Itinerario gastronomico un pò datato, ma che può offrire ancora buoni spunti e la possibilità di veder qualche foto, per scoprire la parte più
meridionale della costa dalmata, impreziosita dalle perle di Spalato e
Dubrovnik, ma che spingendosi all’interno fino in Bosnia, mostra ancora gli
evidenti segni della guerra che ha sconvolto per 5 lunghissimi anni, questo
angolo di Balcani.
ITINERARIO- Ancona
(traghetto), Spalato, Makarska, Vigorak, Medugorje, Mostar, Buna, Stolac,
Krivaca, Trebinje, Dubrovnik, Ston, Malj Ston, Spalato.
LUNGHEZZA- 900
km
La cosa che più mi colpisce
arrivando nel porto di Spalato, cosa poi confermata anche nel corso dei giorni
seguenti è la sorprendente, cristallina limpidezza delle acque di questa parte
d’Adriatico. Ripenso alle nostre coste martoriate, avvilite, frustrate
dall’inquinamento, a circa 100 km di distanza e la cosa è ancora più
stupefacente.
C’è da dire che, ma questo
è un giudizio assolutamente personale, anche qui non stanno preservando
l’ambiente come la straordinarietà del luogo meriterebbe. Un piano regolatore
assai approssimativo sta lentamente ricoprendo di mattoni e cemento quella che
viene riconosciuta come una delle coste più affascinanti dell’intero
Mediterraneo. Ogni scusa sembra buona per tirar su palazzotti ed edifici che
poco hanno a che fare con il rispetto ambientale.
La cosa appare subito
chiara appena fuori di Split, alla quale conviene concedere una visita
approfondita al rientro di questo tour, prima di imbarcarsi nuovamente.
Ai piccoli porticcioli che
si susseguono dirigendosi verso sud, edifici costruiti senza alcun ordine
disturbano la vista e rimarranno una costante fino a Makarska, quando
l’itinerario ci spingerà all’interno, direzione Bosnia Erzegovina.
La strada comincia a salire
panoramicamente, offrendo scorci assai suggestivi della costa sottostante. Se
soffrite di vertigini, dosate con cura le attenzioni al panorama che si apre
più in basso. Anche l’asfalto che fino ad ora non è stato un gran che esaltante
migliora decisamente fino a Vigorak, da dove, dopo pochi km, oltrepassiamo il
confine. La prima tappa bosniaca sarà Medugorje, un piccolo villaggio a circa
30 km da Mostar, di poca importanza fino al 24 giugno del 1981, data in cui
accadde un fatto prodigioso noto come il miracolo mariano di Medugorje.
In questa data, che guarda
caso coincide con una festa, quella di San Giovanni Battista, la Madonna con
Gesù bambino tra le braccia, apparve ad alcuni giovinetti del luogo.
L’apparizione si sarebbe ripetuta a scadenze regolari da quel giorno in avanti.
Le autorità centrali del tempo, di fede rigidamente marxista, pensarono di
arrestare il francescano padre Jozo Zovko, reo di aver parlato e creduto ai
ragazzi.
Ma fu subito chiaro che
sarebbe stato controproducente opporsi alle manifestazioni di fede, anche
perché il luogo era ormai diventato meta di un flusso consistente di pellegrini
e quindi di notevoli entrate per una regione segnata dalla povertà. Il business
era avviato ed oggi è più florido che mai: centinaia di migliaia di pellegrini,
con messa che viene celebrata in ben 15 lingue diverse, inclusi arabo e
vietnamita.
Via verso Mostar. La città
deve la sua fama allo Stari Most (most, in serbo croato vuol dire ponte), che
attraversa il Narenta (Naretva), fantastica opera d’ingegneria disegnata
dall’architetto turco Hayrudin che la guida mi dice allievo del famoso Sinan,
scusate non so chi sia, costruito tra 1557 ed 1566, e di cui Ivo Andric (questo
sì lo conosco), premio Nobel per la letteratura nel 1961, scrisse un libro, il
ponte sulla Drina, in verità abbastanza interessante.
“Di tutto ciò che l’uomo,
spinto dal suo istinto vitale, costruisce ed erge, nulla è più prezioso e
vitale dei ponti. Appartengono a tutti e sono uguali per tutti, sempre
costruiti sensatamente nel punto in cui si incrocia la maggior parte delle
necessità umane, più durature di tutta le altre costruzioni,…. indicano il
posto in cui l’uomo ha incontrato un ostacolo e non si è arrestato, lo ha
superato e scavalcato come meglio ha potuto, secondo le sue concezioni, il suo gusto
e le condizioni circostanti”
E pensare che l’ufficiale
responsabile del suo abbattimento durante la guerra dichiarò che tutti i ponti
del mondo non valevano un dito mignolo di uno solo dei suoi soldati.
Se Andric non fosse morto
per le conseguenze di una emorragia cerebrale nel 1974 e potesse vedere quello
che ne resta probabilmente gli verrebbe un infarto!!
Inconfondibile nelle sue
forme, impossibile da dimenticare una volta ammirato dal vivo o semplicemente
in foto come è capitato a me: alto, bianco, dalle linee svelte ed eleganti,
sembrava ricavato da un unico blocco di marmo. Aveva una larghezza di 4.5m,
un’altezza di 20 ed una lunghezza di 27 con 2 possenti torri bastionate che si
ergevano a scopo difensivo.
L’Unesco sta lentamente
ricostruendo il ponte recuperandolo pezzo dopo pezzo dal letto del fiume.
La guerra prima contro i
serbi, dopo contro i croati ha lasciato il segno.
Le ferite inferte dal
conflitto, allontanandosi dalla costa tardano a cicatrizzarsi.
Alcuni edifici recano
ancora tracce evidenti lasciate dai proiettili, altri sono completamente
distrutti.
Per ritornare sulla costa
decidiamo di puntare ancora verso est per arrivare a Dubrovnik da sud.
Quindi un tratto di statale
17 per poi piegare per una secondaria per Radimilja e Stolac, centro principale
delle necropoli bogomili. Fra i 2 paesi c’è quella più facilmente accessibile
con oltre 200 monumenti funerari (stele e sarcofagi), molti dei quali con
interessanti e spesso misteriosi rilievi, che raffigurano scene di caccia,
danze e tornei, oppure armi, o invocazioni al disco solare, simbolo del
principio del Bene. Ma è in Stolac che bisognerà prestare attenzione al bivio
nel paese e prendere a sx, la deviazione per Podubovac, portata come panoramica
sulla cartina ma da qui in poi, con segnalazioni esclusivamente in cirillico,
anche se poi alla fine si riuscirà più a nord sulla statale 20 a Krìvaca senza
sapere come.
Miracolo della geografia
stradale e dell’incomprensibilità della segnaletica!
Seguendo la 20 e dopo aver
attraversato le case groviera di Trebinje (dove alcuni fori sono grandi come
palline da tennis!!), aver incontrato un gruppo di motociclisti locali,
arriviamo alla costa a sud di Dubrovnik, cosa che ci consente di assistere al
tramonto da una posizione di dominio visivo sulla città, probabilmente uno
degli stessi punti da cui il 6 dicembre del 1991, l’esercito serbo e
montenegrino sfruttando l’elemento sorpresa, iniziarono il bombardamento e
l’assedio di questo gioiello dell’umanità, secondo un piano preciso con il
quale intendeva piegare la città per poi annetterla ai territori della
Jugoslavia.
Tra il 1991 e il 1992 la
città fu colpita da più di 2000 bombe.
Nel giugno del 92, al
termine dei bombardamenti, un attento esame rilevò che il 68% degli edifici del
centro storico era stato colpito, squarciando ben 2 tetti su 3. Un totale di
314 bombe aveva centrato le facciate degli edifici, la pavimentazione delle
strade e gli edifici, mentre l’imponente cinta muraria era stata colpita 111
volte. Quasi tutti gli edifici d’interesse storico erano stati completamente
sventrati dagli incendi o gravemente danneggiati. Stima dei danni: circa 10
milioni di dollari!!
Ma qui non ci troviamo in
Bosnia od in qualche sperduto angolo dalle parti del parco Plitvice e la forte
volontà di rinascita, accompagnata da ingenti aiuti internazionali, ha permesso
il miracolo verso la completa ricostruzione ancora prima della fine del
conflitto. Lo spettacolo è incredibile, unica cosa a ricordarci dei fatti
recenti il diverso colore dei tetti, di un rosso più acceso e qualche edificio
secondario ancora da restaurare, roba da poco conto, che consente al visitatore
di godersi appieno il giro delle mura, 1940m, alte fino a 25, spesse anche 6m o
di passeggiare per la Placa, detta anche Stradun, con i suoi tavoli e caffè e
visitare i suoi monumenti ed opere d’arte.
Il gioiello dell’Adriatico
è tornato a splendere.
Degna di nota anche Cavtat,
Ragusa Vecchia, 18km a sud di Ragusa. Anche qui le colline sono state soffocate
da blocchi alberghieri, ma una volta entrati nel piccolo nucleo storico,
camminando tra i suoi ripidi vicoli in pietra la pace e la tranquillità la
fanno da padroni.
E ora? Non ci resta che risalire
verso nord.
La strada è in ottime
condizioni e la vicinanza con le isole trasforma le baie in piccoli fiordi.
Deviazione d’obbligo la penisola di Sabbioncello, Peljesac, almeno fino alle
vicine, vicinissime Ston e Mali Ston, unite dai resti delle antiche mura,
lunghe circa 5km.
La baia è il paradiso
incontrastato dell’allevamento dei frutti di mare (vedi box), ben visibili
anche dalla strada, che comunque rimane eccellente per panorami e condizioni
delle strade fino a Markaska. Da qui il rientro a Spalato avverrà percorrendo
la parte iniziale dell’itinerario.
Split, spesso considerata,
a torto come punto di arrivo o partenza dei traghetti, ignorata o semplicemente
visitata superficialmente, ma i cui resti stratificati, appartenenti a diverse
civiltà, testimoniano l’importanza strategica del luogo.
Nonostante i suoi 200.000
abitanti e dimensioni da città extra large per gli standard croati, conserva
nella sua parte centrale più antica, “Stari Grad”, l’impianto romano dell’epoca
di Diocleziano, il cui palazzo omonimo rappresenta uno dei più straordinari
complessi antichi mai pervenutici e nel quale le antiche strutture (risalenti
al III-IV sec. d.C.) convivono armonicamente con gli edifici che gli sono sorti
accanto nei secoli successivi.
Da non dimenticare anche la
visita al Museo Archeologico, il più antico e fra i più importanti del paese,
soprattutto per quanto concerne i resti di età romana.
Ma Spalato merita maggiori
attenzioni: ad appena 5km, in un anonimo sobborgo industriale, è possibile
visitare i maggiori scavi dell’intera Croazia e probabilmente della ex
Jugoslavia, le rovine dell’antica Solona. La città, fondata con ogni
probabilità dagli Illiri, fu conquistata dai romani nel 78 a.C. e raggiunse il
massimo splendore sotto l’Imperatore Diocleziano.
L’importanza del sito è
dimostrata dalle grandi opere pubbliche rinvenute, a partire dall’Anfiteatro,
capienza circa 20000 posti, ma che attualmente è dominato da un paio di case
che ne sovrastano gli spalti e che sicuramente sminuiscono la struttura!!
Proseguendo verso
l’interno, a soli 6km, alto su di uno sperone roccioso si staglia la fortezza
di Klis, dalla quale è possibile godere di uno stupendo panorama della riviera
spalatina e delle isole antistanti. Giorno di chiusura: lunedì.
L’itinerario può ritenersi
concluso, ma se vi avanzasse del tempo, considerate che ad appena 20km dal
punto d’imbarco, direzione nord, su di un’isoletta tra la terraferma e l’isola
di Bua, sorge Trogir, anch’essa iscritta nel registro del patrimonio mondiale
dell’Unesco. Stupenda la cattedrale, attualmente sottoposta a restauri, ed
assai interessanti i molti edifici in stile romanico e rinascimentale,
racchiusi all’interno delle mura quattrocentesche. Può essere facilmente
visitata con una breve gita e ne vale davvero la pena.
Le ridotte dimensioni hanno
consentito e favorito il mantenersi del centro storico più o meno nella veste
assunta sotto Venezia.
Ed ora? Se il tempo è
tiranno, il traghetto è lì ad attendervi, ma se viceversa avete ancora a
disposizione qualche giorno, si potrebbe scegliere di risalire la costa per
rientrare via terra in Italia o partire alla scoperta delle isole (per
informazioni date un’occhiata al box) a bordo di qualche veliero turistico.
LE TAPPE
DEL BUON GUSTO
1. Maly Ston (famosa per i vivai di ostriche) ristorante
“casa del Capitano” (Kapetanova Kùca), SUPERLATIVO!!
2. 20 km circa, prima di arrivare a Dubrovnik (da nord)
ristorante “Orsan”
3. Dubrovnik, ristorante “Domino”, all’interno delle
mura, solo carne, caro, secondo solo al “Nautica”. “Nautica” migliore ristorante di pesce della
città, con una vista mozzafiato sul mare e sulla città con le sue mura: prezzo
spropositato, anche per gli alti standard croati!!
4. Klis, siamo vicini a Spalato, ristorante “Uskok”, di
Igor Dodoja. La zona è tristemente famosa per l’abbattimento di centinaia di
agnelli che impalati nel più sapiente stile turco rappresentano uno dei piatti
più tipici della zona. Viene venduto a chili con contorni ed un discreto vino
rosso. Lasciando la fortezza di Klis e dirigendosi verso l’interno, direzione
Sinj lo troverete ad una curva poco prima di rimboccare la strada veloce. Ce ne
sono 2, noi ci siamo trovati benissimo da Igor che è il ristorante sulla dx,
altamente consigliabile.
INFORMAZIONI
L’ente turismo croato
risponde al numero 0286454443 con personale efficiente, gentile, assai
disponibile e cordiale.
Documenti: carta
d’identità, valida per l’espatrio naturalmente, o passaporto.
Problemi meccanici? A pochi
chilometri da Spalato, “Piccilo Racing” concessionaria Yamaha, personale
disponibile con il suo manager Nikica, ex pilota, che parla anche italiano.
Telefono: +385 021 325677 (fax 325680).
Capitolo prezzi: la Croazia
dovrebbe entrare a far parte dell’Unione Europea nei prossimi 3-4 anni, ed i
prezzi allineati agli standard europei lo dimostrano. Non abbiamo mai mangiato,
anche se bene, a meno di 20-25 Euro a testa. Per le sistemazioni, con tutta
quest’inflazione di case, è possibile trovare appartamenti presso privati
contenendo le spese su cifre di circa 10 Euro a testa.
Dubrovnik, segnate questi
numeri: +385 20 428328, cellulare +385 91 5263125, risponde Sascia,
appartamenti a 150m dalla Porta Ploce.
Per quanto riguarda i
traghetti, consigliabile durante la traversata reperire l’orario degli stessi
che effettuano anche servizio lungo la costa: www.jadrolinija.hr oppure e.mail passdept_if@jadrolinija.hr
A volte hanno corse
giornaliere che è meglio conoscere in anticipo per pianificare al meglio il
viaggio.
La Croazia è strada, spesso
non in buone condizioni, con migliaia di km che percorre la frastagliatissima
costa, ma è anche isole, tantissime isole, 1185 per l’esattezza. Appare quindi
chiaro che il giusto connubio per una visita quanto mai completa sia
l’accoppiata moto+barca, soprattutto quando l’affluenza turistica raggiunge i
massimi livelli ed una bella spiaggia solitaria può essere la saggia
alternativa alla ressa dei centri maggiori.
Numerosissime sono le
agenzie che offrono servizi in questo settore.
Annotate questo nome:
Armando Nunziante, skipper con esperienza ventennale del Freelance,
placidamente ormeggiato nel marina ACI di Spalato in attesa di turisti.
Presentandosi come lettori
di Motociclismo, si avrà diritto ad uno sconto del 10% sulle tariffe applicate.
Per maggiori informazioni: www.freelancevela.com e.mail. freelance@micso.net
che posti.............
RispondiEliminache foto.........
che relatore......
che abbuffate!!!!!!!
Giovanni ancora grazie per il bel giro che ci hai fatto fare;le lecornie assaporate, e l'ottima compagnia con cui abbiamo condiviso tutto ciò!
con te non ci si annoia!!! ...6 1 GARANZIA!!!
mirella&pat
voi siete la garanzia!!!!
EliminaCIAO!
Il viaggio è come un "fiodena". Uno sballo assicurato di sensazioni positive, soprattutto se articolato con originalità ed in posti non sviliti dal turismo di massa. Queste sono sempre le tue proposte, emozione ed originalità. Bravo Giovanni.
RispondiEliminaMax
max fan dei soliti idioti e fruitore di fiodena!!!! che dire, un amico, compagno di esperienze mototuristcihe, a cui adesso sarò unito dalla passione per raggiungere lo sballo........di sensazioni positive!!!!!
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