Itinerario labirinto alla
volta del mitico Nordkapp seguendo rotte al di fuori dei soliti flussi moto
turistici. Un percorso bellissimo che, con la clemenza delle condizioni
climatiche, può regalare un’esperienza davvero unica, particolare, forse
indimenticabile a chi voglia regalarsi 3 settimane e più di pura, rilassante
gioia di guida, immersi in un contesto naturale che ha sicuramente pochi eguali
nel nostro caotico ed affollato continente.
ITINERARIO- Kristiansand, Mandal, Rjukan, Edland, Lyseboth, Preikestolen, Bergen, Voss, Gudvangen, Flam, Sogndal, Floro, Leknas, Geiranger, Trollstigen, Andalsness, Trondheim, Stejnkier, Namsos, Sandnessjoen, Bodo, isole Lofoten, Andselv, Alta, Caponord, Lakselv, Gamvik, Tunabru, Narvik, Fauske, Mo I Rana, Trondheim, Roros, Oslo.
LUNGHEZZA- circa 6500, dall’Italia circa km 12000
DURATA- almeno 3 settimane
Ed alla
quarta esperienza scandinava finalmente comprendo di esserci riuscito:
l’itinerario degli itinerari, lo so, ne sono sicuro, è magicamente scaturito da
una cospicua serie di informazioni e un impressionante numero di deviazioni che
riducono la meta più ambita del mototurismo europeo all’attraversamento di un
solo paese: la Norvegia. Ma come, starete pensando, tanta enfasi ed invece di
ampliare le nostre conoscenze, le riduciamo? e la Finlandia? e la Svezia? No,
per questa volta si eviterà la loro bellezza monotona, tranne che per un breve
tratto, concedendo la quasi totalità delle attenzioni a questo
frastagliatissimo paese, la cui straordinaria bellezza lo inserisce a pieno
diritto tra i più belli del mondo. 21000km di coste, più di 200.000 isolotti,
qui la natura ha sempre il sopravvento: fiordi, foreste, dolci colline,
ghiacciai, verdi praterie. Paesaggi bucolici improvvisamente si tramutano in
alte montagne rocciose. Ed è proprio questa varietà che regala al viaggiatore
un piacere senza limiti ed una sensazione di scoperta continua.
L’idea progettuale è stata
semplicissima: creare un percorso che consentisse di avvicinarsi a tappe,
neanche troppo forzate, verso il confine russo, nella parte più estrema del
deserto lappone norvegese senza farsi influenzare da distanze, deviazioni e
tempi di percorrenza, ma seguendo solo gli innumerevoli spunti naturalistici e panoramici
che queste paese riesce ad offrire. Una lenta passeggiata alla scoperta di
strade secondarie poco battute e sconosciute, al di fuori delle rotte percorse
da quelli che hanno particolarmente fretta di arrivare al mitico mappamondo e
che forse neanche hanno il tempo di rendersi conto di quanto siano
straordinarie le terre che attraversano. Il risultato è stato parzialmente
positivo. I primi 5 giorni vengono dedicati interamente alla zona dei fiordi. L’arrivo avviene a Kristiansand ed i punti salienti sono già stabiliti.
Bivaccheremo sulle rive di un fiume con una luce irreale, degno preludio di
quel sole di mezzanotte che siamo convinti ci attenda più a nord. Molti
conoscono il pulpito, il Preikestolen, ma io ignoravo che uno dei 3 fiordi, il
Lysefjord, permette ai più curiosi di arrivare a Lyseboth nella sua punta più
estrema o con un battello o percorrendo una stradina su di un altipiano
roccioso per poi compiere gli ultimi 6 km affrontando 27 tornanti (!!!)
recentemente asfaltati ed un dislivello di quasi 900m.
Ed anche i giorni seguenti a
parte una forse troppo breve visita di Bergen, sicuramente una delle cittadine
più suggestive del nord Europa, ci vedranno alla ricerca di punti panoramici,
strade stagionali di montagne (aperte solo 3 mesi all’anno) che vengono
sistematicamente ignorate da tunnel ciclopici ma che noi ignoriamo a nostra
volta salendo su montagne ancora coperte di neve per poi picchiare su fiordi di
una bellezza sconvolgente. Ed è proprio questa probabilmente la cosa che più
sorprende il viaggiatore: qui la natura detta i suoi ritmi e sorprende. Le
strade comandano le nostre decisioni e la meraviglia può essere dietro una
curva, percorrendo uno stretto sentiero o arrivando sul bordo di qualche
montagna. Se qualcuno vi dice che un fiordo è un fiordo, o che in fondo un
ghiacciaio è solo ghiaccio, non credetegli, sta dicendo una banalità anche se
probabilmente non se ne accorge, purtroppo per lui!! Guideremo sulla bellissima
strada13, ci spingeremo verso ovest a Floro su di una strada minuscola, con il
panorama che spazia su centinaia di isolotti, percorreremo la stupenda
Snovegen, la strada della neve, una vecchia strada di montagna ormai ignorata
da chi può percorrere il tunnel di ben 24km; 45km davvero entusiasmanti. Ma
includendo anche località più famose, turisticamente affollate come il
Geiranger Fjord o la Trollstigen, il sentiero dei Troll, altra strada
trampolino con i suoi 11 ripidissimi tornanti.
5 giorni davvero
indimenticabili, incoraggiati da un tempo quasi mediterraneo.
Imboccare la E6 significa
percorrere l’arteria principale del paese: la maggior parte la segue sino
all’imbarco per le isole Lofoten. Noi a Steinkjer deviamo a sx per la 17, la
strada della costa come viene chiamata: tra falesie frastaglitissime, scogli
impressionanti, ghiacciai a pelo d’acqua, 7 traghetti ed un numero altrettanto
cospicuo di arditissimi ponti è possibile oltrepassare il circolo polare artico
senza alcuna segnalazione ma percorrendo 750km
indimenticabili, un paio di giorni in moto che lasciano il segno.
Qualche raggio di sole, ma le
previsioni vanno verso un brutto stabile.
Fortunatamente ero già stato
2 volte alle isole Lofoten (ma in luglio), perché questa volta si è capito e
visto davvero poco, nonostante la sua parte meridionale sia comunque
impressionante e suggestiva, nonostante la pioggia battente. Qui nel 1998 avevo
assistito probabilmente al tramonto non tramonto, scusate ma non ho altri
termini per definire il sole di mezzanotte, più spettacolare che mai mi sia
capitato di vedere. Tutto si era accesso di una luce arancione accecante che
aveva permesso a qualche centinaio di persone comodamente sedute su una delle
spiagge meridionali dell’isola rivolta a ovest, di tirare le ore piccole
bevendo caffè e mangiucchiando dolci nella più completa armonia. Passeremo
nello stesso punto sotto una pioggia torrenziale!
Si prosegue verso Capo Nord
dove inizia ad est quel deserto lappone
che rappresenta la zona nord orientale del paese. Lo avevo percorso 2 volte nel
1998 e nel 2001, a luglio e con delle luci irreali. Stavolta le cose non mi
vanno altrettanto bene ma la zona è sicuramente una delle più selvagge ed
affascinanti d’Europa. Da qui entro rapidamente in
Finlandia ed attraverso come un fulmine la Svezia in un mega trasferimento per
rientrare in Norvegia all’altezza di Narvik. Le volte precedenti, come questa
d’altronde avevo sempre scelto di traghettare alle isole Lofoten ignorando il
tratto di E6 da Narvik a Fauske, ma sono contento di averlo incluso nel
percorso di ritorno. Niente da aggiungere alle cose già dette: la Norvegia è di
gran lunga il paese più panoramico e con le strade migliori della Scandinavia e
qui ne ho un’ulteriore conferma.
Ma non è ancora finita, sto
scendendo ormai verso Oslo, meta finale dell’itinerario ma seguendo la valle
poco nota dell’Osterdalen. L’obbiettivo da raggiungere è il piccolo villaggio
di Roros, l’unica città di montagna della Norvegia, come viene spacciata dalla
pubblicità locale. Nonostante sia a solo 650m d’altitudine e parecchio al
disotto del circolo polare artico è uno dei posti più freddi, con il termometro
che d’inverno scende a -40°.
Il centro storico,
interamente edificato in legno, non è mai stato danneggiato da un incendio ed è
stato conservato, restaurato e dichiarato patrimonio dell’umanità da parte
dell’Unescu.
Ormai Oslo è a vista, per
usare un gergo nautico, poco più di un pieno di carburante. Arriverò nel
pomeriggio ma con la mente già focalizzata sul rientro per le autostrade danesi
e tedesche.
Stavolta non la scampo,
almeno 3 giorni di autostrada, che noia!!
I due terminal delle
compagnie di navigazione che prestano servizio in questo braccio di mare sono
in 2 parti diverse della città. Ne approfitterò per impratichirmi con il
sistema viario cittadino, l’imbarco è previsto per le 19.00.
Arrivederci Norvegia.
Il sole di mezzanotte
Fenomeno effimero,
splendido, stupefacente, che si manifesta solo a determinate latitudini. Per
noi popoli mediterranei l’apparizione o meglio, la non scomparsa del sole nelle
ore più profonde della notte ha qualcosa di magico. La luce che si diffonde ha
qualcosa di magico, surreale. Non si capisce se è un effetto psicologico o se
l’aria, la luce e gli elementi sono davvero trasformati. Eppure il risultato
c’è: si vede come in pieno giorno e non ci si stanca di osservare il sole che
scivola sull’orizzonte accarezzando i flutti, per poi risalire ed andare a fare
impallidire i suoi colori più a est. Ma che cosa succede per l’esattezza? Il
sole, nel suo punto più basso, non scompare mai completamente dietro
l’orizzonte. E’ evidente che più si procede verso nord, più aumenta la durate del
prodigio. Inversamente, in inverno, alle latitudini più settentrionali, la
notte polare ha il sopravvento. Se invece a metà giugno vi troverete dalle
parti di Trondheim, quindi non ancora all’altezza del circolo polare artico,
vedrete il sole che scompare un paio d’ore, ma lascia un bagliore persistente
che cancella la notte. Elettrizzante!!! E chi riesce a dormire?
Le strade
Va detto che le
strade norvegesi sono davvero bellissime, spesso perfettamente tenute e di
questo ci se ne accorge immediatamente, anche percorrendo stradine secondarie
larghe appena qualche metro, dove il traffico è pressoché inesistente: capiterà
spesso di diventare gli assoluti padroni del sistema viario secondario
norvegese. Uno spettacolo!!
Hurtigrute
Se si vuole
visitare la Norvegia prenderete spesso battelli, a volte piccoli a volte più
grandi, soprattutto nella zona dei fiordi o percorrendo la mitica strada 17 la
costiera che conduce a Bodo. Naturalmente se si parla di traghetti è
impossibile non menzionare l’”Hurtigrute”, il più famoso della Norvegia, nato
come battello postale, che tradotto significa “rotta rapida”, e che permette in
circa una settimana di percorrere 1250 miglia marine ed attraccare in ben 34
porti. Per garantire il servizio giornaliero su tutta la tratta nelle 2
direzioni sono necessarie ben 11 navi. Inaugurato nel 1893, l’”Hurtigrute” si
guadagnò questo nomignolo completando il tragitto in un tempo assai inferiore a
quello necessario per i mezzi di terra. Per molti turisti rimane un “must” ed a
ben guardare anche in un viaggio
motociclistico rappresenta una validissima alternativa per poter godere
splendidi paesaggi, raggiungere località fuori mano e soprattutto non percorrere
2 volte la stessa strada. Infatti è possibile comprare solo le tratte che più
interessano, in base alle proprie esigenze ed all’itinerario pianificato.
Davvero unica l’opportunità di poter navigare in pieno sole di mezzanotte.
Essendo anche un traghetto notturno è possibile dormire sulle poltroncine
risparmiando qualcosa sul biglietto che non è proprio economico. Ottime le
colazioni a bordo e non troppo care.
Per arrivare in
Norvegia:
Per raggiungere le
isole Lofoten: www.ovds.no e-mail fergebooking@ovds.no
Per percorrere lo
splendido Naeroyfjord da Gudvangen a Flam, www.fjord1.no
e-mail fylkesbaatane@fjord1.no
per informazioni
sul battello postale che può essere molto utile al nord, sia per non percorrere
2 volte la stessa strada, ma anche in caso di brutto tempo e per visitare
luoghi decisamente al di fuori dei soliti flussi turistici, www.hurtigruten.com
Il mito di Nordkapp
Il traguardo che
si propongono di raggiungere quasi tutti coloro che visitano la Norvegia
settentrionale. Caponord è una falesia di 300m che cade a picco nell’acqua. Per
l’ultima propaggine del mondo non poteva esserci situazione più simbolica.
Complimenti al Creatore! Se in questa ambientazione lo spettacolo del sole di
mezzanotte è formidabile, il contesto è invece insopportabile. Per la cronaca,
a 71°10’21”N., Caponord è semplicemente il punto panoramico più settentrionale
d’Europa. Senza ricorrere ai moderni sistemi di rilevazione satellitare ma
anche consultando semplicemente una carta, noterete che la vera estremità è
l’impronunciabile Knivskjelldden, 71°11’48”N. A rischio di deludere i più, è da
dire che lo sfruttamento commerciale perpetrato, ha qui assunto le
caratteristiche del furto!!! La falesia è cinta da un vasto parcheggio a
pagamento. Una graziosa signorina incaricata di dare il benvenuto al mito
geografico del continente, chiederà anche la esorbitante cifra di 175 Nok al
cambio circa €22. le altre tariffe: €43 per le famiglie (2 adulti e 2 bambini),
€12 per gli studenti e € 6 per i bambini.
Bella fregatura,
ma chi farebbe dietro front dopo almeno 5000km percorsi per arrivare fin
qui? Consoliamoci che il biglietto è valido
2 giorni e che con buone condizioni climatiche è possibile bivaccare, anche se
i bagni sono chiusi di notte, godendo di uno dei punti migliori del paese per
assistere al sole di mezzanotte. Ho letto che era stata ventilata l’ipotesi di
far rientrare il luogo nel patrimonio
mondiale protetto dall’Unescu. Ovviamente i danni sono stati già
arrecati: è stato edificato un enorme bunker che ospita un caffè ultracaro,
negozi di souvenir, ampie vetrate per ammirare il sole di mezzanotte al
calduccio. In più la possibilità di assistere alla proiezione di un filmato che
mostra il luogo nelle diverse stagioni.
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