Terza ed ultima parte dedicata al TT, la gara!!
Un mare di foto, colori, moto.
Unica modifica apportata alle informazioni con i link aggiornati sulle manifestazioni.
Tutti pensano al TT come alla gara delle pazzie, degli
eccessi, dove piloti con una leggera punta di follia sfrecciano rischiando la
vita. Ma la passione per questo sport? La sensazione di dipendenza che questo
genere di manifestazioni suscitano e creano in chi vi partecipa? Ho avuto la
fortuna di girare un po’ dietro il palcoscenico di questa fantastica
manifestazione e le impressioni riportate sono qui di seguito.
Premetto che ho partecipato come spettatore 3 volte al TT,
ma quest anno, dopo aver parlato con l’amico Giulio Rangheri, esperto di gare non
ufficiali extra FIM, abbiamo avuto l’idea che mi ha permesso di vivere
un’esperienza particolare, nonostante fossimo alla sua 99ima edizione (forse
sottotono rispetto alle precedenti).
Probabilmente il top, come affluenza e coinvolgimento, ci
sarà in occasione del centenario, l’anno prossimo.
Lo spunto era quello di realizzare un servizio che approfondisse
determinati aspetti della competizione: i piloti più caratteristici, i privati
che corrono per pura passione e le stars di un mondo “parallelo” che orbita
intorno alla gara; cercare di capire perchè e con che spirito si partecipa ad
una gara così pericolosa; tutti quei personaggi che gravitano intorno alla
competizione ma non ne sono i protagonisti, quindi i marshall, gli addetti alla
sicurezza, i vigili del fuoco.
Non so se per un colpo di culo, ma le cose si mettono subito
bene alla partenza da Heysham. La partenza è prevista per le 3 di notte e mancano
ancora un paio d’ore al check inn.
Motociclisti dappertutto, birre, fish and chips, le solite
cose insomma.
Socializzare in queste situazioni è cosa naturale.
Uno dei tavoli di fianco al nostro è occupato da due persone
ed un ragazzo. Sono in borghese, ma la loro carica ed il livello etilico fa ben
sperare nonostante siano senza moto.
Paul e Jan si presentano nel corso della serata e quest
ultimo inizia una serie di barzellette sconce, chiedendo scusa alle ragazze, ma
che neanche chi parla un po’ d’inglese riesce a comprendere.
Dopo qualche pinta sono in piedi al banco con Paul. Gli dico
che sono la mio terzo TT e lui si lascia sfuggire che questa è la sua 30ima
edizione (!!!!). Lo osservo, non sembra così vecchio ma gli credo. Sono tutti
marshal, anche Jan, che adesso non si regge in piedi, ma che il giorno dopo
vedrò sfrecciare sul passaggio pedonale di Bray Hill per sollecitare spettatori
curiosi che si attardano sulla passerella.
Mi confida che non ha saltato un’edizione e che suo nipote,
il ragazzo che li segue è alla sua prima esperienza.
Mi giro e me lo immagino fra 30 anni nella stessa situazione
dello zio.
Beviamo insieme l’ultima birra e ci diamo appuntamento nei
prossimi giorni sul circuito.
L’arrivo nell’isola è sempre lo stesso. Bisogna sistemarsi,
occupare l’alloggio e pianificare le future giornate che come sempre saranno
intensissime. Le prove ci sono in tarda mattinata e ne approfitto per ritirare
il pass e portare un paio di amici in uno dei punti sicuramente più
sconvolgenti del tracciato, soprattutto per chi è alla prima esperienza: Bray
Hill. Il risultato è, come nelle precedenti edizioni, sconvolgente. I primi
passaggi servono per metabolizzare che qualcosa e qualcuno di tremendamente veloce
transita a circa un metro da semafori, marciapiedi e spettatori.
Una volta resisi conto dell’ovvio, cioè che questi individui
sono dotati di una certa vena di follia comincia lo sbigottimento. Ne
approfitto anche per scambiare due chiacchiere con Paul, ora sobrio, che
controlla il punto vicino il semaforo.
Nonostante siano tutti volontari, la professionalità di
questi individui è davvero apprezzabile, Paul mi consiglia il punto migliore
per poter scattare foto ed addirittura mi scorta nei punti prestabiliti. Alla
fine ci salutiamo promettendo di vederci in serata per una birra.
La ricerca continua, ma dura il tempo di mettere un paio di
marce della mia KTM per fermarmi lungo una serie di villette, in puro stile
anglosassone, a pochi passi dall’ingresso dei box, dove dai garage sporgono
carene e vari pezzi di motori e ciclistica.
Dicono che i piloti dei sidecar siano tra i più puri di
questa manifestazione, animati da una passione feroce
Parcheggio immediatamente per chiedere al primo uomo in tuta
se è possibile scattare qualche foto.
“of course”
Mi armo di reflex ed entro nell’antro: nella penombra, 3
persone lavorano sulla carcassa della numero51: Bert, belga, Marwin, scozzese,
Hans, tedesco.
L’uomo che mi ha accolto all’entrata invece è Dick e viene
dall’Inghilterra.
Un vero team da Comunità economica europea!!!
Approfittano dell’intrusione per fare un break a suon di
sandwich con caffè, che vengono adagiati sulle superfici piane del mezzo.
Bert, che fra l’altro in gara si siede affianco a Dick, che
è il pilota, mi confida che è alla sua terza partecipazione consecutiva. Tutto
ha avuto inizio rispondendo ad un annuncio su internet e da allora non riesce
più a pensare ad un maggio che non sia su questa isola.
Il side partecipa alla formula 2, quelli da 600cc.
Mi mostrano le escursioni degli ammortizzatori e di come
renderli più rigidi per sopportare gli avvallamenti del circuito.
Il garage è di un amico di Dick che ogni anno li ospita
gratuitamente per tutto il periodo della manifestazione.
Ma non è finita qui, il viale sembra una diramazione esterna
dei box ufficiali, qualche decina di metri per entrare nel garage che ospita il
side numero 32 della coppia inglese Alan Langton e Stuart Graham. In officina
c’è solo il cugino di Stuart, David che da una mano a pilota e passeggero nella
messa a punto del mezzo. Nel frattempo arriva l’equipaggio ed il mezzo viene
rapidamente coperto dalla carena per l’immancabile foto ricordo.
Anche loro hanno iniziato in annate differenti la loro
esperienza alla manifestazione, ma da allora non hanno saltato una solo
edizione!! Non c’è che dire questo TT è una specie di virus, cui è difficile
scampare o sottrarsi una volta contratto!!
Da lì i box sono ad un tiro di schioppo, ma entrando non è
che le cose cambino di tanto. Siamo davvero lontani dalle atmosfere delle altre
gare internazionali, quelle “ufficiali”. Qui è molto facile vedere il favorito
Martin Finnegan, o altri piloti in lotta per diverse vittorie nelle varie
classi, che dopo la gara TT Super Stock, si intrattiene con un gruppo di tifosi
sorseggiando una birra!!
Ma il mio intento è cercare nelle retrovie e la caccia
continua.
Famiglie di piloti al completo che invitano i curiosi a
sgranocchiare sandwich evitando bambini che giocano tra pezzi meccanici e telai,
rotolandosi sui prati.
Piloti seduti in circolo che, in attesa delle prove,
sorseggiano birre e posano per le foto dei fans.
Questo è il TT, benvenuti.
E vagando nelle retrovie, tra piccoli furgoni, che conosco
Bred Dunlop, meccanico, fratello, accompagnatore di William, newcomer nella
classe Junior Supersport TT. E’ inglese, ha 16 anni contro i 18 del fratello,
viene dalla parte est dell’Inghilterra, vicino Norwich, ed il principale
sponsor del team (sono in 2) è il padre titolare di una rivendita di macchine
usate.
Chiacchieriamo del più e del meno mentre mette a punto gli
ultimi particolari prima delle prove: il fratello è allungato sul prato insieme
alla ragazza a godersi la compagnia ed il bel sole dell’isola, cercando la concentrazione
che gli permetta di compiere quello che è poi il desiderio di tutte le
matricole alla loro prima esperienza: terminare la gara.
Mi resta solo di entrare nelle aree riservate al personale
gara, dove i mezzi vengono controllati dai giudici per le verifiche.
Qui addirittura ci sono le immancabili ragazze, abbastanza
carine aggiungerei, a confermare che partecipano anche i team ufficiali e che
allietano con la loro presenza un ambiente prettamente maschile dove, il
simpatico Ulrich, marshall tedesco con una pluri decennale esperienza alla
manifestazione, si presterà con piacere ad un gioco fotografico con 2 delle
bellezze che passeggiano per i box.
Alla fine mi lascerà l’indirizzo di posta elettronica per
ricevere gli scatti in bella compagnia, ma sinceramente avrei preferito che la
richiesta fosse pervenuta dalle altre 2 protagoniste, più carine, piacenti e
senza i baffi del mio rubicondo amico!!!!
LA MOTO
Poco più di 5 settimane, più di 13000km percorsi, nessun
inconveniente di rilievo, una percorrenza media di circa 16-19km litro, nessun
rabbocco d’olio. Finalmente il mercato delle enduro bicilindriche si anima!!
Particolarissima nelle sue forme spigolose, leggerissima, maneggevole, potente,
la KTM, con la sua Adventure bicilindrica, si è buttata da un paio di anni nel
settore delle maxi enduro, con un modello completamente inedito, derivato
direttamente dalle competizioni. Nonostante la giovinezza del progetto, anche
il motore ha meno di 3 anni di vita, è oltremodo affidabile. La moto è un vero
spasso, si preme lo starter, si parte e si entra in un parco giochi:
accellerazioni fulminee, inserimenti rapidissimi in curva, un assetto in grado
di sopportare anche le strade più sconnesse, qualsiasi pensiero viene recepito
telepaticamente dal mezzo che permette di mantenere ritmi davvero sostenuti,
nonostante la ruota da 21 e coperture non propriamente stradali, che
probabilmente rappresentano il suo tallone d’Achille. Davvero un gran bel mezzo.
E mi piace anche.
ABBIGLIAMENTO
Per raggiungere l’isola di Man, ho utilizzato la giacca
SPIDI GRANTURISMO, comoda facile da indossare con numerose tasche impermeabili.
Uno zaino posteriore ne aumenta le capacità di carico più una comoda sacca
porta casco posizionata posteriormente.
Non so, ma a me sembra un po’ corta nonostante una patta
posteriore che ne può estendere la lunghezza, in più il doppio collo in
neoprene, in caso di forte pioggia tende ad impregnarsi e di conseguenza a
bagnare i vestiti interni.
Il casco SYSTEM 4 della BMW è sicuramente uno dei migliori
che abbia mai utilizzato, comodo, può essere trasformato in jet con due
orecchie in plastica che sostituiscono la mentoniera, rendendolo utilizzabile
in tutte le condizioni e nei viaggi più impegnativi.
I pantaloni BMW LEATHERGUARD in queste condizioni sono
davvero eccezionali, unendo le caratteristiche della pelle a quelle del gore
tex (saldato alla pelle) e sono anche belli. Utilizzabili in qualsiasi
condizione a parte quelle più calde. Unico appunto: non hanno tasche, a parte
una interna piccola e di difficile accesso. Forse ce ne vorrebbe almeno una
esterna ed impermeabile.
Per gli stivali, OXTAR INFINITY, dopo un utilizzo davvero
intenso (Islanda, raduno degli elefanti, Caponord) ormai basta un solo
commento: perfetti. Utilizzandoli si comprende perché siano i più venduti in
Europa.
Casco BMW SYSTEM EVO
4
Giacca SPIDI
GRANTURISMO
Pantaloni BMW
LEATHERGUARD
Sottotuta termica SPIDI
COMFORCE modello PLUS
Stivali OXTAR
INFINITY
INFORMAZIONI
I primi di gennaio rappresentano il termine ultimo per partire con programmazione e la sicurezza di avere un biglietto per il traghetto, senza la spada di Damocle del waiting list.
Il sito per il 2013 è già operativo e consiglierei di dargli già una “consultatina” nel caso siate interessati TT 2013
Per chi invece decidesse di seguirci in irlanda NW200
A voi la scelta!!
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