29 novembre 2024

Shqipër, il Paese delle Aquile



Sebbene l’Albania sia conosciuta da tutti come il Paese delle Aquile, sono veramente pochi gli stranieri a conoscenza del reale motivo che ha portato alla diffusione di questa denominazione. Un’introduzione decisamente diversa, lunga e fuori da quello che potrebbe essere una normale presentazione ad un viaggio, ma che può rendere bene l’idea di quanta considerazione meriti questo splendido paese e di quanto possiamo essere rimasti impressionati dalla ricognizione preliminare!! Una specie di espiazione per non averla proposta prima.

L'Albania è un territorio di spiazzanti contrasti e sorprendenti armonie, con un popolo aperto e gioviale e tanti, forse troppi paesaggi idilliaci e primordiali, velati di leggende che si tramandano da secoli……. Non basta, infatti, sapere che la bandiera ufficiale del Paese raffigura proprio un’aquila a due teste nera su sfondo rosso. Narra una delle numerose leggende che si tramandano in Albania, che mentre un giovane stava cacciando per le montagne con arco e frecce, un'aquila volteggiando sopra di lui si posò in cima ad una rupe. L'aquila era straordinaria, un esemplare veramente bellissimo, maestoso, e serrava nel becco un serpente. Dopo un po’ l'aquila volò via. Il ragazzo incuriosito si arrampicò in cima alla rupe e vide il nido dell'aquila, al cui interno c'era un piccolo aquilotto che giocava con il serpente morto. Ma il serpente non era morto!!

Infatti, all'improvviso si mosse ed era pronto con i suoi denti aguzzi a colpire il piccolo rapace con il suo veleno mortale. Il giovane non ci pensò due volte, scoccò prontamente una delle sue frecce ed uccise il serpente, poi prese l'aquilotto e se ne andò verso casa. All'improvviso il giovane cacciatore sentì sopra di lui un fragoroso suono: era il frullare delle ali di mamma aquila.

"Perché rapisci mio figlio?" gridò. 

"Il piccolo è mio, perché l'ho salvato dal serpente che tu non avevi ucciso" 

rispose il ragazzo.

"Restituiscimi mio figlio" disse il rapace" e io ti darò come ricompensa l'acutezza dei miei occhi e la potente forza delle mie ali. Tu diventerai invincibile e nel mio nome sarai osannato"

Così il giovane consegnò l'aquilotto. Quest'ultimo crebbe e volava sempre sopra la testa del ragazzo che, ormai uomo, con il suo arco e le sue frecce uccideva molte bestie selvatiche e con la spada ammazzava molti nemici di quelle lande. Durante tutte queste imprese, l'aquila dall'alto lo guardava e lo guidava fedelmente. Sbalorditi dalle gesta del valoroso cacciatore, le genti di quella terra lo incoronarono re e lo chiamarono "Shqipetar", figlio dell'aquila ed il suo regno divenne conosciuto come Shqiperi, Terra delle Aquile. 

Tuttavia, sarebbe sbagliato affermare che l’aquila bicipite della bandiera albanese è stata scelta come simbolo dello Stato solo e unicamente a causa della leggenda popolare del giovane Shqipëri. L’aquila a due teste, infatti, è da sempre uno dei simboli caratteristici dell’araldica dell’Impero Bizantino. Pare che Gjergj Kastrioti Skënderbeu se ne sia impossessato per simboleggiare il fatto che la sua famiglia da generazioni governava due castelli, dunque era necessario un animale a due teste per controllare entrambi i possedimenti contemporaneamente. 

Skënderbeu fu uno dei capi che guidò il popolo albanese contro l’Impero Ottomano e che permise all’Albania di ottenere una breve ma importante indipendenza, dal 1443 al 1478. Per questo motivo, gli albanesi restarono sempre molto legati al condottiero, eroe nazionale, ed alla sua bandiera, tanto da sceglierla, secoli dopo, per il nuovo Stato.


Un Paese incredibile, interessantissimo crocevia culturale con un passato straordinario, questa la nostra proposta e la nostra meta di questo giugno 2025: un luogo divertente e vivace dove scoprire molti tesori, tra cui affascinanti cittadine, siti storici, spiagge da sogno, montagne spettacolari e bellezze naturali mozzafiato, con una popolazione cordiale che mantiene vivo il contatto con la sua cultura secolare e le sue tradizioni uniche.

Giugno, il paese delle aquile ci attende!!

 

Tappe:


1 venerdì, 30 maggio, Ancona/Bari- Durazzo

2 sabato, 31 maggio, Durazzo- Fishtè km 287

3 domenica, I° giugno, Fishtè- Koman km 267

4 lunedì, 2 giugno, Fierzë- Peshkopi km 261

5 martedì, 3 giugno, Peshkopi- Korce km 235

6 mercoledì, 4 giugno, Korce- Ksamil km 275

7 giovedì, 5 giugno, Ksamil- Berat km 290

8 venerdì, 6 giugno, Berat- Durazzo- traghetto km 345

9 sabato, 7 giugno, Bari, rientro in sede



Shqipër, il Paese delle Aquile

Dal 30 maggio al 7 giugno 2025, 

9 giorni, 8 notti, km 1966

 

Programma:


1 venerdì, 30 maggio, Ancona/Bari- Durazzo

Appuntamento a Bari o ad Ancona, per l’imbarco verso la meta del nostro viaggio, dall’altra parte dell’Adriatico, destinazione Durazzo.

 

2 sabato, 31 maggio, Durazzo- Fishtè km 287

Il Nord Albania e le sue Alpi in particolare sono una meta ideale per i mototuristi. L’arrivo ci vedrà fare un giro rapido per le vie di Durazzo per acquistare l’immancabile sim telefonica e prendere un caffè in uno dei numerosi bar affollati della città che ci vede iniziare questa esperienza in terra albanese. Inizialmente la giornata doveva essere interlocutoria, prima di raggiungere le grandi montagne del nord, per dare la precedenza ad un punto eletto di imperio a fine della nostra prima tappa in terra albanese, testato anche durante la ricognizione. Già, la ricognizione……e sono proprio questi 10 giorni spesi l’anno scorso a caccia di strade a dare la prima frustata apparentemente illogica al percorso!! Dobbiamo andare a nord?? Bene, si va a sud per un breve tratto che per giunta ripercorreremo anche al termine della nostra settimana di strade straordinarie. Una delle solite follie di chi programma queste cose. Ma dopo poco più di un’ora, quando percorreremo una spettacolare strada in cresta, su asfalto perfetto, per giunta in assenza di traffico, le cose acquisteranno un senso più chiaro. Dopo l’immancabile monastero in una baia nascosta, la giornata proseguirà per fare sosta in un agriturismo dal nome impronunciabile o per lo meno difficile da archiviare nella memoria, ma che certamente rimarrà impresso per la qualità dei piatti serviti a tavola. Forse il miglior ristorante del paese, e non siamo i soli a riconoscere la cosa, per giunta unico presidio slow food dei Balcani!! Gastronomicamente, si inizia decisamente alla grande.

 

3 domenica, I° giugno, Fishtè- Koman km 267

Strade mozzafiato, natura, traffico inesistente e tante, tantissime curve, quello che ci attende oggi riassunto sinteticamente. Unica contro indicazione il fondo stradale non sempre perfetto, in alcuni tratti molto rovinato e qualche breve tratto di sterrato da percorrere. Allontanarsi dalle solite strade battute dai turisti per addentrarsi tra le Alpi Albanesi, chiamate le montagne maledette, è come iniziare un viaggio in moto ma concluderlo andando indietro nel tempo. Saliremo inerpicandoci sulla H21 fino a Teth, un affascinante villaggio di montagna, per una strada che la guida definisce una sessione di guida impegnativa, nonostante la recente asfaltatura. Possibilità di evitare di ripercorrere la stessa strada per scendere verso Scutari, con uno spettacolare tratto in fuoristrada facoltativo, a tratti non semplice. In entrambi i casi percorso spettacolare, paesaggi mozzafiato, con montagne che superano i 2000 metri caratterizzato da uno scenario meraviglioso, formato da splendide vette, cascate sensazionali e incontaminate sorgenti. La seconda attrattiva di giornata sarà il lago di Koman. Ci sono due possibilità per congiungere Koman con Fierze, due piccoli villaggi un tempo collegati da una valle strettissima che si insinuava tra le montagne ma che poi, a seguito della costruzione di una diga, sono improvvisamente stati divisi da un lago che ha inondato la valle, gli antichi sentieri ed anche alcune case rimaste sommerse. Oggi per passare da un villaggio all’altro o si affronta un viaggio lunghissimo attraverso le montagne o ci si affida ad un indimenticabile attraversamento in traghetto. Noi faremo entrambe le cose!! Cominciamo dalla via fluviale, quella più contemplativa, arrivando a Koman per trascorrere la notte e navigare l’indomani mattina.

 

4 lunedì, 2 giugno, Fierzë- Peshkopi km 261

Il Nord dell’Albania è natura alla stato puro, viaggiare in questi luoghi è come fuggire dal mondo tecnologico e dal presente per tornare in un passato in cui la vita era semplice.  La traversata in traghetto da Koman a Fierze è un viaggio nel tempo che ci offre la grande opportunità di riassaporare i ritmi di una vita che non ci appartiene più. Cercheremo di prendere il primo traghetto, quello delle nove, per arrivare dall’altro lato del canale dopo due ore e mezza di navigazione. Ed allo sbarco, vi ricordate Teth?? A 5 chilometri di distanza c’è la splendida valle di Valbone, raggiungibile in 6 ore di cammino o percorrendo una strada spettacolare che si imbocca a poca distanza dal punto dove sbarcheremo, ed indovinate un po'?? Sì, si sale, ancora, proprio come delle aquile. A questo punto, una volta arrivati in cima, non si potrà che tornare indietro!! Sarà il momento di dirigerci verso sud decisamente, ma la SH 23 e poi la 31, ci faranno capire che la fretta, i tempi da rispettare in questi luoghi, con queste popò di strade non possono essere assolutamente considerati con i ritmi a cui siamo abituati. Lo straordinario è lì ad attenderci dietro ogni curva.

 

5 martedì, 3 giugno, Peshkopi- Korce km 235

Continua la discesa verso sud, avvicinandoci, addirittura oltrepassando il confine macedone. La costante che non cambia rispetto alle giornate precedenti è l’estrema tortuosità delle strade, anche percorrendo vie di comunicazione diciamo più importanti, anzi. Il lago di Ohrid è uno dei laghi più grandi e profondi d’Europa, dove si incontrano Albania e Macedonia del Nord. Lo costeggeremo in tutta la sua lunghezza dal lato macedone con una breve spettacolare invasione territoriale e per non farci mancare niente visiteremo anche il limitrofo lago di Prespa, percorrendo la solita strada pazzesca, vertiginosa. L’arrivo previsto è nella pittoresca cittadina di Korce conosciuta come la città delle serenate. Il centro cittadino ha subito un importante rinnovamento urbano ed è ora un luogo affascinante in cui passeggiare e in cui ammirare le attrattive locali, in particolare l’antico quartiere turco con i suoi caffè tradizionali e ristoranti eleganti. Grazie alle risorse di acqua incontaminata del monte Morava è sede dello stabilimento della prima e unica birra albanese al 100%.

 

6 mercoledì, 4 giugno, Korce- Ksamil km 275

Oggi toccheremo il punto meridionale del nostro viaggio e, tanto per cambiare, le sorprese non mancheranno. Decisamente un paese dalla storia intricata, ospitalità senza limiti e soprattutto sorprese infinite. Incastonato tra le montagne del sud dell’Albania, Gjirokastra è uno splendido borgo storico, meravigliosamente conservato in ogni suo edificio, conosciuto anche con il nome greco di Argirocastro o “Fortezza Argentata”, probabilmente per via del caratteristico color argento dei muri del castello che sorge nella cittadina. Proseguiamo per raggiungere un’altra attrattiva che si aggiunge ai luoghi indimenticabili di questo viaggio, quelli da cerchiare in rosso sulla cartina geografica. L’Occhio Blu, anche conosciuto come Occhio Azzurro, Blue Eye o, in albanese, Syri i Kaltër, una sorgente che da origine ad un piccolo lago circolare nell’estremo sud del paese. Si tratta di un monumento naturale caratterizzato da una temperatura dell’acqua che si aggira attorno ai 10 gradi costanti e circondato da una vegetazione rigogliosa. Termineremo la giornata a Ksamil, la piccola gemma della riviera albanese e che fa parte dell’area del Parco Nazionale di Butrinto. Una piccola cittadina nota per avere alcune delle poche spiagge sabbiose della zona così come anche piccole isole raggiungibili a nuoto in uno scenario mozzafiato di indiscutibile bellezza. Cosa che non guasta, l’abbondanza di pesce fresco. 

 

7 giovedì, 5 giugno, Ksamil- Berat km 290

Si risale decisamente verso nord, seguendo la Riviera albanese, che farà vacillare nuovamente a questo punto, le nostre sempre più deboli certezze. Una, la più evidente, che questo tratto di Ionio sia blu. Appare alla vista azzurro, verde, persino bianco. L’orografia di questa regione è stupefacente, tutto sembra posizionato nella maniera più sorprendente possibile per stupire il visitatore!! Certo emergono in alcune zone anche problemi di cementificazione che lasciano pensare che in alta stagione ci sono dei tratti da evitare, ma al netto delle sue contraddizioni, la Riviera albanese rimane una delle più alte manifestazioni che il Mediterraneo possa offrire. L’Isola di Zvërnec è, indubbiamente, una tappa obbligatoria ed uno dei posti più affascinanti del Sud dell’Albania. Situata all’interno della Laguna di Narta, a pochi chilometri da Valona è raggiungibile anche a piedi attraverso un ponte che collega la penisola all’isola. Di recente costruzione, l’ampio ponte sembra quasi appoggiato sull’acqua, tanto da dare l’idea di passeggiare sull’acqua. Ma il protagonista indiscusso di questo incantevole posto è il magico Monastero di Zvërnec, di origine bizantina, risalente al XIII secolo e collocato al centro dell’isola, circondato da una ricchissima vegetazione. Dopo questa indigestione di meraviglie ci ributtiamo all’interno per perderci nelle solite stradine che sembrano portare in nessun luogo, ma ci aspetta un altro gioiello di questa magnifica terra in cui sosteremo questa notte. Berat si trova sulle rive del fiume Osum ed è costruita in pietra bianca e attraversati da strettissimi viottoli lastricati. “La città dalle finestre sovrapposte”, in albanese “Qyteti i një mbi një dritareve”, definita dall’UNESCO città patrimonio dell’umanità, eletto nel 2017 come uno dei luoghi più belli d’Europa e probabilmente sarete d’accordo anche voi su questo riconoscimento!! Comprende attualmente, oltre alla periferia moderna e disordinata, tre nuclei storici: Kalà, Mangalem e Gorice. 

 

8 venerdì, 6 giugno, Berat- Durazzo- traghetto km 345

Anche i viaggi più straordinari devono terminare prima o poi, ed anche questo oggi si dirige verso il suo epilogo, ma in maniera per niente scontata. L’obiettivo è colmare la lacuna del lago di Ohrid, percorso dal lato macedone. Oggi diamo soddisfazione alla sponda ovest. Questa decisione comporterà oltre a sancire la tappa odierna come la più lunga del viaggio, ad includere una delle strade di montagna più incredibili dell’intero percorso. Va detto che questa parte dell’Albania, cui oggi dedicheremo gran parte delle nostre attenzioni, in teoria permette di farsi un’idea abbastanza precisa del paese, anche se non comprende le sue maggiori attrattive. Ma noi in questa settimana trascorsa nel paese delle aquile, obiettivamente ci siamo fatti scappare poco o niente. Lambiremo il monte Tomorr, che con i suoi 2416m, rappresenta la vetta più alta d’Albania, e ospita il parco omonimo, un angolo di natura selvaggia. Secondo la gente del posto, il Monte è la casa degli dèi ed è estremamente comune nella regione sentire qualcuno giurare “per Baba Tomor”, che rappresenta un impegno più forte di quello fatto sulla Bibbia o sul Corano.  Poi toccherà ad un’altra regione montuosa, quella centrale del paese, di modesta altitudine, ma che offre a chi decide di attraversarla una natura rigogliosa, dal momento che i rilievi sono coperti di foreste fino alle vette. Terra ricca di acque e panorami e che di fatto segna il passaggio dal sud al nord. Siamo in dirittura di arrivo, un tratto già noto, la direzione è segnata, la destinazione è ormai l’imbarco per il rientro in Italia.

 

9 sabato, 7 giugno, Ancona/ Bari, rientro in sede

In mattinata, sbarco e rientro in sede.

 



















 

05 novembre 2024

Alla ricerca di Perseo, terza edizione

A richiesta si ripropone il viaggio in Grecia. A dirla tutta, la cosa non ci sorprende, siamo ormai alla terza edizione, ma stavolta abbiamo apportato pochissimi cambiamenti all’itinerario. L'ultimo viaggio è piaciuto molto e le modifiche sono state di dettaglio, cercando ci migliorare le strutture di fine giornata. 

Anche questa volta, l’obiettivo sarà raggiungere où-tòpos, l’isola che non c’è. Una landa di pace e di sogno, un fatto spesso connesso ai viaggi, difficile da conquistare, che rappresenta il desiderio legato all’immaginario e la Grecia, può giustamente scatenare la nostra fantasia. Uno dei territori più ricchi di storia, cultura e natura di tutta Europa. Meravigliosi siti archeologici, templi misteriosi, rovine di suggestive città del passato, numerosi riconosciuti come patrimonio universale dall’Unesco, senza dimenticare la cordialità della gente, il cibo genuino, le strade spesso spettacolari e diverse spiagge incontaminate.

Possibilità di estendere i giorni di visita con una variante “Corfù” di 5 giorni. In questo caso il rientro sarà da Igoumenitsa e non più da Patrasso.

Aprile, ancora Grecia, ancora a caccia del nostro “luogo del buen ritiro”. 

Ne troveremo molti lungo questo itinerario, quale sceglieremo?? 

Pronti??





Ellade, alla ricerca di Perseo.

Dal 24 aprile al 4 maggio 2025

11 giorni, 10 notti, km 2252

 

PROGRAMMA DI VIAGGIO:

 

Giovedì 24 aprile, imbarco, destinazione Igoumenitsa

Giornata dedicata a raggiungere il porto di imbarco, Ancona, per arrivare l’indomani in mattinata nel porto di Igoumenitsa, che sancirà l’inizio ufficiale del nostro viaggio. 

 

Venerdì 25 aprile, Igoumenitsa- Meteora km 273

Lo sbarco previsto dovrebbe essere alle 8.30 un orario decente per la colazione. Una volta rifocillati, si inizia alla solita maniera, evitando l’autostrada e salendo per la vecchia statale, la 6, che si inerpica in montagna per poi scendere verso Ioannina. Da qui, e sempre evitando l’autostrada, seguiremo le indicazioni per Metsovo, grazioso paese abbarbicato a 1116m d’altitudine, in uno scenario montano e boscoso che a tratti ricorderà la Svizzera, ma la destinazione di giornata è Kastraki, famosa per la vicinanza alle Meteore, patrimonio Unesco dal 1988. Siamo sul bordo nordoccidentale della pianura della Tessaglia. Le Meteore rappresentano un importante centro della chiesa ortodossa, la seconda area monastica e di pellegrinaggio in Grecia dopo il Monte Athos, ma anche una famosa meta turistica. La sua bellezza è dovuta alla presenza di numerosi monasteri costruiti a picco su delle torri naturali di roccia, a 400 metri da terra. I primi monaci si rifugiarono su queste alture nell’XI secolo e da allora diversi monasteri sono stati costruiti, di cui oggi solo sei strutture sopravvivono delle 20 originarie.


Sabato 26 aprile, Meteora- Platania km 281

Tappa in apparenza interlocutoria, ma spesso le prime impressioni traggono in inganno. La meta di oggi, è sul mare, un luogo sperduto in un contesto naturale a dir poco sorprendente. Termineremo la giornata nella penisola del Pelio, un dito ricurvo a sud est di Volos, soleggiata e calda come il resto del paese, ma con una vegetazione rigogliosa, fatto quasi unico in Grecia. Dedicheremo gran parte della giornata a perlustrare questa propaggine raggrinzita, spingendoci dove più in là e difficile pensare di andare senza cambiare mezzo di trasporto. Spesso penseremo di esserci persi prima di arrivare a destinazione. L’arrivo di giornata, previsto a Platania, ma a prescindere da quanto tempo impiegheremo e delle soste effettuate, sarà una giornata sorprendente.

 

Domenica 27 aprile, Platania- Delfi km 344

Da una strada spettacolare siamo arrivati, da un’altra strada con le stesse caratteristiche abbandoneremo questo strano mondo fatto di foreste e valli profonde, di picchi che si tuffano in mare, ovviamente propizio alle leggende che riempiono la storia di questa terra. Si riteneva infatti, che la regione fosse abitata dai centauri, creature metà uomo e metà cavallo. Nel medioevo, sorsero numerosi monasteri, poi nacquero nei pressi piccoli villaggi, collegati fra loro da una rete di stradine piene di curve, dove cercheremo di orientarci nel tentativo di trovare la giusta direzione. Ce la faremo?? Una volta usciti, ci addentreremo nella Grecia centrale, per arrivare in quello che per lungo tempo è stato considerato il centro del mondo, Delfi, dove pernotteremo. La mitologia racconta che Zeus fece alzare in volo due aquile dalle due estremità del mondo e che qui si incontrarono. Nacque così l’Omphalos, “l’ombelico del mondo”, che ebbe una grande influenza per tutta l’antichità. Il luogo è splendido, la vista spazia suggestiva, con le colline e gli oliveti che scivolano verso il mare. 


Lunedì 28 aprile, Delfi- Nauplja km 330

Di nuovo per strada, attraverseremo lo stretto di Corinto per entrare nel Peloponneso, che prende il nome dal leggendario re Pelops, una penisola, trasformata in isola dall’intervento umano con l’apertura del canale nel 1893. Qui si concentra la maggior parte dei siti antichi visitati, ed inizieremo da uno dei più spettacolari, il teatro di Epidauro, stupendo, praticamente intatto ed inserito in un paesaggio di rara bellezza. Prima però una sosta in un luogo sorprendente per un bagno e rifocillarsi, manteniamo la sorpresa, ma credeteci sulla paorola.

L’arrivo di giornata è previsto a Nauplja, prima città a liberarsi del giogo turco nel 1822, prima capitale della nazione nel 1828 e riconosciuta come la più bella del Peloponneso.

 

Martedì 29 aprile, Nauplja- Monemvasias km 206

Il territorio del Peloponneso è accidentato con insenature profonde, rare pianure e montagne impervie, ce ne accorgeremo immediatamente, l’arrivo a fine tappa sarà davvero suggestivo. La strada da Leonida a Kosmas ne è un esempio, con l’intermezzo della vista allo splendido monastero di Elonis. Monemvasias poi, è incantevole. Soprannominata la “piccola Gibilterra del Peloponneso” o “piccolo ingresso”, vi accorgerete immediatamente perché. È una fortuna che questa meraviglia, considerato patrimonio artistico della nazione, sia rimasta intatta, con lavori di restauro che proseguono senza fine. Un luogo decisamente protetto e benedetto dagli dèi.


Mercoledì 30 aprile, Monemvasias- Porto Kagio km 219

La nota introduttiva di ieri, vale a maggior ragione per la tappa odierna!! Ancora montagne, ancora paesaggi spettacolari, ancora stradine che metteranno alla prova le nostre capacità di orientamento, solo il tempo a disposizione verrà in nostro soccorso, impedendoci di osare, spingendosi oltre!! Sarà per la prossima volta?? Lungo il percorso, non proprio, devieremo di proposito per una delle strade possibili, la via più lunga, solitaria probabilmente tortuosa, per un altro must del Peloponneso, Mistrà, splendida città fantasma immersa in un paesaggio suggestivo, che domina la pianura di Sparta. Termineremo la giornata nella penisola del Màni, paesaggi aspri, sferzati dai venti, muretti a secco che ricordano altre latitudini, nella lontanissima Irlanda. Ma c’è di più, nei borghi, sono ben visibili queste caratteristiche case a forma di torri quadrate simili a fortezze, una sorta di costruzioni-rifugio. Sono ovunque, ce ne saranno almeno 800. Faremo sosta in un porticciolo nascosto dalla strada, che quasi ci era sfuggito nel viaggio precedente, incastrato nel golfo di Laconia. Un sogno, ci aveva immediatamente conquistato. Allora, in barba ai programmi avevamo deciso di anticipare il fine tappa e pernottarvi, stavolta ci torniamo di proposito. Se dicessimo che replichiamo questo viaggio in attesa di fare ritorno in questa baia nascosta, penserete che stiamo mentendo esagerando!! 

 

Giovedì I° maggio, Porto Kagio- Koroni km204

Riprendiamo da dove avevamo interrotto ieri, con le solite strade spettacolari, chiudendo il periplo della penisola. Sì, il Màni storico ha ancora qualcosa da offrire. Appena dopo Areopoli, anch’essa interessante per le sue architetture in pietra, consigliata una breve deviazione per il monastero di Dekoulon. Paesaggi e spiagge si susseguono fino all’arrivo a Koròni, grazioso porticciolo, seguendo una costa leggermente meno frastagliata della precedente. La fortezza che domina il villaggio testimonia una storia tormentata a causa della posizione strategica. Conquistata prima dai francesi, poi dai veneziani, che non riscossero l’apprezzamento dei suoi abitanti, che la cedettero ai turchi, i quali a loro volta dovettero vedersela con gli spagnoli, decisamente un racconto complicato, ricco di fascino e movimentato. La banchina del porto che conduce ad un’adorabile piazzetta con portici e palme, le case variopinte: decisamente il luogo ideale dove gettare l’ancora. 


Venerdì 2 maggio, Koroni- Dimitsana km 208

La mattina proseguendo verso ovest attraverseremo la penisola di Messenia per raggiungere un altro gioiellino, Methòni, dominato da una fortezza veneziana, che si prolunga in un notevole fortino turco che domina il promontorio. Questa è una delle zone con le spiagge più belle di tutto il Peloponneso, e le nostre certezze in merito alla lunghezza della giornata ed il punto di arrivo, qui potrebbero subire significativi cedimenti!! Giunti a Kiparissìa, devieremo verso l’interno e le montagne dell’Arcadia, con le sue strade tortuose ed i suoi paesini arroccati a testimonianza di un altro volto, l’ennesimo, di questa Grecia, sempre più affascinante: Karìtene, Stemnitsa e soprattutto Dimitsàna, dove faremo tappa prima della giornata conclusiva di questa esperienza greca.

 

Sabato 3 maggio, Dimitsana - Patrasso, imbarco km 244

La mattinata inizia dirigendosi verso Olimpia, che sorge ai piedi del monte Kronìon, splendida testimonianza del monopolio di quasi dieci secoli sulla vita religiosa e politica dell’antica Grecia. La sua particolarità, è che non si trattava di una città, ma di un centro religioso organizzato secondo rigidi criteri gerarchici e dove la vita era ritmata da riti quotidiani ed eventi, il più famoso dei quali era rappresentato sicuramente dalle Olimpiadi. Una volta terminata la visita, la spettacolare strada montana, la più diretta, ma sicuramente non la più veloce, ci condurrà all’imbarco, previsto nel pomeriggio.

 

Domenica 4 maggio, arrivo traghetto, rientro

Lo sbarco in mattinata sancisce la fine del viaggio, non resta che rientrare in sede, dovunque si sbarchi. Arrivederci Grecia!!