Il territorio abruzzese, ancorché ferito dal tragico sisma dello scorso 6 aprile,
non mancherà di stupire il
viaggiatore per la repentina varietà dei suoi paesaggi. In una calda giornata
primaverile una manciata di chilometri consente di passare dall'aria salmastra
respirata pennellando morbide traiettorie sulla statale litoranea agli asfalti
da sogno di autentiche "prove speciali" disegnate fra le nevi tardive
residuate ad un lungo inverno. Insomma, arriva la bella stagione e perché non trascorrerla in sella alle nostre moto ed
in questa splendida regione?
Itinerario- S. Vito Chietino, S.
Giovanni in Venere, Vasto, Furci, Torrebruna, Castiglione Messer Marino,
Atessa, Villa S. Maria, Pizzoferrato, Stazione di Palena, Campo di Giove,
Pacentro. Sulmona, Pratola Peligna, Vittorito, Popoli, Capestrano, Rocca
Calascio, Castel del Monte, Fonte Vetica, Osservatorio del Gran Sasso, Assergi,
Mascioni, Campotosto, Terami, Civitella del Tronto.
Lunghezza- km 531
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La
sosta della serata è a Vasto, "La Città del Vasto" come amano
precisare i suoi abitanti con un pizzico di..."filologica
civetteria". Verrebbe da aggiungere "della zuppa di pesce" (o
più fedelmente "brodetto") dato che questo piatto, nella versione
locale, è a buon titolo una delle bandiere della tradizione culinaria
abruzzese. Divagazioni gastronomiche a parte la cittadina, già municipio romano
in epoca precristiana, racconta al visitatore una storia di grande prestigio
nell'epoca imperiale e di una certa vivacità dal medioevo fino ai nostri
giorni. L’indomani dopo un ultimo sguardo alla sua marina ed ai suoi trabocchi,
imbocco la ss 86 parallelamente al confine con il Molise. Sinuosa ed
intrigante, con traffico scarso ed un buon asfalto, la strada procede in
costante ma mai monotona ascesa e permette di apprezzare splendidi scorci dai
frequenti passaggi in crinale, con la vista che in più di un'occasione spazia a
360°.
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Il
massiccio della Maiella è ormai una presenza incombente sul paesaggio.
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Dopo
tanto girovagare in altura, percorrere la valle Peligna in direzione Nord
costituisce un brusco e piuttosto afoso risveglio per i sensi. Il termometro
segna ben 35° e sono ancora acclimatato alle frescure e agli aromi dei rilievi
circostanti. Il Morrone, la Maiella, il Sirente ed il Gran Sasso abbracciando
la conca sembrano compatire la mia andatura pigra, quasi indolente. La verità,
non me ne vogliano gli illustri massicci montuosi citati, è che costeggiando la
statale n°17 prima e la n°5 poi, ci si può permettere il lusso di attraversare
con calma centri quali Pratola Peligna, Corfinio (l'antica Corfinium),
Vittorito.
L'area in effetti abbonda in vestigia della romanità, principalmente
per il vicino intersecarsi della Via Tiburtina con la Via degli Abruzzi, costituendo
quindi un crocevia storico dei contatti fra Campania, Lazio e costa adriatica.
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La
mattina dopo proseguo la lunga cavalcata abruzzese, costeggiando la riserva
naturale Sorgenti del Pescara e la vicina cittadina di Popoli per poi salire
lungo i tornanti della omonima cronoscalata automobilistica fino a Navelli,
affacciata sull'omonima piana e rinomata per lo zafferano e Capestrano, patria
del celebre Guerriero, magnifica statua funebre risalente al VI sec. a.C., ora
ospite del Museo Archeologico di Chieti. L’accesso alla piazza giungendo dalla
vecchia statale, la nostra, è transennata ma è possibile giungere in piazza con
una breve deviazione. L'ascesa ai contrafforti meridionali del Gran Sasso
d'Italia continua: il massiccio detiene il primato della vetta più alta degli
Appennini, il Corno Grande, che supera di poco i 2900 metri.
Il
"nostro" versante ci accoglie dapprima con Calascio e la sua poderosa
Rocca, già set cinematografico di una celebre pellicola di ambientazione
medioevale. Mi concedo una divagazione fuoristradistica per giungere fino alla
parrocchiale di S. Nicola, da lì è un gioco da ragazzi arrivare sino alla
rocca, la più alta della regione e tra le più suggestive. La vista da quassù,
nonostante siamo a soli 1464m d’altezza, è davvero spettacolare, in bilico su
questa rupe con il Gran Sasso che sembra vicinissimo e la valle in basso.
La
sterrata non è in buone condizioni, ma seguendo la strada asfaltata si arriva
al parcheggio, da cui è possibile salire con una camminata leggermente più
lunga, che permette di visitare il borgo antico. Nella parte bassa ed abitata
del paese, anche qui, la strada che conduce a S. Stefano di Sessanio è
transennata e poco più in basso mi fermo alla cooperativa casearia Gran Sasso.
Mi accoglie la signora Giovanna, al lavoro con la figlia. Mentre trasporta in
frigo delle ricotte mi spiega che loro hanno sospeso il lavoro solo il 6
aprile. Le pecore e le capre hanno bisogno di continue attenzioni e non c’è
tempo di stare a piangersi addosso, ma rimboccarsi le maniche e darsi da fare.
Al contrario di Barbara e dei suoi contagiosi sorrisi, la signora Giovanna, non
ride molto, ma nei suoi occhi e nelle sue parole si leggono una determinazione
assoluta a voler continuare senza tentennamenti. Il lavoro non manca anche se
le vendite sono scese notevolmente. La cooperativa è formata da 5 soci
residenti tutti nella zona, lei è di Castelvecchio Calvisio. Proseguo per
Castel del Monte, vero e proprio portone di accesso alla straordinaria piana di
Campo Imperatore.
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Qui,
qualche giorno fa il sindaco ha di fatto imposto diplomaticamente ai suoi
concittadini di fare rientro nelle proprie case. La piazza è gremita, il bar è
affollato, ma salendo verso la piana la
vista che si ha dall’alto del paese vede la torre campanaria della parrocchiale
di S. Mauro Evangelista ampiamente rimaneggiata.
Nonostante
le numerose visite, lo spettacolo offerto dall’altopiano di Campo Imperatore è
costante fonte di meraviglia. Raggiungibile in inverno solo tramite la Funivia
del Gran Sasso, si estende per circa 27 chilometri a circa 1500/1600 metri di
altitudine, superando i 2100 al suo confine ovest ove sono situati
l'Osservatorio astronomico e l'omonimo albergo, noto per aver ospitato nel 1943
la prigionia di Benito Mussolini. Una piccola scheggia di Tibet conficcata
nell’Appennino.
Pascolo vastissimo, circondato dalle vette del massiccio, da
esso si diramano innumerevoli sentieri e mulattiere, per la gioia di
escursionisti e trekkers di ogni abilità. Irrinunciabile per ogni motociclista
la sosta presso i punti ristoro nei pressi del bivio che conduce alla pineta di
Fonte Vètica, dove si può gustare dell'ottima carne circondati da uno scenario
da sogno.
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E qui mi attendono come al solito Rodolfo e la sua famiglia, macellai
di Castel del Monte che gestiscono il ristoro Mucciante. Attendono un gruppo di
30 motociclisti e mi chiedono se ne so qualcosa. Rodolfo mi conferma che
l’iniziativa del sindaco è stata giustissima, bisogna vincere i timori di
dormire nelle proprie case: “ormai avevamo ripreso il normale ritmo sociale in
paese ma rimaneva da superare il blocco psicologico del trascorrere la notte
nel nostro letto. Ce l’abbiamo fatta!!”
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Io
invece sono al termine e devo proseguire verso Roseto degli Abruzzi, dove
arriverò percorrendo strade secondarie e poco frequentate, punto di arrivo sul
mare, comoda per la vicinanza del casello autostradale e di una discreta
ricettività turistica.
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foto Teodoro Marini |
LA GIOSTRA CAVALLERESCA DI SULMONA Di Massimo ANTONUCCI
Foto Teodoro Marini, di Fotottica Marini Via Sardi 3, Sulmona
Suoni di tamburi,
bandiere, chiarine, costumi rinascimentali, la meravigliosa cornice di Piazza
Garibaldi decorata a festa con i colori dei sestieri e dei borghi, sono queste
le immagini che, indelebili, rimangono nella mente di chi ha la fortuna di assistere
alla Giostra Cavalleresca di Sulmona. Di questa manifestazione si hanno notizie
certe dal lontano 1484, epoca in cui si svolgeva ben due volte l’anno,
nonostante la regina Giovanna d’Aragona esortasse i sulmonesi a non sperperare
denari “in correre de palj pifferi trombecti et altri soni”. Ma tal genere di
cimento vantava già una certa tradizione
per cui non è azzardato farne risalire le origini al tempo degli Svevi quando,
posizione strategica e congiuntura economica, avevano fatto di Sulmona una
delle maggiori città del Regno nonché la capitale d’Abruzzo.
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Foto Teodoro Marini |
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Foto Teodoro Marini |
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“Si tratta“ ci dice Emidio Cantelmi, vulcanico presidente
dell’associazione culturale Giostra Cavalleresca “di una rievocazione storica a
cui partecipano i Cavalieri provenienti da città europee che vantano
manifestazioni simili alla nostra. Caratteristici e pittoreschi sono gli
spettacoli offerti dalle delegazioni: combattimenti all’arma bianca, musiche e
danze medioevali, cariche di lanzichenecchi ed armigeri, gare tra balestrieri,
arcieri e falconieri che fanno” precisa con malcelato orgoglio Roberto “della
nostra Giostra d’Europa uno spettacolo unico in Italia”. Purtroppo proprio quest’anno per il venir
meno di finanziamenti, destinati soprattutto alla ricostruzione post sisma, non
è ancora chiaro se si riuscirà ad organizzare la Giostra Europea ma la volontà
e l’entusiasmo probabilmente riusciranno a supertare questi problemi così da
permettere di proporla anche quest’anno. Parlando con Nicola Paolilli, capitano
del Sestiere di Porta Manaresca, scopriamo inoltre che la vigilia della Giostra
Cavalleresca è, da qualche anno,
caratterizzata da “ La notte del cementemmece” letteralmente diamoci fastidio.
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Foto Teodoro Marini |
“E’ un evento” ci racconta Nicola “che coinvolge tutti i rappresentanti di
Borghi e Sestieri di Sulmona i quali, la notte prima della Giostra, si
ritrovano nella splendida cornice di
Piazza Maggiore.” Sono Pierluigi Bruni detto Pingi e suo fratello
Enrico, rappresentanti del Sestiere di Porta Manaresca, a delinearci gli
aspetti dell’evento “All’inizio La notte del cementemmece era semplicemente
una scaramuccia tra gli appartenenti ai
Borghi ed ai Sestieri ma, con il passare degli anni, è diventata un
appuntamento d’obbligo. Al termine delle cene, innaffiate da fiumi di vino
rosso, che animano il Venerdì della
giostra e alle quali i turisti sono sempre i benvenuti, a mezzanotte Piazza Maggiore viene illuminata con i colori
festosi dei contradaioli che entrano nel teatro della gara. E così tra sfotto’
rivolti agli avversari e cori si va
avanti, con l’aiuto sempre grato del Montepulciano d’Abruzzo, per tutta la
notte fino a che le luci dell’alba si portano via anche gli ultimi irriducibili
che lasciano il posto ai cavalieri
pronti a dar vita alla Giostra Cavalleresca di Sulmona”.
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Foto Teodoro Marini |
La tragedia dimenticata.
Massimo Antonucci è un amico fraterno
di vecchissima data. Nonostante i diversi impegni ci sentiamo spesso. Medico
anestesista nel vicino ospedale di Popoli, risiede a Sulmona e ricopre una
carica di assessore (nessun assessore, semplicemente una delega alla cultura,
tende a sottolineare), nel comune di Pratola Peligna: “Ristoranti vuoti, feste
annullate, genitori che hanno paura di mandare i propri figli a scuola. E'
questo il dramma che si sta consumando nella Valle Peligna. Certo le
conseguenze del sisma non sono nemmeno paragonabili a quelle dell'Aquilano. Ma
qui c'è un clima di incertezza, paura, angoscia che segna la quotidianità di
tutti. Circa 300 sfollati a Sulmona, 40 a Pratola, danni evidenti al patrimonio
artistico-architettonico della zona. Nel periodo di Pasqua, che a Sulmona vede
turisti accorrere da ogni dove per assistere alle manifestazioni religiose, tra
cui la famosissima “Madonna che scappa in piazza”, si è registrati una disdetta
delle presentazioni alberghiere pari al 100%. Annullate, a Pratola Peligna, i
festeggiamenti della “Madonna della Libera”, uno dei più importanti eventi
religiosi dell'Abruzzo, con un movimento di pellegrini che rappresentava uno
dei momenti più importanti per l'economia della zona. Disdette piovono anche
nell'alta Valle del Sangro, Pescocostanzo, Roccarso e nel Parco Nazionale
d'Abruzzo.”
“Ma siamo ripartiti” tiene a precisare
Giuseppe Bono, vicepresidente dell' Associazione Albergatori di Sulmona che
conosco tramite Massimo ” ospiteremo una tappa del Giro d'Italia (il 28 maggio,
Sulmona- Benevento) e verrà riproposta anche quest'anno, anche se in tono
ridotto, la Giostra Cavalleresca”.
“Tutti i paesi del comprensorio si
stanno riorganizzando.” Continua Masimo “Pratola Peligna sarà, la sera del 10
Agosto, palcoscenico di “Calici di stelle” manifestazione enogastronomica
organizzata dall'Associazione “Città del vino” e sede del Festival artistico
“Arti e Parchi” il cui direttore artistico è Franz Di Cioccio.”
“Questo “ mi conferma a sua
volta anche Antonio De Crescentiis, sindaco di Pratola Peligna” vuole essere un
messaggio per gli estimatori dell'Abruzzo interno, perchè possano tornare
quest'anno a visitare il nostro splendido patrimonio artistico-naturale”.
CANTINE PIETRANTONY
Roberta
Pietrantonj, responsabile commerciale dell’azienda omonima, appartiene alla
quinta generazione di questa famiglia
che ormai da quasi 2 secoli (attività intrapresa alla fine del 1700) si occupa
dell’azienda e di produzione di vini.
Siamo la
più antica Casa Vinicola d'Abruzzo, nel Comune di Vittorito, unica Città del
Vino della provincia de L'Aquila, il nostro avo Alfonso è stato il primo
enologo in Abruzzo nel 1896, abbiamo pezzi storici unici in azienda come le
botti in cemento da 700 hl rivestite in piastrelle di vetro di Murano
realizzate nel 1896 e prodotti pluripremiati in tutti i concorsi più
prestigiosi nazionali e internazionali.
Abbiamo la
casa privata sopra l'Azienda inagibile all'80%, rimesse agricole rese inagibili
da gravi danni, abbiamo alcuni locali aziendali inaccessibili per inagibilità
dei palazzi limitrofi, ma sopratutto un crollo del fatturato del 20% che era il
mercato della città de L'Aquila e dintorni.
Cosa provate?
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Conseguenze dirette?
Manifestazioni
annullate, tra cui Cantine aperte, che doveva svolgersi a fine maggio, più le
periodiche visite guidate, la Sagra del Vino, ecc. ma vogliamo chiarire che
siamo comunque a disposizione per degustazioni e vendite dei nostri
preziosi prodotti aquilani e vi preghiamo, da motociclisti, (Roberta è passeggera praticante
con il suo ragazzo) di venirci a trovare per aiutarci a superare questo
difficile momento, perchè l'Abruzzo, nonostante tutto è sempre stupendo!!!
AZIENDA VITIVINICOLA PIETRANTONJ 67030 Vittorito (AQ) - 38, v. S. Sebastiano
tel. 0864727102, fax 0864 727102,