Inutile rimarcare che la Patagonia è uno di quei rari luoghi del mondo
ancora “integri”,
incontaminati, selvaggi, duri, di confine, dove la civiltà umana non è ancora
riuscita a imporsi ed a intaccarne la purezza primordiale. La sua parte cilena,
la meno conosciuta e battuta, rappresenta, senza alcun dubbio la sua massima
espressione ed il Camino Austral è oggi considerato uno degli itinerari di
viaggio più affascinanti di tutto il sud America!!
A fine anno si ritenta, un piccolo regalo per pochi amici!!
A fine anno si ritenta, un piccolo regalo per pochi amici!!
PROGRAMMA
- 29 dicembre, venerdì partenza
- 30 dicembre, sabato arrivo Puerto
Mont, giorno di sosta, ritiro dei mezzi
- 31 dicembre, domenica Puerto Mont-
Caleta Gonzalo km 239
- 1 gennaio, lunedì Caleta Gonzalo- Termas de
Puyuhuapi km 270
- 2 gennaio, martedì Termas de Puyuhuapi- giorno di
riposo
- 3 gennaio, mercoledì Termas de Puyuhuapi – Chile Chico
km 325
- 4 gennaio, giovedì Chile Chico - Caleta Tortel km
310
- 5 gennaio, venerdì Caleta Tortel- giorno di
riposo
- 6 gennaio, sabato Caleta Tortel- Villa O’Higgins
km 134
- 7 gennaio, domenica Villa O’Higgins- Puerto Guadal
km 297
- 8 gennaio, lunedì Puerto Guadal- Coihaique km
290
- 9 gennaio, martedì Coihaique- Fulateflù km 413
- 10 gennaio, mercoledì Fulateflù- San
Carlos de Bariloche km 390
- 11gennaio, giovedì San
Carlos de Bariloche- Puerto Montt km 348
- 12 gennnaio venerdì
Puerto Mont, imbarco
- 13 gennaio, sabato Traghetto
- 14 gen, domenica Traghetto
- 15 gen, lunedì Arrivo-
Puerto Natales- Torre del Paine km 126
- 16 gen, martedì Torre del
Paine- riposo
- 17 gen, mercoledì Torre del
Paine- El Calafate km248
- 18 gen, giovedì El
Calafate- Punta Arenas km 590
- 19 gennaio, venerdì Punta Arenas- Ushuaia km 641
- 20 gennaio, sabato Ushuaia, riposo
- 21 gennaio, domenica Ushuaia- Porvenir km 454
- 22 gennaio, lunedì Porvenir- traghetto- Punta Arenas, riconsegna
mezzi
- 23 gennaio, martedì rientro
Italia
- 24 gennaio, mercoledì arrivo e fine del viaggio
La Carretera Austral, ufficialmente ruta CH-7, è la strada che attraversa
il Cile fino alla Patagonia argentina, voluta dal dittatore Augusto Pinoschet,
la cui costruzione cominciò nel 1976 per terminare nel 1996. La spesa stanziata
fu di 300 milioni di dollari, richiese 10 anni di lavoro e costò la vita a 11
operai. Concepita inizialmente per scopi militari, attraversa regioni
altrimenti non raggiungibili se non via mare, e si estende per 1240 chilometri
tra paesaggi selvaggi e incontaminati, terminando a Villa O’Higgins. È oggi
considerata uno degli itinerari di viaggio più affascinanti del continente
americano. L’obiettivo di Pinochet di creare una “superstrada” attraverso
l’Aisen, non si basava sul buon senso o su un programma concreto, ma
rappresentava l’idea militare ed autoritaria di creare una forma di unione
simbolica tra le regioni più diverse del paese. La sua costruzione iniziò nel
1976 per decisione della giunta militare allora al potere, e rappresentò uno
dei progetti più ambiziosi e costosi del paese nel XX secolo. Le difficoltà da
superare erano molte, soprattutto di carattere geografico e morfologico del
terreno, con la presenza delle Ande e dei suoi ghiacciai, di numerosi laghi e
fiumi da attraversare. In ogni caso, dopo dodici anni, nel 1988, venne
inaugurato il primo tratto e nel 1996 venne completata sino a Puerto Yungay.
Gli ultimi 100 chilometri sino a Villa O'Higgins vennero terminati nel 1999.
Inizialmente il percorso era interamente non asfaltato e si sta provvedendo
alla sua asfaltatura man mano; nel 2007 è stata prevista la nuova
pavimentazione per 330 km tra Chaitèn e Coihaique, ma i lavori sono ancora in
corso. Il percorso non è in ogni caso percorribile interamente via strada ma è
necessario l'uso di tre traghetti per superare gli ostacoli d'acqua. Il primo
traghettamento di circa 30 minuti è situato all'incirca 45 chilometri a sud
dell'inizio della Carretera da Puerto Mont. Il secondo, dopo 110 chilometri
dalla partenza ha una durata di circa cinque ore tra Hornopiren e Caleta
Gonzalo. Proprio questo, secondo le dichiarazioni ufficiali, ormai
terribilmente datate ed inattendibili, dovrebbe essere sostituito da un
percorso sulla terraferma, che attraverserebbe il parco Pumalín. Il terzo e
ultimo tratto via acqua, della durata di circa 50 minuti, unisce Puerto Yungay
a Rio Bravo, dove iniziano i 100 chilometri terminali della strada. Uno dei
motivi per cui il secondo traghetto è in via di eliminazione è dovuto al fatto che
la sua agibilità è limitata ai mesi di gennaio e febbraio, obbligando l'uso di
percorsi attraverso il territorio argentino per raggiungere Hornopiren. Il
servizio di traghetti comunque, è decisamente indaguato e va programmato con
cura. Nel centro, nonostante il tentativo di asfaltatura, la manutenzione è
resa proibitiva dalla morfologia del terreno specialmente nel Parque National
Queulat. Nel sud, la sede stradale si eleva di non più di un metro al di sopra
del letto del rio Baker, il fiume cileno con più portata d’acqua e spesso
protagonista di disastrose inondazioni. Che dire, un viaggio senza dubbio
emozionante!
“Patagonia” dicevano Coleridge e
Melville, per significare qualcosa di estremo. “Non c’è più che la Patagonia
che si addica alla mia immensa tristezza” cantava Cendras agli inizi del secolo
scorso. Dopo la grande guerra, alcuni ragazzi inglesi, chini sulle carte
geografiche, cercavano il luogo giusto per sfuggire alla prossima distruzione
nucleare. Molti scelsero proprio questo angolo di mondo, spingendovisi per
scampare ad un pericolo, ma scoprendo l’incanto del viaggiare, quell’incanto
insito in tutti noi, ma così facile da perdere in questa società dove il
consumismo e la filosofia del “mordi e fuggi” la fanno da padrona. L’origine
del nome Patagonia è oscuro, ma una teoria sostiene che il termine sia stato
coniato da Magellano ed il suo equipaggio che, avendo trascorso l’inverno del
1520 a Puerto San Julian, nell’attuale provincia di Santa Cruz, vennero in
contatto con gli abitanti indigeni della regione. Secondo questa teoria, la
vista degli indio tehuelche, che erano molto alti di statura ed indossavano
calzature che facevano sembrare i loro piedi straordinariamente grandi, può
avere indotto Magellano ed i suoi ad inventare il nome Patagonia dal termine
spagnolo “pata”, che significa zampa o piede. La prima volta che vide i
tehuelche, Antonio Pigafetta, un nobile italiano membro dell’equipaggio di
Magellano, notò che uno degli indios: “era così alto che noi gli arrivavamo
solo alla vita, ed era ben proporzionato……vestito di pelli di animali abilmente
cucite insieme…..i suoi piedi erano ricoperti dello stesso tipo di pelli, in
modo da formare una sorta di calzatura…..il capitano (Magellano) chiamò questa
gente patagoni.” Un’altra ipotesi è quella che sostiene che Magellano possa
aver preso il termine “Patagon”, dal nome di un mostro immaginario di un
romanzo spagnolo dell’epoca e l’abbia utilizzato per definire i tehuelche.
Qualunque sia l’origine del nome, posare “las patas” in Patagonia, significherà
comunque, almeno alla lettera, restare fedeli al nome. Il libro di gran lunga
più conosciuto sulla regione e ritenuto un’icona della letteratura di viaggio è
sicuramente “In Patagonia” (1977) dello scrittore inglese Bruce Chatwin. A quasi
quaranta anni dalla sua prima pubblicazione il libro continua ad essere fonte
di ispirazione per chi vuole conoscere di persona luoghi così remoti. Ma non vanno dimenticati
altri 2 scrittori, entrambi cileni, che hanno contribuito al crearsi della celebre
trilogia patagonica: nella lettura di
Luis Sepúlveda, il primo, originario di Valparaiso, ogni tanto viene da
chiudere gli occhi e lasciare che la parola rimanga come una traccia per i
pensieri; invece Coloane, il secondo, una volta disse, parlando di ciò che l'aveva
spinto a scrivere, che era diventato scrittore per nostalgia, per la mancanza
del mare e delle sue isole. Letture che spingono l’immaginario verso l’ignoto!
Il lungo paese. Così Pablo Neruda, uno dei suoi figli più celebri, ha definito il Cile.
Pronti? Si
parte, in pochi, alcuni buoni, altri meno, tutti amici e ho carta bianca, dopo tre anni, ho voglia di esagerare, non mi fermerò neanche quando dovranno rientrare in Italia, preparatevi allo straordinario!!
Camino longetudinal Austral,
la Ruta7, una strada, un sogno!!
Dal 29dicembre al 24 gennaio, km 5.529
Programma di viaggio indicativo
Le tappe sono riportate
per comodità e per dare qualche informazione in più su alcune delle attrattive
che andremo a conoscere durante il percorso,
le soste saranno stabilite a seconda delle esigenze quotidiane.
- 29 dicembre, venerdì Partenza
Partenza dall’Aeroporto di Milano Malpensa con volo di
linea.
- 30 dicembre, sabato Arrivo Puerto Mont
Arrivo a Puerto Mont in tarda mattinata, ritiro
bagagli e via subito al porto per ritirare i mezzi. Trasferimento in Hotel
Pranzo libero. Cena.
- 31 dicembre, domenica Puerto Mont- Caleta Gonzalo, km 239
Prima colazione in Hotel.
Si parte presto, prestissimo e subito si comincia, non poteva essere diversamente
con la ruta7, seguendo uno dei tratti meno transitati di una delle strade meno
frequentate del sud America ed il camino Longetudinal Austral da subito il
meglio di se! Il nostro viaggio a ritroso nel tempo ha inizio, in questo primo
tratto, probabilmente uno dei più selvaggi di tutto il viaggio saremo aiutati
nella scoperta dal forzato utilizzo di traghetti, questo può aiutare a capire
quanto difficile sia stato aprirsi un varco in questo angolo di mondo e quanto
folle sia stato il progetto del generale Pinochet!! Ma i Parque nationales
Hornopiren e Pumalin valgono qualche sforzo!! Il lodge di Caleta Gonzalo non è
il massimo, ma il meglio disponibile e ci rifaremo con gli interessi, domani.
Pranzo
libero. Sistemazione, pernottamento Hotel. Cena.
- 1 gennaio, lunedì Caleta Gonzalo- Termas de Puyuhuapi km 270
Prima colazione in Hotel.
Ancora
Parque national Pumalin, il parco è di proprietà dell’americano Doug Tompkins,
e rappresenta la più vasta riserva naturale privata del Cile ed uno dei più
grandi parchi privati del mondo!! A Chaiten incontreremo un po’ di asfalto,
prima di rituffarci nella natura incontaminata di questo angolo dimenticato di
mondo, la strada permette di costeggiare il lago Yelco, 11000 ettari di acque
limpide e turchesi. Transiteremo dallo splendido Puerto Puhaupuy per
terminare nell’incantevoli terme omonime. Parcheggeremo le moto per arrivare in
barca al punto di arrivo della giornata, qui non ci sono strade!
Pranzo
libero. Sistemazione, pernottamento Hotel. Cena.
- 2 gennaio, martedì Termas de Puyuhuapi- giorno di riposo
Prima colazione in Hotel.
Il Puyuhuapi Lodge & SPA si trova nel comune di Cisnes, 214 km a sud di
Chaiten , 224 chilometri a nord di Coyhaique. Si può arrivare qui solo in barca,
attraversando il canale Puyuhuapi in circa 10 minuti, in quanto non vi è alcuna
strada di accesso. Circondato da una esuberante vegetazione e sulle sponde
della Baia Dorita, Puyuhuapi offre realmente tutto il necessario per godersi
una giornata in assoluto relax, ed è proprio quello che faremo! Puyuhuapi, è
circondato da tre tipi differenti di acque: quelle salate del mare, l’acqua
dolce proveniente dalle montagne e quelle delle sorgenti termali con proprietà
terapeutiche di alta qualità, che sono a forte mineralizzazione e la cui
temperatura raggiunge gli 85°. Qui affiorano le sorgenti sotterranee del
Vulcano Melimoyu, ancora attivo, che domina la zona da un'altezza di 2440 metri
, e che si trova a sud della foce del fiume Palena, di fronte all'isola Melinka.
La sua ultima eruzione si è verificata tra 8000 e 11.000 anni fa.
Pranzo libero. Pernottamento Hotel. Cena.
- 3 gennaio, mercoledì Termas de Puyuhuapi- traghetto- Chile Chico km
325
Prima
colazione in Hotel. Oggi si riinizia su sterrato, per attraversare il
fantastico Parque National Queulat. Protagonista sempre lei, la Ruta 7, più che
una strada un sentiero, dove a volte non passano neanche due auto che corre tra
fiordi, ghiacciai, parchi nazionali, una vegetazione rigogliosissima assai
strana a queste latitudini, con foglie enormi e faggi australi altissimi, fiumi,
un vero tripudio della natura. Nei pressi di Coihaique entreremo nelle zona più
“civilizzata” di tutto il Camino Austral, persino un po’ di asfalto, ma durerà
poco non preoccupatevi! Arriveremo sul lago General Carrera per imbarcarci sul
traghetto per attraversare questo splendido, immenso bacino d’acqua turchese.
Chile Chico punto di arrivo della giornata e punto di approdo, è una piccola
oasi al confine con l’Argentina, con un micro clima particolarissimo, che
permette la coltivazione di vari tipi di frutta.
Pranzo libero. Sistemazione, pernottamento Hotel.
Cena.
- 4 gennaio, giovedì Chile Chico - Caleta Tortel, km 310
Prima colazione in Hotel.
La strada che costeggia il lago General Carrera è probabilmente tra le più
spettacolari di tutto il viaggio, con la vista che spazia su questo
braccio d’acqua amplissimo lungo più di 200 chilometri, spazzato da venti
fortissimi che increspano le sue acque di un blu turchese, nelle quali si
specchiano montagne coperte da ghiacciai eterni. Ma il nostro viaggio continua,
sempre più a sud, la descrizione della parte finale del percorso, una
parte, la lasciamo ad un estratto del diario di una precedente esperienza:
“Siamo ad un passo dal confine cileno e dalla Carrettera
Austral. Alle 13,05, accendo la Tenerè, ma è successo qualcosa!! Non è più lo
splendido mezzo che in poco più di 3 mesi mi ha scarrozzato per 29.000km in
giro per Asia e America del sud, ma si è
trasformato in una sorta di macchina del tempo!!! Me ne accorgo per gradi,
prima su una schifosa pietraia che ci conduce al passo Reballo, uno stretto
sentiero che in altri luoghi sarebbe considerato una bella camminata di
montagna, qui diventa un punto di confine tra Argentina e Cile. Un ragazzino
soldato gestisce entrate ed uscite, sono passate le 16 da un bel po’ ed io sono
il 4° della giornata!! Poi confine cileno, la Valle de los guanacos, dove
pascolano migliaia di questi mammiferi ed al momento di incrociare la ruta 7,
mi accorgo che stiamo entrando in un’altra dimensione, in un altro tempo,
circondati da un paesaggio primordiale che domina incontrastato e che ammalia
il viaggiatore curioso, subdolamente! Ci spingeremo non curanti del fatto che dobbiamo
puntare verso nord, fino a Caleta Tortel, sempre più a sud!! La guida della
EDT, è piuttosto vaga, ma ne parla in termini entusiastici. Arriviamo ed i
ghiacciai menzionati non si vedono, il parcheggio è in costruzione e, dall’alto
si vedono poche passerelle di legno che costeggiano la piccola baia con poche
case! Piove a dirotto e realizziamo che non c’è strada di accesso, decidiamo di
fermarci: trascorreremo la giornata in questo ambiente da favola percorrendo km
di passerelle che mettono in comunicazione più baie, punto di incrocio di
diversi fiordi. Salgono fino alle case, scendono con ripide scalinate, noi
bighelloniamo, fermandoci a riposare e contemplare un paesaggio irreale nelle
piazze coperte, anche esse in legno. Piove a dirotto, ma non ce ne accorgiamo
neanche!! La sera a cena ci diranno che qui devi saper pescare, navigare, ma se
non sei un falegname, non è proprio il posto per te!!”
Pranzo libero. Sistemazione, pernottamento Hotel.
Cena.
- 5 gennaio, venerdì Caleta Tortel- giorno di riposo
Prima colazione in Hotel.
Giornata
di riposo dedicata alle escursioni in battello nei dintorni ed alla visita del
villaggio.
Caleta Tortel
si trova tra la foce del fiume Baker, il più grande fiume del Cile e una piccola
insenatura del Canale di Baker. La geografia circostante è formata da una serie
di isole, fiordi, canali ed estuari. Il villaggio fu fondato nel 1955 per
sfruttare le foreste di cipresso, Guaytecas Cypress (Larice uviferum), legno
che era ed è abbondante nella zona. Il giro d'affari del legname rappresenta la
maggior entrata dell'economia di Tortel. Raggiungibile solo per via aerea o per
barca, fino al 2003 quando è stata costruita la strada che la collega con la
Carretera Austral.
Caleta Tortel
consiste principalmente di palafitte, tipiche dell'architettura Chilotan e si
estende lungo la costa per diversi chilometri. Non ci sono strade
convenzionali, ma solo passerelle di legno che conferiscono al villaggio il suo
look distintivo e la sua cultura unica.
Pranzo libero. Pernottamento Hotel. Cena.
- 6 gennaio, sabato Caleta Tortel- Villa O’Higgins, km 134
Prima colazione in Hotel.
L’ultimo tratto percorribile del Camino Austral ci attende! A sud di El
Vagabundo e della strada di accesso a Caleta Tortel, la Ruta7 prosegue
attraverso uno scenario straordinariamente bello e selvaggio, la strada è molto
tortuosa e non in buono stato. A Puerto Yungay, un piccolo traghetto, che può
trasportare 4 o 5 veicoli per volta conduce in circa un’ora fino all’estremità
orientale del fiordo Mitchell, all’altezza del Rio Bravo. Dallo sbarco, un
centianio di chilometri spettacolari per arrivare al remoto e dimenticato
villaggio di Villa O’Higgins, sul lago omonimo. La strada è arrivata quì solo
nel 1999 e credetemi, sarete tra i pochi a poter dire: “ebbene sì, ci sono
arrivato ed in moto!”
Pranzo libero. Sistemazione, pernottamento Hotel.
Cena.
- 7 gennaio, domenica Villa O’Higgins- Puerto Guadal, km 297
Prima colazione in Hotel. Il nostro personale viaggio
nel tempo inizia la sua lenta risalita verso nord, fino al puerto Guadal, al
bivio tra la Ruta7 ed il lago General Carrera, guideremo sulla stessa strada
percorsa all’andata, è il pegno da pagare per spingersi così a sud quì in Cile,
il panorama e la strada ci aiuteranno in questa “sofferta impresa”, sperando
sempre nella clemenza del tempo! A me personalmente è piaciuta moltissimo anche
con la pioggia, ma con il sole……
Pranzo libero. Sistemazione, pernottamento Hotel.
Cena.
- 8 gennaio, lunedì Puerto Guadal- Coihaique, km 290
Prima colazione in Hotel. Per poter dire, con una
punta di malcelato orgoglio di aver percorso tutta la strada più bella del sud
America, mancano all’appello ancora circa 150km, ed oggi colmeremo la lacuna,
in andata abbiamo attraversato il lago General Carrera percorrendo la strada
che lo costeggia meridionalmente, adesso ci tocca affrontare il tratto a nord.
Abituati allo straordinario ormai, guideremo su strade sterrate che, nel primo
tratto si affacciano su questo fantastico lago di un blu così intenso che
rimarrà impresso a lungo nei nostri ricordi.
Pranzo
libero. Sistemazione, pernottamento Hotel. Cena.
- 9 gennaio, martedì Coihaique - Fulateflù, km 413
Prima colazione in Hotel. Percorreremo un altro tratto
di Ruta7 già percorso, ma che probabilmente non disturberà nessuno, se invece
siamo stati sfortunati con il meteo, avremo a disposizione una seconda chance!
Stesso discorso dell’andata ma da un’angolazione diversa e credetemi, la cosa
fa la differenza, ma a questo punto del viaggio vi sarete già accorti della
straordinarietà di questi luoghi. Per il resto le solite cose: fiordi,
ghiacciai, parchi nazionali, una vegetazione rigogliosissima con foglie enormi,
fiumi e boschi di faggi australi altissimi. Arrivo a Fulateflù, villaggio di
confine, rinomato per le attività all’aria aperta, collegate all’impetuoso rio
omonimo che scorre nelle vicinanze.
Pranzo libero. Sistemazione, pernottamento Hotel.
Cena.
- 10 gennaio, mercoledì Fulateflù- San Carlos de Bariloche, km 390
Prima
colazione in Hotel.
“L’attraversamento del confine avviene nella consapevolezza che la parte
migliore è alle spalle: arrivo a Trevelin, piccolissimo paese della Patagonia
argentina, con i suoi pochi incroci, il suo scarso traffico, il distributore di
benzina, niente di eccezionale, ma è quasi uno shock! Spengo la moto e
l’accendo un paio di volte: il tachimetro marca quasi 31000km, ma la macchina
del tempo si è ritrasformata semplicemente nel mezzo che mi porterà alla fine
del viaggio”
Non preoccupatevi, non siamo ancora
alla fine, la strada da percorrere è tanta e le cose da vedere sono ancora
molte, semplicemente un altro “pezzetto” di diario personale, schegge di
ricordi! L’obiettivo è trasformare lo straordinario in ordinario, ci
riusciremo? Attraversamento di confine e per chi non ha fretta di arrivare alla
meta di fine giornata, una deviazione che ne vale due ed entrambe, inutile
dirlo, assai suggestive! Siete già passati di qui ed avete seguito
“semplicemente” la ruta40, bene la fortuna questa volta è dalla vostra parte!
Quindi prima attraversamento del Parque Nacional los Alerces, seguendo la RP71,
sterrata di circa 110km, poi, dopo aver incrociato per un breve tratto la
ruta40, altra deviazione alla volta del deposito ferroviario di El Maiten.
L’alerce, o cipresso della Patagonia, è una pianta molto simile alla sequoia
gigante della sierra Nevada. Alcuni di questi alberi sono di una bellezza straordinaria
e quelli più antichi, il più anziano pare abbia circa 4000 anni (!!), possono
misurare più di 4m di diametro e superare i 60m d’altezza. La Trochita invece è
la ferrovia a scartamento ridotto che collega Ingenero Iacobacci a Esquel e ad
El Maiten vi sono le officine che ospitano vecchie locomotive ed altro
materiale rotabile, una specie di museo a cielo aperto.
Sempre Patagonia, ma in un altro
paese, un’altra nazione, percorrendo un’altra strada storica, la ruta 40, ma
che differenza rispetto ai giorni precedenti!
Pranzo libero. Sistemazione in Hotel. Cena.
- 11 gennaio, giovedì San Carlos de Bariloche- Puerto Montt, km 348
Prima
colazione in Hotel. Uno dei punti di frontiera più transitati tra Cile ed
Argentina e quanto asfalto!! Un trasferimento piacevole attraversando alcune
delle zone più turistiche che i 2 paesi possono offrire ai turisti che la
assediano durante l’anno! Laghi turchesi e parchi nazionali prima di immettersi
sulla Panamericana per raggiungere Puerto Mont.
Pranzo libero. Sistemazione in Hotel. Cena.
- 12 gennaio, venerdì Puerto Mont, imbarco
Il check in per
l’imbarco inizia in mattinata alle nove, ma i partecipanti la dedicheranno al
relax prima di salire a bordo, programmato per le 16, in attesa della partenza
prevista per le ore 20 e non prima di aver ricevuto un brindisi di benvenuto da
parte dei membri dell’equipaggio, insieme ad alcuni dati sulla navigazione tra
i fiordi della Patagonia, che avrà come destinazione finale la città di Puerto
Natales. Si inizierà attraversando l’estuario di Reloncavi, poi il Golfo di
Ancud e fare ingresso al tramonto nel Golfo di Corcovado. Abbiamo appena
iniziato una grande avventura, la perla più preziosa di questa meravigliosa
collana che è la Patagonia cilena.
Pranzo libero. Cena a bordo.
- 13 gennaio, sabato Traghetto
Prima
colazione. All'alba la navigazione ci porterà nel canale Moraleda, che è uno dei più
profondi del percorso, per poi passare alla Costa Errazuriz e quindi immettersi
nel canale Pulluche, il più abbondante di vegetazione, con fitti boschi di
faggio e cipressi. Se la fortuna ci assisterà, potremo osservare delfini, leoni
marini e uccelli selvatici. Al tramonto inizierà la navigazione nel tratto
oceanico nella zona del Golfo de la Penas, la crociera in mare aperto durerà
circa 12 ore, con la possibilità di avvistare le megattere, a seconda del periodo
dell'anno (dovrebbe essere quello giusto, ma negli ultimi anni i cambiamenti
climatici hanno influito anche sulle migrazioni dei cetacei!) ma soprattutto
delle previsioni meteo. Questa potrebbe
trasformarsi nella parte più scomoda del viaggio, non a caso il nome “della
pena” fu dato a questo angolo di oceano dai naviganti per definire uno dei
tratti più tempestosi del globo! Regolarsi per la cena.
Pranzo a bordo. Cena a bordo.
- 14 gennaio, domenica Traghetto
Prima
colazione. Trascorso bene la notte? Lascieremo il mare aperto con le sue
inquietanti onde per svegliarci attraversando il Canale di Messier,
dove lo scandaglio arriva a 1.270 metri, una caratteristica che lo rende il più
profondo nella zona; in questo canale vedremo la nave da carico "Capitano
Leonidas", che è incagliata fin dagli anni '70 in un isolotto semisommerso
chiamato "Bajo Cotopaxi", che è attualmente utilizzato come un faro e
punto di riferimento per i naviganti. Poco dopo attraverseremo la Angostura
Inglesa, per raggiungere la città di Puerto Eden, abitata dagli ultimi
discendenti degli Alacalufes, una popolazione indigena. Il piccolo villaggio si
trova sulla Wellington Island, uno delle isole più grandi del Cile e parte del
parco nazionale Bernardo O'Higgins, il più esteso del paese. Lo sbarco a Puerto
Eden verrà permesso ai passeggeri solo se le condizioni del mare, ed i tempi
sulla tabella di marcia lo permetteranno.
Pranzo a bordo. Cena a bordo.
- 15 gennaio, lunedì Arrivo- Puerto Natales- Torre del Paine, km 126
Prima
colazione. La sveglia avverrà nel Canal Sarmiento, per poi navigare alla volta del
passaggio più stretto di tutto il percorso, l’Angostura Blanco, largo solo 80
metri, davvero entusiasmante con una barca di 50 metri. La navigazione continua
nell’Union Sound che immette nel canale di accesso alla città di Puerto
Natales, dove termina la nostra grande avventura marina ed il nostro viaggio in
moto riprende alla volta dell’ennesimo gioiello patagone, il Parque National
Torre del Paine, dove arriveremo nel primo pomeriggio!!
Pranzo libero. Sistemazione in Hotel. Cena.
- 16 gennaio, martedì Torre del Paine- riposo
Prima colazione
in Hotel. Svettanti al di sopra della steppa patagonica di circa 2800m, le
spettacolari colonne di granito del Parque National Torre del Paine, dominano
il panorama di quello che è considerato il parco più bello del sud America ed
uno dei più belli delle Americhe.
Accanto a queste guglie di una bellezza incredibile, si stagliano contro
il cielo la vetta del Paine Grande (3050m) ed i picchi di roccia sedimentaria
nera de Los Cuernos, con un’altezza variabile tra i 2200 ed i 2600m. Sì, queste
sono proprio le famose montagne della Patagonia riportate da manifesti e copertine
di libri in tutto il mondo. Tempo disponibile per attività individuali. Consigliata la
camminata al blocco delle Torri, le maestose montagne di granito che si ergono
quasi verticalmente per più di 2000m sulla steppa patagonica. Unica
controindicazione: l’escursione è di 7 ore e molto impegnativa! In alternative
e sicuramente meno dispendiosa dal punto di vista delle energie, l’escursione
in battello al Glaciar Grey, per ammirare un’altra bellezza di questo
straordinario parco, probabilmente la più facilmente accessibile.
Pranzo libero. Cena.
- 17 gennaio,
mercoledì Torre del Paine- El Calafate km 248
Prima colazione in Hotel. Oggi si
entra in Argentina e tocca al Parque Nacional Los Glaciares aggiungersi alla
lunga lista delle meraviglie naturali visitate nel corso del viaggio. Alimentati
da diversi imponenti ghiacciai che scendono dallo spartiacque andino, il lago
Argentino ed il Viedma a loro volta danno origine al più grande fiume della
Patagonia meridionale, il Rio Santa Cruz. Questa incredibile congerie di
ghiaccio, rocce ed acqua è una delle più straordinarie meraviglie naturali
dell’Argentina e di tutto il Sud America. Il principale gioiello del parco è lo
spettacolare ghiacciaio Perito Moreno: un’esperienza uditiva e visiva, poiché
enormi iceberg si staccano continuamente dalla parete di ghiaccio che ostruisce
il braccio fra i 2 laghi. Tappa interamente asfaltata una volta entrati in
Argentina. Nel tardo pomeriggio, per chi volesse, ci trasferiremo nel parco per attendere il
tramonto davanti il ghiacciaio, mangiando empanadas, bevendo un buon bicchiere
di merlot e facendo 2 chiacchiere, lo so, sono un abitudinario, ma questo è il
mio programma ogni volta che passo da queste parti!!
Pranzo libero. Sistemazione in Hotel.
Cena o, in opzione, cena al sacco al mirador del ghiacciaio.
- 18 gennaio, giovedì
El Calafate- Punta Arenas km 590
Prima colazione in Hotel. Percorso
completamente asfaltato per arrivare a Punta Arenas, siamo alla fine e ci
meraviglieremo di percorrere così rapidamente una distanza praticamente doppia
del solito.
Pranzo libero. Sistemazione in Hotel.
Cena tipica in casa.
22.
19 gennaio, venerdì, Punta arenas-
Ushuaia km 641
Prima colazione in Hotel. Da qui,
l’arrivo in Terra del Fuoco, è poco più di una formalità: traghetto a punta Delgada per attraversare lo
stretto di Magellano e……diamine, non è cambiato niente!!! E noi che chissà cosa
ci aspettavamo! Pensare che fino al 1600 questo estremo lembo di terra era
considerata la parte estrema dello “sconosciuto continente antartico”,
l’antiterra, come era stata postulata da Pitagora. Una specie di terra alla
rovescia, coperta da un sole nero, dove la neve cadeva all’insù, gli alberi
crescevano all’ingiù. Anche dopo i viaggi di Magellano, non poco restio allo
sbarco su questa terra desolata (come dargli torto, visto la sua fama), e la
sua conseguente scoperta, questa regione agli estremi confini della terra, ha
continuato ad esercitare un fascino irresistibile sui tanti che la hanno visitata.
Gli ultimi km sono spettacolari e ci permetteranno di arrivare ad Ushauia
percorrendo un’altra straordinaria strada panoramica. Da piccolo villaggio si è
trasformata in una vera e propria città ma lo scenario naturale è ancora uno
dei più straordinari del mondo, con puntuti picchi glaciali che si innalzano
dal livello del mare ad un’altitudine di quasi 1500m. Pranzo libero. Sistemazione
e pernottamento in Hotel. Cena.
22. 20 gennaio, sabato
Ushuaia, riposo
Prima colazione
in Hotel. Giornata dedicata al riposo, ce lo
siamo meritato arriveremo dove la strada più australe del mondo, la ruta 3, nel
Parque Nacional Tierra del Fuego, va a terminare. Possibilità
di escursione in barca nel canale di Beagle.
Pranzo libero. Pernottamento in Hotel. Cena a base di Centolla che in
questa località risulta essere più buona che altrove in uno dei
tanti ristoranti che profumano di mare, situati
proprio sul canale, quello di Beagle, che dona al pesce un gusto unico e particolare.
23. 21 gennaio, domenica
Ushuaia- Porvenir km 454
Prima colazione
in Hotel. Si torna indietro e non si potrebbe fare diversamente,
ancora Terra del Fuoco con i suoi spettacolari panorami, deviazione
fuoristrada, l’ultima del viaggio per chi si imbarca a Punta Arenas in
direzione di Porvenir.
24. 22 gennaio, lunedì
Porvenir- traghetto- Punta Arenas, riconsegna mezzi
Arrivo in città per la consegna dei
mezzi. Pranzo libero. Sistemazione in Hotel. Cena tipica in casa.
25. 23 gennaio, martedì rientro
Italia
- 24 gennaio, mercoledì arrivo e fine del viaggio
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