20 luglio 2011

SICILIA primavera in Trinacria


2 amici a cavallo di 2 datate vecchiette a spasso per le campagne sicule in pieno fiore all’inizio della Primavera che, sicuramente rappresenta la stagione migliore per godere strade, panorami e gastronomia di questa splendida regione.




ITINERARIO- Palermo, San Martino delle Scale, Monreale, Partinico, Alcamo, Segesta, Castellammare del Golfo, Palermo
LUNGHEZZA- 174km





Mi sono sempre chiesto perché i garage dei collezionisti sono sempre bui, come se l’intenzione dei proprietari fosse quella di voler nascondere oggetti che ormai non essendo più in produzione debbano essere preservati da luci e sguardi indiscreti. Anche l’amico Vito, palermitano purosangue rientra in questa categoria, conservando e proteggendo una15ina di pezzi storici in un buio scantinato dalle parti di Via Notarbartolo.
“ma funzionano anche?” la domanda sorge spontanea, nonostante alcune di esse siano bellissime a davvero ben tenute. La testa grigia, piegata su di un motore Piaggio di una vespa datatissima, smontato sul bancone, si volge rapidamente, la sigaretta perennemente accesa si protende in tono di sfida.
“se vuoi possiamo fare un giro. Dove, scegli tu!!”
Le moto incaricate della prova vengono personalmente “reclutate” da Vito: una fiammante MV 250 del 69 ed una Benelli Sport Special del 71. Coinvolgiamo un terzo amico, Angelo, e l’indomani di prima mattina dopo la solita colazione a base di cannoli un gruppo abbastanza eterogeneo dribbla il caotico traffico palermitano dirigendosi verso Monreale. La vista si apre sulla Conca D’oro. Ma se il panorama è superlativo che dire del magnifico duomo? In una parola: un capolavoro. Risalente all’epoca normanna, rappresenta una delle più alte creazioni del medioevo italiano nel quale si fondono le espressioni della cultura islamica, bizantina e romanica. Famosissimi i mosaici a fondo d’oro che rivestono quasi interamente l’interno della chiesa. Ma è ora di mettere un po’ di strada sotto le nostre ruote. La ss186 ci porterà a Partinico. Il percorso è assai bello e probabilmente anche la qualità dell’asfalto è fra le migliori dell’intero tracciato. Meglio approfittarne senza farsi distrarre troppo dalla bellezza del panorama che si apre sul golfo di Castellammare. Invece, i 15km che ci separano da Alcamo sono probabilmente i meno interessanti, ma la cittadina merita una visita concedendosi una passeggiata per corso VI aprile, l’antica “strada imperiale”, sul quale si affacciano numerose chiese ed edifici in stile tardo barocco e neo classico, ma anche gelaterie e pasticcerie. Naturalmente nella sosta verrà inclusa la classica brioche con gelato.
Ma Segesta è lì ad attenderci, una tappa obbligatoria nel panorama archeologico regionale.
Il centro fu insieme ad Erice, tra i principali insediamenti degli elimi, una popolazione mista di indigeni sicani e di stranieri, probabilmente anatolici, immigrati. Il tempio è sicuramente la parte più impressionante dell’intero sito: incredibilmente intatto, rappresenta l’unico esempio di struttura aperta conosciuta nel mondo antico. Anche il teatro, seppur rimaneggiato è unico nel suo genere in quanto rivolto verso nord, anche se qui la spiegazione è assai semplice: dall’alto del monte Barbaro da questa angolazione si gode un incredibile panorama sulle colline circostanti e sul mare che si vede in lontananza. L’itinerario ci porta adesso in direzione del mare, ma decidiamo sotto consiglio dei 2 locali di arrivarci transitando per la sp57, una stradina sterrata che panoramicamente attraversa colline desolate dove in un mare ondulato di verde, le ginestre in fiore si intervallano a campi di fichi d’india. Il traffico è inesistente, la pace assoluta. Fra l’altro facendo così, si arriverà a Castellammare dal punto più scenografico, avendo la possibilità di sostare al belvedere che si affaccia  a strapiombo sulla cittadina e lo splendido golfo da cui prende il nome, in uno dei tratti di costa (e ce ne sono tanti) più spettacolari di tutta la Sicilia.
Contemplazione, foto di rito ma la sosta non può essere tale senza 
una visita alla “Sorgente”, bar famoso per la qualità dei suoi arancini. Siamo già sulla via del ritorno, i motori delle 2 arzille vecchiette girano rotondi e regolari. Guideremo ancora per strade statali vicini al mare che nonostante un’urbanizzazione piuttosto, ed uso un eufemismo, selvaggia, offre in alcuni tratti scorci davvero notevoli. Palermo si avvicina, come al solito è tardi  ma Vito non sembra accorgersene. 
Gastronomicamente, Sferracavallo è un’altra meta da non perdere. La fama delle panelle di Rosolino hanno valicato i confini urbani, impossibile resistere: panelle (farina di ceci), cardi fritti e cazzilli (crocchette di patate). Angelo è scomparso nel traffico cittadino, a noi non resta che terminare la birra e rientrare in città. 






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