02 dicembre 2025

INCA RAID 2026

Dal 2 al 22 agosto
20 giorni, km 4094 

Versione definitiva del prossimo viaggio in sud America, programmato per agosto 2026. Abbiamo optato per la versione inizialmente pensata di 21 giorni con possibilità di estensione per il nord del Cile e della Bolivia.


Qualcuno ha scritto: “amo viaggiare, ma odio arrivare” 
di certo si riferiva anche al Perù.
Questa terra così lontana, popolata da genti misteriose e ricche di fascino, solcata da montagne impervie, valichi ad altezze siderali, siti archeologici fra i più imponenti ed importanti dell'intero continente latino-americano, sarà il nostro obiettivo alla fine del 2025. Itinerario collaudato ma rivisto per giorni di durata ed in alcuni dettagli, dovuti come sempre alla continua ricerca della perfezione che tarda ad arrivare……. Intanto il programma con le date, i chilometraggi, qualche foto per iniziare ad annusare le sensazioni che questa terra può regalare. Una ventina di giorni trascorsi in moto attraversando le Ande, guidando sulla spettacolare Panamericana, ammirando il lago Titicaca al tramonto ed il vertiginoso canyon de Colca, percorrendo la valle Sagrato, schiacciati nel canyon de Uchco, visitando Machu Picchu, le montagne arcobaleno, alla costante ricerca delle tracce più impressionati che gli Inca, questo misterioso popolo ci hanno lasciato.


TAPPE:

 

1.     Domenica, 2 agosto, Italia- Santiago

2.     Lunedì, 3 agosto, Santiago- Arica, volo interno

3.     Martedì, 4 agosto, Arica, ritiro dei mezzi

4.     Mercoledì, 5 agosto, Arica- Arequipa, 406 km

5.     Giovedì, 6 agosto, Arequipa, sosta e visita della città  

6.     Venerdì, 7 agosto, Arequipa- Cuzco km 517

7.     Sabato, 8 agosto, Cusco, sosta e visita della città  

8.     Domenica, 9 agosto, Cusco/ Ollantaytambo, treno per Aguas Calientes km 89

9.   Lunedì, 10 agosto, Aguas Calientes, bus per Machu Pichu, Ollantaytambo, treno 

10.  Martedì, 11 agosto, Ollantaytambo- Abancay, km 267

11.  Mercoledì, 12 agosto, Abancay- Ayacucho, km 388

12.  Giovedì, 13 agosto, Ayacucho - Huancayo, km 305

13.  Venerdì, 14 agosto, Huancayo - Paracas, km 443

14.  Sabato, 15 agosto, Paracas, sosta

15.  Domenica, 16 agosto, Paracas- Nazca, km 260

16.  Lunedì, 17 agosto, Nazca- Canyon de Colca- Yanque, km 681 

17.  Martedì, 18 agosto, Yanque- Puno, km 321

18.  Mercoledì, 19 agosto, Puno, sosta, escursione in barca nel lago Titicaca   

19.  Giovedì, 20 agosto, Puno- Arica, km 430

20.  Venerdì, 21 agosto, Arica, consegna dei mezzi, volo per Santiago

21.  Sabato, 22 agosto, rientro in Italia



PROGRAMMA:

 

1 Italia- Santiago

Volo internazionale ed arrivo in Cile. Una volta sbarcati nella capitale Santiago, necessario un trasferimento aereo di coincidenza per giungere ad Arica, punto di partenza della nostra esperienza sudamericana.

 

2 Santiago- Arica, volo interno

Arrivo ad Arica, sistemazione in albergo.

 

3 Arica, ritiro dei mezzi

Giornata dedicata al ritiro dei mezzi, una volta espletate le varie formalità burocratiche, giornata a disposizione per prepararsi all’inizio del viaggio.

 

4 Arica- Arequipa, 416 km

Subito la frontiera, da dove inizia il trasferimento seguendo una strada costiera, parallela alla Panamericana, per poi iniziare gradualmente a salire d’altitudine sino ai 2.325 m. di Arequipa. Arrivo nel tardo pomeriggio nella suggestiva “Città Bianca”, così chiamata per le sue costruzioni in pietre candide, la capitale intellettuale del Perù. È la seconda città del paese, ma non ha niente a che vedere con Lima: bella, moderna, storica ed animata, con in più un clima davvero invidiabile. Non ha una vera stagione fredda. D’inverno rinfresca un po’ di sera, ma restano sempre i suoi 300 giorni di sole all’anno. Niente male, soprattutto se paragonata a quello che può offrire la capitale, volutamente ignorata senza alcun rimpianto!! Buona parte dell’abitato e costruita con una roccia vulcanica di colore molto chiara, da cui il suo soprannome. Cominciamo con il rispettare le tradizioni di viaggio. La sera, aperitivo, il solito eccellente pisco sauer, in uno dei bar che si affacciano sulla fantastica plaza de Armas splendidamente illuminata, prima di andare a cena. 


5 Arequipa, sosta, visita della città

Giornata di sosta per consentire un “morbido” acclimatamento alle altitudini che andremo ad affrontare nei prossimi giorni. Sicuramente il luogo migliore per farlo e sicuramente da visitare il Monastero di Santa Catalina, un convento che si estende su di una superficie di 20.000 metri quadrati, e che occupa un isolato intero. Una città dentro la città. L’edificio religioso più bello del Perù e probabilmente di tutto il Sud America. Resto della giornata a disposizione per bighellonare nelle viuzze della città vecchia ed ammirare ancora una volta la splendida Plaza de Armas con i suoi porticati, aspettando la sera e l’ora dell’immancabile aperitivo.

 

6 Arequipa- Cusco, km 517

Tappa ordinaria, per modo di dire. Percorreremo ad altezze siderali la via principale per raggiungere la meta di giornata. La sosta ad Arequipa dovrebbe aver agevolato l’acclimatamento alle altitudini che questa terra impone a chi decide di esplorarla. Il percorso si srotola su un tracciato asfaltato tra piccoli e radi villaggi ed un paio di passaggi oltre i 4.000 metri.  Arrivo a Cusco, 3.400 metri d’altitudine, il famoso “Ombelico del Mondo”. Da qui secondo le tradizioni ebbe origine la Civiltà e la città ricca di vestigia coloniali conserva ancora molte tracce dell’impero Incas. Domani avremo a disposizione l’intera giornata per conoscerla meglio.  

 

7 Cusco, sosta e visita della città                                                          

Cuzco, come non dedicarle un giorno intero?? Il punto focale del turismo in sud America, ma ancora prima, capitale del regno Inca. Narra la leggenda, che fu fondata nel XII secolo da Manco Capac, il primo Inca, figlio del sole. Durante uno dei suoi viaggi l’imperatore conficcò una verga d’oro nel terreno ed essa scomparve: questo punto segnava il “qosqo” ovvero “l’ombelico del mondo” in lingua quechua e proprio in quel punto egli fondò la città che sarebbe diventata il centro del più grande impero dell’emisfero occidentale. Gli Inca però, ed il loro regno, durarono pochissimo, meno di un secolo, dal 1438 al 1532, anno in cui Pizarro, con la sua banda di ladroni arrivò in Sud America, regalando immense ricchezze a sé stessi ed alla corona di Spagna, e frustrante miseria alle popolazioni sudamericane. Definita la Katmandù delle Ande, Cuzco con i suoi dintorni costituisce uno dei più bei siti del Sud America. Gran parte del centro che si sviluppa intorno ad una fantastica Plaza de Armas, si compone di belle case coloniali, con balconi in legno scolpito e porte dipinte in blu oltremare. Per non parlare di quello che le sta intorno. Possibilità di una visita guidata della città, a piedi la stupenda Plaza de Armas ed i dintorni del centro, la Cattedrale, edificio Inca con altare d’argento massiccio, Plaza San Francisco decorata con piante e fiori.  Poi con bus privati è possibile raggiungere le altre attrazioni quali gli imponenti siti archeologici.

 

8 Cusco/ Ollantaytambo/Aguas Calientes, km 89

Tappa breve ma assai interessante. El Valle Sagrado è un’altra attrazione del paese, con i suoi piccoli centri e mercati, tra i quali spicca quello di Pisac, con uno dei mercati più caratteristici del paese. All’arrivo ad Ollantaytambo, una volta parcheggiate le moto, saliremo sul treno alla volta di Aguas Calientes dove sosteremo per la notte. Un espediente per avvantaggiarsi nei confronti delle masse che quotidianamente invadono, quello che probabilmente è il sito archeologico più visitato delle Americhe.


9 Aguas Calientes, escursione a Machu Picchu, Ollantaytambo                                 Al mattino saremo fra i primi a percorrere in pullman di linea i 5 chilometri per arrivare al sito archeologico di Machu Picchu, posto 2.400 metri d’altitudine. L’avvicinamento è spettacolare, con passaggi in gole strette e fra montagne che sembrano disegnate; l’atmosfera soprannaturale che regna a Machu Picchu è una delle più belle al mondo, sicuramente la località più famosa e spettacolare del sud America. La città perduta degli Inca, che Pizarro cercò invano e che Hiram Bingham, archeologo americano, solo nel 1911 e del tutto accidentalmente riuscì scoprire, un vero caso fortuito. Ciò si spiega perché la città è arroccata in cima ad una montagna tagliata in modo da renderla perfettamente invisibile dalla valle. La Città Perduta, capolavoro degli Incas, con la Cittadella su un piccolo cocuzzolo dominante il Rio Urubamba. Al termine, trasferimento con i bus di linea alla stazione ferroviaria e ritorno in treno a Ollantaytambo.    


10 Ollantaytambo- Abancay, km 267

A questo punto il senso di appagamento potrebbe assalirci!! La totalità dei viaggiatori, si spinge decisamente verso ovest, l’oceano, la Panamericana ed in particolare Nazca. Come dargli torto?? Un mega trasferimento potrebbe divorare in un sol boccone una parte del paese, potrebbe……dalla lunghezza della tappa avrete capito che qualcosa non torna. Premettiamo che Abancay non è il posto migliore per soggiornare, dovremo adattarci, ma è una scelta imposta dalle nostre decisioni in merito all’itinerario dei prossimi giorni. Scelte audaci, speriamo in bene!! Intanto la sorpresona di giornata, praticamente alle porte di Abancay, deviamo repentinamente a destra, in direzione nord, verso il piccolo, sconosciuto, appartato villaggio di Huanipaca e da qui ci dirigeremo verso ovest su questa strada pazzesca, letteralmente scavata nella roccia di una imponente montagna, che ci permetterà di guidare dominando il paesaggio come se stessimo volando e potessimo sfiorare il cielo, sospesi nel vuoto!! Viene definita, forse a ragione, la “carretera de la muerte” del Perù, in competizione con la omonima gemella boliviana. Non anticipiamo niente ma sarà bene prepararsi allo straordinario!!

 

11 Abancay- Ayacucho, km 388

Un’altra giornata su strade sconosciute e che strade, le solite strade!! In genere la maggior parte dei viaggi organizzati, come già anticipato, dopo l’estasi in alta quota, di Machu Picchu, Cusco e del Valle Sagrado, punta decisamente verso l’oceano e le linee di Nazca………noi no, non ci accontentiamo, non possiamo!! Ce ne andiamo in tutt’altra direzione, verso nord, verso l’interno, per la Perù 3S, che è la migliore alternativa possibile. Una zona che è rimasta chiusa al circuito turistico per anni, la guerriglia intimoriva non poco chi si avventurava per queste montagne!! Ma l’itinerario ci introduce in un’altra area geografica del paese, sconosciuta ai più ma forse ancor più sorprendente poi che inaspettata. Arrivo di giornata sarà Ayacucho che merita una sosta, perché la cittadina e la sua popolazione sono stati protagonisti di eventi chiave nella storia non solo del Perù. L’indipendenza di tutta l’America latina, ha origine proprio dalla vittoriosa battaglia nella guerra di indipendenza ispano-americana che qui si svolse nel 1824. La città andina più affascinante del paese dopo Cuzco. Sosta interessante non solo per chi è attratto dalla storia di questa regione veramente particolare, ma perché qui regna una atmosfera speciale ricca di fascino, forse difficile da descrivere, che condensa una miscela di fierezza, di timore ed estremismo culturale…….


12 Ayacucho - Huancayo, km 305

Questo è un paese immenso, ma ce ne siamo già accorti nei giorni precedenti. Grande quattro volte l’Italia e con una varietà topografica e paesaggistica spesso sorprendente, esercita un richiamo feroce, ipnotico su qualunque viaggiatore, e sicuramente rappresenta la garanzia di percorrere strade emozionanti, anche quando si esce dai sentieri che sono comunemente battuti da un turismo di massa. La giornata racchiude senza dubbio tutte queste caratteristiche. Approcciamola con calma e la solita curiosità, viaggeremo alle solite altezze siderali. Si continua nei limiti del possibile in direzione nord, considerando che l’orografia del territorio è spesso brutalmente incoerente, anche seguendo la strada principale. Il tracciato è, tanto per cambiare, tortuoso, stretto e ricco di sorprese paesaggistiche. La tracciatura potrebbe sembrare inutile, ma non distraiamoci più del dovuto. Per lunghi tratti, saremo ancora sulla solita Perù 3S.

 

13 Huancayo- Paracas, km 443

La giornata in cui ci avvicineremo di più alla capitale e che racchiude il motivo dello spingerci tanto a nord. Probabilmente la sorpresa del viaggio, quella che non ti aspetti, è celata nei primi chilometri della tappa odierna: il Canyon de Uchco!! Ho letto da qualche parte: “Se hai intenzione di viaggiare in Perù e ti piace visitare luoghi dove la natura sembra aver meticolosamente scolpito ogni dettaglio, questo luogo non può essere lasciato fuori dal tuo itinerario.” Il Canyon fa parte della Riserva Paesaggistica Nor Yauyos-Cocha, una bellissima regione ricca di laghi e circondata da montagne. Ad ogni chilometro percorso il paesaggio cambia e la strada costeggia pendii rocciosi, dove un fiume dalle acque verdastre dona dei riflessi smeraldo allo scenario montuoso. La strada diventa sempre più stretta, e in molti momenti è necessario fermare la moto per far transitare altri veicoli proveniente dalla direzione opposta. Percorrendo la Carretera Cañete Yauyos attraverso piccole città che sembrano essersi fermate nel tempo, ci ricongiungeremo alla Ruta Panamericana o Ruta 1S, direzione Paracas, nostro punto di arrivo di giornata, dove sosteremo un giorno e che sarà il punto di partenza delle escursioni di domani. 


14 Paracas, giorno di sosta

La Penisola di Paracas e le sue bellissime insenature rappresentano uno dei gioielli del litorale meridionale peruviano. Giornata completamente a disposizione. L’area offre diverse possibilità di svago: visitare in moto la Reserva Nacional de Paracas la più importante riserva naturistica della costa peruviana, con dune di sabbia e piste sterrate; compiere l’escursione di 4 ore circa, alle splendide isole Ballestas, non prima di aver ammirato il gigantesco candelabro, tracciato sulla riva dai Paracas e visibile soltanto dal mare, degno preludio a quello che ci attenderà il giorno seguente a Nazca; surfare sulle dune di sabbia od affittare dei quad per scalarle, godersi la giornata di riposo in piscina.


15 Paracas- Nazca, km 260

La città di Nazca è situata ai piedi delle Ande, dove nel deserto nelle sue vicinanze, sono state disegnate le linee di un gigantesco calendario astrologico, esteso su una superficie di varie centinaia di chilometri quadrati. È in questa pampa arida che nel 1939 furono scoperte delle strane figure, tracciate probabilmente tra l’anno 300 ed il 900 d.C. La strada Panamericana, taglia in 2 la zona. Chi non conosce Nazca e le sue linee? Le sue incredibili figure disegnate nel deserto, sono visibili solo dall’alto, a parte un mirador, situato a 30 chilometri circa dal villaggio, dove transiteremo alla fine della tappa odierna, e da cui è possibile ammirare 3 disegni: una mano, una lucertola ed un albero. Comunque, l’escursione aerea è caldamente consigliata, anche a chi soffre il volo sui piccoli piper che effettuano i voli.

 

16 Nazca- Canyon de Colca- Yanque, km 681

La tappa più lunga dell’intero viaggio scorrerà via fluida in un contesto naturistico che definire sorprendente apparirà già dai primi chilometri oltremodo riduttivo. Si torna verso l’interno e le sue imponenti montagne. Ma prima ci attende un bellissimo tratto di Panamericana, stupendo, solitario, dove incontrare altri veicoli diventa un evento, un percorso tortuoso dominato da un mare verde, tagliando dune giganti che piombano vertiginosamente nell’oceano. Tanti chilometri, una specie di trasferimento panoramico in uno dei tratto più desolati del paese!! Anche la garua, la nebbia estiva che spesso copre una parte del paesaggio non riuscirà a limitare particolarmente la spettacolarità del luogo. Ma le sorprese non sono finite. La più spettacolare escursione della zona è senza dubbio quella per giungere al Canyon de Colca. Ci arriveremo seguendo un percorso inedito. L’obiettivo di giornata, senza ombra di dubbio, che con i suoi 3.182 metri è fra le gole più profonde del mondo. La strada tortuosa è affiancata da tre Vulcani di imponente altezza che fanno da sfondo e supportano un panorama già di per sé straordinario!! Famosa la “Croce del Condor”, che troveremo lungo il tragitto e dove si possono ammirare decine di questi rapaci che, sfruttando le correnti termiche del luogo, si tuffano dai dirupi su uno splendido paesaggio di terrazze e coltivazioni. Termineremo le nostre fatiche a Yanque, all’interno della Reserva Nacional Salinas y Aguada Blanca, con un’altitudine media, tanto per cambiare di 3.850 metri!!


17 Yanque- Puno, km 321

Quella di oggi può essere definita una tappa interlocutoria, come lo può essere una normale giornata tra le montagne peruviane!! Un breve tratto sterrato, per attraversare il parco nazionale Salinas y Aguada Blanca, stabilendo un altro piccolo record di questo viaggio: la strada sale addirittura a 4.980 metri d’altitudine, per poi inforcare la strada nazionale PE34a. Ma saremo per gran parte della giornata ad una altezza media di 4.000 metri. La meta finale è Puno, altro centro caratteristico del Perù, sulle sponde del lago Titicaca una meta imprescindibile, attraversando pittoreschi villaggi che punteggiano le Ande e valicando passi stratosferici. Puno non è sicuramente una città appassionante, anche se con una certa atmosfera, ma il fascino che emana il lago è addirittura straordinario: 3.810 metri, 8.000 chilometri quadrati, un gigante turchese, un occhio spalancato su di un cielo limpido solcato da basse nuvole, abbagliante, con luci incredibili ed orizzonti sterminati.

 

18 Puno, sosta, escursione in barca sul lago Titicaca 

La mattina, assai interessante l’escursione sul Titicaca, il lago navigabile più alto del mondo, da sempre luogo sacro degli Incas, alle isole galleggianti degli Uros. Popolazione ormai estinta, riportano alcune guide, pare che l’ultimo sia ormai morto da anni, minato dalla miseria e dall’alcool!! Quelli che si vedono ora sono indios Aymarà, che una volta resisi conto delle potenzialità turistiche, si sono stabiliti sull’isola e si fanno passare per discendenti degli Uros. Poco importa, siano essi Uros originali o Aymarà falsi, la visita alle isole galleggianti in totora, questa canna che si raccoglie nelle acque basse del lago, rappresenta sicuramente la principale attrattiva turistica della zona. Nel pomeriggio possibilità di esplorare le rive del lago, spingendosi fino al santuario di Copacabana, in Bolivia.     

 

19 Puno- Arica, 430 km                                                                                    

Ultima tappa, ma le sorprese non sono finite!! Eravamo indecisi se apportare una variazione al tracciato seguendo la sponda sud del lago quasi fino al confine boliviano ma abbiamo optato per la scelta iniziale, tentata con successo nell’ultima edizione. Percorso parzialmente sterrato, direzione Moquegua. Pista straordinaria, si arriva, tanto per cambiare, ad oltre 4.000 metri fra dune giganti di sabbia, imbiancate dalla neve, un vero e proprio controsenso in termini ed uno spettacolo per la vista. Che viaggio!! L’arrivo a Tacna avviene su asfalto su una strada spettacolare, con buon asfalto e curve sopraelevate, il Perù, questa terra straordinaria ci saluta alla sua maniera, mai banale. Passaggio di frontiera ed arrivo ad Arica, è quasi finita!!

 

20 Arica, riconsegna dei mezzi, volo per Santiago

In mattinata, riconsegna dei mezzi e coincidenza aerea per la capitale Santiago.

 

21 Santiago- Italia

Volo di rientro in Italia.





























01 dicembre 2025

Creta non sazia mai         


"Quando mi svegliai, all'alba, la grande isola sovrana si estendeva a dritta, fiera e impervia, e le isole pacificate sorridevano pallide nel sole mattutino. Intorno a noi ribolliva il mare color indaco. Zorba, avvolto in una spessa coperta marrone, guardava insaziabilmente Creta."

Creta appare così, agli assonnati occhi di Zorba nelle bellissime parole del libro maestro di Kazantzakis. Uno scrittore a cui oggi è dedicato l'aeroporto di Heraklion e il cui libro è una lettura obbligatoria per immergersi negli odori di un'isola che è Grecia all'ennesima potenza.
Creta non è solamente l’isola più grande della Grecia, seconda se vogliamo solo a Cipro, ma è quasi come fosse una nazione a sé. E' un’isola complessa che vive tutto sino in fondo. Un posto dove le orecchie tagliate dei turchi si tenevano sotto spirito, ed il cui carattere fiero nessuno riuscirà mai a domare. Nemmeno Zorba con il suo ipnotico sirtaki. Chi desidera il sole, un mare cristallino, sport acquatici, mete culturali, gite, ovviamente in moto o amene passeggiate, come anche chi ama la natura incontaminata, non rimarrà certo deluso dalle molteplici attrattive che sa offrire. Circondata dalle acque più pulite del Mediterraneo, vanta spiagge di sabbia fine e placide insenature. Centri storici come quello di Chaniá o di Réthimno sono l'ideale per girovagare in serenità, mentre i palazzi di Cnosso, Festo, Mália e Káto Zákros ci riportano indietro agli esordi della civiltà.

Un’occasione ci viene offerta alla fine di maggio, quella di inoltrarci in una terra impervia, affascinante, orgogliosa delle sue tradizioni, per certi aspetti misteriosa, sconosciuta ai più.

Pronti all’avventura??



Tappe:


1.     venerdì 22 maggio Bari/Ancona- Igoumenitsa, traghetto

2.     sabato 23 maggio, sbarco in Grecia Igoumenitsa- Sivota km 22

3.     domenica 24 maggio, Sivota- Astakou km 294

4.     lunedì 25 maggio, Astakou - Pireo traghetto km 352

5.     martedì 26 maggio, Heraklion- Falissama. Km 271

6.     mercoledì 27 maggio, Falissama- Sfakion km 282

7.     giovedì 28 maggio, Sfakyon- Matala km 214

8.     venerdì 29 maggio, Matala- Kato Zakros km 271

9.     sabato 30 maggio, Kato Zakros- Agios Nikolaos km 202

10.   domenica 31 maggio, Agios Nikolaos- Heraklion traghetto km 194

11.  lunedì 1° giugno, Pireo- Patrasso- Bari/Ancona km 334

12.  martedì 2 giugno, Ancona/Bari, sbarco, rientro in sede

 

Creta è senza dubbio una delle isole greche più turistiche e belle di tutta la Grecia. Sarà anche perché come dimensioni, è grande abbastanza per contenere tutte le altre?? 
Forse, ma non solo, non limitiamoci alla dimensione geografica, basiamoci sui fatti!! Si dice che per tutte le altre isole elleniche c'è tempo, per Creta no. Ho letto da qualche parte che l'isola va visitata subito perché la vita è breve e non si sa mai le sorprese che ci riserverà. Presone atto, non resta che decidere di fare conoscenza con questo angolo di Grecia unico e incredibile, che possiede così tante bellezze tutte insieme come nessun'altra. Secondo la mitologia greca, è l'isola di Zeus e le sue origini sono ancora oggi avvolte nella leggenda e nel mistero: 5000 anni fa i Minoici diedero vita, infatti, alla prima civiltà progredita d'Europa, di cui ci hanno lasciato sorprendenti testimonianze, come il palazzo di Cnosso. Nel mezzo di tutto, sta Heraklion, la capitale di Creta. La prima cosa che la mappa di Creta fa realizzare è che visitarla tutta potrebbe essere impresa ardua, soprattutto in un unico viaggio. L’isola è vasta: il paragone giusto è quello di confrontarla con la Sardegna e la Sicilia. È la quinta isola più grande del Mediterraneo. Come si fa a vedere tutto con una settimana scarsa a disposizione?? Non si può, forse. L’isola non merita questa arroganza!! Ma la moto può aiutare e ci siamo preparati, abbiamo studiato ed abbiamo verificato con l’immancabile ricognizione. Ne parleremo sulla via del ritorno o meglio, davanti ad un bicchiere di raki durante il viaggio.  
Kalá na perásete (buon divertimento)!!


PROGRAMMA DI VIAGGIO:


1.  venerdì 22 maggio Bari/Ancona- Igoumenitsa, traghetto
Giornata dedicata a raggiungere il porto di imbarco, Bari od Ancona, per arrivare l’indomani in quello di Igoumenitsa, che sancirà l’inizio ufficiale del nostro viaggio. 
 
2.  sabato 23 maggio. sbarco in Grecia Igoumenitsa- Sivota km 22
Si arriva e nel dubbio sull’orario, mai più approssimativo nel corso degli ultimi anni, ci si sposta solo di una ventina di chilometri, su un tratto di costa bellissimo, per sostare a Sivota. Estesa su più colline, il luogo ha purtroppo subito uno sviluppo forse esagerato negli ultimi anni, ma la posizione geografica è da togliere il fiato, letteralmente circondata da spiaggette ed un pugno di isolotti, ce ne accorgeremo arrivando dalla strada panoramica che piomba sulle baie. Cenare in una delle taverne sul porto a pelo d’acqua al tramonto è a dir poco suggestivo, forse indimenticabile e rappresenta sicuramente il modo migliore per iniziare il nostro viaggio.
 
3.  domenica 24 maggio, Sivota- Astakou km 294
La strada costiera verso Parga è meravigliosa. Parga, è una destinazione davvero gradevole e si gioca il primato con Sivota di gioiello della costa ionica. Anche Arta, lungo il percorso di oggi, merita una visita, considerata anch’essa una delle cittadine più belle del paese, di impronta tipicamente bizantina. Ma prima bisogna entrare nella più ampia zona umida della Grecia e lo faremo letteralmente guidando su una minuscola stradina che segue una esile lingua di terra circondata dalle acque che conduce a Koronissia, un paio di taverne, un alberghetto, una spruzzata di case basse, un sogno adagiato su questa laguna dimenticata!! Bisogna fuggire da tanta solitaria e nascosta bellezza al più presto per non restarne inguaribilmente ammaliati!! Seguiremo la stessa strada, l’unica, non ci sono alternative. Una volta terminato il periplo del golfo di Amvrakikos, la costa ci accompagnerà fino a fine giornata.
 
4.  lunedì 25 maggio, Astakou - Pireo traghetto km 352
La giornata dell’imbarco verso la nostra destinazione, obiettivo del viaggio è un tappone intenso, i nostri trasferimenti che non sono mai tali, ricco di sorprese e di strade panoramiche. Abbiamo tempo e cercheremo di sfruttarlo fino ai limiti del possibile, lasciando una piccola finestra prima dell’imbarco per una cena in una delle trattorie tipiche nei pressi del Pireo, testata in fase di ricognizione. Si inizia la giornata allontanandosi dalla costa, per rivedere le solite acque color smeraldo nei pressi di Aitoliko, ma attraversando questo piccolo isolotto messo in comunicazione da due ponti, osservando il paesino di poco più di 7000 anime, tutti alla fine penseranno ad una città, seppur molto più grande, che si trova in Italia ed ha, più o meno, lo stesso principio costruttivo di questo ben più piccolo villaggio. Aitoliko, infatti, appare come una Venezia in miniatura. La strada settentrionale che costeggia il canale di Corinto, nonostante di grande comunicazione, è alquanto panoramica e poco trafficata. Ma ad Itea devieremo, una strada secondaria che diventa subito panoramica. Si entra in Beozia, dominata dal Parnaso, una delle montagne più alte della Grecia, con il suo Parco Nazionale, uno dei più antichi del paese, ricco di flora e fauna rare. Secondo la mitologia, il Parnaso era dedicato ad Apollo e alle "Ninfe Coricie". Il Parco Nazionale del Parnaso ha una fitta vegetazione, principalmente abeti ma anche cedri, rare piante endemiche e ospita numerosi animali selvatici e uccelli. Ed ammirando splendidi paesaggi naturali, che ci ritroveremo a pochi chilometri da punto di imbarco, stasera si naviga verso la meta, il nostro obiettivo del viaggio.
 
5.  martedì 26 maggio, Heraklion- Falissama km 271
Lo sbarco previsto è per le ore 7, colazione e prima sosta dopo pochi chilometri. Dicono che non si può lasciare Creta senza aver visitato i luoghi del mito; quindi, iniziamo dal leggendario Palazzo di Cnosso, quello del celebre labirinto del Minotauro, personaggio mitologico metà uomo e metà toro che fu ucciso da Teseo con l’aiuto di Arianna, sì, proprio lei, quella del filo!! Cnosso era la capitale dell’antica civiltà cretese e ciò è evidente dalla grandiosità del palazzo, costruito nel 1900 a.C., più volte danneggiato e ricostruito. Quel che oggi si può visitare è un misto di rovine e di una controversa, criticata, ricostruzione effettuata dall’archeologo britannico Arthur Evans, che secondo molti esperti non è fedele all’originale. Ma il Palazzo di Cnosso con le numerose sale e i suoi meravigliosi affreschi rimane comunque un’attrazione imperdibile. Il percorso di giornata ci spinge immediatamente lontano dal mare verso Anogia, uno dei villaggi più interessanti di Creta. Gli abitanti si differenziano dagli altri cretesi per tradizioni, costumi, vita sociale, arte popolare e dialetto locale. Seguiremo la vecchia strada che attraversa villaggi tipici e scenari montuosi. Dicono che chi vuole scoprire il vero volto dell'isola deve abbandonare i luoghi più turistici. Tranquilli villaggi abbarbicati sui monti, dopo innumerevoli tornanti, dove la vita segue il suo corso nello stesso modo da secoli. Gli uomini rimangono per ore e ore seduti nei kafeneia davanti a un caffè, i contadini raggiungono i campi a dorso di asini e muli, e tutti sono sempre pronti a scambiare quattro chiacchiere con i passanti. Le antiche vie di comunicazione tra i villaggi sono lastricate di pietra locale e tenute in buono stato per generazioni, e continuano ad allietare chi desidera assaporare il gusto del vagabondaggio. Nell'entroterra affascinano anche i romantici uliveti, gli aspri scenari montani e le profonde gole. Prima dell’arrivo a Falissama, dove faremo tappa, obbligatoria la breve deviazione fuoristrada, pochi chilometri, per la spiaggia nella famosissima laguna di Balos. 
“Il mare la avvolge come una leggera coperta azzurra” 
È una laguna dominata dal promontorio di Capo Tigani, un isolotto di fronte alla spiaggia che nelle ore di bassa marea si può raggiungere a piedi camminando lungo una striscia di sabbia. Il paesaggio è incredibile: una spiaggia di sabbia finissima dalle sfumature rosa, bagnata da un mare azzurrissimo che non teme confronti con i Caraibi e una vista magnifica sul promontorio e sulla più lontana isola di Gramvousa. Beh, per chi non ci è mai stato, sappiate che dal vivo Balos è decisamente più bella.
 
6.  mercoledì 27 maggio, Falissama- Sfakion km 282
Le Montagne Bianche, o Haniotika Madares come le chiamano i locali, sono la catena montuosa più estesa dell'isola, e sarà oggetto delle nostre attenzioni odierne. Si dirama fino alle zone di Selinos, Kissamos, Apokoronas e il Comune di Agios Vassilios, mentre occupa l'intera area di Sfakia, dove pernotteremo a fine giornata. Percorso complesso, spesso dubiteremo delle capacità di chi ha tracciato, ci potremo fidare?? Dopo ore di guida su percorsi dimenticati, impervi, ci accorgeremo che qualcosa sta per cambiare, basta la strada per capirlo, migliorata repentinamente e sarà un’emozione unica, tutta da percorrere. Guidare inconsapevolmente, scollinare sulla Gola di Imbros e trovare il mare all’improvviso, 550 metri più in basso, vicini all’infinito. Un tuffo al cuore!! La foga potrebbe indurci a lanciarci come da un trampolino, ma proprio qui c’è una piazzola di sosta che si nota a malapena, dove una vecchia kantina rottamata e buttata ad arrugginire alle ortiche permette di parcheggiare, ultima occasione prima che comincino i tornanti per la discesa. Solo montagne da un lato, un’impenetrabile barriera. Mare dall’altro: confine insuperabile, davanti c’è solo l’Africa. E in mezzo, una piccola pianura di campi, luce abbacinante e spiagge senza fine. Paesaggisticamente, siamo in trappola!! Un’altra perla di questa magica isola ci attende a fine giornata: il villaggio di Sfakia, Chora Sfakion in greco, si trova lungo la costa meridionale di Creta che si tuffa nel Mar Libico, nella provincia di Hanià. A Sfakia, che si trova in posizione centrale rispetto alla catena montuosa, si trovano due piccoli porticcioli. Questo piccolo villaggio molto carino e tranquillo è immerso in un paesaggio selvaggio e incontaminato e offre al turista ogni tipo di servizi e di comodità. Subito fuori dal centro abitato, sul lato occidentale, si trova la spiaggia di Vrissi, una piccola distesa di ciottoli ben organizzata, mentre direttamente accanto al piccolo porto di Sfakia, di fronte alle taverne, si trova una spiaggia più piccola. 
 
7.  giovedì 28 maggio, Sfakyon- Matala km 214
La prima parte di giornata sarà caratterizzata da strade spettacolari, che danno l’idea di quanto sia stupenda l’isola, ma anche di quanto sia riservata e restia a manifestare le sue meraviglie. Una maniera alquanto ondivaga, ma usuale di esplorare: prima inspiegabilmente verso ovest, dove finisce l’asfalto, si torna indietro, poi nord, per un breve tratto di strada già percorso ieri, poi est, poi sud, ma che stiamo combinando?? Ritroveremo l’orientamento una volta che picchieremo sulla costa dall’ennesima strada mozzafiato recentemente asfaltata, una spericolata soluzione per giungere in maniera ardita sul mare. Senza nemmeno accorgersene stiamo entrando in un’altra dimensione. Le suggestioni del paesaggio stanno trasformando le nostre percezioni. E la cosa è inebriante!! Un castello perfettamente conservato che controlla spiagge da sogno ed i suoi bagnanti. Punto di arrivo di giornata è Matala, “dove il domani non arriva mai!!”, un pittoresco villaggio incontaminato sulla Baia di Messara che sorge nella costa sud in provincia di Heraklion. Non sarà difficile rimanere incantati dalle splendide acque cristalline del Mar Libico e dalla scogliera sovrastante la spiaggia con le sue grotte d'epoca preistorica e la sua area pedonale dove ceneremo questa sera, nella solita taverna.
 
8.  venerdì 29 maggio, Matala- Kato Zakros km 271
Si lascia l’affascinante Matala, per spingersi decisamente verso est. Arrivo in uno dei punti più orientali ed appartati dell’isola, lontano dai centri turistici più sviluppati di Creta, al suo estremo limite Orientale. Kato Zakros dispone, oltre alle rovine dell’importante palazzo Minoico, belle spiagge, un luogo benedetto che, non solo non ha scacciato la propria gente, ma li ha mantenuti vicino a sé incoraggiandoli ad occuparsi principalmente della propria terra. Questo avviene anche per un altro motivo che ha reso famosa Kato Zakros in tutto il mondo, senza tuttavia permettere all’industria turistica di realizzare il suo catastrofico impatto sulla zona e che è ovviamente il ritrovamento del Palazzo Minoico, uno dei must dell’isola.
9.  sabato 30 maggio, Kato Zakros- Agios Nikolaos km 202
Siamo in una delle regioni più belle e selvagge dell’isola e ce ne accorgiamo fin dai primi chilometri spingendoci a nord, verso il promontorio di Kyriamadi, che più a nord est di così non si può. Nonostante rilievi montuosi inframezzati da ampie distese di uliveti, questa parte di Creta vanta splendide spiagge, desolate ed appartate, non ancora toccate dal turismo invasivo. La giornata proseguirà procedendo verso ovest senza tentennamenti, a parte la panoramica deviazione per Mochlos, piccolo porticciolo baciato da una posizione fortunata, ma che purtroppo sta perdendo il suo fascino appartato. Prima di terminare le nostre fatiche di giornata, obbligatoria la deviazione per l’interno della regione di Lassìthi, che ci permetterà di avere un anticipo di quello che ci attende domani ed arrivare in maniera spettacolare a fine giornata. Agios Nikolaos è la località turistica più glamour di Creta e vanta il più affascinante porticciolo di Creta. Attirati dalle splendide spiagge nelle sue vicinanze e dalla quantità di strutture alberghiere, molti turisti scelgono la capitale della provincia di Lassithi, come base delle loro vacanze. La città in sé merita una visita: coltiva, nonostante tutto, una serena indolenza, adagiata lungo la collina che scende verso la baia di Mirabello. Agios Nikolaos diventa magica la sera, quando le luci delle casette e degli edifici storici si riflettono sulla superficie blu del mare. Decisamente la natura le ha donato una posizione eccezionale. Suggestiva è anche la vicina laguna del lago Voulismeni, dalla curiosa forma a bottiglia.
 
10.  domenica 31 maggio, Agios Nikolaos- Heraklion traghetto km 194
Ultimo giorno sull’isola, ma non abbattiamoci!! Anche oggi riusciremo ad evitare l’autostrada, in realtà una superstrada, esente da pedaggi, che taglia in due l’isola in senso longitudinale, ma che comunque disdegneremo in classico stile Landsails. Sì, ci avvicineremo a Candia, con conseguente aumento di traffico e turisti ma i punti di interesse rimarranno indiscutibilmente di incomparabile bellezza e le deviazioni saranno numerose e, speriamo sorprendenti. Si esce dalla città seguendo la costa, attraversando Elounda e Plaka. Da qui una strada sale serpeggiando intrufolandosi tra piccoli villaggi in un paesaggio di muretti a secco che tentano di soffocare l’asfalto. Il premio è arrivare al mare in una specie di picchiata vorticosa, costeggiarlo per un breve tratto con la carreggiata sempre più angusta e spesso sferzata dagli spruzzi delle acque e ripartire all’assalto della montagna……che aggiungere?? Ma non abbiamo ancora metabolizzato quello che abbiamo visto che l’ennesima sorpresa ci attende. L’altipiano di Lassìthi, una specie di mondo a parte, fatto di preziosi borghi e vecchie leggende, alimentate dalle pale bianche dei circa 10000 mulini che catturano lo sguardo e dominano il paesaggio. In serata imbarco di rientro sul continente.
 
11.  lunedì 1° giugno, Pireo- Patrasso- Bari/Ancona km 334
Sbarco di prima mattina. Non lasciamoci ingannare, perché anche l’ultimo giorno ufficiale di viaggio, in teoria un trasferimento, riserverà delle sorprese!! Seguendo la vecchia strada costiera che non è davvero niente male, ci allontaneremo dalla capitale e faremo ingresso nel Peloponneso, buttandoci però all’interno nella sua zona più montuosa, dominata da paesaggi e piccoli centri meravigliosi. Attraverseremo l’Elide, l’Arcadia e l’Acaia prima di arrivare a Patrasso per l’imbarco alle ore 20.
 
12.  martedì 2 giugno, Ancona/Bari, sbarco, rientro in sede
Lo sbarco in mattinata sancisce la fine del viaggio, non resta che rientrare in sede, dovunque si sbarchi.