Un viaggio in Romania rappresenta
un’esperienza tanto impegnativa quanto affascinante! Questo paese, una sorta di polmone tra Europa ed Asia, offre maestosi castelli, città medievali, piacevoli escursioni,
una fauna ricchissima, strade panoramiche ed un’accoglienza turistica tra le meno care di tutto
l'ex blocco orientale. Siamo in una delle zone più povere del continente ma la
cordialità della gente ci meraviglierà continuamente, facendoci riflettere su
quanto siano duri da superare i preconcetti basati su cattiva informazione e
dicerie. Sì, siamo in una terra straordinaria, sempre più vicina all’occidente,
che può offrire scenari e strade al di là di ogni possibile immaginazione!
Destinazione Romania
dal 4 al 13 luglio, km 2464,
dal confine italiano km 4157
dal 4 al 13 luglio, km 2464,
dal confine italiano km 4157
Diario, un po’ di schegge
di memoria per entrare in atmosfera!
Proprio al confine con l’Ungheria e
l’Ucraina, c’è una depressione cinta da alte montagne che hanno contribuito
alla formazione di una originalissima unità di paesaggio e cultura: la regione
del Maramures, in Romania. Noi arrivando dalla puszta ungherese, piatta,
paludosa e nonostante la guida ci indichi la frontiera come un valico di
confine, notiamo che le caratteristiche del paesaggio, ma sicuramente non
quelle dell’asfalto (veramente pessime. Sì, siamo in Romania), non cambiano per
almeno 80km, fino a Baia Mare dove un violento nubifragio ci trasporta in
un’area geografica del tutto diversa. Le montagne compaiono improvvise e
saliamo per una strada in pessime condizioni. Una vecchia miniera dopo una
decina di chilometri scorre sulla dx e
ci infiliamo in una gola, preludio di una delle zone più interessanti del
continente.
51. Questo numero continua tornarmi
in mente. No non è un ritardatario fallito del lotto che sto inseguendo invano
o la famosa area dei test nucleari in Nevada.
51€, sono il reddito pro capite di
questa area del paese. E sicuramente le cose che più attraggono il viaggiatore
distratto, alla cui categoria io senza dubbio appartengo, sono le condizioni di
estrema sofferenza e povertà che abbinate alla davvero indecorosa condizione
delle strade mi riporta alle esperienze sud americane. La gente? Se decidete di
venire qui non preoccupatevi, nessun problema. Forse miseria, comunque assai
dignitosa, ma grande ospitalità, cordialità e cortesia. Avete un problema od
una perplessità? Vi siete persi o non trovate la strada (e qui credetemi può
capitare, anche se si raggiungerà l’estremo nella confinante Bulgaria). Non
preoccupatevi, rivolgetevi tranquillamente alle persone del posto, saranno ben
liete di aiutarvi anche considerando il fatto che la lingua è sicuramente di
aiuto essendo di origini latine. Dovunque, cosa che costituirà un fatto
normale, bambini per strada ci salutano e ci corrono incontro. Si comincia a
salire. Deve aver nevicato da poco. Faremo sosta dopo il villaggio minerario di
Baia Sprie, che come molte città del suo genere è fortemente multi etnica,
nella vana speranza che l’attesa giovi al miglioramento delle condizioni
climatiche. Il giorno dopo se possibile, il tempo è ancora peggiore. La ragazza che lavora nel residence che ci ha
ospitato, mi dice che la giornata sarà
così e che il tempo si manterrà splendidamente antifotografico per almeno altri
2 giorni.
Ho il morale alle stelle!! Partiamo.
Per lo meno ha smesso di piovere, si
comincia a salire verso il passo di
Gutài.
Un ambiente transilvanico ci
accompagnerà fino a Sighetu Marmaţiei, città di
confine non che capitale del Maramures. L’Ucraina è ad un tiro di schioppo e
dopo aver deciso di visitare il cimitero allegro di Sapanta (che con queste
luci ha davvero poco di allegro a parte le due arzille vecchiette che ci
accolgono) e la casa dove visse il premio nobel Herry Wissel, imbocchiamo la
valle dell’Iza. La giornata non è sicuramente delle migliori, un cielo plumbeo
ingrigisce il panorama ma ogni sosta è una vera gioia: tutti, dagli adulti ai
bambini ci mostrano attenzioni e curiosità incredibili. A metà giornata ho già
il mio bloccheto degli indirizzi pieno a metà.
Non ti chiedono
altro di inviarti una delle foto che vengono scattate. A Barsana arriviamo nel
pomeriggio ed attraversando il paese in cui si susseguono i soliti splendidi
portoni d’ingresso lavorati esclusivamente in legno, scorgiamo il monastero in
alto, di nuova costruzione e nel quale vivono monache: operai al lavoro e una
chiesa fedele allo stile della regione, quindi legno ma con un record in più,
quello di essere, pare, la più alta d’Europa! 52m!
Sostiamo per quasi
2 ore aspettando che le nuvole lascino spazio al temporale che ci accompagna
dalla mattina. Le cose vanno parzialmente bene e perlomeno, quando ripartiamo
non piove più. Usciti dalla valle la strada si inerpica verso il passo di
Prislop, l’unico che colleghi il Maramures con la Moldavia. Come attacca la
salita, rimango indietro per fotografare. La strada inizia ad inerpircarsi
nelle solite pessime condizioni, ma la vista comincia ad aprirsi. E qui si
realizza l’ennesimo incantesimo: l’asfalto craterico, l’assenza di traffico, la
solitudine mi riportano alle esperienze dell’Alaska e del Camino Austral in
Cile o delle lande islandesi.
Siamo in Europa?
Scollino il passo a
1411m. C’è neve, fa freddo ma la sensazione è di assoluta libertà: apro la
visiera del casco di uno scatto e comincio a scendere quasi sempre in piedi
sulle pedane. Solo camion, pochi, con tronchi spesso più lunghi di un terzo dei
loro rimorchi, che cercano di evitare le buche della strada ed io a cercare di
evitare loro.
Finalmente! Dopo un
inverno di relax eccoci ancora qui. Mi mancavano questi momenti.
Una frana ha
interrotto la strada ed un gruppo di boscaioli sta cercando di pulire il manto
stradale trascinando dei tronchi, probabilmente arrecando maggiori danni al manto stradale. Interrompono per
farmi transitare, un saluto e si riinizia. Incontrerò Mauro dopo 1 ora di
assoluta, inebriante solitudine, nel primo villaggio in fondo alla valle che
parla tranquillamente con un poliziotto. Ormai sono rientrato nella trance
agonistica da viaggio solitario. Speriamo mi riesca a sopportare!!
“non volevo
perdermi così ho chiesto!”
Arriveremo nel
punto stabilito di fine tappa naturalmente tardi. Molto tradi. Troppo tardi.
Troverete queste raccomandazioni-consigli anche nelel informazioni generali:
non viaggiate di notte!
I carretti a
cavallo continuano a circolare anche
dopo il tramonto senza alcuna possibilità di essere scorti, non accendono neanche
una candela, e spesso anche nei villaggi non c’è illuminazione: una vera
roulette russa, o rumena.
La sera nella
simpatica pensione che ci accoglie conoscerò Nando, di Paestum, provincia di
Salerno. Responsabile di una ditta di legnami ha fra i suoi dipendenti due
rumeni.
“sono bravissimi
nel campo (e ci credo!) ed in più sono anche ragazzi eccezionali, hanno
insistito tanto che alla fine ho dovuto accettare e venire a trovare i loro
familiari e che ospitalità. Comunque…… che donne, a Iasi sono rimasto a bocca
aperta!!”
Gli rispondo che
fino ad ora avevo notato altre caratteristiche del popolo rumeno ma che alla
prima cittadina cercherò di verificare le sue impressioni.
Dopo il Maramures e le strade per
uscirne, tutto ci si aspetterebbe tranne che spostandosi ad est le condizioni
possano migliorare. Ed invece una serie di monasteri fortificati dichiarati
patrimonio mondiale dell’UNESCO, con relativi fondi stanziati ed un notevole
incremento turistico compiono il miracolo che ha dell’incredibile. Certo non
aspettatevi un livello europeo ma sicuramente ci sarà da divertirsi per quasi
tutto il percorso, ma sempre considerando la guida avventata dei rumeni.
Una giornata va dedicata interamente
ai monasteri della Bucovina meridionale situati nella parte settentrionale
della Moldovia: Voronet, Sucevita, Putna e Moldovita a cui volendo se ne
possono aggiungere altri (noi abbiamo incluso quello di Arbore).
Le visite a questi 4 sono più che
sufficienti essendo i più importanti della zona per diversi aspetti, dalla
qualità degli affreschi esterni, alle dimensioni degli edifici od alla
struttura delle fortificazioni che in alcuni casi le cingono. Indubbiamente
belli ed interessanti, unici al mondo.
A fine giornata saremo più o meno al
punto di partenza essendo le visite dislocate in senso circolare. Preferiamo
non sostare nuovamente a Suceava che nonostante sia uno dei punti di partenza
per la via dei monasteri non offre grandi strutture ricettive e ristoranti.
Ma se siete già sazi di tanta
spiritualità probabilmente avete sbagliato itinerario.
Infatti se nella Bucovina, ci sono
delle vere e proprie opere d’arte, nella zona più meridionale, quella di Neamt,
si battono sicuramente tutti i record di santità, in quanto vi si trovano una
50ina tra monasteri ed eremi.
Meglio prenderla un po’ alla larga,
guidando per una giornata ed inserendo un paio di passi ed alcune valli.
All’inizio avevamo pensato di
tornare indietro per arrivare alle gole di Bicaz guidando verso ovest, e
neanche di poco, per percorrere il passo di Bargalui, reso famoso dalle vicende
draculesche di Briam Stoker (“basta con la Transilvania!!” aveva minacciato
Paola in redazione prima di partire), ma menzionato dalle guide come uno dei
punti di valico più belli di tutta la Romania.
Invece arrivati a Vatra Dornei
cambio repentinamente idea e convinco Mauro a transitare per la valle del
Bistrita.
La scelta si rivelerà giusta per 2
motivi, la stradina neanche tanto rovinata e praticamente priva di traffico e
la valle davvero un piacere sia per la guida che per la vista.
Inoltre così avremo allungato il
tragitto di un ulteriore giorno.
La straordinarietà di questa terra è
sicuramente che cambiando valle, tale cambiamento spesso coincide anche con
l’amalgamarsi di diverse etnie.
Attraversando la valle, noto che le
persone hanno abbigliamenti e caratteri somatici diversi, probabilmente dovuti
ad influenze slave e magiare. Molti si spostano ancora con i soliti carretti di
legno ma questi sono più carichi e viaggiano con famiglia: sono rom.
Non sono mezzi di lavoro ma vere e
proprie case mobili,
Ne sorpasso uno ed ormai abituato
alla routine mi fermo ed aspetto che mi sorpassi per fotografarlo. La reazione
è assolutamente diversa dalla altre ed inaspettata. Il capo famiglia blocca il
carretto e mi viene incontro chiedendomi, qualcosa che non capisco ma che non
faccio fatica a capire sia qualcosa di molto vicino ad un’offerta per la
prestazione fotografica eseguita.
Stiamo un po’ a parlare anche se
sono assolutamente e perentoriamente in difetto: ormai abituato all’estrema
collaborazione dei Daci in Maramures, non ho chiesto il permesso, cosa che
rientra nelle regole più elementari del rispetto verso il prossimo.
Gli dico che se vuole gli spedisco
la foto e che non pago, ma siamo su basi linguistiche diverse e non credo
gliene freghi gran che.
In fin dei conti che cosa ci farebbe
con una foto?
Comunque ci salutiamo ed il viaggio
prosegue.
La bellezza bucolica viene
interrotta all’imbocco del lago artificiale dove il Bistrita diventa
immissario. Cemento, cemento spalmato dappertutto con lungimiranza
devastatrice.
Andiamo subito a dx per Borsec per
belle strade.
Il passo di Bicaz ci attende e
ripiombiamo immediatamente nel sistema viario del Maramures. No, peggio.
Se avete intenzione di salire quassù
con una stradale soffrirete molto: buche, ghiaia curve strettissime e continue.
Però bello. La tortura (sempre se non avete il mezzo giusto) fra l’altro non è
neanche di breve durata, perché per arrivare a lacu Rosu la prima attrattiva
lungo la strada, bisogna percorrere circa 25km.
Arriviamo ed il lago è completamente
ghiacciato, nonostante sia fine aprile. Le nostre guide sono in disaccordo
sull’origine del nome ma non su quella del lago: la mia semplicemente fa
riferimento al colore delle sue acque, quella di Mauro riporta che la frana
naturale che nel 1838 bloccò il fiume creandolo, uccise la flora che cresceva
nella valle. Rosu infatti, significherebbe morto. Obbiettivamente resti di
tronchi spuntano dal ghiaccio, chi avrà ragione?
Comunque saggiamo con una grossa
pietra che lo spessore del ghiaccio è ben lontano dallo scioglimento e
continuiamo per entrare di lì a qualche minuto nelle gole.
Impressionanti! Ripidissime,
inghiottono letteralmente la strada vertiginosamente vi si tuffa dentro.
Il giorno dopo per concludere il
giro transiteremo anche dalla strada che costeggia il lago artificiale di
Izvoruil Muntelui che la mattina prima avevamo evitato.
Anche qui nonostante la giornata sia
veramente brutta la vista e le condizioni della strada sono apprezzabili. Ci
concediamo un paio di visite ai 2 monasteri più importanti dell’intera regione
ma non è giornata, piove, forte e decidiamo di concludere anche perché dobbiamo
arrivare a Iasi (si pronuncia Iash) che non è propriamente dietro l’angolo.
Stasera, in questa che una delle
città più attive dell’intero paese, capitale economica e culturale della
Moldavia, la più antica città universitaria del paese non che secondo nucleo
urbano come dimensioni dopo la capitale. Ci sono tutti i presupposti per verificare
se le impressioni sulle ragazze rumene fatte da Nando, conosciuto qualche
giorno prima, corrispondono a realtà.
Che dura cosa viaggiare!
Programma di viaggio indicativo
Le tappe sono riportate
per comodità e per dare qualche informazione in più su alcune delle attrattive
che andremo a conoscere durante il percorso, le soste saranno stabilite a
seconda delle esigenze quotidiane.
- Trieste-
Oradea km 812
Tappa di trasferimento, lunga ma
alquanto rapida! A Trieste passeremo il confine e, seguendo le strade più
veloci, arriveremo in Romania per sostare ad Oradea, Oradea Mare, in italiano
Gran Varadino, la latina Magnovaradinum, piacevole cittadina del distretto di Bihor e della storica
regione del Partium.
- Orodea-
Piatra Fàntànele km 495
Anche oggi una tappa
piuttosto lunga, il rapido trasferimento continua fino a Sapanta, dove
inizieremo a rallentare i ritmi per iniziare a guardarci intorno. Ma già prima
affrontiamo il passo Gutai, che ci fa capire repentinamente che le cose stanno
cambiando ed in meglio. Si inizia! Proprio al confine con l’Ungheria e
l’Ucraina, c’è una depressione cinta da alte montagne che hanno contribuito
alla formazione di una originalissima unità di paesaggio e cultura: la regione
del Maramures, ed è proprio questa l’obiettivo principale della giornata. Il
Maramures non è altro che l’antica Dacia.
Al di fuori delle rotte turistiche
più comuni, è la regione della Romania in cui più si respira il sapore del
passato, con tradizioni e usi immutati da secoli. Le costruzioni sono tutte in
legno e gli abitanti vestono abitualmente gli antichi costumi. Il territorio è
costituito per il 70% da montagne e colline, ed è ricco di laghi, un luogo
nascosto, dimenticato, perduto in un tempo passato! L’Ucraina è ad un tiro di schioppo e dopo aver visitato il cimitero
allegro di Sapanta imboccheremo la valle
dell’Iza, per poi inanellare i primi passi in sequenza che ci anticipano la
qualità delle prossime giornate: Prislop, Rotunda e Tihuta nella valle del
Bargau, immortalato nel romanzo di Bram Stoker e senza dubbio uno dei passi più
fotogenici dell’intera Romania! Se ce la facciamo a chiudere la tappa, avrei
pensato di dormire in un ambiente da brivido, siamo comunque in Transilvania!!
- Piatra Fàntànele- Gura Humorului km 222
Giornata
interamente dedicata alle visite, l’idea progettuale, ambiziosa forse, è di
vedere più monasteri possibile, ma senza strafare. Già perché i monasteri
affrescati della Bucovina meridionale sono tra i più grandi monumenti artistici
d'Europa. Le pareti esterne vennero dipinte all'epoca in cui la Moldavia
settentrionale era minacciata dagli invasori turchi. Per educare e attirare
l'interesse dei soldati e dei contadini, in gran parte analfabeti, le più note
storie della Bibbia vennero rappresentate, in una specie di rappresentazione “fumettistica”,
sulle pareti esterne delle chiese. Alcuni affreschi, nel corso dei 450 anni di
esposizione alle intemperie, si sono seriamente danneggiati, ma gli intensi
colori, il verde sul monastero di Sucevita, il blu su quello di Voronet e il
rosso su Humor, si sono conservati, mantenendone l’impressionante suggestione.
Voronet e Moldovita sono i più facilmente raggiungibili ma, naturalmente non ci
fermermo qui aggiungendo all’elenco delle visite anche alcuni di quelli di
Putna, Humor e Sucevita. Pernotteremo in zona, diverse le opportunità:
- Gura Humorului- Lacu Rosu km 227
Andremo via
dalla Bucovina, la mattina, così, semplicemente quasi di soppiatto, ma
incontreremo altri monasteri nel corso della giornata, ne approfittiamo per
un’altra visita??
A dirla tutta manca all’appello quello di Voronet, ad un tiro
di schioppo e mi piacerebbe che pensaste che è una scelta voluta, la classica
ciliegina sulla torta, lasciata nel fondo dell’elenco preparato per stupirvi
con i suoi blu! Ancora montagne! Il passo di Bicaz è, secondo me quello che
rappresenta più degnamente un passo transilvanico: impervio, claustrofobico,
angusto, opprimente! Appena dopo il passo ci fermeremo per la notte nei pressi
del Lacu Rosu.
- Lacu Rosu- Murighiol km 430
Tappa di trasferimento,
un’altra zona del paese ci attende, oggi niente visite ma attraverseremo l’area del delta del Danubio, vedendo il paesaggio mutare lentamente. Terra di confine tra
Europa ed Asia, l’impressione è netta e respireremo queste sensazioni guidando
durante la giornata: la vista spazia a 360°, gli spazi si dilatano, quasi a
sembrare infiniti! Bianchissime nuvole sembrano spingere il cielo ben oltre
l’orizzonte. Una volta superata Tulcea, ci perderemo per stradine
secondarie, poco trafficate fino ad arrivare a Murighiol. I 5800 chilometri quadrati del Delta del Danubio, poco a sud del confine
ucraino, costituiscono il territorio geologicamente più giovane dell'intera
Europa e sono un forte richiamo per gli uccelli e, di conseguenza, per gli
appassionati di birdwatching. In questo intrico di canneti e corsi d’acqua, di
laghi ricoperti da gigli e di dune sabbiose, il Danubio conclude il suo viaggio
iniziato 2860 chilometri prima, in Germania, nella Foresta Nera.
Più di 14.500
persone vivono nella zona del Delta. I principali mezzi di trasporto,
utilizzati per raggiungere i 57 villaggi di pescatori del Delta, sono i
tradizionali kayak di legno e le imbarcazioni a remi. Il progetto di Ceausescu
di bonificare il 38% della superficie del Delta per la creazione di fattorie
per la pesca, per la forestazione e per l'agricoltura, venne lasciato cadere
dopo la rivoluzione. Ora il Delta del Danubio è una zona protetta; su circa
273.300 ettari è vietato l'accesso ai turisti e ai pescatori. Alloggeremo in
qualche struttura che troveremo nei pressi di Murighiol.
Probabilmente qualcuno penserà alla mancanza nell’itinerario
delle coste del Mar Nero, inserisco quindi una nota per cercare di capire
meglio quella realtà e cosa mi ha portato a sacrificare questa meta:
In Spagna c'è Benidorm, in
Francia la Costa Azzurra, in Italia la Riviera Adriatica: in Romania le
comitive alla perenne ricerca di sole, mare, sabbia e divertimento puntano
diritto sulla costa del Mar Nero. Constanta, maggior porto e seconda città
della Romania, è il principale centro commerciale della costa del Mar Nero,
porta di ingresso per molte altre destinazioni. Gli appassionati di calcio
internazionale potrebbero visitarla, in quanto città natale di Gheorghe Hagi.
Le spiagge sono sporche e affollate, ma la città di per sé è pittoresca e vanta
alcuni interessanti musei. Mamaia, una striscia di spiaggia 8 km a nord di
Constanta, è la versione rumena di Palm Beach, con 61 alberghi per un totale di
27.000 posti letto, che si riempiono nella stagione compresa tra metà giugno e
agosto. Se vi piace sdraiarvi in una spiaggia sovraffollata, ascoltando musica
pop a tutto volume, spingetevi 17 km a sud di Constanta, fino a Eforie Nord.
Altre spiagge, con relativa musica assordante, sono la Neptun-Olimp e la
Constinesti. In estate Constanta è raggiungibile con voli charter da diverse
città europee, e in traghetto da Istanbul. Gli autobus la collegano con altre città
costiere. Constanta è ben servita sia da linee di autobus sia dal treno.
Decisamente la Romania può offrirci di meglio!!
- Murighiol- Brasov km 466
Altra
tappa, ancora delta del Danubio a farci compagnia all’inizio della giornata,
per lunghi tratti, ma la meta odierna sono nuovamente l’interno e le montagne,
con le sue splendide strade, per arrivare nella spelndida Brasov, una città
medievale sassone circondata dalle verdeggianti colline della Transilvania, è
una delle località più visitate della Romania. Qui ebbe luogo la prima
manifestazione pubblica di opposizione al regime di Ceausescu, nel 1987
migliaia di operai esasperati, irritati dai tagli salariali, dai lunghi orari
di lavoro e dai razionamenti, occuparono le strade chiedendo la distribuzione
di derrate alimentari. La risposta di Ceausescu fu netta e poco conciliante:
l’intervento dell'esercito causò l’uccisione di tre persone e un ulteriore
razionamento del cibo. La principale attrattiva di Brasov è la Chiesa Nera,
così chiamata per il suo aspetto fuligginoso derivato dall'incendio del 1689;
si dice sia la più grande chiesa gotica tra Vienna e Istanbul. Molta gente
utilizza Brasov come base per visitare le attrattive dei dintorni. Il
principale richiamo per i turisti è il Castello di Bran, comunemente noto come
il “Castello di Dracula”, 30 km a sud di Brasov e che visiteremo domani. A
dispetto del mito popolare, il castello non ha alcun legame con Vlad Tepes e,
con le sue torrette da fiaba e le bianche mura, non ha affatto un aspetto
minaccioso. Meno turistico, ma più inquietante e che comunque vedremo, è il
Castello di Rasnov, lungo la strada che da Brasov porta al Castello di Bran,
prima di dedicarci completamente alla “strada” di tutto l’itinerario.
- Brasov- Sibiu km 286
Oggi è la giornata dedicata
alla chicca del viaggio, preparatevi. Rapida visita, nei limiti del possibile,
ai castelli di Bran e di Rasnov, poi via, senza incertezze verso l’obiettivo
della giornata, forse del viaggio. La protagonista, la strada che ha fatto
slittare la data di partenza di quasi un mese e che ha influenzato la maggior
parte delle nostre scelte logistiche di questa esperienza ci attende!! La
Transfagarasan è una strada nazionale che collega le regioni storiche della
Transilvania e della Valacchia e le città di Sibiu e Piteşti.Il suo nome
significa “al di là di Fagaras” ed è la seconda strada costruita in altitudine
poi asfaltata dell'intera Romania.
Serpeggiando tra I monti, si tuffa e si arrampica
attraverso i monti nell’arduo tentativo di ricavarsi uno spazio: il risultato e
stupefaciente!!
Questo percorso viene oggi utilizzato come collegamento tra la
Transilvania e la vicina provincia di Muntenia e viene definite uno dei più
panoramici del mondo. Toccando picchi di oltre 2.000 metri sul livello del
mare, la Transfagarasan o più semplicemente DN7C, rimane tutt’ora una delle
strade più alte d’Europa. Vanta paesaggi spettacolari, tra cui la vista dal
Monte Moldoveanu, la vetta più alta della Romania con i suoi 2.034 metri. Altro
elemento impressionante di questa strada è un tratto di 890 m privo di
qualsiasi vista o panorama, la galleria non illuminata che attraversa la
montagna costituisce una singolare barriera tra l’arido paesaggio montuoso del
nord, sferzato dalla neve, e le valli verdi e rigogliose del sud, dove si può
tra l’altro godere di temperature ben più miti. I monti Fagaras e le regioni
circostanti sono impregnati di storia, il percorso include la Fortezza di
Poienari, dimora di molte personalità tra cui il famigerato Vlad III di Valacchia,
detto “l’Impalatore”, sempre lui, ma la strada in sé è relativamente recente.
Costruita nel 1970 per volere di Ceaușescu, in risposta all’invasione sovietica
della Cecoslovacchia, la strada serviva per difendere i confini esterni del
paese nell’evenienza di un’altra incursione. Un labirinto di viadotti e ponti,
meravigliose curve che costeggiano le rive del lago, tornanti e attraversamenti
strettissimi, rendono questo percorso non solo spettacolare ma anche stimolante
per la guida.
Arrivo di giornata in un
altro splendido centro medioevale, Sibiu, quante perle, spesso inattese, ci sta
riservando questa Romania!!
- Sibiu- Dobreta Turnu Severin km 338
Siamo alla fine,
l’ultima giornata, ma c’è ancora qualche sorpresa nascosta dietro qualche
curva! A Hunedoara, ecco la deviazione, obbligatoria. Immaginate un’anonima
cittadina romena dall’aspetto vetero comunista, dove scheletri di vecchie
acciaierie circondano in un assedio fatto di ruggine e ferro il castello
Corvino, una tra le fortezze medioevali più affascinanti di tutta l’Europa
orientale. Dalla Lonely Planet: “In
un’ipotetica classifica dei luoghi che fanno venire i brividi questo castello
batte mille volte quello di Bran!!” che ne pensate siete d’accordo con la
guida?
Termineremo la
giornata sulle rive del Danubio, a Dobreta Turnu Severin, conosciuta per il colossale
ponte costruito per volontà dell’imperatore Traiano, le cui imponenti rovine
sono ancora ben visibili insieme ai resti della fortezza edificata dai romani
per difendere questo strategico punto di passaggio tra le due sponde.
- Dobreta Turnu Severin- Italia km 861
Si torna a casa, prima Danubio, una vera e propria calamita per il nostro
itinerario, poi trasferimento autostradale per rientarre in Italia.
CARTOGRAFIA
Marco Polo commercializza Romania e Repubblica di Moldavia, €8.50
La EDT commercializza Romania, € 23,50 http://shop.lonelyplanetitalia.it/romania/romania