Per unire con un itinerario
il Tirreno con lo Ionio ci sono molti modi, infinite possibilità e strade, ma
se nel mezzo si trova, ben posizionato, il massiccio della Sila, questo è
sicuramente il tentativo più complicato, lungo ma appagante che il già non
semplice sistema viario calabrese possa offrire.
ITINERARIO- Paola, San Fili, Castiglione Cosentino, Spezzano
Piccolo, Rogliano, Soveria Mannelli, Nicastro, Serrastretta, Triolo, Catanzaro,
Zagarise, Petilia Policastro, Santa Severina, San Mauro Marchesato, Crotone.
LUNGHEZZA- km 343
Testi scritti e gentilmente forniti dall'amico Andrea Baffigo
Non avevo mai valutato la
bellezza di una regione in base alle sue strade. Pensavo che monumenti, città,
spiagge e mare fossero le vere attrattive di un posto, insieme alle gente,
ovviamente. Il viaggio, l’ho sempre considerato un intermezzo tra la partenza e
l’arrivo, possibilmente da svolgersi nel minor tempo possibile e percorrendo le
strade più scorrevoli. Questo, perché le due ruote le ho sempre usate in città,
come cura al nervosismo da traffico e non come punto di vista per scoprire una
regione. Regione, come quella calabra, che a bordo di una moto si apprezza in
maniera diversa, lontano dalle spiagge e dalle attrattive più conosciute
dislocate lungo le sue splendide coste.
Il punto di partenza è Paola,
che non è una bella donna ma una piccola cittadina sul Tirreno, il punto di
arrivo è godersi la moto tra le strade dell’entroterra, costeggiando i monti de
La Piccola Sila, fino ad arrivare sul mar Ionio, scoprendo una Calabria meno
nota, fatta di paesini arroccati, agriturismi, prodotti tipici e tanti di quei
tornanti da far venire il mal di mare.
Già la strada per raggiungere
Laurignano, piccolo comune vicino Cosenza e prima tappa di questo viaggio, è un
vero spettacolo, nove tornanti uno di fila all’altro salgono in poco tempo fino
ai quasi mille metri di altezza del Passo della Crocetta, dal quali si può
ammirare il mare. Che visto da qua su non mi fa rimpiangere sdraio e creme
abbronzanti, anche perché le temperature in montagna sono di molto inferiori
alle calure da spiaggia, così il mio unico rimpianto, semmai, è di non aver
portato l’interno imbottito della giacca…
L’accoglienza all’agriturismo
Fra Benedetto è delle migliori, subito si dichiara: 749. Sono le “cifre” e la
cilindrata della Ducati di Giampiero Russo, simpatico proprietario di questo
Bed & Breakfast, ex ballerino professionista, ha ballato anche alla Scala,
e motociclista per passione, anzi ducatista. Il consulto è d’obbligo,
soprattutto con il mio Monster custodito poco distante, così la cena passa in
piacevole compagnia, consigliandomi sulle strade più belle per il giorno dopo.
Tra cui sicuramente spicca la
SS 19, che mi porterà nei pressi di Catanzaro. Un tripudio di curve che
costeggiano i crinali di monti e colli di questa zona, decisamente poco
frequentata, perché nel primo tratto di strada non ho incontrato neanche una
macchina per oltre un’ora e mezza! L’asfalto è in buone condizioni, come pure
la visibilità, le curve sono larghe e il traffico è praticamente inesistente.
Risultato: non c’è scuola migliore per imparare a piegare. Scuola che continua
per tutto il viaggio fino allo svincolo con Settingiano, verso la fine della SS
19, è qui che, colto dalla fame, mi fermo per uno dei migliori panini mai
gustati. Il posto ispira fiducia, una casupola molto “stile camionista” con
l’insegna Calabrone Salumi. Il panino ha del pantagruelico: diverse fette di
formaggio stagionato, doppio strato di affettato (prosciutto e soppressata),
vari sottolio, peperoncino e insalata. Il “tutto” inserito in un comoda bustina
di plastica per non sporcarsi con l’olio che cola. Bella idea, anche perché
dopo poco sono di già in sella, in direzione di un’altra strada calabrese,
impressionante per la sua bellezza, la SS 109: da Catanzaro si raggiunge
percorrendo la 109 bis, che recentemente ha cambiato nome in SS 159/4.
Anche su questo percorso le
curve non mancano e la “scuola di piega” continua, interrotta solo da qualche
sosta alle fontanelle o per ammirare le vallate e i numerosi paesini arroccati,
che in linea d’aria sembrano vicini, ma che in realtà sono separati dalla
miriade di curve che compongono questa statale. Un vero piacere da percorrere,
con un asfalto in ottime condizioni.
Così, una volta arrivato nei
pressi di Crotone è un peccato riabituarsi ai rettilinei e alle strade
trafficate che in poco tempo mi portano a Capo Rizzuto, proprio sul tacco del
“nostro stivale”, circondato da una splendida riserva marina. Bungalow sulla
scogliera, doccia e una bella passeggiata sul lungo mare, riportano le mie
gambe in condizioni normali, dopo tutte quelle ore di scuola. Una bella
mangiata di pesce e svariate ore di sonno ritemprano anche il resto.
Il giorno dopo, la moto la
lascio parcheggiata e mi godo questo spicchio di Mediterraneo dalle mille
sfumature, con tratti di costa rocciosa alternati da distese di sabbia di color
rosso. Vicino a Capo Rizzuto, il Castello di Le Castella si affaccia su un
panorama mozzafiato, che spazia su una delle attrattive più belle e conosciute
della Calabria: il suo splendido mare. Ma ripensando al mio viaggio, anche le
curve non erano male…