Ed alla fine caccia, e grossa è stata!!! Dopo la sequenza fotografica, segue, con un pò di ritardo, il video del tour! Una susseguirsi davvero impressionante ma piacevole ed entusiasmante di passi alpini, alcuni famosissimi, altri un po’ meno, in uno dei contesti naturali più belli e scenografici del mondo: le Dolomiti. Un piccolo gruppo affiatato, impegnato in una quattro giorni full-immersion per un corso accelerato in una delle migliori università della piega che il nostro paese può offrire al mototurista!! Una ricetta semplicissima: gioia di guida, buona cucina, paesaggi spettacolari, accompagnati da uno splendido sole di un fine settembre con poco traffico.
I passi
Alla fine sono stati soddisfatti davvero tutti i gusti: tortuosi, angusti, veloci, con pendenze da arrampicata, panoramici, immersi nei boschi, pieni di tornanti, con rapide curve da raccordare fluidamente, scavati nel crinale delle montagne o affacciati su vallate bucoliche, vertiginosamente sprovvisti di parapetti. I veri protagonisti dell’itinerario, i valichi delle montagne venete, splendidi esempi di viabilità, soprattutto se percorsi in moto.
Il nome
Dolomiti è dovuto alla denominazione delle rocce che costituiscono la
principale caratteristica della regione: le dolomie sedimentarie formatesi
durante il Triassico, da 230 a 195 milioni di anni fa. Queste fantastiche
montagne hanno da sempre colpito i sensi e l’immaginazione degli abitanti e dei
visitatori delle sue profonde valli solcate da spumeggianti torrenti, e ciò è
dovuto soprattutto alla grande varietà del paesaggio, in cui imponenti massicci
rocciosi dalle forme cupolose e scure, si alternano a torri e guglie altissime
con pareti di roccia di un bel colore bianco rosato, che assume diverse
colorazioni a seconda dell’ora della giornata.
Una delle
poesie raccolte nel libro “Malgrètes” di Dino Dibona, scrittore e poeta nato a
Cortina D’Ampezzo, docente universitario e profondo amante e conoscitore di
queste montagne, che ben rappresenta nelle sue opere.
Montagne
dalle alte cime uscite dal mare
vegliano
sulle valli coperte da boschi e prati
e
le nuvole fatte per chi le sa guardare
sospinte
dolcemente dal vento
scendono
là dove non sin possono accarezzare.
Solitario
e taciturno, m’incammino a passi cadenzati
sul
sentiero seminascosto dagli aghi dorati
ascoltando
il respiro delle ninfe addormentate
lieve
come la brezza nei lariceti
dolce
come il canto delle fate.
Dagli
alberi dai rami quasi spogli
giungono
suoni improvvisi
e
là dove alzo lo sguardo
vedo
la luce nell’aria simile a lame di coltelli
attraversata
da brevi e fugaci voli d’uccelli.
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