27 dicembre 2023

Portogallo, a ritmo di fado

Portogallo, un clima ideale, 3000 ore di sole l’anno, 850 km di splendide spiagge lambite dall’oceano Atlantico, un sistema viario di livello europeo, ammodernato ed in ottimo stato, con paesaggi spesso mozzafiato. Tutto ciò, non può che fare di questo paese, agli estremi occidentali del nostro continente, la destinazione motociclistica perfetta per tutte le stagioni. Inoltre vanta le frontiere più antiche d’Europa ed un patrimonio culturale unico, dove modernità e tradizione convivono in perfetta armonia. Gastronomia, ottimi vini e un popolo tra i più ospitali completano quella che sembra, anche agli occhi dei più distratti, e speriamo di non esserlo stati, un’offerta turistica di alta qualità, rendendo la sua visita una scelta quasi obbligata.



Tappe:

  1. Siviglia- Vila Real de Santo Antonio km 214
  2. Vila Real de Santo Antonio - Monchique, km 265
  3. Monchique- Vila Nova De Milfontes, km 196
  4. Vila Nova De Milfontes- Alvito- Évora, km 316 
  5. Évora- Tomar, km 284
  6. Tomar- Peniche, km 312
  7. Peniche- Piodão, km 333
  8. Piodão- Pinhão, km 278
  9. Pinhão- Porto km 178

A ritmo di Fado

Dal 13 al 23 settembre 2024

11 giorni, 10 notti, km 2375


Programma di viaggio: 


1.   Venerdì 13 settembre, partenza dall’Italia per Siviglia, ritiro dei mezzi

Si arriva in mattinata con un volo diretto dall’Italia, giornata a disposizione per un rapido ritiro dei mezzi e concedersi una visita della città. L’atmosfera è coinvolgente: ritmi frenetici per una realtà come quella spagnola, siamo pur sempre di fronte ad una metropoli di circa un milione di abitanti ma decisamente un altro pianeta rispetto ai nostri. Città universitaria, ragazze carine, molte ragazze ed un afflusso turistico assai intenso in qualsiasi periodo dell’anno. Anche qui la cattedrale, la più grande chiesa gotica del mondo, con la sua Giralda, tanto per cambiare opera di origine moresca presa in “prestito” per scopi religiosi, praticamente l’unica testimonianza dell’antica moschea, che fu completamente abbattuta, e soprattutto l’Alcazar, il più antico palazzo reale tuttora in funzione, attuale residenza Sivigliana dei sovrani spagnoli. 

 

2.   Sabato 14 settembre,Vila Real de Santo Antonio, km 214, arrivo in Portogallo

Il sabato ufficialmente sancirà l’inizio del tour. Appuntamento in serata a Vila Real de Santo Antonio. L’arrivo avverrà alla nostra solita maniera: smarrendoci nel Parque Nacional de Donána e traghettando il fiume Guadiana. Si comincia a respirare la storia secolare di queste terre!! Siamo probabilmente in una delle cittadine più ricche di fascino di tutto l’Algarve. 

Sorta per controllare l'ingresso delle merci dal fiume Guadiana, mettere sotto il controllo regio i proventi della pesca di Monte Gordo e fronteggiare la Spagna, con la quale il Portogallo fu in guerra dal 1762 al 1763. Per apprezzare il piano urbanistico di questo piccolo gioiello è necessario passeggiare per le sue strade ciottolate. Da Praça Marquês de Pombal, cuore della città, la cui pavimentazione si irradia dall'obelisco eretto nel 1776, abitualmente si inizia la scoperta del suo centro storico. Contiene tre dei principali elementi urbani del XVIII secolo: la chiesa, la Câmara Municipal e l'antica Casa da Guarda. Quindi toccherà ai quartieri tradizionali, costruiti su iniziativa di privati in cui è tuttavia evidente uno specifico schema architettonico.

 

3. Domenica 15 settembre, Vila Real de Santo Antonio - Monchique, km 265

Si inizia e, i modi, i tempi, il vagabondare acrobatico sfruttando il sistema viario locale, a prescindere dalla destinazione scelta, sono sempre gli stessi. Infatti, per spingerci verso ovest, la punta estrema dell’Algarve, ci dirigiamo decisamente verso nord!! Il fatto è che studiando la zona, ci siamo imbattuti nello sperduto abitato di Mèrtola….....e con ciò direte voi?? Aspettate, questa è una delle note lette che ci hanno incuriosito: “Dove nidificano le cicogne e le case bianche si sporgono sul fiume Guadiana, esiste ancora l'incanto di un museo vivente, in vostra attesa. Essere stata città romana, capitale di un regno arabo e prima sede dell'Ordem de Santiago sono credenziali storiche importanti. Ed essendo il porto più settentrionale del Rio Guadiana, la grande strada fluviale per il sud, portò fino al mare i pesanti minerali della sua regione. Per questo, Mértola conserva nei suoi musei grandi tesori archeologici romani, svevi, arabi e, infine, dal 1268, portoghesi”. Naturalmente seguiremo per un tratto la valle del Guadiana, passando da Alcoutim altro gioiello nascosto al confine con l’ex regno di Castilla!! Proseguendo, arriveremo in vista del mare, ma continueremo a tenerlo a distanza, guidando su strade panoramiche, attraversando pittoreschi paesi dominati da castelli: Alte, Salir, Silves, con i suoi tetti arancione, per terminare la giornata a Monchique. La sosta qui è la scusa giusta per concedersi una passeggiata alla scoperta di un diverso volto dell'Algarve. 

 

4.   Lunedì 16 settembre, Monchique- Vila Nova De Milfontes, km 196

Oggi ci spingeremo dove l’oceano domina incontrastato l’orizzonte. Sebbene di origine anteriore alla conquista romana, fu nel XV secolo che Sagres acquisì grande importanza. L'inizio della navigazione atlantica e la scoperta della costa africana fino al Golfo di Guinea, associò per sempre questo semplice porto di pesca all'epopea delle Scoperte coloniali del paese. Sulla “Ponta de Sagres”, gigantesco dito di pietra puntato verso l'Oceano, alcune costruzioni evocano tuttora il passato di questo luogo che fa parte della storia dell'umanità. Nelle vicinanze, all'estremità sud-occidentale del continente europeo, a Cabo S. Vicente (Promontorium Sacrum dos Romanos) si apre un vasto orizzonte, schiacciato tra cielo e mare. Se ieri ci siamo tenuti lontani dalla costa, oggi la seguiremo dirigendoci verso nord, fino a Vila Nova de Milfontes, punto di arrivo odierno, ubicato alla foce del fiume Mira. Questo ridente paesino deve molto del suo odierno sviluppo al turismo, in deciso aumento negli ultimi anni. Le belle spiagge tranquille della Costa Vicentina sono frequentate soprattutto perchè mantengono le proprie caratteristiche naturali. Tra il patrimonio architettonico del centro storico, si distinguono la Fortezza, costruita tra il 1599 e il 1602 per difendere la città dagli attacchi dei pirati, l'Ingreja Matriz e il Faro di Cabo Sardão, edificato all'inizio del XX secolo. 

 

5.   Martedì 17 settembre, Vila Nova De Milfontes- Alvito- Évora, km 316 

Quando la logica suggerirebbe di proseguire lungo la costa, ecco, improvvisa la deviazione, per entrare nel basso Alentejo, intriso di storia, testimoniata dalla stupenda Alvito, antica residenza dei baroni portoghesi. Ma le sorprese non sono terminate, un altro luogo sorprendente ci attende, Monsaraz. Il solo picco roccioso di tutta la regione sorge proprio al confine tra Portogallo e Spagna. L’antica cittadella, domina completamente fortificata e perfettamente conservata si erge suggestiva a picco sull’enorme bacino artificiale di Alqueiva, punteggiato da isolotti, panorama da togliere il respiro. Abbiamo a lungo riflettuto se condergli gli onori di fine tappa, ma l’arrivo di giornata sarà un’altra perla, la più preziosa, di questa regione: sovrastata dalla sua imponente cattedrale, Évora è adagiata su una dolce collina nel vasto orizzonte della pianura azulejos, conservando nel suo centro storico, protetto da un'ampia cinta muraria, un patrimonio culturale di grande valore che l'UNESCO ha riconosciuto giustamente Patrimonio dell'Umanità. La città, le cui strette stradine di ispirazione moresca contrastano con le piazze inondate di luce, è protagonista di duemila anni di storia. Conquistata nel 59 a.C. dai romani, che le diedero il nome di "Liberalitas Julia", Évora andò acquisendo sempre più importanza, come attestano le vestigia ancora oggi visibili.

  

6.   Mercoledì 18 settembre, Évora- Tomar, km 284 

Ancora verso i confini, tra strade anguste, solitarie, suggestive e quando inizieremo a pensare di esserci persi, nel punto più alto della Serra de São Mamede, apparirà la tranquilla cittadina di Marvão. All'interno delle mura, fa mostra di sé un bel complesso di architettura popolare alentejana. Nelle sue strette stradine, si scorgono con facilità archi gotici, finestre manueline, balconi in ferro forgiato ad abbellire le case e altri dettagli evidenziati dal granito locale. Del patrimonio edificato, oltre al castello e alle mura che non è facile dimenticare, meritano una visita l'Igreja de Santa Maria, trasformata in Museo municipale, l'Igreja de Santiago, la cappella rinascimentale dell' Espírito Santo e il Convento de Nossa Senhora da Estrela, fuori dalle mura della città. Ma uno dei principali motivi per visitare Marvão è senza dubbio, la spettacolare vista che domina sulla regione circostante. Prima di puntare decisamente verso la meta di giornata, ci concederemo un’ultima sosta per una breve passeggiata per le stradine scoscese di Castello De Vide, lasciandoci catturare dal fascino della sua memoria medievale. Anche qui lo spettacolare panorama rappresenta un valore aggiunto: dall'alto, la pianura sottostante rivela tutto il suo splendore. Piccoli villaggi punteggiano campi che si estendono a perdita d'occhio, con Marvão ancora ben visibile e poco lontano le terre di Spagna, uno spettacolo!! Per strade secondarie arriveremo a Tomar, dove pernotteremo. Il suo sviluppo è intimamente legato all'Ordine dei Templari, che nel 1159 ricevettero queste terre come ricompensa per l'aiuto prestato a D. Afonso Henriques, primo re del Portogallo, nella riconquista cristiana del territorio. Fu D. Gualdim Pais, primo Maestro dell'Ordine in Portogallo, a fondare il castello e, al suo interno, il notevole Convento de Cristo. Ampliato e alterato nel corso dei secoli, l'edificio è stato influenzato da diversi stili architettonici ed è il simbolo della città, patrimonio mondiale dell'UNESCO. Non a caso è nota come la città dei Templari.

 

7. Giovedì 19 settembre, Tomar- Peniche, km 312

La prima parte della giornata ci vedrà cercare di aggirare il traffico della capitale, ed una volta realizzato l’intento, obbligatoria la sosta a Cabo da Roca. Situato a 38o 47 di latitudine nord e 9o 30 di longitudine ovest, il promontorio è un punto di riferimento fondamentale per chi naviga lungo la costa, oltre che rappresentare il punto più occidentale del continente europeo ed un piccolo record per noi che quì siamo arrivati!! A circa 150 metri di altitudine sul mare, offre un’ampia veduta sulla Serra e sulla costa, un panorama a dir poco straordinario. La prossima destinazione sarà Sintra, splendida città ai piedi della Serra che porta il suo stesso nome. Le sue caratteristiche uniche hanno fatto sì che l'UNESCO, nel classificarla Patrimonio Mondiale, sia stata obbligata a creare una categoria specifica, quella di "paesaggio culturale", considerando in tal modo tanto la ricchezza naturale quanto il patrimonio architettonico della città e della natura circostante. Davvero difficile rimanere insensibili ad una simile miscela di bellezza!! Da qui solo strade panoramiche per giungere a fine tappa, anche se il passaggio da Ericeira, adagiato in posizione suggestiva tra scogliere di arenaria, che ci ha lasciato non pochi dubbi sulla scelta per la sosta odierna. Qualche decina di chilometri ed arriveremo a Peniche. La fortezza che la domina, fu ordinata da D. João IV nel XVII secolo e formava, insieme al forte di Praia da Consolação e de São João Baptista, un importante complesso militare contro gli invasori che giungevano dal mare. La pesca è ancora un'attività importante e solo lo spettacolo delle imbarcazioni che rientrano in porto, probabilmente merita la sosta. L'abbondanza di pesce ha decisamente influenzato la gastronomia regionale, e questo è anche uno dei motivi dell’averla scelta come arrivo di giornata, anche se ad onor del vero, la stessa Ericeira gode di altrettanta fama culinaria. Quindi, una volta sistemati, Avenida do Mar ci attenderà per decidere quale sarà il ristorante per gustare una caldeirada, la tipica zuppa di aragosta locale, o un arroz de marisco o tanti altri piatti che, hanno in comune tra di loro, la straordinaria qualità del pesce fresco.

 

8.   Venerdì 20 settembre, Peniche- Piodão, km 333

Si comincia alla grande. La bellissima città di Óbidos, una delle nostre preferite, dalle case bianche ricoperte di buganvillee e caprifogli, fu riconquistata dall’occupazione moresca, dal primo re del Portogallo, D. Afonso Henriques, nel 1148. Più tardi D. Dinis la donò alla moglie, la regina Santa Isabel. Da quel momento e fino al 1883, la città di Óbidos e le terre circostanti furono costantemente di proprietà delle regine portoghesi. Che sia questa la regione di tanta bellezza?? Circondata da una cinta di mura medievali e coronata dal castello arabo, Óbidos è uno dei più perfetti esempi delle fortezze medievali portoghesi. Meta di giornata, il villaggio storico di Piodão, incastonato nella Serra do Açor, tra panorami meravigliosi, pascoli e spettacolari strade impervie. La forma armoniosa delle sue case disposte ad anfiteatro che di notte, illuminate, danno il meglio di sé, sembra uscire da un presepe.  La caratteristica di questo villaggio di montagna dalle stradine strette e sinuose è lo scisto, materiale abbondante nella regione, usato per costruire case e lastricare strade, che forma una macchia di colore uniforme interrotta solo dall'azzurro vivace delle finestre e delle porte di alcune case. Questa nota di colore contrastante deve la sua origine a un fattore pratico: si narra infatti che l'unico negozio del villaggio avesse solo della vernice azzurra e i suoi abitanti furono costretti per necessità a questa scelta monocromatica, vista la difficoltà logistiche dell’epoca, non che adesso le cose siano molto migliorate e ce ne siamo accorti arrivando oggi!! Sono stati infatti l'isolamento e le difficoltà di spostamento a mantenere intatte le caratteristiche di questo borgo antichissimo. A causa della posizione isolata, nascosta nelle falde della serra, in passato Piodão è stata il rifugio ideale per chi desiderava sfuggire alla giustizia. Villaggio storico non protagonista nella Storia del Portogallo, Piodão si è fatto conoscere in tempi più recenti per la sua posizione scenografica, di fatto motivo più che sufficiente per una visita ed una meritata sosta. Che pace, che tranquillità, una suggestione che sembra quasi riportarci indietro nel tempo. 

 

9.   Sabato 21 settembre, Piodão- Pinhão, km 278

Tappa bellissima quella di oggi, nella media chilometrica, ma complessa viariamente. Montagne impervie, da scoprire lentamente: la serra do Açor, lascia spazio a quella di Estrella, poi a quella di Leomil, costoni di roccia vertiginosi che si aprono su panorami inaspettati e spesso sbalorditivi, siamo stati troppo curiosi nella scelta dell’itinerario?? Solo la strada potrà darci una risposta!! Ma si continua, curva dopo curva, con circospezione, piccoli, suggestivi villaggi si susseguono: Vide, Manteigas, Folgosinho, Linhares, Trancoso……..a Lamego saremo ormai prossimi alle sponde del fiume Douro, che accompagnerà gli ultimi nostri chilometri….Pinhao, circondato da colline terrazzate dove si produce uno dei migliori porto del mondo, non che ottimi vini da tavola, sarà la nostra meta di questa nostra incredibile, lunga, spettacolare giornata e la degna conclusione non potrà che essere a tavola, e che tavola.......... 

 

10.   Domenica 22 settembre, Pinhão- Porto, km 178

Ultima giornata di viaggio, ci lasciamo alle spalle il Douro e la zona vinicola più importante del paese, per dirigerci verso nordest per entrare nella regione del Tràs os Montes, letteralmente “al di là dei monti”, la zona più isolata del Portogallo, una regione rurale affascinante e bellissima, appartata, sperduta, spesso ingiustamente trascurata dai turisti. Lungo il percorso degna di nota la sosta per ammirare la casa de Mateus, nei pressi di Vila Real, uno dei manieri più belli del nord del paese, un’elegantissima dimora barocca. Da qui, per le solite strade secondarie, ci spingeremo di nuovo verso il Douro, la sua foce e la capitale non che porto di ingresso della regione nord, Porto, l'antica città che ha dato il nome al Portogallo e a un vino famoso in tutto il mondo. Grazie alla sua magnifica posizione e ad un complesso architettonico di inestimabile valore, il centro storico di Porto è Patrimonio dell'Umanità dal 1996, decisamente un degno epilogo di questa esperienza portoghese. 

 

11.   lunedì 23 settembre, rientro in Italia

in mattinata riconsegna dei mezzi e trasferimento in aeroporto per il volo di ritorno in Italia. Possibilità di estendere il viaggio per dedicare un’intera giornata a questa splendida città. 

 

>>        Per informazioni, Landsails:

Diego - tel. +393484372684 - e-mail: info@landsails.it 

Giovanni – tel. +393476693385 - e-mail: giovanni@landsails.it 

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30 novembre 2023

Le Alpi Apuane

Fine settimana enogastronomici, caratterizzati da una connotazione regionale. 
Dal 6 al 9 giugno 2024 


Nella parte settentrionale della Toscana dove la regione si incunea con fare prepotente tra Liguria ed Emila, ci sono delle montagne che geograficamente appartengono agli appennini, comunemente denominate Alpi Apuane, ed il motivo appare chiaro ad una prima osservazione da qualsiasi direzione le si raggiunga. La loro carta d’identità che le identifica rendendole famose in tutto il mondo, è il granito purissimo da cui sono composte. Le cime e soprattutto le dorsali sembrano perennemente spruzzate di neve con le pareti cosparse di slavine gigantesche, chiamate “ravaneti”, che altro non sono che la conseguenza del continuo trivellare, scavare, tagliare la montagna da parte dell’uomo sin dai tempi più antichi. La Cava, le cave quindi, sono diventate gli elementi centrali non solo del paesaggio, ma anche della vita di tutti i giorni. Le cime sono coperte da una fitta vegetazione che varia molto in base all’area visitata. Montagne spigolose, con guglie e creste spigolose: a 500 metri sembra di essere ad almeno 2000 metri. Da questo probabilmente la denominazione di “Alpi”. Anche la vegetazione sembra tipicamente alpina, conifere che si alternano a castagni, querce, carpini e faggi. Davvero un compito impegnativo il voler andare alla sua scoperta in un solo fine settimana, ce l’abbiamo messa tutta, con l’aiuto di alcune risolutive, fondamentali, necessarie ricognizioni.



     TAPPE:

    6 giugno, Marina Di Massa

    7 giugno, Marina Di Massa – Lucca km 186

    8 giugno, Lucca- Equi Terme km 253

    9 giugno, rientro in sede



Le Alpi Apuane

Dal 6 al 9 giugno 2024

4 giorni, 3 notti, km 438

 

1.     Giovedì 6 giugno, Marina Di Massa

Un panorama unico, con chilometri di spiagge incastonate tra l’azzurro del mare, il bianco delle cave marmoree e delle cime innevate all’orizzonte. Una bella riviera sabbiosa lunga 20 chilometri, Marina di Massa ci accoglie così. Qui intorno alla metà del secolo scorso si aprirono i primi stabilimenti balneari, che si chiamavano ospizi, frequentati da impacciati personaggi in castigatissimi costumi, ignari, inconsapevoli precursori della tendenza che avrebbe reso famosa la Versilia. La sera inizieremo questa ennesima esperienza regionale enogastronomica a cena su una palafitta.

 

2.     Venerdì 7 giugno, Marina Di Massa– Lucca km 186

Si inizia, e non potrebbe essere diversamente dalle cave: Torano, Fantascritti, Colonnata, i bacini marmiferi più importanti, concedendoci anche una breve visita al museo di Fantascritti e della sua galleria. Compiremo uno spettacolare viaggio, passando sui ponti di Vara e all’interno delle suggestive gallerie scavate nella roccia, da cui già in epoca preromanica si estraeva il famoso marmo bianco di Carrara. Vagheremo per stradine, con il mare sempre a vista a pochissima distanza da Carrara e Massa, cercando la direzione giusta fino ad imboccare la sp4 che punta decisamente all’interno. La vista si apre con scorci che spaziano fino al Tirreno, la provinciale diventa la 13, ma poco cambia. Il nastro d’asfalto è bello, tortuoso, panoramico, ma lo abbandoniamo per arrivare a Castelnuovo della Garfagnana e nel tentativo di rimanere il più possibile entro i confini naturale del parco che ci ospita, continueremo a seguire strade anguste fino quasi al punto di arrivo di giornata, Lucca, la nostra città d’arte preferita in Toscana. Soprannominata la Città dalle 100 chiese, per la sua incredibile collezione di luoghi di culto, è l’unica fra le città-stato della regione ad aver conservato la propria fiera, orgogliosa indipendenza fino al 1847 e le sue mura ne sono la testimonianza più vistosa. Le circostanze storiche l'hanno resa una splendida isola fortificata, con un’intatta cerchia muraria, che conserva al suo interno un vero e proprio patrimonio artistico e architettonico. I campanili sono un altro segno della potenza delle famiglie della città, la tradizione ne conta 365!!

 

3.     Sabato 8 giugno, Lucca- Equi Terme km 253

La mattina, ultimo giro intorno alle mura e si è di nuovo per strada. Seguiremo per un breve tratto il corso del Serchio per poi iniziare la nostra giornata che già dalle prime provinciali che si srotolano sotto le nostre ruote, si preannuncia ancora più tortuosa della precedente!!

Nel versante appenninico della Garfagnana, dove il Monte Prado e il Monte Vecchio segnano le più alte quote della catena toscana, raggiungeremo probabilmente l’apice di questo serpeggiante, zigzagante delirio viario. Entriamo nel mondo del Parco dell’Orecchiella, un’area di oltre 52 chilometri quadrati, vagamente nascosto ma che non è sfuggito alle nostre deliranti, morbose ricerche!! A Sillano decidiamo di rientrare nell’area del parco Naturale delle Alpi Apuane e “la storia”, scusate “la strada” si fa ancor più intricata. Il lago di Vagli, si è formato in seguito allo sbarramento del Torrente Edron e alla costruzione della diga idroelettrica. Le acque del lago, salendo di livello, arrivarono a nascondere del tutto i borghi di Pantano, Piari, Fabbriche di Careggine, e gli abitanti furono costretti ad abbandonare le proprie case. Si narra che nei periodi in cui il lago viene svuotato e il paese riemerge, gli antichi abitanti facciano ritorno alle proprie dimore. L’ultimo svuotamento risale al 1994. Al margine settentrionale delle Alpi Apuane, il nostro giro terminerà nell’affascinante borgo di Equi Terme. 

 

4.     Domenica 9 giugno, rientro in sede







26 novembre 2023

Ritorno in Trinacria

Un’isola di spiriti, di profumi e di sensazioni, dove si accumula un troppo di tutto. E con questa ricchezza che ogni volta dobbiamo fare i conti, per esserne all’altezza e poi saperla usare con grazia, fantasia ed inventiva. Dobbiamo, ogni volta, creare l’incanto, potrebbe sembrare complicato, ma questa splendida isola, il polmone del Mediterraneo, viene sempre in soccorso. Itinerario rivoluzionario anche per chi ha viaggiato con noi a queste latitudini più e più volte........

Perché sei venuto in Sicilia? 

Per l’incanto promesso. 

Perché torni in Sicilia? 

Perché sono stato incantato. 

Speriamo sia così anche questa volta, ma siamo davvero fiduciosi!!

 

“La Sicilia è il paese delle arance, del suolo fiorito la cui aria, in primavera, è tutto un profumo……ma quel che ne fa una terra necessaria a vedersi e unica al mondo, è il fatto che da un’estremità all’altra, essa si può definire uno strano e divino museo di architettura”

Guy De Maupassant


    TAPPE:

    Giovedì 25 aprile, traghetto

    Venerdì 26 aprile, Palermo- Marsala km 204

    Sabato 27 aprile, Marsala, riposo 

    Domenica 28 aprile, Marsala- Bagheria km 235

    Lunedì 29 aprile, Bagheria – Portopalo km 198

    Martedì 30 aprile, Portopalo- Regalbuto km 263

    Mercoledì I° maggio, Regalbuto- Donnalucata km 232

    Giovedì 2 maggio, Donnalucata- Catania km 188

    Venerdì 3 maggio, Catania- Caprileone km 247

    Sabato 4 maggio, Caprileone- Palermo km 306


2024, Ritorno in Trinacria

2 opzioni possibili, per chi non avesse giorni a disposizione per poter sfruttare 

i due ponti festivi a fine aprile:


Dal 25 aprile al 5 maggio, 10 giorni, 9 notti, km 1872

Oppure

Dal 28 aprile al 5 maggio, 7 giorni, 6 notti, km 1445


PROGRAMMA DI VIAGGIO:

 

1  giovedì 25 aprile, traghetto

Il nostro viaggio avrà inizio imbarcandoci da Napoli o da Civitavecchia, la sera del giovedì per raggiungere alle prime luci dell’alba Palermo.

 

2  venerdì 26 aprile, Palermo- Marsala km 204

Allo sbarco, ci aspetta una delle nostre solite giornate, la prima di questo viaggio, e come non iniziare nella solita gustosa maniera?? Ci attendono gli amici dell’elegante Bar Pasticceria Sampolo, per assaggiare i loro rinomati cannoli. Una volta appagati i sensi, saliremo sul monte Pellegrino, che ospita il Santuario di Santa Rosalia e da cui si gode un panorama mozzafiato sulla città e sulla baia di Mondello, che raggiungeremo subito dopo. Qui accederemo ad un’area privata, ingresso a pagamento, che permette di raggiungere Capo Gallo, nella riserva naturale omonima. Ma è ora di mettersi in marcia, lo faremo seguendo la ss113, che segue la costa lambendo piccoli borghi, come Sferracavallo con il suo caratteristico porticciolo, o Isola delle Femmine. La statale ci accompagnerà fino all’ingresso di Castellamare del Golfo, prima di affrontare i pochi chilometri che ci separano dall’antico borgo di Scopello, recentemente rivalutato grazie alla sua vicinanza con la Riserva Naturale dello Zingaro. La tonnara merita una sosta per una foto. L’arrivo di giornata è previsto a Marsala, una new entry negli arrivi di giornata, dove per farci perdonare tale imperdonabile mancanza, faremo un intero giorno di sosta l’indomani. Ma non prima di aver scalato il Monte Erice, dove si annida uno dei borghi più caratteristici dell’isola.

 

3  sabato 27 aprile, Marsala, riposo

Marsala, ricca di storia, ricordata per lo sbarco dei mille che qui avvenne l’11 maggio 1860, è soprattutto famosa per la produzione di vini. Naturalmente c’è anche dell’altro. La prima parte della giornata sarà dedicata alla visita del Baglio Anselmi, oggi sede del Museo archeologico regionale ma fino al secolo scorso utilizzato, tanto per cambiare, come stabilimento vinicolo. È parte del Parco Archeologico di Lilibeo. Nel 1986 fu scelto per l’esposizione e la conservazione del relitto di una nave punica e dei numerosi reperti archeologici datati II e I secolo a.C. fino al I d.C., e di una straordinaria collezione di anfore che indicano la fiorente attività commerciale in questo mare. Il pomeriggio invece, ma era prevedibile, ci dedicheremo ad un approfondimento enologico, con La visita guidata all’interno delle Cantine Florio, un viaggio che inizierà davanti ai maestosi tini giganti, costruiti alla fine dell’800 e ancora utilizzati per l’affinamento del marsala, per poi proseguire all’interno delle 3 affascinanti bottaie, lunghe 165 metri e intervallate da ben 104 arcate, sotto cui si allineano 1.400 caratelli e circa 600 fra botti e tini. Dopo il tour, passeremo alle avanguardistiche Sale di degustazione Donna Franca e Duca Enrico. Per concludere alla nostra maniera, la sera saremo ospiti a cena in una pescheria inaugurata nel 2010 e che grazie alla qualità ed alla conservazione dei suoi prodotti ha avuto una naturale crescita sconfinando nella ristorazione………

 

4   domenica 28 aprile, Marsala- Bagheria km 235

Di nuovo per strada, seguendo un itinerario illogico, stiamo tornando verso est, dal punto in cui, due giorni prima siamo sbarcati?? Possibile?? Va bene, stavolta non abbiamo scuse, siamo stati scoperti……ma se vi dicessimo che sarà una giornata sorprendente percorrendo strade dimenticate, spesso chiuse alla circolazione, con un traffico quasi inesistente?? Un fascino visivo che il Verga così definiva: “campi immensi, dove scoppiettava solo il canto dei grilli, quando il sole batteva a piombo” e che può offrire, soprattutto in primavera, colori e profumi da stordire anche i più irriducibili macinatori di chilometri. Panorami infiniti per concludere le nostre fatiche viarie a Bagheria, a due passi da Palermo, che darà la possibilità agli eventuali ritardatari che non hanno potuto sfruttare il mega ponte che questo 2024 ci ha generosamente concesso di ricongiungersi alla comitiva l’indomani.

  

5  lunedì 29 aprile, Palermo- Portopalo km 198

La meta di giornata è un altro must, avremmo voluto cambiarlo per creare un itinerario letteralmente rivoluzionario, ma da parte degli affezionati, c’è stata una specie di insurrezione gastronomica ed abbiamo dovuto mantenerlo anche per quest’anno, cosa che in fin dei conti non ci dispiace affatto!! Ma ci siamo sfogati sull’itinerario. Prima il ricongiungimento con chi sbarcherà la mattina per unirsi al gruppo. Strade desolate, solitarie, chiuse al traffico, che rappresentano l’anima di questa terra, che spingono la vista a perdita d’occhio. No, qui non passa molta gente: le nostre strade, quelle che danno un senso ad un viaggio! L’interno della Sicilia è famoso per i paesi balcone, piogge di case arroccate su speroni rocciosi, da cui “franano” verso il basso e che scenograficamente dominano il paesaggio circostante. Prizzi è la sorpresa che non ti aspetti, il paese balcone per eccellenza. Arriveremo in maniera vigliacca, alle sue spalle, sorprendendo un po' tutti, compreso noi!! Riusciremo ad uscire dal labirinto viario una volta entrati nel dedalo del suo nucleo abitativo?? Ma il cuore pulsante della Sicilia ha in serbo ancora sorprese per questa giornata, fatte di panorami sconfinati, sorprendenti ed inaspettati, che scopriremo semplicemente, guidando per strade desolate fino alla meta di giornata. Alla fine, raggiungeremo Porto Palo di Menfi per una memorabile serata con cena a base di pesce fresco e un risveglio con una colazione vista mare.

 

6  martedì 30 aprile, Portopalo- Regalbuto km 263

Di nuovo in viaggio, dirigendoci verso Sciacca, per una statale, la 79, ormai dimenticata dai più, ma a cui noi siamo particolarmente affezionati. Poi, una volta imboccate strade più scorrevoli, raggiungeremo la “Città dei templi”. Facoltativa la visita guidata alla Valle dei Templi di Agrigento dichiarata dall'Unesco nel 1997 patrimonio dell'umanità. Il percorso archeologico è un viaggio nel tempo alla scoperta dei resti delle gloriose civiltà del passato. Nuovamente in sella, e dopo aver sostato in un ristorante di pesce a San Leone, riprenderemo la strada, spingendoci all’interno. Enna è il balcone di Sicilia, a voi i confronti con la suggestiva Prizzi. Ci arriveremo per le solite strade desolate, solitarie e suggestive e da qui ci spingeremo verso est, con l’Etna che inizia a dominare l’ambiente ed i panorami fino al punto previsto per la sosta. Una piccola perla scoperta un paio di anni fa in ricognizione, una delle tante perlustrazioni necessarie in questa terra splendida che offre sorprese ad ogni esperienza, con “il Gigante” a vista che domina il paesaggio circostante e cucina di livello

 

7  mercoledì I° maggio, Regalbuto- Donnalucata km 232

Oggi ci si spinge decisamente verso sud, il fine tappa sarà un’altra nuova entrata. Ma prima Piazza Armerina, famosa per la sua Villa Romana del Casale, sito UNESCO, considerata una tra le più prestigiose testimonianze monumentali del periodo tardo antico nel Mediterraneo, e Caltagirone conosciuta nel mondo per la produzione artigianale della ceramica. Da non perdere una passeggiata tra le stradine della città animate da numerosi negozietti in cui sono esposti i prodotti tipici di questa antica arte: mattonelle, candelieri, fischietti, piatti, albarelli, vasi.  Ma merita sicuramente particolari attenzioni la scenografica scalinata: cento quarantadue gradini che collegano la città alta alla città bassa. La scala fu costruita nel ‘600 e nel 1954 le alzate di ogni gradino furono rivestite con mattonelle in maiolica, in un tripudio di motivi geometrici. Finiremo la nostra corsa a Donnalucata, in riva al mare.

 

8  giovedì 2 maggio, Donnalucata- Catania km 188

Il viaggio riprende nella provincia di Ragusa per dedicare le nostre attenzioni a due tra le più pittoresche città di tutta la Sicilia: Scicli e Modica. Suggerita una sosta all’Antica Cioccolateria Bonajuto che affonda le sue origini nel 1880. Lambiremo anche Ragusa Ibla, ma la strada ed il programma visite ci spingerà verso nord percorrendo la Giarratana, una gioia per la guida, per poi deviare e concederci una breve sosta nell’isola di Ortigia. Il pomeriggio sarà dedicato alla Città di Catania, con una visita guidata al centro storico il cui barocco è stato dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. La sera, cena in un’osteria tipica situata nel mercato del pesce, per un’altra esperienza gastronomica, l’ennesima, aggiungeremmo!!

 

9  venerdì 3 maggio, Catania- Caprileone km 247

Ci rimettiamo in viaggio, dirigendoci speditamente verso l’Etna, che domina incontrastato il panorama, la montagna dove fuoco, acqua e luce s’incontrano, si fondono, intrecciandosi per donare uno spettacolo unico. Qui la natura offre dei paesaggi incontaminati e strade incredibilmente scenografiche, racchiusi nel Parco dell’Etna istituito nel 1987, primo in Sicilia. Ci dirigiamo verso Nicolosi e iniziamo a percorerre la spettacolare strada per salire al rifugio Sapienza, il punto di partenza per le escursioni al cratere del più alto vulcano attivo d’Europa (3.340 m.). Aggireremo il gigante nero dal lato est per una tappa che offrirà per gran parte della giornata strade spettacolari, anche percorrendo i Monti Peloritani, prepariamoci allo straordinario!! La ss185, la strada statale di Sella dei Mandrazzi, è a nostro modesto parere, una delle regine del percorso. Ma l’arrivo è ancora distante e dopo tanto spettacolo viario, ecco un’altra fetta di Sicilia, sconosciuta ai più, che ci consentirà di giungere a Capri Leone, dove ci attende un’altra esperienza culinaria degna di nota, una vera sorpresa in attesa di acquisizione stellata, ma a noi va bene già così.

 

10  sabato 4 maggio, Caprileone- Palermo km 306

L’ultima tappa, la più lunga del viaggio, ma vedrete che sorprese! A dire il vero, si inizierà in maniera banale, per strade secondarie, complicate, raggiungeremo la ss113 settentrionale Sicula, qualche decina di chilometri per poi infilarci nuovamente nel cuore dei Nebrodi. Una sconosciuta provinciale che alla fine di un’interminabile serie di curve, dovrà congiungersi con un'altra statale mitica, quella dell’Etna e delle Madonie. Per lunghi tratti guideremo sul percorso della Targa Florio. Altra giornata indimenticabile, arriveremo, piomberemo, rende meglio l’idea, su Termini Imerese, e saremo ormai in dirittura di arrivo. Ma troveremo il tempo per il caffè a Porticello e l’immancabile escursione a Capo Zafferano. 10 giorni fa abbiamo iniziato il nostro peregrinare isolano da Capo Gallo, per finire ad un altro promontorio, in mezzo la baia di Palermo. È davvero finita, l’imbarco per il continente in serata.