14 febbraio 2012

SPAGNA andalusia


 
   VANDALUSIA
L’Andalusia è la parte più meridionale della penisola iberica, quindi anche quella che più ha risentito dell’influenza araba, ben visibile e riscontrabile nelle sue architettura ed in alcune delle maggiori attrattive artistiche che offrono al viaggiatore. Un territorio vasto, dove il boom economico spagnolo, oltre a deturpare in maniera irreparabile le coste, ha però contribuito alla realizzazione di un sistema stradale efficientissimo ed in alcuni casi, che siamo andati a ricercare con discreto successo, adattissimo alla pratica motociclistica e turistica.


ITINERARIO- Cordoba, Cabra, Alcala la Real, Loja, Alfarnate, Antequera, Alora, Bobastro, Ardales, El Burgo, Ronda, Gaucin, El Colmenar, Venta Nueva de Galiz, Tarifa, Bolonia, Capo Trafalgar, Cadice, Jerez de la Frontera, Arcos de la Frontera, Utrera, Siviglia.
LUNGHEZZA- km 880

                              SLIDESHOW   



Non è un segreto che l’Andalusia possa permettersi di mandare per una buona metà dell’anno i suoi visitatori a crogiolarsi sulle sue spiagge bagnate da acque scintillanti. Terra solare, come solari sono i suoi abitanti, amanti della compagnia e del divertimento, sia che si tratti di gustare tapas in uno dei numerosissimi bar, sia di tirare avanti una fiestas fino ad ora tarda. Nelle città andaluse, la modernità e la vita notturna convivono con spettacolari monumenti islamici e cristiani, splendidi, affascinanti  ricchi di forme, storia e colori. Le coste sono forse la nota dolente di questa zona: una pesante urbanizzazione ne ha probabilmente intaccato la originaria bellezza e, soprattutto nella parte mediterranea i centri , anche quelli più piccoli sono diventati vere e proprie industrie per il turismo di massa. Ma basta addentrarsi all’interno della regione per entrare in un'altra dimensione, fatta di paesini di case bianche, tra montagne impervie e verdi colline, dove si vive ancora con il ritmo delle stagioni: qui si coltiva l’ulivo, la vite, l’arancio ed il mandorlo, tra estati torride ed inverni gelidi. I maestosi paesaggi di terra e di mare offrono innumerevoli spunti di itinerari e questo ne è solo un esempio.


Sicuramente i più attenti avranno notato che nell’itinerario non viene proposta Granada e la sua spettacolare Alhambra. Né superficialità, né errori, tanto meno impreparazione, semplicemente alla terza visita ho deciso di evitarla ma sicuramente in un eventuale viaggio nel sud della Spagna la città ai piedi della Sierra Nevada è sicuramente da includere nel programma, una meta imprescindibile. Detto questo l’arrivo in Andalusia avviene per strade statali e la prima tappa è Cordoba. Siamo sulle sponde del Guadalquivir, fiume un tempo navigabile, che sicuramente fece le fortuna di questa parte della penisola iberica.
La struttura urbanistica è tipicamente araba, ed un vero invito a percorrere i suoi vicoli in cui è facile perdere l’orientamento.
Ma la vera attrazione di questa cittadina è senza dubbio la moschea, trasformata in cattedrale nel 1523, operazione che provocò critiche feroci, anche nello stesso mondo cattolico, ma che ha lasciato sicuramente un’opera straordinariamente unica nel suo genere.
Sembra che alla vista del risultato finale, lo stesso Carlo V abbia esclamato: ”Che cosa avete fatto? Avete distrutto qualcosa di unico ed inimitabile, per costruire qualcosa di assolutamente comune!”
Per arrivare a Ronda, definita la città più bella dell’Andalusia, ed una delle più belle dell’intera Spagna, si possono impiegare un paio d’ore o spendere un’intera giornata perdendosi, dopo aver visitato l’interessante Antequera, fra le panoramiche strade della Garganta del Corro. La strada una volta imboccata la A366 diventa a dir poco entusiasmante, ma dopo Burgos……nell’elenco dei giudizi mi accorgerò  che anche “spettacolare”, può essere un termine riduttivo!!!
A Ronda fu inventato il moderno combattimento a piedi contro i tori. La plaza de toros, la più antica di tutta la Spagna fu inaugurata nel 1784 ed è un capolavoro.
Vero e proprio santuario nel suo genere, è perfettamente conservata. L’arena forma un circolo perfetto, con 2 ordini sovrapposti di archi ribassati, poggiati su 176 colonne toscane, ben 5000 posti a sedere, un diametro di 66 metri, completamente coperta ed è l’unica che abbia la barriera protettiva in pietra. Ma anche il giorno dopo la zona de “los pueblos blancos” ci offrirà una serie di strade da urlo, soprattutto la prima parte fino al bivio per El Colmenar, percorrendo la A369. Dopo Algeciras, l’impatto urbanistico delle città costiere sembra attenuarsi per lasciare spazio a villaggi di pescatori e piccoli centri turistici, fino all’arrivo a Cadice. 
Cadiz, Julia Augusta Gadigana, tanti nomi per un solo luogo, fondata dai fenici, abitata fin dal 1100 a.C. Una delle città più antiche dell’occidente.
Il nucleo antico, edificato su di un promontorio, è circondato da un bastione pentagonale seicentesco. 4.5 km. da percorrere in moto o a piedi, per rendersi conto che la parte più interessante è quella chiusa tra il castello de Santa Catalina e il ponte che unisce le mura con il castello di San Sebastiano, una camminata di circa un km., ma molto suggestiva.
Siamo in dirittura d’arrivo, Ma prima di arrivare a Siviglia ed essere letteralmente fagocitati e schiacciati (in tutti i sensi) dalla “Semana Santa” (vedi box) mancano all’appello Jerez de la Frontera con le sue cantine ed infinite opportunità di degustazione e la bellissima Arcos de la Frontiera, posta ad anfiteatro, alta su rocce rossastre a dominio del fiume Guadalete che la avvolge quasi completamente. Un’altra giornata di guida su belle strade ed il gioco è fatto. 

COLORI E SAPORI
Le tapas sono la quintessenza della tradizione gastronomica spagnola, impossibili da trovare negli altri paesi, nonostante le tante imitazioni. Sì, perché non sono solo una specialità locale, ma anche un modo tutto spagnolo di mangiare. Una tapa, in realtà, può essere qualsiasi cosa: un pugno di olive, una fetta di pane con prosciutto o formaggio, una porzione di “toritlla”, la famosa frittata di patate e cipolle, fritture, ma anche piatti più elaborati con carne e pesce. Le tapas si ordinano generalmente nei bar per accompagnare un bicchiere di vino o di birra, quasi sempre in piedi davanti al bancone e buttando tutto quello che serve per consumarle (stuzzicadenti, fazzolettini di carta etc.) rigorosamente ai piedi dello stesso. La quantità di immondizie alla base dei banconi, in genere stabilisce la qualità ed il numero dei frequentatori del locale. Sono un modo di bere senza ubriacarsi, di socializzare e di godersi in spensieratezza un momento della giornata, con la speranza che ne seguano molti altri. Lo potremmo definire un specie di aperitivo, ma senza riuscire a coglierne l’essenza, molto più spagnola. Le tapas, sono di fatto, parte integrante dello stile di vita locale, come l’aglio e la religione. Visitare il paese senza fare almeno un tapeo, ovvero un giro dei bar de tapas, equivale a non aver completamente conosciuto la Spagna.
                                                           
TESTO E QUALCHE INFORMAZIONE


Colpo d’occhio                                           
La zona di Tarifa è sicuramente la punta dell’iceberg eolico Andaluso e spagnolo. Zona assai ventilata, punto di richiamo per surfisti e amanti di sport che devono comunque convivere con attività che molto sono influenzate dalla costanza dei venti, la Spagna ed in particolare quest’area del paese, si è completamente votata a questa forma di energia alternativa e pulita: una vera e propria genesi di “funghi tecnologici” che con le loro pale in quasi costante e perenne movimento generano grandi quantità di energia a basso costo e soprattutto non inquinante. Ma gli ambientalisti ed il loro impatto ambientale dove sono?