01 giugno 2014

DESTINAZIONE ROMANIA 4- 13 luglio


Un viaggio in Romania rappresenta un’esperienza tanto impegnativa quanto affascinante! Questo paese, una sorta di polmone tra Europa ed Asia, offre maestosi castelli, città medievali, piacevoli escursioni, una fauna ricchissima, strade panoramiche ed un’accoglienza turistica tra le meno care di tutto l'ex blocco orientale. Siamo in una delle zone più povere del continente ma la cordialità della gente ci meraviglierà continuamente, facendoci riflettere su quanto siano duri da superare i preconcetti basati su cattiva informazione e dicerie. Sì, siamo in una terra straordinaria, sempre più vicina all’occidente, che può offrire scenari e strade al di là di ogni possibile immaginazione!


Destinazione Romania 
dal 4 al 13 luglio, km 2464, 
dal confine italiano km 4157


Diario, un po’ di schegge di memoria per entrare in atmosfera!
Proprio al confine con l’Ungheria e l’Ucraina, c’è una depressione cinta da alte montagne che hanno contribuito alla formazione di una originalissima unità di paesaggio e cultura: la regione del Maramures, in Romania. Noi arrivando dalla puszta ungherese, piatta, paludosa e nonostante la guida ci indichi la frontiera come un valico di confine, notiamo che le caratteristiche del paesaggio, ma sicuramente non quelle dell’asfalto (veramente pessime. Sì, siamo in Romania), non cambiano per almeno 80km, fino a Baia Mare dove un violento nubifragio ci trasporta in un’area geografica del tutto diversa. Le montagne compaiono improvvise e saliamo per una strada in pessime condizioni. Una vecchia miniera dopo una decina di chilometri scorre  sulla dx e ci infiliamo in una gola, preludio di una delle zone più interessanti del continente.
51. Questo numero continua tornarmi in mente. No non è un ritardatario fallito del lotto che sto inseguendo invano o la famosa area dei test nucleari in Nevada. 
51€, sono il reddito pro capite di questa area del paese. E sicuramente le cose che più attraggono il viaggiatore distratto, alla cui categoria io senza dubbio appartengo, sono le condizioni di estrema sofferenza e povertà che abbinate alla davvero indecorosa condizione delle strade mi riporta alle esperienze sud americane. La gente? Se decidete di venire qui non preoccupatevi, nessun problema. Forse miseria, comunque assai dignitosa, ma grande ospitalità, cordialità e cortesia. Avete un problema od una perplessità? Vi siete persi o non trovate la strada (e qui credetemi può capitare, anche se si raggiungerà l’estremo nella confinante Bulgaria). Non preoccupatevi, rivolgetevi tranquillamente alle persone del posto, saranno ben liete di aiutarvi anche considerando il fatto che la lingua è sicuramente di aiuto essendo di origini latine. Dovunque, cosa che costituirà un fatto normale, bambini per strada ci salutano e ci corrono incontro. Si comincia a salire. Deve aver nevicato da poco. Faremo sosta dopo il villaggio minerario di Baia Sprie, che come molte città del suo genere è fortemente multi etnica, nella vana speranza che l’attesa giovi al miglioramento delle condizioni climatiche. Il giorno dopo se possibile, il tempo è ancora peggiore. La  ragazza che lavora nel residence che ci ha ospitato, mi dice che la giornata  sarà così e che il tempo si manterrà splendidamente antifotografico per almeno altri 2 giorni.
Ho il morale alle stelle!! Partiamo.
Per lo meno ha smesso di piovere, si comincia  a salire verso il passo di Gutài.
Un ambiente transilvanico ci accompagnerà fino a Sighetu Marmaţiei, città di confine non che capitale del Maramures. L’Ucraina è ad un tiro di schioppo e dopo aver deciso di visitare il cimitero allegro di Sapanta (che con queste luci ha davvero poco di allegro a parte le due arzille vecchiette che ci accolgono) e la casa dove visse il premio nobel Herry Wissel, imbocchiamo la valle dell’Iza. La giornata non è sicuramente delle migliori, un cielo plumbeo ingrigisce il panorama ma ogni sosta è una vera gioia: tutti, dagli adulti ai bambini ci mostrano attenzioni e curiosità incredibili. A metà giornata ho già il mio bloccheto degli indirizzi pieno a metà. 
Non ti chiedono altro di inviarti una delle foto che vengono scattate. A Barsana arriviamo nel pomeriggio ed attraversando il paese in cui si susseguono i soliti splendidi portoni d’ingresso lavorati esclusivamente in legno, scorgiamo il monastero in alto, di nuova costruzione e nel quale vivono monache: operai al lavoro e una chiesa fedele allo stile della regione, quindi legno ma con un record in più, quello di essere, pare, la più alta d’Europa! 52m!
Sostiamo per quasi 2 ore aspettando che le nuvole lascino spazio al temporale che ci accompagna dalla mattina. Le cose vanno parzialmente bene e perlomeno, quando ripartiamo non piove più. Usciti dalla valle la strada si inerpica verso il passo di Prislop, l’unico che colleghi il Maramures con la Moldavia. Come attacca la salita, rimango indietro per fotografare. La strada inizia ad inerpircarsi nelle solite pessime condizioni, ma la vista comincia ad aprirsi. E qui si realizza l’ennesimo incantesimo: l’asfalto craterico, l’assenza di traffico, la solitudine mi riportano alle esperienze dell’Alaska e del Camino Austral in Cile o delle lande islandesi.
Siamo in Europa?
Scollino il passo a 1411m. C’è neve, fa freddo ma la sensazione è di assoluta libertà: apro la visiera del casco di uno scatto e comincio a scendere quasi sempre in piedi sulle pedane. Solo camion, pochi, con tronchi spesso più lunghi di un terzo dei loro rimorchi, che cercano di evitare le buche della strada ed io a cercare di evitare loro. 
Finalmente! Dopo un inverno di relax eccoci ancora qui. Mi mancavano questi momenti.
Una frana ha interrotto la strada ed un gruppo di boscaioli sta cercando di pulire il manto stradale trascinando dei tronchi, probabilmente arrecando maggiori  danni al manto stradale. Interrompono per farmi transitare, un saluto e si riinizia. Incontrerò Mauro dopo 1 ora di assoluta, inebriante solitudine, nel primo villaggio in fondo alla valle che parla tranquillamente con un poliziotto. Ormai sono rientrato nella trance agonistica da viaggio solitario. Speriamo mi riesca a sopportare!! 
“non volevo perdermi così ho chiesto!”
Arriveremo nel punto stabilito di fine tappa naturalmente tardi. Molto tradi. Troppo tardi. Troverete queste raccomandazioni-consigli anche nelel informazioni generali: non viaggiate di notte!
I carretti a cavallo continuano  a circolare anche dopo il tramonto senza alcuna possibilità di essere scorti, non accendono neanche una candela, e spesso anche nei villaggi non c’è illuminazione: una vera roulette russa, o rumena.
La sera nella simpatica pensione che ci accoglie conoscerò Nando, di Paestum, provincia di Salerno. Responsabile di una ditta di legnami ha fra i suoi dipendenti due rumeni.
“sono bravissimi nel campo (e ci credo!) ed in più sono anche ragazzi eccezionali, hanno insistito tanto che alla fine ho dovuto accettare e venire a trovare i loro familiari e che ospitalità. Comunque…… che donne, a Iasi sono rimasto a bocca aperta!!”
Gli rispondo che fino ad ora avevo notato altre caratteristiche del popolo rumeno ma che alla prima cittadina cercherò di verificare le sue impressioni.
Dopo il Maramures e le strade per uscirne, tutto ci si aspetterebbe tranne che spostandosi ad est le condizioni possano migliorare. Ed invece una serie di monasteri fortificati dichiarati patrimonio mondiale dell’UNESCO, con relativi fondi stanziati ed un notevole incremento turistico compiono il miracolo che ha dell’incredibile. Certo non aspettatevi un livello europeo ma sicuramente ci sarà da divertirsi per quasi tutto il percorso, ma sempre considerando la guida avventata dei rumeni.
Una giornata va dedicata interamente ai monasteri della Bucovina meridionale situati nella parte settentrionale della Moldovia: Voronet, Sucevita, Putna e Moldovita a cui volendo se ne possono aggiungere altri (noi abbiamo incluso quello di Arbore). 
Le visite a questi 4 sono più che sufficienti essendo i più importanti della zona per diversi aspetti, dalla qualità degli affreschi esterni, alle dimensioni degli edifici od alla struttura delle fortificazioni che in alcuni casi le cingono. Indubbiamente belli ed interessanti, unici al mondo.
A fine giornata saremo più o meno al punto di partenza essendo le visite dislocate in senso circolare. Preferiamo non sostare nuovamente a Suceava che nonostante sia uno dei punti di partenza per la via dei monasteri non offre grandi strutture ricettive e ristoranti.
Ma se siete già sazi di tanta spiritualità probabilmente avete sbagliato itinerario.
Infatti se nella Bucovina, ci sono delle vere e proprie opere d’arte, nella zona più meridionale, quella di Neamt, si battono sicuramente tutti i record di santità, in quanto vi si trovano una 50ina tra monasteri ed eremi.
Meglio prenderla un po’ alla larga, guidando per una giornata ed inserendo un paio di passi ed alcune valli.
All’inizio avevamo pensato di tornare indietro per arrivare alle gole di Bicaz guidando verso ovest, e neanche di poco, per percorrere il passo di Bargalui, reso famoso dalle vicende draculesche di Briam Stoker (“basta con la Transilvania!!” aveva minacciato Paola in redazione prima di partire), ma menzionato dalle guide come uno dei punti di valico più belli di tutta la Romania.
Invece arrivati a Vatra Dornei cambio repentinamente idea e convinco Mauro a transitare per la valle del Bistrita.
La scelta si rivelerà giusta per 2 motivi, la stradina neanche tanto rovinata e praticamente priva di traffico e la valle davvero un piacere sia per la guida che per la vista. 
Inoltre così avremo allungato il tragitto di un ulteriore giorno.
La straordinarietà di questa terra è sicuramente che cambiando valle, tale cambiamento spesso coincide anche con l’amalgamarsi di diverse etnie.
Attraversando la valle, noto che le persone hanno abbigliamenti e caratteri somatici diversi, probabilmente dovuti ad influenze slave e magiare. Molti si spostano ancora con i soliti carretti di legno ma questi sono più carichi e viaggiano con famiglia: sono rom.
Non sono mezzi di lavoro ma vere e proprie case mobili,
Ne sorpasso uno ed ormai abituato alla routine mi fermo ed aspetto che mi sorpassi per fotografarlo. La reazione è assolutamente diversa dalla altre ed inaspettata. Il capo famiglia blocca il carretto e mi viene incontro chiedendomi, qualcosa che non capisco ma che non faccio fatica a capire sia qualcosa di molto vicino ad un’offerta per la prestazione fotografica eseguita.
Stiamo un po’ a parlare anche se sono assolutamente e perentoriamente in difetto: ormai abituato all’estrema collaborazione dei Daci in Maramures, non ho chiesto il permesso, cosa che rientra nelle regole più elementari del rispetto verso il prossimo.
Gli dico che se vuole gli spedisco la foto e che non pago, ma siamo su basi linguistiche diverse e non credo gliene freghi gran che.
In fin dei conti che cosa ci farebbe con una foto?
Comunque ci salutiamo ed il viaggio prosegue.
La bellezza bucolica viene interrotta all’imbocco del lago artificiale dove il Bistrita diventa immissario. Cemento, cemento spalmato dappertutto con lungimiranza devastatrice.
Andiamo subito a dx per Borsec per belle strade.
Il passo di Bicaz ci attende e ripiombiamo immediatamente nel sistema viario del Maramures. No, peggio.
Se avete intenzione di salire quassù con una stradale soffrirete molto: buche, ghiaia curve strettissime e continue. Però bello. La tortura (sempre se non avete il mezzo giusto) fra l’altro non è neanche di breve durata, perché per arrivare a lacu Rosu la prima attrattiva lungo la strada, bisogna percorrere circa 25km.
Arriviamo ed il lago è completamente ghiacciato, nonostante sia fine aprile. Le nostre guide sono in disaccordo sull’origine del nome ma non su quella del lago: la mia semplicemente fa riferimento al colore delle sue acque, quella di Mauro riporta che la frana naturale che nel 1838 bloccò il fiume creandolo, uccise la flora che cresceva nella valle. Rosu infatti, significherebbe morto. Obbiettivamente resti di tronchi spuntano dal ghiaccio, chi avrà ragione?
Comunque saggiamo con una grossa pietra che lo spessore del ghiaccio è ben lontano dallo scioglimento e continuiamo per entrare di lì a qualche minuto nelle gole.
Impressionanti! Ripidissime, inghiottono letteralmente la strada vertiginosamente vi si tuffa dentro.
Il giorno dopo per concludere il giro transiteremo anche dalla strada che costeggia il lago artificiale di Izvoruil Muntelui che la mattina prima avevamo evitato.
Anche qui nonostante la giornata sia veramente brutta la vista e le condizioni della strada sono apprezzabili. Ci concediamo un paio di visite ai 2 monasteri più importanti dell’intera regione ma non è giornata, piove, forte e decidiamo di concludere anche perché dobbiamo arrivare a Iasi (si pronuncia Iash) che non è propriamente dietro l’angolo.
Stasera, in questa che una delle città più attive dell’intero paese, capitale economica e culturale della Moldavia, la più antica città universitaria del paese non che secondo nucleo urbano come dimensioni dopo la capitale. Ci sono tutti i presupposti per verificare se le impressioni sulle ragazze rumene fatte da Nando, conosciuto qualche giorno prima, corrispondono a realtà.
Che dura cosa viaggiare!


Programma di viaggio indicativo
Le tappe sono riportate per comodità e per dare qualche informazione in più su alcune delle attrattive che andremo a conoscere durante il percorso, le soste saranno stabilite a seconda delle esigenze quotidiane.


  1. Trieste- Oradea km 812
Tappa di trasferimento, lunga ma alquanto rapida! A Trieste passeremo il confine e, seguendo le strade più veloci, arriveremo in Romania per sostare ad Oradea, Oradea Mare, in italiano Gran Varadino, la latina Magnovaradinum, piacevole cittadina del distretto di Bihor e della storica regione del Partium.

  1. Orodea- Piatra Fàntànele km 495
Anche oggi una tappa piuttosto lunga, il rapido trasferimento continua fino a Sapanta, dove inizieremo a rallentare i ritmi per iniziare a guardarci intorno. Ma già prima affrontiamo il passo Gutai, che ci fa capire repentinamente che le cose stanno cambiando ed in meglio. Si inizia! Proprio al confine con l’Ungheria e l’Ucraina, c’è una depressione cinta da alte montagne che hanno contribuito alla formazione di una originalissima unità di paesaggio e cultura: la regione del Maramures, ed è proprio questa l’obiettivo principale della giornata. Il Maramures non è altro che l’antica Dacia. 
 Al di fuori delle rotte turistiche più comuni, è la regione della Romania in cui più si respira il sapore del passato, con tradizioni e usi immutati da secoli. Le costruzioni sono tutte in legno e gli abitanti vestono abitualmente gli antichi costumi. Il territorio è costituito per il 70% da montagne e colline, ed è ricco di laghi, un luogo nascosto, dimenticato, perduto in un tempo passato! L’Ucraina è ad un tiro di schioppo e dopo aver visitato il cimitero allegro di Sapanta  imboccheremo la valle dell’Iza, per poi inanellare i primi passi in sequenza che ci anticipano la qualità delle prossime giornate: Prislop, Rotunda e Tihuta nella valle del Bargau, immortalato nel romanzo di Bram Stoker e senza dubbio uno dei passi più fotogenici dell’intera Romania! Se ce la facciamo a chiudere la tappa, avrei pensato di dormire in un ambiente da brivido, siamo comunque in Transilvania!!

  1. Piatra Fàntànele- Gura Humorului km 222
Giornata interamente dedicata alle visite, l’idea progettuale, ambiziosa forse, è di vedere più monasteri possibile, ma senza strafare. Già perché i monasteri affrescati della Bucovina meridionale sono tra i più grandi monumenti artistici d'Europa. Le pareti esterne vennero dipinte all'epoca in cui la Moldavia settentrionale era minacciata dagli invasori turchi.  Per educare e attirare l'interesse dei soldati e dei contadini, in gran parte analfabeti, le più note storie della Bibbia vennero rappresentate, in una specie di rappresentazione “fumettistica”, sulle pareti esterne delle chiese. Alcuni affreschi, nel corso dei 450 anni di esposizione alle intemperie, si sono seriamente danneggiati, ma gli intensi colori, il verde sul monastero di Sucevita, il blu su quello di Voronet e il rosso su Humor, si sono conservati, mantenendone l’impressionante suggestione. Voronet e Moldovita sono i più facilmente raggiungibili ma, naturalmente non ci fermermo qui aggiungendo all’elenco delle visite anche alcuni di quelli di Putna, Humor e Sucevita. Pernotteremo in zona, diverse le opportunità:

  1. Gura Humorului- Lacu Rosu km 227
Andremo via dalla Bucovina, la mattina, così, semplicemente quasi di soppiatto, ma incontreremo altri monasteri nel corso della giornata, ne approfittiamo per un’altra visita??  
A dirla tutta manca all’appello quello di Voronet, ad un tiro di schioppo e mi piacerebbe che pensaste che è una scelta voluta, la classica ciliegina sulla torta, lasciata nel fondo dell’elenco preparato per stupirvi con i suoi blu! Ancora montagne! Il passo di Bicaz è, secondo me quello che rappresenta più degnamente un passo transilvanico: impervio, claustrofobico, angusto, opprimente! Appena dopo il passo ci fermeremo per la notte nei pressi del Lacu Rosu.

  1. Lacu Rosu- Murighiol km 430
Tappa di trasferimento, un’altra zona del paese ci attende, oggi        niente visite ma attraverseremo l’area      del delta del Danubio, vedendo il paesaggio mutare lentamente. Terra di confine tra Europa ed Asia, l’impressione è netta e respireremo queste sensazioni guidando durante la giornata: la vista spazia a 360°, gli spazi si dilatano, quasi a sembrare infiniti! Bianchissime nuvole sembrano spingere il cielo ben oltre l’orizzonte. Una volta superata Tulcea, ci perderemo per stradine secondarie, poco trafficate fino ad arrivare a Murighiol. I 5800 chilometri quadrati del Delta del Danubio, poco a sud del confine ucraino, costituiscono il territorio geologicamente più giovane dell'intera Europa e sono un forte richiamo per gli uccelli e, di conseguenza, per gli appassionati di birdwatching. In questo intrico di canneti e corsi d’acqua, di laghi ricoperti da gigli e di dune sabbiose, il Danubio conclude il suo viaggio iniziato 2860 chilometri prima, in Germania, nella Foresta Nera. 
Più di 14.500 persone vivono nella zona del Delta. I principali mezzi di trasporto, utilizzati per raggiungere i 57 villaggi di pescatori del Delta, sono i tradizionali kayak di legno e le imbarcazioni a remi. Il progetto di Ceausescu di bonificare il 38% della superficie del Delta per la creazione di fattorie per la pesca, per la forestazione e per l'agricoltura, venne lasciato cadere dopo la rivoluzione. Ora il Delta del Danubio è una zona protetta; su circa 273.300 ettari è vietato l'accesso ai turisti e ai pescatori. Alloggeremo in qualche struttura che troveremo nei pressi di Murighiol.

Probabilmente qualcuno penserà alla mancanza nell’itinerario delle coste del Mar Nero, inserisco quindi una nota per cercare di capire meglio quella realtà e cosa mi ha portato a sacrificare questa meta:
In Spagna c'è Benidorm, in Francia la Costa Azzurra, in Italia la Riviera Adriatica: in Romania le comitive alla perenne ricerca di sole, mare, sabbia e divertimento puntano diritto sulla costa del Mar Nero. Constanta, maggior porto e seconda città della Romania, è il principale centro commerciale della costa del Mar Nero, porta di ingresso per molte altre destinazioni. Gli appassionati di calcio internazionale potrebbero visitarla, in quanto città natale di Gheorghe Hagi. Le spiagge sono sporche e affollate, ma la città di per sé è pittoresca e vanta alcuni interessanti musei. Mamaia, una striscia di spiaggia 8 km a nord di Constanta, è la versione rumena di Palm Beach, con 61 alberghi per un totale di 27.000 posti letto, che si riempiono nella stagione compresa tra metà giugno e agosto. Se vi piace sdraiarvi in una spiaggia sovraffollata, ascoltando musica pop a tutto volume, spingetevi 17 km a sud di Constanta, fino a Eforie Nord. Altre spiagge, con relativa musica assordante, sono la Neptun-Olimp e la Constinesti. In estate Constanta è raggiungibile con voli charter da diverse città europee, e in traghetto da Istanbul. Gli autobus la collegano con altre città costiere. Constanta è ben servita sia da linee di autobus sia dal treno.
Decisamente la Romania può offrirci di meglio!!

  1. Murighiol- Brasov km 466
Altra tappa, ancora delta del Danubio a farci compagnia all’inizio della giornata, per lunghi tratti, ma la meta odierna sono nuovamente l’interno e le montagne, con le sue splendide strade, per arrivare nella spelndida Brasov, una città medievale sassone circondata dalle verdeggianti colline della Transilvania, è una delle località più visitate della Romania. Qui ebbe luogo la prima manifestazione pubblica di opposizione al regime di Ceausescu, nel 1987 migliaia di operai esasperati, irritati dai tagli salariali, dai lunghi orari di lavoro e dai razionamenti, occuparono le strade chiedendo la distribuzione di derrate alimentari. La risposta di Ceausescu fu netta e poco conciliante: l’intervento dell'esercito causò l’uccisione di tre persone e un ulteriore razionamento del cibo. La principale attrattiva di Brasov è la Chiesa Nera, così chiamata per il suo aspetto fuligginoso derivato dall'incendio del 1689; si dice sia la più grande chiesa gotica tra Vienna e Istanbul. Molta gente utilizza Brasov come base per visitare le attrattive dei dintorni. Il principale richiamo per i turisti è il Castello di Bran, comunemente noto come il “Castello di Dracula”, 30 km a sud di Brasov e che visiteremo domani. A dispetto del mito popolare, il castello non ha alcun legame con Vlad Tepes e, con le sue torrette da fiaba e le bianche mura, non ha affatto un aspetto minaccioso. Meno turistico, ma più inquietante e che comunque vedremo, è il Castello di Rasnov, lungo la strada che da Brasov porta al Castello di Bran, prima di dedicarci completamente alla “strada” di tutto l’itinerario.

  1. Brasov- Sibiu km 286
Oggi è la giornata dedicata alla chicca del viaggio, preparatevi. Rapida visita, nei limiti del possibile, ai castelli di Bran e di Rasnov, poi via, senza incertezze verso l’obiettivo della giornata, forse del viaggio. La protagonista, la strada che ha fatto slittare la data di partenza di quasi un mese e che ha influenzato la maggior parte delle nostre scelte logistiche di questa esperienza ci attende!! La Transfagarasan è una strada nazionale che collega le regioni storiche della Transilvania e della Valacchia e le città di Sibiu e Piteşti.Il suo nome significa “al di là di Fagaras” ed è la seconda strada costruita in altitudine poi asfaltata dell'intera Romania.
Serpeggiando tra I monti, si tuffa e si arrampica attraverso i monti nell’arduo tentativo di ricavarsi uno spazio: il risultato e stupefaciente!! 
Questo percorso viene oggi utilizzato come collegamento tra la Transilvania e la vicina provincia di Muntenia e viene definite uno dei più panoramici del mondo. Toccando picchi di oltre 2.000 metri sul livello del mare, la Transfagarasan o più semplicemente DN7C, rimane tutt’ora una delle strade più alte d’Europa. Vanta paesaggi spettacolari, tra cui la vista dal Monte Moldoveanu, la vetta più alta della Romania con i suoi 2.034 metri. Altro elemento impressionante di questa strada è un tratto di 890 m privo di qualsiasi vista o panorama, la galleria non illuminata che attraversa la montagna costituisce una singolare barriera tra l’arido paesaggio montuoso del nord, sferzato dalla neve, e le valli verdi e rigogliose del sud, dove si può tra l’altro godere di temperature ben più miti. I monti Fagaras e le regioni circostanti sono impregnati di storia, il percorso include la Fortezza di Poienari, dimora di molte personalità tra cui il famigerato Vlad III di Valacchia, detto “l’Impalatore”, sempre lui, ma la strada in sé è relativamente recente. Costruita nel 1970 per volere di Ceaușescu, in risposta all’invasione sovietica della Cecoslovacchia, la strada serviva per difendere i confini esterni del paese nell’evenienza di un’altra incursione. Un labirinto di viadotti e ponti, meravigliose curve che costeggiano le rive del lago, tornanti e attraversamenti strettissimi, rendono questo percorso non solo spettacolare ma anche stimolante per la guida.
Arrivo di giornata in un altro splendido centro medioevale, Sibiu, quante perle, spesso inattese, ci sta riservando questa Romania!!
            http://www.felinarulhostelsibiu.ro
            http://www.amringhotel.ro/en/

  1. Sibiu- Dobreta Turnu Severin km 338
Siamo alla fine, l’ultima giornata, ma c’è ancora qualche sorpresa nascosta dietro qualche curva! A Hunedoara, ecco la deviazione, obbligatoria. Immaginate un’anonima cittadina romena dall’aspetto vetero comunista, dove scheletri di vecchie acciaierie circondano in un assedio fatto di ruggine e ferro il castello Corvino, una tra le fortezze medioevali più affascinanti di tutta l’Europa orientale. Dalla Lonely Planet: “In un’ipotetica classifica dei luoghi che fanno venire i brividi questo castello batte mille volte quello di Bran!!” che ne pensate siete d’accordo con la guida? 
Termineremo la giornata sulle rive del Danubio, a Dobreta Turnu Severin, conosciuta per il colossale ponte costruito per volontà dell’imperatore Traiano, le cui imponenti rovine sono ancora ben visibili insieme ai resti della fortezza edificata dai romani per difendere questo strategico punto di passaggio tra le due sponde.

  1. Dobreta Turnu Severin- Italia km 861
Si torna a casa, prima Danubio, una vera e propria calamita per il nostro itinerario, poi trasferimento autostradale per rientarre in Italia.

CARTOGRAFIA
Marco Polo commercializza Romania e Repubblica di Moldavia, €8.50
La EDT commercializza Romania, € 23,50 http://shop.lonelyplanetitalia.it/romania/romania