Viaggio attraverso Siria e Giordania: storia, cultura e qualche ombra alla scoperta di popoli carichi di contraddizioni.
SLIDESHOW
“Ciao, partiamo per il Medio Oriente, vieni anche tu?”
“Si può fare!”
“guarda che ci vuole il carnet de passage en douane!”
“Ce l’ho.”
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Aleppo è una città molto attraente, con una bella cittadella fortificata, un interessante museo archeologico, una moschea ed un suk, definito dalle guide come il più bello della Siria, e uno dei migliori del Medio Oriente. Consiglio anche una capatina in un bagno turco; sicuramente il più bello (ne abbiamo girati 3 prima di scegliere), è l’hammam Yalbougha al Nasery. (aperto alle donne, anche se in orari differenti). Ma è costeggiando il fiume Eufrate che cominciamo a vivere la vera atmosfera del mondo arabo, talmente autentica che faticheremo, e non poco, a ritrovarla nel corso del viaggio. Appuntatevi questo nome: Dayr az Zawr.
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Qui sono stati rinvenuti insediamenti umani del terzo millennio a.C.; sicuramente affascinanti ma molto tecnici e piuttosto difficili da interpretare.
A Palmyra le cose cominciano a cambiare, sia come afflusso turistico, che come stato di conservazione del sito. Unico inconveniente, la solita sabbia in sospensione nell’aria.
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Il viaggio prosegue in direzione Crack dei Cavalieri, Damasco, ma è a Bosra che tocchiamo un altro momento epico del nostro viaggio. Il punto di forza di questa cittadina, è la fortezza che ingloba il teatro romano, praticamente intatto. La cosa spettacolare è che per una cifra di circa 8000 lire si può dormire, con la possibilità di usare la cucina al suo interno, e con l’immenso vantaggio di essere al mattino gia sul posto per una visita in esclusiva, pressoché priva di turisti.
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Ma se in Siria avevamo cominciato a notare che il turismo comincia ad avere un ruolo determinante nei confronti dell’economia e dei comportamenti delle persone, in Giordania veniamo letteralmente schiacciati da questa realtà.
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Se poi consideriamo che ci sono pochi cartelli esplicativi, e quando si trovano sono a volte anche rotti, il prezzo di ingresso mi sembra veramente esagerato. Se si vuole visitarla, farlo dalla mattina presto (il sito apre alle 6.30).
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Qui però c’è un’alternativa: circa 10 km. prima del villaggio si arriva ad un bivio; bene ignorate l’indicazione ed il posto di blocco e prendete a sinistra la strada che è completamente libera. Viaggerete per una sessantina di km (praticamente tutti asfaltati) in una vallata simile all’altra ma senza nessun controllo e dove volendo si può anche campeggiare.
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Il viaggio volge al termine; l’ingresso in Israele è caratterizzato da controlli capillari a bagagli, mezzi e persone, previo un interrogatorio di quasi mezz’ora.
Per ragioni di tempo siamo costretti (ma era gia programmato) ad attraversarla da sud a nord, limitando le visite a Gerusalemme e Akko. Probabilmente è la nazione più interessante, soprattutto per i contrasti stridenti fra le diverse culture e religioni e merita sicuramente un approfondimento.