21 novembre 2011

STRADE PERDUTE


Itinerario labirinto alla volta del mitico Nordkapp seguendo rotte al di fuori dei soliti flussi moto turistici. Un percorso bellissimo che, con la clemenza delle condizioni climatiche, può regalare un’esperienza davvero unica, particolare, forse indimenticabile a chi voglia regalarsi 3 settimane e più di pura, rilassante gioia di guida, immersi in un contesto naturale che ha sicuramente pochi eguali nel nostro caotico ed affollato continente.


ITINERARIO- Kristiansand, Mandal, Rjukan, Edland, Lyseboth, Preikestolen, Bergen, Voss, Gudvangen, Flam, Sogndal, Floro, Leknas, Geiranger, Trollstigen, Andalsness, Trondheim, Stejnkier, Namsos, Sandnessjoen, Bodo, isole Lofoten, Andselv, Alta, Caponord, Lakselv, Gamvik, Tunabru, Narvik, Fauske, Mo I Rana, Trondheim, Roros, Oslo.
LUNGHEZZA- circa 6500, dall’Italia circa km 12000
DURATA- almeno 3 settimane



Ed alla quarta esperienza scandinava finalmente comprendo di esserci riuscito: l’itinerario degli itinerari, lo so, ne sono sicuro, è magicamente scaturito da una cospicua serie di informazioni e un impressionante numero di deviazioni che riducono la meta più ambita del mototurismo europeo all’attraversamento di un solo paese: la Norvegia. Ma come, starete pensando, tanta enfasi ed invece di ampliare le nostre conoscenze, le riduciamo? e la Finlandia? e la Svezia? No, per questa volta si eviterà la loro bellezza monotona, tranne che per un breve tratto, concedendo la quasi totalità delle attenzioni a questo frastagliatissimo paese, la cui straordinaria bellezza lo inserisce a pieno diritto tra i più belli del mondo. 21000km di coste, più di 200.000 isolotti, qui la natura ha sempre il sopravvento: fiordi, foreste, dolci colline, ghiacciai, verdi praterie. Paesaggi bucolici improvvisamente si tramutano in alte montagne rocciose. Ed è proprio questa varietà che regala al viaggiatore un piacere senza limiti ed una sensazione di scoperta continua.


L’idea progettuale è stata semplicissima: creare un percorso che consentisse di avvicinarsi a tappe, neanche troppo forzate, verso il confine russo, nella parte più estrema del deserto lappone norvegese senza farsi influenzare da distanze, deviazioni e tempi di percorrenza, ma seguendo solo gli innumerevoli spunti naturalistici e panoramici che queste paese riesce ad offrire. Una lenta passeggiata alla scoperta di strade secondarie poco battute e sconosciute, al di fuori delle rotte percorse da quelli che hanno particolarmente fretta di arrivare al mitico mappamondo e che forse neanche hanno il tempo di rendersi conto di quanto siano straordinarie le terre che attraversano. Il risultato è stato parzialmente positivo. I primi 5 giorni vengono dedicati interamente alla zona dei fiordi. L’arrivo avviene a Kristiansand ed i punti salienti sono già stabiliti. Bivaccheremo sulle rive di un fiume con una luce irreale, degno preludio di quel sole di mezzanotte che siamo convinti ci attenda più a nord. Molti conoscono il pulpito, il Preikestolen, ma io ignoravo che uno dei 3 fiordi, il Lysefjord, permette ai più curiosi di arrivare a Lyseboth nella sua punta più estrema o con un battello o percorrendo una stradina su di un altipiano roccioso per poi compiere gli ultimi 6 km affrontando 27 tornanti (!!!) recentemente asfaltati ed un dislivello di quasi 900m.  

Ed anche i giorni seguenti a parte una forse troppo breve visita di Bergen, sicuramente una delle cittadine più suggestive del nord Europa, ci vedranno alla ricerca di punti panoramici, strade stagionali di montagne (aperte solo 3 mesi all’anno) che vengono sistematicamente ignorate da tunnel ciclopici ma che noi ignoriamo a nostra volta salendo su montagne ancora coperte di neve per poi picchiare su fiordi di una bellezza sconvolgente.  Ed è proprio questa probabilmente la cosa che più sorprende il viaggiatore: qui la natura detta i suoi ritmi e sorprende. Le strade comandano le nostre decisioni e la meraviglia può essere dietro una curva, percorrendo uno stretto sentiero o arrivando sul bordo di qualche montagna. Se qualcuno vi dice che un fiordo è un fiordo, o che in fondo un ghiacciaio è solo ghiaccio, non credetegli, sta dicendo una banalità anche se probabilmente non se ne accorge, purtroppo per lui!! Guideremo sulla bellissima strada13, ci spingeremo verso ovest a Floro su di una strada minuscola, con il panorama che spazia su centinaia di isolotti, percorreremo la stupenda Snovegen, la strada della neve, una vecchia strada di montagna ormai ignorata da chi può percorrere il tunnel di ben 24km; 45km davvero entusiasmanti. Ma includendo anche località più famose, turisticamente affollate come il Geiranger Fjord o la Trollstigen, il sentiero dei Troll, altra strada trampolino con i suoi 11 ripidissimi tornanti. 
Una vera fatica!! Ma che libidine! 
5 giorni davvero indimenticabili, incoraggiati da un tempo quasi mediterraneo.
Imboccare la E6 significa percorrere l’arteria principale del paese: la maggior parte la segue sino all’imbarco per le isole Lofoten. Noi a Steinkjer deviamo a sx per la 17, la strada della costa come viene chiamata: tra falesie frastaglitissime, scogli impressionanti, ghiacciai a pelo d’acqua, 7 traghetti ed un numero altrettanto cospicuo di arditissimi ponti è possibile oltrepassare il circolo polare artico senza alcuna segnalazione ma percorrendo 750km  indimenticabili, un paio di giorni in moto che lasciano il segno.
Qualche raggio di sole, ma le previsioni vanno verso un brutto stabile.
Fortunatamente ero già stato 2 volte alle isole Lofoten (ma in luglio), perché questa volta si è capito e visto davvero poco, nonostante la sua parte meridionale sia comunque impressionante e suggestiva, nonostante la pioggia battente. Qui nel 1998 avevo assistito probabilmente al tramonto non tramonto, scusate ma non ho altri termini per definire il sole di mezzanotte, più spettacolare che mai mi sia capitato di vedere. Tutto si era accesso di una luce arancione accecante che aveva permesso a qualche centinaio di persone comodamente sedute su una delle spiagge meridionali dell’isola rivolta a ovest, di tirare le ore piccole bevendo caffè e mangiucchiando dolci nella più completa armonia. Passeremo nello stesso punto sotto una pioggia torrenziale!
Si prosegue verso Capo Nord dove inizia ad est  quel deserto lappone che rappresenta la zona nord orientale del paese. Lo avevo percorso 2 volte nel 1998 e nel 2001, a luglio e con delle luci irreali. Stavolta le cose non mi vanno altrettanto bene ma la zona è sicuramente una delle più selvagge ed affascinanti d’Europa. Da qui entro rapidamente in Finlandia ed attraverso come un fulmine la Svezia in un mega trasferimento per rientrare in Norvegia all’altezza di Narvik. Le volte precedenti, come questa d’altronde avevo sempre scelto di traghettare alle isole Lofoten ignorando il tratto di E6 da Narvik a Fauske, ma sono contento di averlo incluso nel percorso di ritorno. Niente da aggiungere alle cose già dette: la Norvegia è di gran lunga il paese più panoramico e con le strade migliori della Scandinavia e qui ne ho un’ulteriore conferma.  
Ma non è ancora finita, sto scendendo ormai verso Oslo, meta finale dell’itinerario ma seguendo la valle poco nota dell’Osterdalen. L’obbiettivo da raggiungere è il piccolo villaggio di Roros, l’unica città di montagna della Norvegia, come viene spacciata dalla pubblicità locale. Nonostante sia a solo 650m d’altitudine e parecchio al disotto del circolo polare artico è uno dei posti più freddi, con il termometro che d’inverno scende a -40°.
Il centro storico, interamente edificato in legno, non è mai stato danneggiato da un incendio ed è stato conservato, restaurato e dichiarato patrimonio dell’umanità da parte dell’Unescu.
Ormai Oslo è a vista, per usare un gergo nautico, poco più di un pieno di carburante. Arriverò nel pomeriggio ma con la mente già focalizzata sul rientro per le autostrade danesi e tedesche.
Stavolta non la scampo, almeno 3 giorni di autostrada, che noia!!
I due terminal delle compagnie di navigazione che prestano servizio in questo braccio di mare sono in 2 parti diverse della città. Ne approfitterò per impratichirmi con il sistema viario cittadino, l’imbarco è previsto per le 19.00.
Arrivederci Norvegia.
Il sole di mezzanotte 
Fenomeno effimero, splendido, stupefacente, che si manifesta solo a determinate latitudini. Per noi popoli mediterranei l’apparizione o meglio, la non scomparsa del sole nelle ore più profonde della notte ha qualcosa di magico. La luce che si diffonde ha qualcosa di magico, surreale. Non si capisce se è un effetto psicologico o se l’aria, la luce e gli elementi sono davvero trasformati. Eppure il risultato c’è: si vede come in pieno giorno e non ci si stanca di osservare il sole che scivola sull’orizzonte accarezzando i flutti, per poi risalire ed andare a fare impallidire i suoi colori più a est. Ma che cosa succede per l’esattezza? Il sole, nel suo punto più basso, non scompare mai completamente dietro l’orizzonte. E’ evidente che più si procede verso nord, più aumenta la durate del prodigio. Inversamente, in inverno, alle latitudini più settentrionali, la notte polare ha il sopravvento. Se invece a metà giugno vi troverete dalle parti di Trondheim, quindi non ancora all’altezza del circolo polare artico, vedrete il sole che scompare un paio d’ore, ma lascia un bagliore persistente che cancella la notte. Elettrizzante!!! E chi riesce a dormire? 

Le strade                                                        

Va detto che le strade norvegesi sono davvero bellissime, spesso perfettamente tenute e di questo ci se ne accorge immediatamente, anche percorrendo stradine secondarie larghe appena qualche metro, dove il traffico è pressoché inesistente: capiterà spesso di diventare gli assoluti padroni del sistema viario secondario norvegese. Uno spettacolo!!
 
Hurtigrute
Se si vuole visitare la Norvegia prenderete spesso battelli, a volte piccoli a volte più grandi, soprattutto nella zona dei fiordi o percorrendo la mitica strada 17 la costiera che conduce a Bodo. Naturalmente se si parla di traghetti è impossibile non menzionare l’”Hurtigrute”, il più famoso della Norvegia, nato come battello postale, che tradotto significa “rotta rapida”, e che permette in circa una settimana di percorrere 1250 miglia marine ed attraccare in ben 34 porti. Per garantire il servizio giornaliero su tutta la tratta nelle 2 direzioni sono necessarie ben 11 navi. Inaugurato nel 1893, l’”Hurtigrute” si guadagnò questo nomignolo completando il tragitto in un tempo assai inferiore a quello necessario per i mezzi di terra. Per molti turisti rimane un “must” ed a ben guardare anche in un  viaggio motociclistico rappresenta una validissima alternativa per poter godere splendidi paesaggi, raggiungere località fuori mano e soprattutto non percorrere 2 volte la stessa strada. Infatti è possibile comprare solo le tratte che più interessano, in base alle proprie esigenze ed all’itinerario pianificato. Davvero unica l’opportunità di poter navigare in pieno sole di mezzanotte. Essendo anche un traghetto notturno è possibile dormire sulle poltroncine risparmiando qualcosa sul biglietto che non è proprio economico. Ottime le colazioni a bordo e non troppo care.
Per arrivare in Norvegia:
Stena Line www.steneline.com
Per raggiungere le isole Lofoten: www.ovds.no e-mail fergebooking@ovds.no
Per percorrere lo splendido Naeroyfjord da Gudvangen a Flam, www.fjord1.no
per informazioni sul battello postale che può essere molto utile al nord, sia per non percorrere 2 volte la stessa strada, ma anche in caso di brutto tempo e per visitare luoghi decisamente al di fuori dei soliti flussi turistici, www.hurtigruten.com
Il mito di Nordkapp
Il traguardo che si propongono di raggiungere quasi tutti coloro che visitano la Norvegia settentrionale. Caponord è una falesia di 300m che cade a picco nell’acqua. Per l’ultima propaggine del mondo non poteva esserci situazione più simbolica. Complimenti al Creatore! Se in questa ambientazione lo spettacolo del sole di mezzanotte è formidabile, il contesto è invece insopportabile. Per la cronaca, a 71°10’21”N., Caponord è semplicemente il punto panoramico più settentrionale d’Europa. Senza ricorrere ai moderni sistemi di rilevazione satellitare ma anche consultando semplicemente una carta, noterete che la vera estremità è l’impronunciabile Knivskjelldden, 71°11’48”N. A rischio di deludere i più, è da dire che lo sfruttamento commerciale perpetrato, ha qui assunto le caratteristiche del furto!!! La falesia è cinta da un vasto parcheggio a pagamento. Una graziosa signorina incaricata di dare il benvenuto al mito geografico del continente, chiederà anche la esorbitante cifra di 175 Nok al cambio circa €22. le altre tariffe: €43 per le famiglie (2 adulti e 2 bambini), €12 per gli studenti e € 6 per i bambini.

Bella fregatura, ma chi farebbe dietro front dopo almeno 5000km percorsi per arrivare fin qui?  Consoliamoci che il biglietto è valido 2 giorni e che con buone condizioni climatiche è possibile bivaccare, anche se i bagni sono chiusi di notte, godendo di uno dei punti migliori del paese per assistere al sole di mezzanotte. Ho letto che era stata ventilata l’ipotesi di far rientrare il luogo nel patrimonio  mondiale protetto dall’Unescu. Ovviamente i danni sono stati già arrecati: è stato edificato un enorme bunker che ospita un caffè ultracaro, negozi di souvenir, ampie vetrate per ammirare il sole di mezzanotte al calduccio. In più la possibilità di assistere alla proiezione di un filmato che mostra il luogo nelle diverse stagioni.







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