10 dicembre 2012

TT seconda parte L'ISOLA CHE NON C'E'


Seconda parte dedicata al TT, le bellezze dell'isola di Man: come fare turismo anche durante la manifestazione.


Si può andare all’isola di Man semplicemente per turismo ignorando la più importante gara motociclistica stradale del continente e forse del mondo? La risposta è negativa. Ma l’isola è bella, bellissima e questo è un piccolo resoconto per poter vivere la manifestazione e godere le bellezze paesaggistiche che questo luogo nel mare d’Irlanda offre.



Una premessa: all’isola di Man si va in moto e nel periodo del TT. Punto. Poi si può fare anche turismo, aggiungerei si deve, le occasioni, nonostante stiamo parlando di un’isola sono davvero notevoli ed interessanti, ma le premesse sono imprescindibili: moto e gara.
Non ascoltate pontificatori che vi arrivano in aereo e caso mai fuori stagione per visitare un’isola splendida. Il periodo, l’unico possibile per il motociclista, è dalla fine di maggio alla metà di giugno.
 “Siete arrivati all’isola di Man e questo vi mette in una posizione unica in relazione alle altre isole britanniche ” recita in apertura un opuscolo dell’ente turistico, ed in effetti la posizione di questo piccolo lembo di terra nel mare d’Irlanda dove nelle belle giornate è possibile vedere dai punti più panoramici le coste di Gran Bretagna ed Irlanda è davvero invidiabile.

La sua posizione riparata influisce anche sul clima sicuramente molto più temperato delle terre a lei vicina. Alla mia terza esperienza, posso dire di aver trovato sempre bel tempo!!!
Arrivare a Douglas nel periodo del TT è un’esperienza unica: i traghetti sfornano moto in quantità esasperante. Dappertutto, motociclisti, mezzi a 2 e 3 ruote di tutti generi. La città è la capitale amministrativa dell’isola, attiva, ridente, di medie dimensioni, punto di arrivo via mare. Assai interessante una visita al “Manx Museum”, dedicato all’archeologia, alle scienze naturali ed alla storia dell’isola, dove è possibile ripercorre 10.000 anni di storia in pochissimo tempo.
Ma il fascino di questa isola va ricercato altrove e proprio uscendo dalla città, spingendosi verso sud alla ricerca dell’alloggio, ci accorgiamo che sarà una settimana di sensazioni esaltanti.
I fumi di scarico, pochi, ed i palazzi in stile vittoriano, lasciano il posto al profumo della campagna, al suo abbagliante verde, ai muretti in pietra. Transiteremo nei pressi del Fairy Bridge, dove non bisogna dimenticare di salutare il simpatico folletto, che si dica porti fortuna ai concorrenti della folle manifestazione ma anche a spettatori e turisti.
Anche arrivando nel periodo della corsa, le gare sono alternate ad intervalli  di 2 giorni, quindi è possibile concedersi al turismo ed alle visite nei giorni di riposo. Diciamo che 6 o 7 giorni possono essere sufficienti per approfondirne la conoscenza, assistendo per giunta alle gare più interessanti che sono inserite nel programma a cavallo del Mad Sunday.
Le chicche per una visita soddisfacente, sono sicuramente i villaggi minori e le stradine secondarie per raggiungere i punti più panoramici. 
Noi ci stabiliremo a Port Erin, nell’estremo sud, piccolo villaggio ospitato in una baia sabbiosa ben riparata. L’abitato ospita anche il museo ferroviario, non che punto di arrivo della ferrovia storica, risalente al 1874, ma riaperta solo nel 2004. Da qui, seguendo la A36 è possibile arrivare a Peel, nella parte ovest dell’isola, guidando tra vedute spettacolari e godendosi la tranquillità delle zone rurali meno trafficate. Il piccolo borgo, considerato la culla dell’arte di Man, con il suo castello posto sull’isolotto di St Patrick e le rovine della cattedrale di St. German è senza dubbio il nostro preferito: assolutamente commoventi i tramonti che si possono godere dalla lunga passeggiata che fiancheggia il piccolo borgo, gustandosi, udite udite, un buon gelato, che qui è una delle specialità pasticciere della comunità. 
Per giungere al punto più settentrionale dell’isola, percorreremo ancora strade bucoliche immerse nel verde. Da Point of Ayre, nelle belle giornate primaverili, è possibile scorgere le coste di Irlanda ed Inghilterra. La grigia spiaggia sassosa ci indica che da qui non possiamo che tornare indietro, mantenendoci il più vicino possibile alla costa. Oltrepasseremo Ramsey ed una volta arrivati a Laxey devieremo verso le montagne. Una volta arrivati a Bungalow, puntando ad est, la vista si aprirà a 360°. Siamo a poco più di 500m d’altitudine, ma che spettacolo!!
Le strade, sembra impossibile, si restringono ancora, il traffico è praticamente inesistente, pochi km ma davvero inebrianti. Consigliamo di scendere a Ballaugh, ma è possibile anche scendere rapidamente verso Douglas.
L’isola è comunque tutta da scoprire, seguendo le stradine che permettono di arrivare nei punti più lontani e panoramici, siano essi sulla splendida costa che nella parte montuosa, situata all’interno. I punti più spettacolari sono senza dubbio quello a nord-est tra Maughold e Laxey, la parte centrale tra Bungalow e Ballaugh o Cronk-y-Voddy e quella tra Port Erin e Peel.  Il giudizio è puramente soggettivo, ma la campagna e la vista che si può godere da alcuni punti panoramici percorrendo queste zone, sono davvero entusiasmanti. Dallo spiazzo che sovrasta il faro di Maughold, a pochi km ad est di Ramsey, naturalmente nelle belle giornate, sarà difficile non rimanere in contemplazione, dimenticando completamente qualsiasi altro tipo di programma od impegni della giornata.
Un’esperienza senza dubbio particolare può essere quella di viaggiare sulla ferrovia storica elettrica, risalente anch’essa all’epoca vittoriana, che segue uno spettacolare itinerario costiero da Ramsey fino a Port Erin, concedendosi una divagazione, per salire in montagna, nei pressi della vetta più elevata dell’isola, lo Snaefell, posto a 621m.


Cosa bisogna sapere dell’isola
L'Isola di Man è una dipendenza della monarchia britannica, ma ha un governo autonomo. Il capo dello Stato è la regina Elisabetta II che ha il titolo di Lady of Man, ed è rappresentata da un Vice governatore (Lieutenant Governor). Il Regno Unito ha responsabilità per la difesa del territorio e di rappresentanza nei congressi internazionali, mentre il governo locale ha competenza su quasi tutti gli affari di politica interna. Il Parlamento è chiamato Tjnwald e risale al 979 d.C.; è formato da due Camere: la House of Keys, eletta direttamente a suffragio universale e il Consiglio Legislativo, cui appartengono membri eletti d’ufficio; esiste anche un Consiglio dei Ministri, presieduto da un Primo Ministro, che attualmente è Donald Gelling (2005). Sotto la pressione delle richieste di riforma per la House of Lordsdella Gran Bretagna, l’apparato governativo dell'isola sta per essere modificato: alcune proposte intendono trasformare il Consiglio Legislativo in una Camera di membri ad elezione diretta.                                                                                                                        Si ritiene, erroneamente, che l'Isola di Man appartenga al Regno Unito; secondo la legge britannica non lo è, almeno formalmente, sebbene si occupi della politica estera e della sua difesa. L'isola, negli anni '70, ebbe una controversia con la Corte europea dei diritti umani, vista la sua riluttanza ad abrogare le leggi sulla fustigazione (punizione corporale per trasgressori maschi); anche la legge sulla sodomia (relazione consensuale tra uomini adulti) ha resistito a lungo ed è stata modificata solo nei primi anni'90.                                                                                                                          
L'Isola di Man non è né membro, né aderisce all'Unione Europea; tuttavia, il Terzo Protocollo del treaty of accession of the United Kingdom, legittima gli scambi commerciali con quote tariffarie non imposte dall’UE e, insieme ad un accordo con il Regno Unito su tributi ed imposte, favorisce il libero mercato con i paesi del Regno Unito. I residenti non possiedono la cittadinanza mannese, bensì quella britannica; a quelli definiti mannesi, in base al Terzo Protocollo, una dicitura sui loro passaporti impedisce di risiedere o lavorare liberamente nei paesi dell'UE. Questo è un fatto anomalo, poiché il trattato che ha sancito la costituzione dell’UE (ex CEE) stabilisce a chiare lettere che tutti i cittadini degli stati membri sono anche cittadini dell’UE.                                                                
I viaggi ed il turismo sull’isola sono regolamentati dalla legislazione locale. I cittadini britannici e della Repubblica d'Irlanda non necessitano di passaporto; quelli dell’UE devono avere una carta d’identità; coloro che provengono da paesi per i quali è necessario un visto d’ingresso nel Regno Unito devono richiedere anche un visto speciale per l’Isola di Man, rilasciato da un ente diplomatico britannico. Tutti i non residenti, compresi i cittadini del Regno Unito, devono avere un permesso di lavoro per poter soggiornare a lungo.  

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    Il Triskelion                                                                                                                                                       L’antico emblema dell’Isola di Man conosciuto da secoli è il Triscele - una figura formata da tre gambe piegate, ognuna con uno sperone, che partono da un centro comune. Non esiste un’immagine ufficiale, poiché è raffigurato con diverse varianti sulla stampa di governo, sulle monete, sulle bandiere, sulle pubblicazioni turistiche.
La particolarità del triscele dell'isola di Man, che forse rappresentava il sole, è la sua forma sempre simmetrica, da qualsiasi punto la si osservi: alcuni hanno un senso orario, altri un senso antiorario; in alcuni la coscia più in alto corrisponde al mezzogiorno, in altri alle 11.30 o alle 10.00; in alcuni il ginocchio è piegato con un angolo di 90°, in altri a 60°, in altri ancora a quasi 120°; anche la calza che ricopre le gambe e gli speroni sono diversi tra loro; tutti, comunque, sono un riferimento diretto al motto in latino dell’isola “Quocunque Jeceris Stabit”, che significa “Ovunque lo si getti, resterà in piedi”, una frase che sottolinea la fermezza e la forza di carattere del popolo mannese, e che molte scuole hanno adottato come esortazione ad essere tenaci e lavorare duramente. Varianti del triscele appaiono ancora oggi sullo stemma che illustra i diversi rami della antica nobiltà norvegese che governò l’isola fino al 1200. Questa versione appartiene alla famiglia Skancke. I successori di Magnus III e di Godfred Magnuson  emigrarono in Norvegia dopo il fallimento nel 1275 della ribellione contro gli Scozzesi e divennero cavalieri, proprietari terrieri ed ecclesiastici di quel regno.

“La ruota di Laxey”                                                                                                                                                   Con un fantastico diametro di 22 metri e messa in funzione nel lontano 1854, Lady Isabella, chiamata così dal nome della moglie del governatore del periodo, fu un’imponente impresa del periodo vittoriano, costruita per pompare acqua dalle Miniere di Laxey. Ora, dopo più 150 anni, le miniere hanno da tempo chiuso, ma la grande ruota è ancora lì ed è una delle principali attrattive dell’isola. Per celebrare questa caratteristica struttura che contraddistingue il paesaggio della zona, il “Manx National Heritage” e “Laxey & Lonan Heritage Trust” hanno restaurato la possente struttura che i visitatori possono vedere in azione nel periodo estivo.                                                                                                                                                                                                                                   “Quando partire”                                                                                                                                                  L’isola gode di un clima davvero invidiabile, nonostante la posizione tra 2 catalizzatori di pioggia quali Inghilterra ed Irlanda. Da primavera inoltrata, fino ad agosto non ci sono particolari controindicazioni, anche se la fine dell’estate può essere più piovosa, ma ripeto sarebbe davvero un peccato non approfittare dell’occasione di poter anche assistere al TT.Tenere presente comunque della latitudine, ed anche con tempo buono, il freddo può essere anche pungente.

















 










04 dicembre 2012

VANDALUSIA marzo 2013


      
            18-25 marzo 2013
Itinerario di 8 giorni – km 1172
L’Andalusia è la parte più meridionale della penisola iberica, quindi anche quella che più ha risentito dell’influenza araba, ben visibile e riscontrabile nelle sue architetture ed in alcune delle maggiori attrattive artistiche che offrono al viaggiatore. Un territorio vasto, dove il boom economico spagnolo, oltre a deturpare in maniera irreparabile le coste, ha però contribuito alla realizzazione di un sistema stradale efficientissimo ed in alcuni casi, che siamo andati a ricercare con discreto successo, adattissimo alla pratica motociclistica e turistica.



INTRODUZIONE
Vandalusia, così venne chiamata dai Vandali questa terra che si spinge verso sud ad appena pochi chilometri dall’Africa, afferrandone anche i benefici influssi climatici, come nessun altra parte del continente europeo. Non è un segreto che l’Andalusia possa permettersi di mandare per una buona metà dell’anno i suoi visitatori a crogiolarsi sulle sue spiagge bagnate da acque scintillanti. Terra solare, come solari sono i suoi abitanti, amanti della compagnia e del divertimento, sia che si tratti di gustare tapas in uno dei numerosissimi bar, sia di tirare avanti una fiestas fino ad ora tarda. Nelle città andaluse, la modernità e la vita notturna convivono con spettacolari monumenti islamici e cristiani, splendidi, affascinanti ricchi di forme, storia e colori. Le coste sono forse la nota dolente di questa zona: una pesante urbanizzazione ne ha probabilmente intaccato la originaria bellezza e, soprattutto nella parte mediterranea i centri , anche quelli più piccoli sono diventati vere e proprie industrie per il turismo di massa. Ma basta addentrarsi all’interno della regione per entrare in un'altra dimensione, fatta di paesini di case bianche, tra montagne impervie e verdi colline, dove si vive ancora con il ritmo delle stagioni: qui si coltiva l’ulivo, la vite, l’arancio ed il mandorlo, tra estati torride ed inverni gelidi. I maestosi paesaggi di terra e di mare offrono innumerevoli spunti di itinerari e questo ne è solo un esempio.


Programma di viaggio indicativo
Le tappe sono riportate per comodità e per dare qualche informazione in più su alcune delle attrattive che andremo a conoscere durante il percorso,  le soste saranno stabilite a seconda delle esigenze quotidiane.
Da aggiungere il trasferimento da e per l’Italia.


1.        Granada, riposo
Arrivo e cominciamo con una sosta, ma Granada e la sua spettacolare Alhambra meritano tutte le attenzioni possibili!! Giornata dedicata alle visite ed a riprendersi dal mega trasferimento per raggiungere l’estrema punta della penisola Iberica.

2.        Granada- Ronda km 309
Meteo permettendo, inizieremo salendo sulla Sierra Nevada, la strada più alta d’Europa attraversando poi il parco nazionale omonimo percorrendo una spettacolare sterrata!!  Per arrivare a Ronda, definita la città più bella dell’Andalusia, ed una delle più belle dell’intera Spagna, si possono impiegare un paio d’ore o spendere un’intera giornata, come faremo noi, perdendoci dopo aver visitato l’interessante Antequera, fra le panoramiche strade della Garganta del Chorro. Il percorso, una volta imboccata la A366 diventa a dir poco entusiasmante, ma dopo Burgos……nell’elenco dei giudizi ci accorgeremo che anche “spettacolare”, può essere un termine riduttivo!!! A Ronda fu inventato il moderno combattimento a piedi contro i tori. La plaza de toros, la più antica di tutta la Spagna fu inaugurata nel 1784 ed è un capolavoro.
Vero e proprio santuario nel suo genere, è perfettamente conservata. L’arena forma un circolo perfetto, con 2 ordini sovrapposti di archi ribassati, poggiati su 176 colonne toscane, ben 5000 posti a sedere, un diametro di 66 metri, completamente coperta ed è l’unica che abbia la barriera protettiva in pietra.

3.        Ronda- Tarifa km 245
La giornata, dedicata quasi interamente alla zona de “los pueblos blancos”, ci offrirà una serie di strade da urlo, soprattutto la prima parte fino al bivio per El Colmenar, percorrendo la A369. Una volta tornati sul mare e superata Algeciras, l’impatto urbanistico delle città costiere sembra attenuarsi per lasciare spazio a villaggi di pescatori e piccoli centri turistici, sosteremo a Tarifa.

4.        Tarifa- Jerez de La Frontera km 214
Continuiamo seguendo la costa ed è la volta di Cadiz, Julia Augusta Gadigana, tanti nomi per un solo luogo, fondata dai fenici, abitata fin dal 1100 a.C. Una delle città più antiche dell’occidente.
Il nucleo antico, edificato su di un promontorio, è circondato da un bastione pentagonale seicentesco. Quattro chilometri e mezzo da percorrere in moto o a piedi, per rendersi conto che la parte più interessante è quella chiusa tra il castello de Santa Catalina e il ponte che unisce le mura con il castello di San Sebastiano, una camminata di circa un chilometro, ma molto suggestiva. Ma la meta della giornata è Jerez de la Frontera, famosa in tutto il mondo per il suo vino, lo sherry, prodotto con uve che crescono nel terreno gassoso che circonda la città. I musulmani battezzarono la città Sheris, da questo appellativo derivano sia “Jerez” sia “sherry”. Questo vino era già conosciuto in Inghilterra all’epoca di Shakespeare, ed è proprio al denaro britannico che si deve lo sviluppo delle aziende vinicole locali a partire dal 1830.

5.      Jerez de La Frontera- Siviglia km 130
Mattinata dedicata alla visita di cantine ed alle degustazioni, decideremo quali direttamente sul posto.
Per avere un’idea e qualche informazione in più:
In tarda mattinata trasferimento verso Siviglia, passando dall’ultimo de los pueblos blancos del nostro itinerario, Arcos de la Frontera, posta ad anfiteatro, alta su rocce rossastre a dominio del fiume Guadalete, che la avvolge quasi completamente. Mezza giornata di guida su belle strade ed il gioco è fatto, Siviglia è lì ad attenderci, domani riposo.

6.        Siviglia, riposo
Altra giornata di visita. L’atmosfera qui, è completamente diversa: ritmi più frenetici (siamo di fronte da una metropoli di circa un milione di abitanti), città universitaria, ragazze carine, molte ragazze ed un afflusso turistico assai intenso in qualsiasi periodo dell’anno. Anche qui la cattedrale, la più grande chiesa gotica del mondo, con la sua Giralda, tanto per cambiare opera di origine moresca presa in “prestito” (praticamente l’unica testimonianza dell’antica moschea, che fu completamente abbattuta), e soprattutto l’Alcazar, il più antico palazzo reale tuttora in funzione, attuale residenza Sivigliana dei sovrani spagnoli, ci “faranno” perdere l’intera giornata.

7.        Siviglia- Cordoba km 274
Giornata di guida in montagna, ci spingeremo a nord, per poi picchiare decisamente su Cordoba. Siamo sulle sponde del Guadalquivir, fiume un tempo navigabile, che sicuramente fece le fortuna   di questa parte della penisola iberica. La struttura urbanistica è tipicamente araba, ed un vero invito a percorrere i suoi vicoli in cui è facile perdere l’orientamento. Ma la vera attrazione di questa cittadina è senza dubbio la moschea, trasformata in cattedrale nel 1523, operazione che provocò critiche feroci, anche nello stesso mondo cattolico, ma che ha lasciato sicuramente un’opera straordinariamente unica nel suo genere.
Sembra che, alla vista del risultato finale, lo stesso Carlo V abbia esclamato: ”Che cosa avete fatto? Avete distrutto qualcosa di unico ed inimitabile, per costruire qualcosa di assolutamente comune!”

8.      Cordoba
Il giro è terminato, non resta che rientrare a casa!!
       Come per la Corsica, spero vi piaccia.
       CIAO!




ARTE E CULTURA 
Noi saremo lì il primo giorno, domenica 24 marzo e potremmo assistere ad una delle ricorrenze più sentite del paese! Non esiste in tutta la Spagna una settimana Santa come quella di Siviglia, caratterizzata da una partecipazione, un fervore, una solennità, un rispetto della tradizione ed un adorazione verso la vergine davvero smisurati. Ogni giorno, dalla domenica delle Palme a Pasqua, grandi statue, addobbate sontuosamente ed intere raffigurazioni a grandezza naturale di scene che riguardano la pasqua vengono trasportate per le vie di Siviglia, dalle chiese alla cattedrale, accompagnate da processioni che impiegano ore a sfilare ed a cui assistono folle enormi. Questi riti presero la forma attuale nel XVII secolo, epoca a cui risalgono molte delle immagini, tra le quali ci sono opere d’arte che possono essere considerate veri  e propri capolavori.  
Le processioni vengono organizzate da più di 50 confraternite, ognuna delle quali possiede 2 “pasos”, delle pesanti piattaforme utilizzate per trasportare le statue e le immagini sacre. I “pasos” sono trasportati da squadre di 40 portatori, che si muovono a ondeggiando in maniera ipnotica al ritmo della musica delle bande che li accompagnano ed al comando del “capataz”, il capo, che suona una campana quando il “paso” si deve fermare o deve riprendere a muoversi.
Ogni coppia di “pasos” è seguita da circa 2500 personaggi in costume, i “nazarenos”, che indossano alti cappucci, simili a quelli del Ku Klux Klan ma di vari colori, che coprono completamente la testa, a significare che l’identità dei penitenti è nota solo a Dio. I più contriti camminano a piedi nudi, portando sulle spalle una croce. Il momento culminante della “Semana Santa”, è costituito dalla “madrugada”, l’alba del venerdì Santo, quando alcune delle più conosciute e rispettate confraternite sfilano attraverso le vie della città.
Può essere interessante seguire il cammino di una confraternita attraverso il suo quartiere di appartenenza o quando lascia la propria chiesa o ne fa ritorno: si tratta di momenti emozionanti che servono alla comprensione di quello che rappresenta per i sivigliani questo evento.
Durante la “Semana Santa” è reperibile un po’ ovunque in città il programma delle manifestazioni. Per maggiori informazioni consultare www.semana-santa.org in spagnolo.



COLORI E SAPORI
Le tapas sono la quintessenza della tradizione gastronomica spagnola, impossibili da trovare negli altri paesi, nonostante le tante imitazioni. Sì, perché non sono solo una specialità locale, ma anche un modo tutto spagnolo di mangiare. Una tapa, in realtà, può essere qualsiasi cosa: un pugno di olive, una fetta di pane con prosciutto o formaggio, una porzione di “toritlla”, la famosa frittata di patate e cipolle, fritture, ma anche piatti più elaborati con carne e pesce. Le tapas si ordinano generalmente nei bar per accompagnare un bicchiere di vino o di birra, quasi sempre in piedi davanti al bancone e buttando tutto quello che serve per consumarle (stuzzicadenti, fazzolettini di carta etc.) rigorosamente ai piedi dello stesso. La quantità di immondizie alla base dei banconi, in genere stabilisce la qualità ed il numero dei frequentatori del locale. Sono un modo di bere senza ubriacarsi, di socializzare e di godersi in spensieratezza un momento della giornata, con la speranza che ne seguano molti altri. Lo potremmo definire un specie di aperitivo, ma senza riuscire a coglierne l’essenza, molto più spagnola. Le tapas, sono di fatto, parte integrante dello stile di vita locale, come l’aglio e la religione (vedi box). Visitare il paese senza fare almeno un tapeo, ovvero un giro dei bar de tapas, equivale a non aver completamente conosciuto la Spagna. 

Colpo d’occhio                                                                  
La zona di Tarifa è sicuramente la punta dell’iceberg eolico Andaluso e spagnolo. Zona assai ventilata, punto di richiamo per surfisti e amanti di sport che devono comunque convivere con attività che molto sono influenzate dalla costanza dei venti, la Spagna ed in particolare quest’area del paese, si è completamente votata a questa forma di energia alternativa e pulita: una vera e propria genesi di “funghi tecnologici” che con le loro pale in quasi costante e perenne movimento generano grandi quantità di energia a basso costo e soprattutto non inquinante.  Ma gli ambientalisti ed il loro impatto ambientale dove sono?


Le strade
Eccezionali!! Quasi sempre sopra la media ed oltre ogni più rosea aspettativa. Sono praticamente tutte nuove e rifatte a regola d’arte con un asfalto abrasivo e perfetto, che mettono nelle migliori condizioni anche i motociclisti più esigenti. Ci sono le autopistas, a pagamento, le autiovias, superstrade per lo più a 4 corsie ed esenti da pedaggio e le statali, spesso poco trafficate, in ottime condizioni ed assolutamente da preferire alle precedenti.


INFORMAZIONI IN RETE
www.tourspain.es l’ente turistico nazionale ha un sito con diverse informazioni generali e collegamenti ad altri siti di tutto il paese.
http://www.andalusiaspagna.com la guida online più completa sull’Andalusia e Siviglia
http://www.turismoderonda.es/catalogo/esp/plazatoros.htm per informazioni su Ronda e la sua splendida plaza de toros.
www.paradores.es sono probabilmente il modo più esclusivo per conoscere il paese, una catena di alberghi statali, situati in luoghi magnifici, quali castelli e conventi medioevali. Non sono economici, ma in Italia costerebbero sicuramente più del doppio, sicuramente ne proveremo qualcuno!
www.reaj.com l’associazione degli ostelli della gioventù spagnola. Nello specifico della regione, per l’Andalusia www.inturjoven.com
per informazioni sui traghetti:

Cartografia
La Michelin pubblica delle carte stradali 1/400000 delle varie regioni della penisola iberica: n. 578 Andalucia www.ViaMichelin.com
Le “Lonely Planet” sono pubblicate in Italia da "EDT srl" ed hanno in commercio “Spagna centrale  e meridionale” (€22,00), oltre ad un volume per la parte settentrionale del paese. Continuo a rimanere dell’idea, come per altri paesi in catalogo, che potrebbe essere commercializzato benissimo una sola guida per tutto il paese, dato che la parte informativa generale è praticamente identica per entrambe le edizioni  www.lonelyplanet.com/italia

Box “Quando partire”                                    
Praticamente si può viaggiare in Andalusia tutto l’anno, anche se le estati possono essere molto torride e d’inverno alcune zone dell’interno, sono molto piovose, oltre che particolarmente fredde. Inoltre non pensiate che, andando al sud dell’Europa, vicinissimi all’Africa, sia sempre caldo, anzi, anche in primavera ed in autunno, la costante ventilazione, che fa la gioia dei surfisti sulle spiagge, può provocare repentini abbassamenti delle temperature.