VANDALUSIA
L’Andalusia è la parte più
meridionale della penisola iberica, quindi anche quella che più ha risentito
dell’influenza araba, ben visibile e riscontrabile nelle sue architettura ed in
alcune delle maggiori attrattive artistiche che offrono al viaggiatore. Un
territorio vasto, dove il boom economico spagnolo, oltre a deturpare in maniera
irreparabile le coste, ha però contribuito alla realizzazione di un sistema
stradale efficientissimo ed in alcuni casi, che siamo andati a ricercare con discreto
successo, adattissimo alla pratica motociclistica e turistica.
ITINERARIO- Cordoba, Cabra,
Alcala la Real, Loja, Alfarnate, Antequera, Alora, Bobastro, Ardales, El Burgo,
Ronda, Gaucin, El Colmenar, Venta Nueva de Galiz, Tarifa, Bolonia, Capo Trafalgar,
Cadice, Jerez de la Frontera, Arcos de la Frontera, Utrera, Siviglia.
LUNGHEZZA- km 880
Non è un segreto che l’Andalusia
possa permettersi di mandare per una buona metà dell’anno i suoi visitatori a
crogiolarsi sulle sue spiagge bagnate da acque scintillanti. Terra solare, come
solari sono i suoi abitanti, amanti della compagnia e del divertimento, sia che
si tratti di gustare tapas in uno dei numerosissimi bar, sia di tirare avanti
una fiestas fino ad ora tarda. Nelle città andaluse, la modernità e la vita
notturna convivono con spettacolari monumenti islamici e cristiani, splendidi,
affascinanti ricchi di forme, storia e
colori. Le coste sono forse la nota dolente di questa zona: una pesante
urbanizzazione ne ha probabilmente intaccato la originaria bellezza e,
soprattutto nella parte mediterranea i centri , anche quelli più piccoli sono
diventati vere e proprie industrie per il turismo di massa. Ma basta
addentrarsi all’interno della regione per entrare in un'altra dimensione, fatta
di paesini di case bianche, tra montagne impervie e verdi colline, dove si vive
ancora con il ritmo delle stagioni: qui si coltiva l’ulivo, la vite, l’arancio
ed il mandorlo, tra estati torride ed inverni gelidi. I maestosi paesaggi di terra
e di mare offrono innumerevoli spunti di itinerari e questo ne è solo un
esempio.
Sicuramente i più attenti avranno notato che nell’itinerario non viene proposta Granada e la sua spettacolare Alhambra. Né superficialità, né errori, tanto meno impreparazione, semplicemente alla terza visita ho deciso di evitarla ma sicuramente in un eventuale viaggio nel sud della Spagna la città ai piedi della Sierra Nevada è sicuramente da includere nel programma, una meta imprescindibile. Detto questo l’arrivo in Andalusia avviene per strade statali e la prima tappa è Cordoba. Siamo sulle sponde del Guadalquivir, fiume un tempo navigabile, che sicuramente fece le fortuna di questa parte della penisola iberica.
La struttura urbanistica è
tipicamente araba, ed un vero invito a percorrere i suoi vicoli in cui è facile
perdere l’orientamento.
Ma la vera attrazione di questa
cittadina è senza dubbio la moschea, trasformata in cattedrale nel 1523,
operazione che provocò critiche feroci, anche nello stesso mondo cattolico, ma
che ha lasciato sicuramente un’opera straordinariamente unica nel suo genere.
Sembra che alla vista del
risultato finale, lo stesso Carlo V abbia esclamato: ”Che cosa avete fatto?
Avete distrutto qualcosa di unico ed inimitabile, per costruire qualcosa di
assolutamente comune!”
Per arrivare a Ronda, definita la
città più bella dell’Andalusia, ed una delle più belle dell’intera Spagna, si
possono impiegare un paio d’ore o spendere un’intera giornata perdendosi, dopo
aver visitato l’interessante Antequera, fra le panoramiche strade della
Garganta del Corro. La strada una volta imboccata la A366 diventa a dir poco
entusiasmante, ma dopo Burgos……nell’elenco dei giudizi mi accorgerò che anche “spettacolare”, può essere un
termine riduttivo!!!
A Ronda fu inventato il moderno
combattimento a piedi contro i tori. La plaza de toros, la più antica di tutta
la Spagna fu inaugurata nel 1784 ed è un capolavoro.
Vero e proprio santuario nel suo
genere, è perfettamente conservata. L’arena forma un circolo perfetto, con 2
ordini sovrapposti di archi ribassati, poggiati su 176 colonne toscane, ben
5000 posti a sedere, un diametro di 66 metri, completamente coperta ed è
l’unica che abbia la barriera protettiva in pietra. Ma anche il giorno dopo la
zona de “los pueblos blancos” ci offrirà una serie di strade da urlo,
soprattutto la prima parte fino al bivio per El Colmenar, percorrendo la A369.
Dopo Algeciras, l’impatto urbanistico delle città costiere sembra attenuarsi
per lasciare spazio a villaggi di pescatori e piccoli centri turistici, fino
all’arrivo a Cadice.
Cadiz, Julia Augusta Gadigana,
tanti nomi per un solo luogo, fondata dai fenici, abitata fin dal 1100 a.C. Una
delle città più antiche dell’occidente.
Il nucleo antico, edificato su di
un promontorio, è circondato da un bastione pentagonale seicentesco. 4.5 km. da
percorrere in moto o a piedi, per rendersi conto che la parte più interessante
è quella chiusa tra il castello de Santa Catalina e il ponte che unisce le mura
con il castello di San Sebastiano, una camminata di circa un km., ma molto
suggestiva.
Siamo in dirittura d’arrivo, Ma
prima di arrivare a Siviglia ed essere letteralmente fagocitati e schiacciati (in
tutti i sensi) dalla “Semana Santa” (vedi box) mancano all’appello Jerez de la
Frontera con le sue cantine ed infinite opportunità di degustazione e la
bellissima Arcos de la Frontiera, posta ad anfiteatro, alta su rocce rossastre
a dominio del fiume Guadalete che la avvolge quasi completamente. Un’altra
giornata di guida su belle strade ed il gioco è fatto.
COLORI E SAPORI
Le
tapas sono la quintessenza della tradizione gastronomica spagnola, impossibili
da trovare negli altri paesi, nonostante le tante imitazioni. Sì, perché non
sono solo una specialità locale, ma anche un modo tutto spagnolo di mangiare.
Una tapa, in realtà, può essere qualsiasi cosa: un pugno di olive, una fetta di
pane con prosciutto o formaggio, una porzione di “toritlla”, la famosa frittata
di patate e cipolle, fritture, ma anche piatti più elaborati con carne e pesce.
Le tapas si ordinano generalmente nei bar per accompagnare un bicchiere di vino
o di birra, quasi sempre in piedi davanti al bancone e buttando tutto quello
che serve per consumarle (stuzzicadenti, fazzolettini di carta etc.)
rigorosamente ai piedi dello stesso. La quantità di immondizie alla base dei
banconi, in genere stabilisce la qualità ed il numero dei frequentatori del
locale. Sono un modo di bere senza ubriacarsi, di socializzare e di godersi in
spensieratezza un momento della giornata, con la speranza che ne seguano molti
altri. Lo potremmo definire un specie di aperitivo, ma senza riuscire a
coglierne l’essenza, molto più spagnola. Le tapas, sono di fatto, parte
integrante dello stile di vita locale, come l’aglio e la religione.
Visitare il paese senza fare almeno un tapeo, ovvero un giro dei bar de tapas,
equivale a non aver completamente conosciuto la Spagna.
La zona di Tarifa è sicuramente la punta dell’iceberg eolico Andaluso e
spagnolo. Zona assai ventilata, punto di richiamo per surfisti e amanti di
sport che devono comunque convivere con attività che molto sono influenzate
dalla costanza dei venti, la Spagna ed in particolare quest’area del paese, si
è completamente votata a questa forma di energia alternativa e pulita: una vera
e propria genesi di “funghi tecnologici” che con le loro pale in quasi costante
e perenne movimento generano grandi quantità di energia a basso costo e
soprattutto non inquinante. Ma gli ambientalisti ed il loro impatto ambientale
dove sono?
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