 settembre, La Clusaz- Riquewihr km506
Si inizia e sembrerebbe un trasferimento, la strada è lunga, l’obiettivo lontano, si punta decisamente a nord, la Svizzera, vignette, strade a pagamento, ma che cazzo starà mai succedendo quest anno?? Avete ragione, se non fosse che a metà giornata, ora più ora meno, attraverseremo, imponente e maestoso, il massiccio dei Vosgi che occupa gran parte del territorio alsaziano. Percorrere la Route des Cretes è l'ideale per ammirare i colli, i Ballons, i laghi e gli alpeggi dei Vosgi, https://www.youtube.com/watch?v=-x5tEzwPjvA. Questo itinerario tocca il Grand Ballon a 1424m, il Makstein, l’Hohneck ed il Col de la Schluct. Fondato nel 1975, il Parco naturale, riunisce oggi ben 113 comuni. Questo patrimonio naturale ospita una fauna e una flora variegate. Il paesaggio è disseminato di radure, laghetti e boschi, inoltre è ricco di storia. Il Parco comprende spazi diversificati, come gli Alti Vosgi con i loro versanti coperti dai boschi, le valli dei Vosgi e dell'Alto Reno, ma anche l'area pedemontana e vinicola alsaziana. Il parco naturale dei Ballons des Vosges, fondato nel 1989, si estende invece su tre regioni, fra cui anche l'Alsazia. Questo patrimonio naturale è costituito da torbiere, abetaie, faggeti, alpeggi in quota, boschi di querce, prati calcarei e vari corsi d'acqua. Sono cinque le riserve naturali che contribuiscono alla tutela di questi ambienti così ricchi, simboli viventi del massiccio dei Vosgi.

Possibile variante più breve di circa 60 chilometri, riportata a parte nella tracciatura, che evita il tratto finale de la routes des Cretes. L’arrivo è lungo la route des vines de Alsace, per un secondo appuntamento con una stella del panorama gastronomico della zona, “las tables de gourmet”, http://www.jlbrendel.com/fr/index.php siamo a Riquewihr, un tipico paesino alsaziano.

3. sabato 17 settembre, Riquewihr- Reims km365

I 7 vitigni alsaziani.
Gewurztraminer, Riesling, Pinot grigio, Moscato, Sylvaner, Pinot bianco e infine il Pinot nero, l'unico rosso fra i grandi bianchi d'Alsazia. Tanti nettari dal più secco al più corposo, con i loro aromi fruttati così tipici, in una bottiglia che si distingue chiaramente da tutte le altre! I vini A.O.C. a denominazione di origine controllata alsaziani, riportano sull'etichetta il tipo di uva utilizzato per produrli e provengono al 100% dalle uve indicate. Se non è indicato alcun tipo di uva, il vino in questione è prodotto con una miscela di diverse uve e prende il nome di "Edelzwicker", "Gentil" o magari il nome di un marchio. Possono essere riportate sull'etichetta anche altre indicazioni geografiche supplementari: località, comuni... I vini d'Alsazia, a parte il Crémant, sono sempre venduti nella classica bottiglia "Vino del Reno", detta "flûte d’Alsace", riservata a queste specialità vinicole a norma di legge. Dal 1972, l'imbottigliamento deve essere effettuato obbligatoriamente nella regione di produzione. I vini A.O.C. d'Alsazia sono sottoposti a degustazioni preliminari ed  all'autorizzazione sotto il controllo dell'Istituto Nazionale delle Denominazioni d'Origine. L’A.O.C. d'Alsazia rappresenta oggi il 74 % della produzione totale e, di questa percentuale, il 92% è costituito da vini bianchi.

La Via dei Vini d'Alsazia, https://www.youtube.com/watch?v=9WE8AwtF7J0 https://www.youtube.com/watch?v=9WE8AwtF7J0  un tempo "via del vino", è stata inaugurata il 30 maggio 1953, su iniziativa dell'associazione dei viticoltori venditori diretti, dei comitati del turismo dell'Alto e del Basso Reno. I suoi vini sono noti in tutto il mondo per il loro sapore unico. In una moltitudine di città e cittadine, da nord a sud dell'Alsazia, su oltre 200 chilometri di percorso, vari viticoltori propongono degustazioni in cantina. I grandi vini alsaziani sapranno convincerci?  La qualità di questi vini è garantita mediante tre denominazioni: l’A.O.C Alsace (Denominazione di Origine Controllata Alsazia), l’A.O.C Alsace Grand Cru (Denominazione di Origine Controllata Alsazia grandi vini) e l’A.O.C Crémant d’Alsace (Denominazione di Origine Crémant d'Alsazia). Sono ben 51 i territori dedicati alla produzione di vini classificati A.O.C.! I vini contrassegnati con la dicitura "Vendanges Tardives" (vendemmie tardive) e prodotti con uve di Pinot grigio, Gewurztraminer, Moscato o Riesling regalano aromi delicati e sottili in abbondanza. La Via dei Vini d'Alsazia è la più antica di Francia e attraversa innumerevoli cittadine fiorite, tutte diverse ma ugualmente caratterizzate da un carisma intramontabile e da un timbro esclusivo.
Una volta visitato il castello di Haut Koenigsbourg, http://www.haut-koenigsbourg.fr/fr/http://www.haut-koenigsbourg.fr/fr/   rapido trasferimento verso ovest. Una visita ai campi di battaglia e all’intera zona che circonda Verdun, in una piacevolissima cornice bucolica e quasi pittoresca, può essere “inquinata”, dal punto di vista prettamente turistico, dalla conoscenza della tragica e sanguinosa eredità storica di questi luoghi. La regione intera della Lorena francese, è certamente una delle più pittoresche al mondo, ma questa zona è crudelmente trafitta da monumenti, sacrari e memoriali, dedicati alle centinaia di migliaia di giovani vite che incontrarono una morte atroce e violenta proprio sui dolci declivi e sulle verdeggianti alture in cui è incastonato questo tratto della Mosa. Del resto, se ci si sofferma ad osservare proprio la conformazione dei terreni che costeggiano il fiume, ci si accorge subito che tutti quegli onnipresenti e infiniti avvallamenti non sono stati di certo creati dalla natura, bensì da proiettili d’artiglieria di grossissimo calibro. Si parla di milioni di colpi esplosi da entrambe le fazioni in lotta, dal febbrario al novembre del 1916! Il caporale Robert Perreau, del 203° reggimento di fanteria francese, nel 1917 descrisse così la cima del Mort-Homme, una delle zone più aspramente contese durante la battaglia: “un ammasso di rifiuti che accumulava brandelli di abiti, armi sconquassate, elmetti infranti, razioni marcite, ossa scolorite e carni putride”.
Terminata la visita riprendiamo la strada. Dopo l’Alsazia, lo Champagne!! E via un coro di ciritiche! Con sosta addirittura, roba dell’altro mondo! La regione dello Champagne ha una storia di viticoltura che risale all’alba del Cristianesimo e dal 1927 i suoi vigneti sono stati delimitati da leggi per la tutela della denominazione. Tuttavia, nonostante il suo vino sia famoso in tutto il mondo, il terroir che è il cuore della regione della Champagne, è tuttora poco noto. Con la sua posizione a nord, il clima aspro, un terreno peculiare e i vigneti collinari, il terroir della Champagne è unico nel suo genere, originale come il vino che produce. Nei secoli, gli abitanti della Champagne hanno dominato l’ambiente, esaltandone il profilo unico ed estremamente composito. Oggi importanti ricerche si concentrano su questo processo, per estendere ulteriormente la conoscenza del terroir. Qui, per tutti gli amanti delle bollicine più nobili, l'eredità naturale si svela in tutti i suoi dettagli affascinanti. Reims con la sua straordinaria cattedrale, ci accoglierà per una serata particolare.


4. domenica 18 settembre, Reims- Rouen km343
Cos'è lo Champagne? Lo Champagne è prodotto esclusivamente dalle uve coltivate, vendemmiate e trasformate in vino nella regione omonima. Le uve impiegate per produrlo, possiedono caratteristiche che non si trovano in nessun altro luogo al mondo e che sono determinate dalla particolare geografia, dal terreno e dal clima della regione. Viene prodotto dalla naturale fermentazione dei lieviti in bottiglia, in conformità con i rigidi criteri definiti dal quadro normativo vigente in Champagne, che regola ogni aspetto della produzione del vino.
Regole principali:
·      Sono autorizzati solo tre vitigni: Chardonnay, Pinot Noir, Pinot Meunier
·      Potatura corta delle viti (Cordon de Royat, Chablis e potatura Guyot)
·      Resa per ettaro
·      Resa massima alla pressatura di 102 litri di mosto per 160 kg di uva
·      Gradazione minima stabilita annualmente
·      Strutture preposte all'elaborazione e alla conservazione dello Champagne
·      Processo naturale di vinificazione noto come "Méthode Champenoise"

  • Invecchiamento minimo di 15 mesi prima della spedizione dei vini
Ancora la stessa domanda: Cos'è lo Champagne? Cercheremo di trovare le risposte alla moet chandon, moet chandon glorioso marchio dove giungeremo seguendo strade secondarie che sembrano scomparire fra vitigni ed aziende storiche. L’arrivo di giornata è previsto a Rouen, e finalmente siamo arrivati in zona operazioni, riconosciuta come la perla indiscussa della Normandia, un vero e proprio gioiello architettonico in cui si fondono magistralmente arte, storia e cultura che accompagnano una vivace vita sociale e un magistrale panorama gastronomico. È una delle tappe fondamentali per un viaggio in Normandia e punto di partenza per andare alla scoperta di questa terra meravigliosa e ricca di emozioni. Incastonata fra la Senna ed il mare, Rouen è rimasta magicamente illesa dalle devastazioni della guerra e conserva non solo una delle più eccezionali cattedrali gotiche d’Europa ma un centro storico senza pari, che conserva un cuore medievale con più di 200 case a graticcio autentiche sopravvissute non solo al secondo conflitto mondiale ma anche alla Guerra dei Cent’anni. Qui inoltre trovò la morte sul rogo Giovanna d’Arco: infatti parte del fascino di Rouen è dato anche da una certa atmosfera gotica e spirituale che affonda
le sue radici nel clima cupo dell’Inquisizione, un fascino meno evidente ma che può essere notato da occhi attenti che sanno guardare oltre i colori pastello del centro storico.

5. lunedì 19 settembre, Rouen- Honfleur km227
Partenza e piccolo deviazione bucolica per la visita all’abbazia di Jumièges, prima di dirigersi a nord verso la Costa di Alabastro, caratterizzata da alte scogliere scolpite nella pietra calcarea e lunghe spiagge di sabbia e ciottoli. Sosta panoramica a Fécamp. Visita di Étretat con la spiaggia e la Scogliera d’Aval, uno dei luoghi più suggestivi della costa: la variazione del colore della roccia e la luminosità del luogo sono un vero spettacolo della natura. Questo meraviglioso villaggio di pescastori incastonato fra le due scogliere più suggestive della costa, la Falaise d’Amont e la Falaise d’Aval, lascia senza fiato. Casa di personaggi celebri come Guy de Maupassant, Corot, Coubert e Monet questa cittadina sembra riaffiorare direttamente da un quadro impressionista dell’800 col suo fascino retrò e i suoi colori antichi. Seguendo la costa attraverseremo Le Havre ed il Pont de Normandie, che collega Alta e Bassa Normandia per raggiungere Honfleur, delizioso porticciolo sull’Atlantico. Vicino alla foce della Senna è un vero gioiello rimasto quasi immutato nel tempo, che conserva tutto il fascino dei porti di mare. E’ un vero piacere per gli occhi passeggiare per i vicoli stretti intorno al vecchio porto, ammirare le antiche case in pietra, i tetti di ardesia e i velieri ancorati alle banchine che ricordano la tradizione marittima secolare che qui ancora si preserva dal passare del tempo. La sera a cena…………….frutti di mare!!  A voi la scelta!!


6. martedì 20 settembre, Honfleur- Mont Saint Michel km264
Sono tanti i turisti che ogni anno si recano lungo le coste settentrionali per commemorare, osservare e meditare sulla tragedia consumatasi alla fine della seconda guerra mondiale. E noi, con semplicità forse banale, faremo lo stesso. Lungo questo meraviglioso tratto di costa si è consumata una delle battaglie più cruente della storia, meglio conosciuta come lo sbarco degli americani, il famoso D-Day. Breve deviazione, speriamo poco caotica, per Bayeux, prima di tornare sulla costa. Questa città normanna è stata miracolosamente risparmiata dalla distruzione dei bombardamenti e conserva intatto tutto il suo fascino con le sue vie medievali, i canali con i mulini, le chiese e la sorprendente mancanza di periferie e zone industriali. Ma la fama di Bayeux nasce e si sviluppa per il famosissimo arazzo medievale che custodisce, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Con i suoi 68 metri di tela di lino dipinta la Tapisserie de Bayeux, http://www.bayeuxmuseum.com è una delle più importanti testimonianze del Medioevo: racconta infatti l’invasione dell’Inghilterra dal punto di vista dei normanni, impresa epica che segnò le sorti dell’XI secolo. Scampò miracolosamente alle razzie naziste nascosta in uno scantinato del Louvre. È una rappresentazione quasi fumettistica che porta il visitatore indietro nel tempo fra dettagli e immagini davvero emozionanti. La città vecchia può essere girata in pochissimo tempo e vi mostrerà le sue case a graticcio, le vecchie case di pietra e il piccolo ponte con vista sul mulino funzionante in rue Saint-Martin. La Cattedrale è un perfetto esempio di architettura gotica normanna con una stupenda facciata a 5 portali, splendida sintesi di archi romanici a tutto sesto e archi gotici a sesto acuto oltre a tantissimi fregi sui capitelli che raffigurano strani personaggi, animali fantastici e quadrifogli. Da annotare la presenza vicino alla chiesa di uno degli ultimi Alberi della Libertà, risalente al periodo del governo rivoluzionario del 1797, che impose di piantare un platano in ogni comune di Francia.  Ripreso l’itinerario, ancora costa per un breve tratto, poi via verso il simbolo della Normandia, il luogo che tutti sognano di vedere almeno una volta e chi ci è stato spera di poter visitare ancora. Ma…..normalmente coloro che scendono lungo la micro regione del Cotentin, attratti dal miraggio delle maree, tendono a saltare Coutances, interessante cittadina medievale di origine celtica dominata da tre chiese e una meravigliosa cattedrale che nelle luminose giornate, risplende letteralmente al sole. La cattedrale Notre-Dame è in assoluto una delle più belle di Francia, amata e lodata anche da Victor Hugo: questa meraviglia dell’architettura gotica è stata miracolosamente risparmiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Il senso di verticalità con la sua torre lanterna, i suoi archi e vetrate, la rendono unica in tutta la nazione. Ci siamo però, l’abbazia di Mont St-Michel ci attende, forse l’emblema della Francia del nord, con il suo profilo inconfondibile che si staglia sulla candida distesa di sabbia provocata dalla marea. Questa meraviglia architettonica, costruita secondo la leggenda nel punto in cui l’arcangelo Gabriele apparve al vescovo di Avranches, è Patrimonio dell’Unesco dal 1979 e ogni anno viene visitata, assalita da oltre 3 milioni di visitatori. Oltre alla bellezza infinita del complesso monastico e della città medievale in miniatura che si snoda intorno all’abbazia, gran parte del fascino di questo luogo senza tempo è dato dalla posizione. Infatti, immersa nella natura incontaminata, Mont St-Michel gode del poderoso, spettacolare fascino delle maree che si muovono a seconda dell’attrazione gravitazionale esercitata dalla luna: periodicamente infatti le acque circondano il promontorio oppure si ritraggono anche per 15 metri durante gli equinozi di primavera e autunno, lasciando un paesaggio lunare di una suggestione infinita che si accende con i colori del tramonto.
Cosa sono le maree? Domanda banale!
Le coste bretoni sono caratterizzate dal fenomeno dell'alta e bassa marea: le maree sono moti periodici di ampie masse d'acqua che si innalzano e abbassano fino a 10-15 metri. Si tratta dell'attrazione gravitazionale esercitata sulla Terra dalla Luna. È un fenomeno che rende questi luoghi affascinanti: la scena tipica in bassa marea è vedere le barche a secco nel mare. Sconsigliato avventurarsi da soli lontano nella baia, quando la marea sale, si dice che salga alla velocità di un cavallo al galoppo.
Per conoscere il calendario delle maree al Mont-Saint-Michel: orario maree

7. mercoledì 21 settembre, Mont Saint Michel- Dinan km112
Tappa breve, ma ricordo che le giornate e la lunghezza delle stesse sono puramente indicative, avendo la facoltà di modificarle a piacimento, fatto sta che questa potrebbe essere ancora più corta!! Per arrivare a Cancale, pittoresca cittadina incastonata in una bellissima baia, considerata il paradiso per gli amanti delle ostriche, ci terremo il più possibile vicini alla costa.
Barche nella cappella?
Qui la suggestiva cappella di Notre-Dame-du-Verger, all’interno di un’insenatura di sabbia fine, accoglie gli ex-voto delle spose dei marinai. Al suo interno è sospesa una sorprendente flottiglia di modellini di barche.
Ancora sulla costa per arrivare a St Malo guidando sull’ennesimo spettacolare tratto di mare. Soprannominata la “Città corsara”, porto d’attracco di esploratori e marinai da tempo immemore, La vocazione marinara di questa città fortezza si percepisce in ogni angolo. L’antica tradizione piratesca, le ha permesso di conservare nei secoli uno spiccato spirito d’indipendenza e di bellicosa autonomia, individuabile nelle imponenti fortificazioni protese sull’oceano che le conferiscono un’aria fiera e maestosa. Il gioco delle maree, la splendida posizione sul fare e il fascino antico, rendono questa città fortezza di una bellezza sconcertante.
Vicinissima, dall’altra parte della foce del fiume Rance e raggiungibile per mezzo di un ponte, Dinard, sofisticata cittadina di villeggiatura sul mare circondata da suggestive scogliere ed impreziosita da splendide residenze d’epoca, che le valgono il soprannome di “Nizza del Nord”: talmente affascinante che gli aristocratici inglesi la scelsero come meta prediletta di villeggiatura nell’800. Un’atmosfera d’altri tempi: le tende a strisce sulle spiagge, i ristoranti e il lungo mare eleganti. Concludiamo la giornata con Dinan. Premetto che sarà dura resistere alla tentazione di fermarsi prima, vista la bellezza di Intra Muros, il suggestivo labirinto di viuzze della città fortificata di St Malo. Comunque, torniamo a Dinan. Questo borgo arroccato sul fiume Rance e degradante fino al mare è uno dei più belli di tutta Francia con le sue stradine acciottolate, con le case a graticcio e il suo fascino medievale, con i suoi bastioni e le chiatte che ammiccano lungo le banchine della città vecchia. E’ un’esperienza unica passeggiare nei vicoli medievali assaporando tutta la sua bellezza soprattutto di sera.

8. giovedì 22 settembre, Dinan- Morgat km276
La prima tappa di giornata è l'abbazia di beauport, saranno un centinaio di chilometri, forse qualcosa in più, piuttosto veloci. Dal complesso monastico ci sposteremo in brevissimo tempo a Pampoil ed il suo pittoresco porto per poi spingerci verso l’interno, alla volta della cittadina artistica di Pontrieux, che cercheremo di raggiungere seguendo la vecchia ferrovia, percorsa da treni a vapore. Come molti borghi medievali della Bretagna, Pontrieux deve la sua esistenza e prosperità alla posizione stragetica sul fiume Trieux, ideale per la nautica da diporto in tempi moderni, sfruttata alla perfezione dai Vichinghi nell’antichità. Questo villaggio è decisamente incantevole: con il suo lungo fiume, le barche fiorite, le vecchie case di granito, l’acciottolato antico, la conservazione di costumi e usanze e il suo meraviglioso porto immerso nel verde, Pontrieux conquista con il suo fascino d’altri tempi. Andiamo via per stradine secondarie, poi una bretella autostradale per entrare nel Finistère e giungere all’arrivo di giornata per strade secondarie panoramiche e desolate, le mie strade! Il paesaggio dei Monts d'Arrée è davvero sorprendente! Nel cuore della Bretagna, rimarrete, spero, affascinati da questa regione selvaggia e incontaminata, la cui vetta più alta, il Roc'h Ruz, raggiunge un'altezza di 385 metri. All'interno del Parco Naturale Regionale d'Armorique, una catena montuosa divide il dipartimento del Finistère in due parti. Si tratta dei Monts d'Arrée. Un paesaggio impressionante, quasi surreale, dove erica, ginestre e creste rocciose si mescolano all'infinito. Fantastica la splendida vista offerta dai monti sulla zona circostante.
Una montagna “calva”
Perché ci sono così pochi alberi sui Monts d'Arrée? Secondo la leggenda una volta c'era una folta foresta ma il Cielo chiese agli alberi della regione di raggiungere Betlemme per la nascita del Cristo. Essendosi rifiutati di attraversare l'oceano, gli alberi furono condannati a morire sul luogo in cui erano rimasti.
Alla fine ci attende il piccolo villaggio di Le Faou, porta di accesso al mare e allo stesso tempo alla terra. Grazie alla sua posizione eccezionale, la città ha mantenuto la sua storia lunga e la sua ricca eredità. D’obbligo una breve passeggiata alla scoperta di questo borgo, fra scorci di viuzze acciottolate, con il mare a fare da sfondo, i cui abitanti sono dediti ad antichi mestieri ed alla faticosa vita dei marinai. Stiamo entrando nella penisola di Crozon: questo lembo di terra conserva tutto il fascino dell’autentica Bretagna ed è il posto ideale per chi ama le scogliere selvagge, le campagne deserte, le piccole calette appartate su un mare stupendo, ma che può trasformarsi rapidamente in minaccioso e terribile. Nel passato era considerato di importanza strategica come avamposto per la difesa del territorio e ancora oggi sono visibili forti diroccati e postazioni di artiglieria.

9. venerdì 23 settembre, Morgat- Portivy km278
Effettueremo il giro della penisola di Crozon in senso antiorario. Una volta tornati al punto di partenza, ci spingeremo in direzione sud. Adagiato sul fianco della montagna, Locronan sorprende per le sue case di granito blu, ai piedi della torre quadrata della sua chiesa. Luogo dalla forte essenza sacra, capitale della tela in Bretagna dalla fine del XV secolo alla metà del XVIII secolo, questa mecca del turismo bretone, amata da tanti registi, non dimentica il suo carattere autentico. Si prosegue. Con le imponenti guglie gemelle della sua cattedrale e la splendida posizione affacciata sul fiume, Quimper non è solo il capoluogo del Finistère ma soprattutto il punto di riferimento per la cultura celtica, con il meraviglioso Festival de Cornouaille, che si svolge alla fine di luglio. Come la maggior parte delle vivaci cittadine di questa ragione, Quimper conserva quel fascino antico e suggestivo dato dalle vie acciottolate e contorte, dalle case a graticcio con le finestre fiorite e la sensazione di essere tornati indietro nel tempo passeggiando nel centro storico pedonale, incastonato fra i fiumi Odet e Steir, con la presenza rassicurante del Mont Frugy. A piccole tappe ci avviamo verso fine giornata. Concarneau ha una fortissima impronta marinara legata alla pesca ed ancora oggi i suoi pescherecci solcano i mari di tutto il mondo alla ricerca del pesce migliore. La sua vera essenza è la Ville Close, una piccola città fortificata costruita a difesa del nucleo urbano: circondata da bastioni e collegata alla terraferma da un ponte di pietra conserva un fascino antico con la sua residenza del capitano militare, la torre dell’orologio, i cannoni spiegati, i negozi da cartolina, le creperie, i giardini e i bastioni. È poi la volta di Pont Aven. Questo delizioso porto e città ricca di mulini a vento è uno dei villaggi più incantevoli della Bretagna, tanto da diventare nel passato rifugio per gli artisti parigini in fuga dal chiasso della città e alla ricerca dell’ispirazione rurale, primo fra tutti Paul Gauguin. Giornata intensa, ma non contenti andiamo a chiudere in bellezza, concedendoci il periplo della penisola del Quiberon, Kiberen in bretone, una stretta lingua di terra lunga 14 chilometri, sabbiosa e turistica nella parte orientale, selvaggia e rocciosa in quella occidentale, che lasceremo per ultima, tra panorami spettacolari prima di concederci la sosta, meritata, in un boutique hotel affacciato sul mare con ristorante annesso.

10. sabato 24 settembre, Portivy- Rennes km85
Ultima giornata, la giornata di Carnac!! Carnac è diventata famosa grazie alla presenza della più grande concentrazione di megaliti al mondo. Difficile fare meglio di così! Sono circa 3.000, eretti su un terreno che disegnano file di circa 1 km di lunghezza. Una delle più straordinarie concentrazioni di pietre erette del mondo. Gli allineamenti più imponenti sono quelli di Menec, Kerlescan e Kermario. Accanto, c'è il tumulo di Saint-Michel e il Géant du Manio, un menhir di 6,50 m di altezza. Non crediate che Obelix c'entri qualcosa! I menhir furono eretti da 5.000 a 3.000 anni a.C. Molto prima dei Galli! Diverse teorie, che vanno fino a quelle più deliranti, cercano di dare una spiegazione all'esistenza di questi monumenti. La loro funzione è spesso associata all'astronomia. Il museo della preistoria vi permette di scoprire qualcosa in più anche sulla vita dei nostri antenati, senza rinunciare al mistero che circonda i siti. Siamo alla fine, quasi….il borgo medievale di Josselin non attende altro che essere scoperto, visitato, con le sue imponenti mura incastonate nella roccia che domina il fiume Oust, la basilica, le incantevoli stradine e la piazza graziosa oltre al meraviglioso castello che si riflette sull’acqua. Insomma un posto davvero unico che merita una deviazione rispetto ai tradizionali itinerari sulla costa. Proprietà dei Rohan, una delle più antiche famiglie bretoni, il castello è il simbolo di questa deliziosa città. Di stile gotico fiammeggiante, offre una testimonianza molto interessante dell'architettura feudale e del Rinascimento. Edificato all'inizio dell'XI secolo, è ancor oggi abitato dai discendenti dei suoi fondatori.
Una statua miracolosa
La tradizione narra che un paesano del IX secolo scoprì in un bosco ceduo una statua della Madonna che fece recuperare la vista a sua figlia cieca. Santuario che ricorda questo miracolo, la basilica Notre-Dame-du-Roncier a Josselin divenne rapidamente un luogo di pellegrinaggio per i malati in cerca di guarigione. Distrutta durante la Rivoluzione, la statua della Madonna è stata sostituita da un'opera moderna.
Siamo ai miracoli, ma anche alla fine del viaggio, se dobbiamo rientrare per la domenica sera, ci attende una lunga cavalcata, non ci sono alternative: navigatori puntati in direzione di casa, alla ricerca della prima autostrada a disposizione!! Buon rientro a tutti.

CARTOGRAFIA
Un viaggio del genere, effettuato quasi interamente su strade statali e coprendo un’area piuttosto  vasta, richiede un materiale cartografico abbastanza dettagliato, per poter scegliere le strade migliori e più panoramiche e poterle seguire senza affidarsi pecorescamente al navigatore.
In aiuto vengono le carte regionali 1:200000 della Michelin, che hanno un’ottima copertura del sistema viario europeo, in particolare di quello francese. Queste le carte necessarie:
515 Alsazia e Lorena
514 Champagne e Ardenne
513 Ille de France
512 Normandia
517 Bretagna
989 Francia carta 1:1000000