12 aprile 2025

La porta dell'Africa

 

E proviamo ad aprirla questa porta, anzi l’intenzione è proprio di spalancarla!! Una regione stato a poche decine di chilometri dalle coste siciliane. Vicina, molto vicina e nella sua parte settentrionale, ben più a nord della nostra isola più meridionale dello stivale. Viaggeremo dalle oasi di montagna ai colori abbaglianti dei Chott, i siti archeologici e le prime propaggini desertiche, dalle città storiche alle sue spiagge, se lo avessimo dovuto immaginare, avremmo voluto un viaggio così articolato. Un condensato, di tutto ciò che può offrire il continente africano a pochi chilometri da casa!! 

Fine ottobre 2025, Tunisia, decisamente un’occasione da non perdere.


Tunisia, porta dell’africa, frontiera dell’Europa.

 

“Arrivammo a Tunisi, oggetto di tutte le nostre speranze, focolaio della fiamma di ogni sguardo, luogo di incontro di viaggiatori dall’est e dall’ovest. Questo è il luogo dove si incontrano flotte e carovane. Qui troverete tutto ciò che un uomo possa desiderare. Volete andare per via di terra? Ecco innumerevoli compagni per il vostro viaggio. Preferite il mare? Qui ci sono imbarcazioni che vanno in tutte le direzioni. Tunisi è una corona i cui gioielli sono i quartieri, i suoi sobborghi sono come un giardino fiorito costantemente rinfrescato dalla brezza.”

Diario di un viaggiatore del XIII secolo.



Tappe:


1.      22 ottobre, imbarco Civitavecchia, ore 20.30

2.      23 ottobre, arrivo Tunisi, ore 14

3.      24 ottobre, Tunisi- Bizerte km 133

4.      25 ottobre, Bizerte- Tabarka km 232

5.      26 ottobre, Tabarka- El Kef km 334

6.      27 ottobre, El Kef- Kairouan km 382

7.      28 ottobre, Kairouan- Tameghza km 408

8.      29 ottobre, Tameghza- Ksar Ghilane km 437

9.      30 ottobre, Ksar Ghilane, riposo

10.    31 ottobre, Ksar Ghilane- Djerba Midoun km 290

11.    I° novembre, Djerba Midoun, riposo

12.    2 novembre, Djerba Midoun- Matmata km 246

13.    3 novembre, Matmata- Mahdia km 309

14.    4 novembre, Mahdia- Tunisi km 383- imbarco ore 19.30

15.    5 novembre, arrivo a Civitavecchia ore 14



La porta dell’Africa

Dal 22 ottobre al 5 novembre 2025

14 giorni, 13 notti, km 3290


Programma:


 

1. mercoledì 22 ottobre, Civitavecchia, imbarco per Tunisi, ore 20.30 

Diverse le possibilità di imbarco, Genova, Civitavecchia, Salerno o Palermo, per coprire le esigenze di tuti, a secondo da dove si provenga. Per viaggiare tutti insieme, la miglior scelta anche come orari e per rispettare interamente il programma, oltre che il punto più baricentrico un po' per tutti, è quello di Civitavecchia.

 

2. giovedì 23 ottobre, arrivo Tunisi, ore 14

All’arrivo, le interminabili procedure doganali, speriamo di cavarcela in qualche ora. Vietati i droni ed i super alcolici, controlli minuziosi, a volte snervanti ed invasivi, pazienza.All’uscita, acquisto della simcard e via in albergo.


3. venerdì 24 ottobre, Tunisi- Bizerte km 133

Tunisi affonda saldamente le sue radici in un passato medioevale arabo. Nei mille anni precedenti l’arrivo dell’Islam era un insignificante vicina del porto di Cartagine. Nonostante fosse di più antica fondazione, il suo ruolo storico era stato di secondaria importanza e si limitava spesso a fungere semplicemente da base per gli invasori che cercavano di conquistare la città più grande, importante, ricca e famosa. Non gli arabi, che, viceversa, preferirono il sito meno esposto dando così importanza alla città già dal IX secolo, edificandovi la grande moschea che ancora sorge nella Medina e scegliendola come capitale imperiale. Seguiremo il percorso dei primi, ma la nostra è un’invasione turisticamente pacifica, puntando verso nord, focalizzando le nostre attenzioni sulla vera attrazione di questa parte della costa, la spiaggia di Raf Raf, un arco quasi interminabile di sabbia bianca, bordata da dune, boschi e campi scoscesi ricchi di fichi, vigne e canne fruscianti.  Fine tappa per questo primo approccio africano, abbiamo eletto Biserta, un luogo ricco di fascino con la sua Kasbah circondata da bastioni e con l’immancabile forte spagnolo che domina la città.

 

4. sabato 25 ottobre, Bizerte- Tabarka km 217

C'è così tanto da scoprire in ogni regione della Tunisia e ce ne accorgiamo sin da subito, costeggiando le coste settentrionali, una strada panoramica che ci spinge con mirate deviazioni verso una serie di promontori suggestivi: Cap Blanc, Cap Serrat, Cap Negro, per giungere nel pomeriggio, a due passi dal confine algerino a Tabarka. Si sceglie Tabarka per la sua posizione eccezionale, tra il mare e la montagna. Le spiagge di sabbia bianca sono incorniciate da speroni rocciosi, da boschi di pini e di querce da sughero. Il mare cristallino nasconde nelle sue profondità il prezioso corallo rosso. La sagoma caratteristica del Forte genovese rannicchiato su un isolotto rappresenta l’emblema della città.

 

5. domenica 26 ottobre, Tabarka- El Kef km 329

Si abbandona la costa, ci attendono i monti della Crumiria. Questa regione boscosa coperta di querce da sughero si estende per 50 chilometri a sud, con le montagne che sorgono improvvisamente dal mare e ripidamente raggiungono un’altezza di oltre 1000 metri. Zona da esplorare e visitandola è facile comprendere perché la tribù berbera che la abitava, riuscì a rimanere indipendente dal resto del paese. A metà giornata dedicheremo le nostre attenzioni al sito archeologico di Dougga, uno dei più spettacolari della Tunisia, considerato da alcuni come il più bel monumento del Nord Africa. Le sue vestigia circondate da olivi si stagliano dall’alto di una falesia su un piano dolcemente inclinato; su un terreno di 70 ettari, si delineano i contorni di una città romana quasi integralmente conservata. Le montagne dell’Atlante e le steppe degli altopiani ci accompagneranno per il resto della giornata. In questi paesaggi contrastanti del Grande Ovest tunisino, si annida Le Kef, la nostra meta di giornata, una cittadina dal passato pittoresco che ha conservato tutto il suo fascino. Monumenti e siti storici di tutte le epoche e di tutte le religioni s’intrecciano in questa cittadina: cisterne e terme romane, un’antica chiesa dedicata a San Pietro, una sinagoga ebraica del XVIII secolo, venerata anche dai musulmani della città e tre cimiteri contigui: musulmano, ebreo e cristiano. Ma il monumento più significativo è il mausoleo di Sidi Bou Makhlouf, con le sue cupole bianche e il suo minareto ottagonale decorato con ceramica verde smeraldo.

 

6. lunedì 27 ottobre, El Kef- Kairouan km 384

L’imponenza della catena dell’Atlante offre panorami inaspettati. Costeggeremo, sfiorandolo a volte, il confine algerino su strade secondarie, spesso in pessimo stato. Gli orizzonti lontani si restringono in prossimità del Tavolato di Giugurta, da dove è possibile contemplare una stupenda vista, da cui poi scenderemo per una strada improponibile verso la meta di giornata, ma prima ci attende una deviazione una volta entrati in Maktar. Purtroppo, in fase di studio, abbiamo letto di questo massiccio del Jebel Bargou che si può attraversare percorrendo una strada panoramica a senso unico……...il risultato, paesaggisticamente parlando è straordinario!! Una volta espletata questa curiosa, imprescindibile necessità, riprendiamo la retta via, sapendo ed informandovi preventivamente che la strada per arrivare a fine giornata attraversa uno dei percorsi più frastagliati del paese. Distante dalla costa, nel mezzo di un paesaggio di steppe, Kairouan è una città affascinante ancorata ad un passato lontano. Città santa dell’islam, è stata la prima capitale del Maghreb. Iscritta dall’Unesco nel Patrimonio mondiale, essa possiede delle meraviglie: la medina, la venerabile Grande moschea, i Bacini aghlabidi, l’incantevole mausoleo di Sidi Saheb decorato con ceramica.

 

7. martedì 28 ottobre, Kairouan- Chebika Du jerid km 434

Cominciamo a calarci nell’atmosfera tunisina, quella del sud, degli orizzonti sconfinati, degli choot, dei villaggi berberi, delle oasi di montagna. Prima di arrivare a Gafsa, percorrendo una strada secondaria, prima del villaggio Bou Omrane, obbligatoria la deviazione per Saket per visitare le gole di Khanget Maala, percorribili in moto. Recita una vecchia canzone araba: “Gafsa è spettrale, la sua acqua è sangue, la sua aria veleno, vi puoi abitare cento anni senza farti un amico.” Meno male che oggi abbiamo molto da fare!! Proseguiamo verso ovest, arrivati a Metlaoui, devieremo per la C122, che poi diventerà C021. Correndo sull’ennesimo altopiano stepposo arriveremo nella prima oasi di montagna, quella di Mides, con i suoi canyon, le cascate e i palmeti annidati nella roccia. Siamo in dirittura di arrivo, l’antico villaggio di Tamerza, abbandonato come un villaggio fantasma, si affaccia su un paesaggio grandioso di montagne; la sua oasi lussureggiante è irrigata dalle acque di una cascata. La strada che scende verso El Chott, da un’angusta strada in battuta di cemento, si è trasformata in una spettacolare, incredibile strada panoramica con curve sopraelevate da divorare tutta di un fiato, sempre che si abbia la forza di resistere ai tramonti spettacolari che si godono da quassù!! Continuando la guida, ci tufferemo nel primo dei laghi salati, lo choot El Gharsa, transitando nell’ultima oasi di montagna, quella di Chebika, dove troveremo alloggio

 

8. mercoledì 29 ottobre, Chebika Du jerid- Ksar Ghilane km 478

Tappa lunga, la più lunga dell’intero itinerario, ma la zona più emozionante e remota del paese ci attende. Si comincia dalla pista di Rommel salendo nuovamente verso le montagne da una strada perfettamente asfaltata per poi picchiare a capofitto su uno sterrato che poi diventa una battuta di cemento con il panorama che si apre sul deserto tunisino. Tozeur, antica città situata in posizione magnifica, sancisce l’entrata nella zona dello Choot El Jerid, “il lago dei segni”. Ci dirigiamo verso ovest, avvicinandoci per l’ennesima volta al confine algerino. A Beni Ghreb, un avamposto di frontiera, viaggeremo direzione sud schiacciati tra il confine a destra ed il lago salato a sinistra. Entriamo in piena atmosfera sahariana. La strada è affiancata da alte dune gialle che scivolano sull’asfalto, il niente ci circonda, riempiendo spazi, pensieri, orizzonti. A Douz, mancheranno circa 150 chilometri all’arrivo, la pipe line, la pista dell’oleodotto, ora completamente asfaltata, ci spingerà a sud, verso il grande Erg Occidentale. Ksar Ghilane segna la frontiera fra il deserto di sabbia e il deserto di pietra; una sosta ideale per gli escursionisti con il suo palmeto, la sua sorgente termale e i suoi ombrosi viali di tamerici gremiti di uccelli. Qui ci fermeremo, anche domani, con un opportuno giorno di riposo.

 

9. giovedì 30 ottobre, Ksar Ghilane, riposo

Giornata dedicate al relax, alle escursioni libere, in moto o in quad, noleggiabili in loco.

 

10. venerdì 31 ottobre, Ksar Ghilane- Djerba Midoun km 345

La mattina, lasciando l’oasi si avrà la sensazione di avviarsi verso terre inesplorate e l’asfalto mitiga solo in parte questa impressione. La strada si addentra nel deserto stepposo, un filo nero che si stende nella pianura di terra chiara e sabbia e scompare all’orizzonte. Una vasta pianura pietrosa si apre su dei grandiosi paesaggi di montagne e di altipiani desertici, di dirupi e di picchi rocciosi. Ed è in questo scenario dantesco che sorgono le stupefacenti architetture degli Ksar, granai collettivi fortificati dei nomadi sahariani. Il primo che incontriamo per strada è Chenini, ci arriviamo tra un caos delirante di sassi, montagne ed abitazioni scavate sui pendii rocciosi. A seguire Guarmassa, il più antico dell’area, incassato in una valle dalle pareti scoscese. A sud ed a est di Tatahouine, si srotola un altro nastro d’asfalto, attraverso la catena montuosa del Jebel Abiadh, puntellato da Ksar e villaggi berberi. Sì, percorreremo anche questo anello panoramico. Una volta riusciti sulla principale, ci spingiamo a nordest. Dopo giorni riappare il mare e ci attende uno dei luoghi più turistici della Tunisia. Mediterranea e sahariana al contempo, l’isola di Djerba affascina dai tempi di Omero. Ulisse vi ha gustato il “loto”, frutto delizioso che toglie ogni desiderio di partenza, e oggi tutti restano incantati dalla sua straordinaria atmosfera. Ma Djerba è anche l’isola dei villaggi vacanza, e questo non ci entusiasma ma tant’è, le spiagge sono sabbiose ed il mare “nuotabile” praticamente tutto l’anno!! Trascorreremo qui la notte ed anche quella di domani.

 

11. sabato 1° novembre, Djerba Midoun, riposo

Giornata di riposo, ce la siamo meritata. Un alberghetto, un 4 stelle, nascosto tra residence e hotel villaggio con centinaia di camere, una piccola eccezione, con spiaggia privata ed un ristorante, trascorreremo l’undicesimo giorno della nostra esperienza tunisina dedicandoci all’ozio.

 

12. domenbica 2 novembre, Djerba Midoun- Matmata km 225

Completiamo il periplo dell’isola, un traghetto per evitare di uscire dallo stesso punto di ieri e ci riallontaniamo dal mare per l’ennesima volta. Costeggiamo la strada panoramica che costeggia il golfo di Bou Grara. Ci dirigiamo verso sud per un breve tratto e ritornando verso nord, affrontiamo una serie di strade che si fanno largo in un canyon. A Beni Kheddache si arriva su di un ampio altopiano, attraversato da una serie di oued in secca……sembra di essere sul tetto della Tunisia, un deserto che si incontra con il cielo. Ancora le nostre strade, solitarie, abitate da qualche tribù nomade, delle quali avvisteremo gli insediamenti in lontananza. L’arrivo, in uno dei più sorprendenti siti della Tunisia: Matmata, per chi è alla prima visita, beh, è il caso di prepararsi allo stupore!! Il suolo è squarciato da innumerevoli crateri scavati nella roccia tenera. Questi sono in realtà i cortili interni di abitazioni troglodite: gli abitanti vivono in delle camere sotterranee, al riparo dal forte calore. Le case di Matmata sono concepite secondo lo schema classico delle case tunisine, un cortile centrale circondato da camere, ma queste sono interamente sotterranee. Qui faremo sosta ed in una di queste abitazioni dormiremo.


13. lunedì 3 novembre, Matmata- Mahdia km 321

Si torna sul mare, ma si entra nella zona più urbanizzata della Tunisia, che cercheremo di evitare nei limiti del possibile, scampando al traffico di Gabes e Sfax!! A 40 chilometri dall’arrivo, tiriamo i freni per entrare ad El Jem. Il suo straordinario anfiteatro è sicuramente il più spettacolare monumento costruito dai romani in Africa. Pochi dei siti antichi appaiono così impressionanti come il Colosseo romano di El Jem. In questo gigantesco anfiteatro, di grande perfezione architetturale, ispirato a quello di Roma, si svolgevano spettacoli che mettevano in scena cacciatori alle prese con le prede. Ci rimettiamo per strada. Mahdia il nostro punto di arrivo odierno: il piccolo promontorio con le sue case che in diversi punti sono a strapiombo sul mare oltre ad essere rimasto inalterato nel tempo è assai suggestivo. Per secoli capitale del regno dei Fatimidi, fu una delle fortezze più formidabili ed inespugnabili del Mediterraneo. Ancora oggi la linea divisoria tra la città vecchia e la nuova è costituita dalla porta chiamata “Skifa el Kahla” letteralmente, il passaggio buio, ricostruzione cinquecentesca dell’originale che gli spagnoli fecero saltare nel 1500. Unico ingresso della città, profonda 10 metri, poteva essere continuamente sigillato da una grata di ferro del peso di 8 tonnellate. “Così buio, da incutere spavento agli stranieri, sembrando più un covo di assassini che l’ingresso di una città”, scrissero i cronisti del tempo.

 

14. martedì 4 novembre, Mahdia- Tunisi km 424- imbarco ore 19.30

Siamo in dirittura di arrivo, ma come al solito cerchiamo di mantenere le solite, salutari, inebrianti abitudini, cercando di non trasformare l’ultima giornata in un mero, triste trasferimento verso la fine del viaggio ed il punto di imbarco. Si inizia da Takrouna, un villaggio berbero arroccato su uno sperone roccioso che per secoli ne ha fatto una posizione difensiva naturale. Si arriva ad Enfida e bisogna trovare la direzione giusta, ma ce la faremo, non vi preoccupate!!  Cape Bon è un dito proteso nel Mediterraneo, da dove nelle belle giornate è possibile vedere Pantelleria. Sicuramente è la parte più vicina all’Italia che, anche geograficamente, sembra mixare tanta vicinanza. L’itinerario lo percorrerà in senso antiorario permettendosi alcune interessanti deviazioni.  Qualsiasi cosa vi aspettiate da questo piccolo promontorio, resettate l’angolino dei preconcetti e preparatevi a visitare un angolo di Tunisia che forse non le appartiene, per lo meno per come ce lo potremmo immaginare, ricco di campi coltivati, scogliere che si tuffano su un mare blu scuro ed un rispetto per l’ambiente che lasciano piacevolmente impressionati. Davvero un bell’andare. Ci concederemo l’attraversamento caotico di Hammamet, ma tutta la parte meridionale del promontorio è connotata da un traffico asfissiante a cui, sinceramente non saremo abituati, dopo tanti giorni di solitudine ritemprante. Batteremo l’interno per raggiungere lo sperone roccioso di Cape Le Bon da dove è possibile dominare la pianura sottostante per decine di chilometri e le rovine di Kerkouane; l’impianto eolico di Sidi Daoud, nei pressi di Zaoulet El Magaiez; concluderemo seguendo un vertiginoso tracciato scavato nella roccia che conduce alle terme di Kerbous con le sue case bianche e la bella baia su cui si affaccia. Il viaggio è arrivato al suo epilogo, chiuderemo la giornata rientrando a Tunisi, che sancisce ufficialmente la fine di questo viaggio. L’imbarco ci attende alle 19.30.

 

15.  mercoledì 5 novembre, arrivo a Civitavecchia ore 14

Arrivo nel pomeriggio, rientro in sede. 


>>    Per informazioni e prenotazioni – Landsails Motorcycle Tours: 

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07 aprile 2025

Umbria, a caccia di agriturismi e trattorie, le foto, il video

“La bellezza è negli occhi di chi guarda” 

Johann Wolfgang Goethe


Ennesimo anno e puntualmente come ogni marzo ormai già da qualche tempo, ennesima apertura di stagione. Dopo due edizioni svoltesi in Toscana, quest’anno è toccata all’Umbria fare da apripista alla primavera ed alla nostra stagione mototuristica. Primavera che, come al solito si fa e si è fatta attendere ma, considerando che ormai tutti riconoscono che non ci sono più le stagioni di una volta, non è stata particolarmente crudele con il gruppo!! Una 4 giorni caratterizzata da una variabilità metereologica che non ha influito gran che sul morale dei partecipanti, con alla fine solo qualche ora di pioggia, sebbene un freddo a dir poco pungente. Quell’Umbria che si nasconde dal mare, che non sembra curarsene eccessivamente, orgogliosa di questa sua peculiarità geografica e che si è svelata con le sue bellezze nascoste. Per strade dimenticate, anguste abbiamo cercato di non farci mancare niente: borghi pittoreschi di altri tempi, paesaggi belli da togliere il fiato, e per concludere, una cucina davvero sorprendente, inaspettata, piatti della tradizione umbra più genuina, come si suol dire a chilometro zero.


Un grazie a tutti, ovviamente:

 

Enrico TRIUMPH TIGER 900 PRO

Ferdinand BMW R1250 GS

Germano TRIUMPH TIGER 900 PRO

Massimo APRILIA TUAREG 660

Michele BMW F 850 GS ADV

Riccardo BMW R1250 GS

Roberto BMW R1250 GS